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Quando McCurry "inciampa" in photoshop - parte seconda


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avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2016 ore 16:03

e si... ma una fotografia dalla sua dovrebbe avere il vantaggio del "fermo immagine", che è ferma appunto. quindi questa caratteristica dovrebbe essere quella che porta in alto la fotografia. La sua ampia indagabilità.
Un documentario video può assumere un mood differente solo spostando la sequenze delle scene.
Peraltro la contraffazione all'origine, allestendo una scena d'attori, spiazza chiunque.
Ma come si è visto, non è semplice falsificare passando inosservati se ci si relaziona con un ampio pubblico e con molte fotografie.
Poi basta la "scoperta" di un'incongruenza per fare venire il sospetto su tutto l'operato. Quindi lo spazio per le "furberie" dipende anche da quanto il pubblico è predisposto ad ingurgitare a bocca aperta ed occhi chiusi l'offerta altrui.

avatarjunior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 11:57

McCurry: "Vi spiego l'errore di quella foto"

smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2016/05/02/mccurry-vi-spie




avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 12:08

McCurry: "Vi spiego l'errore di quella foto"

smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2016/05/02/mccurry-vi-spie


Apprendiamo dunque che McCurry non è più un fotogiornalista, ma uno "storyteller" (qualsiasi cosa ciò voglia dire in pratica)...

avatarjunior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 12:09

E qui cadono sia le tesi di chi parla di un McCurry che non si prende le sue responsabilità, sia di un McCurry rigido e di post-produzione minimale o assente. A mio avviso la post-produzione è una cosa normale e sensata entro i limiti della decenza. Eliminare un elemento minimale, aumentare i contrasti e migliorare i colori è perfettamente una cosa normale. Ovviamente non va più bene il ricreare una scena inesistente, con colori innaturali con eliminazioni esagerate di parte della scena o magari aggiungendo elementi inesistenti a solo scopo estetico.

Poi non venitemi a parlare di etica nei confronti di chi ha commesso un errore del genere perchè il tutto ha creato un bel baccano e anche dei gravi grattacapi. Si va a casa con molto meno in questo ambiente.

avatarjunior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 12:49

L'unica cosa certa in questa vicenda è che McCurry non è più un fotogiornalista.
Per tutto il resto può fare quello che vuole, eticamente parlando.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 13:36

Se ora anche Magnum facesse sapere di non essere più un'agenzia fotogiornalistica ("the greatest collective of documentary photographers"), la presenza nel suo catalogo di foto di McCurry come quella dei ragazzini che giocano a pallone in Bangladesh non sarebbe più un problema.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 13:41

Detto questo: McCurry ha mai affermato di non usare la Post? Se non lo ha dichiarato o ha dichiarato di non usarla non ci trovo nulla di strano neanche per far sparire un moncone di braccio. Non toglie nulla al significato della foto e non lascia al mondo una bella foto con un braccio monco!


E qui cadono sia le tesi di chi parla di un McCurry che non si prende le sue responsabilità, sia di un McCurry rigido e di post-produzione minimale o assente. A mio avviso la post-produzione è una cosa normale e sensata entro i limiti della decenza. Eliminare un elemento minimale, aumentare i contrasti e migliorare i colori è perfettamente una cosa normale. Ovviamente non va più bene il ricreare una scena inesistente, con colori innaturali con eliminazioni esagerate di parte della scena o magari aggiungendo elementi inesistenti a solo scopo estetico.

Poi non venitemi a parlare di etica nei confronti di chi ha commesso un errore del genere perchè il tutto ha creato un bel baccano e anche dei gravi grattacapi. Si va a casa con molto meno in questo ambiente.


Ancora, non è una questione PS si o PS no, la questione dovrebbe vertire su un mancato controllo dell'opera (ok, fin lì ci siamo), ma sopratutto: rimuovere il paletto o l'omino sullo sfondo, o non farlo, cambia il significato della foto? Perchè a me pare, che ci sia uno sbilanciamento nell'estetica fine a se stessa, con l'intenzione di farsi piacere al grande pubblico (e anche in quel caso, palo si o no, cambiava la foto?). Mi sembra che si siano creati delle fazioni in cui o si difende acriticamente l'operato di McCurry o lo si infama ingiustificatamente. Buon mestierante, purtroppo si è andato a perdere negli anni, come altri fotografi tipo Shore e Meyerowitz ad esempio, che adoro e ritengo di gran lunga superiori al "maestro del colore" ma non mi faccio problemi ad ammettere una loro "caduta".

Per quanto riguarda l'operatore: conosco molti che lavorano a stretto contatto con fotografi, offrendo servizi di sviluppo dell'immagine, e tutti lavora a stretto contatto con il committente (il fotografo, per cui la resa finale è sotto i suoi occhi), e nessuno dei laboratori farebbe qualcosa che non gli sia stato comunicato per filo e per segno dal fotografo. Poi, se ci vogliamo raccontare la favola che nessuno ha controllato la foto (McCurry, è come apporre una firma) o che come sostiene qualcuno l'operatore licenziato si sia preso la briga di correggere l'immagine da solo, facciamo pure.

Ad ogni modo se Biba ha dichiarato "queste cose lui non le fa", mi scade di molto.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 13:44

Se ora anche Magnum facesse sapere di non essere più un'agenzia fotogiornalistica ("the greatest collective of documentary photographers"), la presenza nel suo catalogo di foto di McCurry come quella dei ragazzini che giocano a pallone in Bangladesh non sarebbe più un problema.

Credo piuttosto che Magnum chiederà una precisa presa di posizione da parte di McCurry. Se Magnum è una agenzia specializzata in un genere fotografico, deve essere costituita da soci/collaboratori di quella specializzazione, ma il soldo è più importante. Sorriso

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 14:36

Grazie Tomsk per aver riportato l'intervista.
McCurry, hai chiarito molte cose, tranne quelle che devi chiarire prima di tutto a te stesso:
Quel che faccio dopo lo scatto è solo cercare di ottenere il meglio dalle mie immagini, permettere loro di raccontare la mia esperienza profonda di un viaggio. Le fotografie di Cuba sono state prese con questo spirito. Se qualcosa non lo ha rispettato, è stato un errore su cui dovrò riflettere ".

Le cose che hai chiarito sono innanzi tutto che non fai più fotoreportage:
il mio lavoro non è oggi quello del raccoglitore di notizie. Ho iniziato col fotogiornalismo, certamente, in Afghanistan e in Libano, in quei casi il tuo dovere è raccontare fatti, raccogliere documenti visuali, testimonianze dirette. Poi però il mio lavoro si è evoluto. Oggi credo di essere soprattutto uno storyteller

raccoglitore di notizie ... questo non mi piace, specie se si applica ai fotografi di guerra o a chi comunque rischia parecchio. Non vedo il fotografo come un raccoglitore su un campo di ortaggi sottoposto a bombardamenti, che si accinge a raccogliere i pomodori. Penso che l'arte di un fotografo in condizioni del genere non sia raccogliere ma saper cogliere. (comunque non escludo che il cattivo feel dell'affermazione sia dovuto alla traduzione).
storyteller = narratore. con questo non hai detto nulla di rilevante, poichè narratore è sia il cronista, sia l'autore fantasy.
tutti i fotografi quindi sono narratori. dire d'essere narratore equivale a dire un'ovvietà insignificante e aspecifica, ma siccome dici che non ti piacciono le etichette... va benissimo stare sul ventaglio più ampio per presentarti agli altri.

non cerco di dare informazioni su un luogo.--- Quello che mi intressa è comunicare il mio feeling di quel luogo.

basta saperlo, sappiamo quindi che non sei interessato a narrare la verità dei luoghi che fotografi. Non punti al realismo ma sei libero da questo vincolo, quindi ti concedi di poter modificare arbitrariamente le tue immagini per restiruire il tuo feeling, il tuo sentire di un certo luogo.
Ma credo ancora che le mie fotografie rispettino la verità dei luoghi che incontro. Mi rifiuto di pensare al mio lavoro come a una manipolazione arbitraria della realtà.

insomma, o una cosa o l'altra. Qui non ci siamo per niente. hai appena contraddetto quello che hai sostenuto prima. O rispetti la verità dei luoghi o li proponi come tu li senti. deciditi. Confuso

dovrò riflettere

su questo non ho dubbi. Le tue affermazioni sono contraddittorie.
Come presentare le proprie immagni alla Magnum? Buongiorno Magnum, qui ci sono le mie fotografie su Cuba, non racconto i fatti, le mie immagini non sono documenti visuali, non hanno una testimonianza diretta, ma contengono la mia narrativa. Vi interessano?

prendi una pausa di riflessione. il tuo pubblico continuerà ad amarti, ma vorrebbe capire, cosa effettivamente fai come fotografo. Non è una questione di etichette.
La sensazione è che a forza di abbellirle quelle immagini, altro che contrasto e scurimento, sei passato al timbroclone, tu e i tuoi collaboratori, compresi quelli sfiduciati, e che la cosa ti sia un po' sfuggita di mano, non tanto sull'elaborato malfatto ma sul senso di quelle immagini stesse, che adesso ci lasciano perplessi sul cosa siano veramente.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 14:38

Io dico che Magnum deve chiudere. Uno scandalo come questo, immagino il primo e speriamo l'ìunico nella storia della gloriosa agenzia, non può che travolgerla. Il fotoreportage e il giornalismo in generale probabilmente assorbiranno il colpo, ma sarà dura e ci vorranno anni per riacquistare un minimo di credibilità.
Che delusione.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 15:06

Io dico che Magnum deve chiudere. Uno scandalo come questo, immagino il primo e speriamo l'ìunico nella storia della gloriosa agenzia, non può che travolgerla. Il fotoreportage e il giornalismo in generale probabilmente assorbiranno il colpo, ma sarà dura e ci vorranno anni per riacquistare un minimo di credibilità.
Che delusione.


in Magnum ci sono mille altri fotografi forse meno conosciuti ma altrettanto bravi (o più) di mccurry. Ok il danno di immagine per l'agenzia, ma non vedo perchè dovrebbe chiudere. Semmai il colpo è servito a riportare (forse) un po di equilibrio agli occhi dei fotoamatori, anche se dubito

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 15:45

Io dico che Magnum deve chiudere. Uno scandalo come questo, immagino il primo e speriamo l'ìunico nella storia della gloriosa agenzia, non può che travolgerla. Il fotoreportage e il giornalismo in generale probabilmente assorbiranno il colpo, ma sarà dura e ci vorranno anni per riacquistare un minimo di credibilità.
Che delusione.


No Mccurry si inserisce nella tradizione del fondatore MrGreen

www.ilgiornale.it/news/robert-capa-impostore-mistero-miliziano.html

a parte gli scherzi, io credo che esistano diversi piani argomentativi all'interno dei quali il concetto di verità va affrontato e nessuno di questi può portare alla "verità" in senso stretto. In ogni caso bisogna prendere atto che la fotografia non rappresenta la realtà, ne è una sua emanazione, come i ricordi, vi è mai capitato di sentire un amico raccontare una cosa vissuta insieme con un angolatura completamente diversa? Inoltre la fotografia è fonte di mediazione con la realtà di continuo, sia in fase di scatto dove una realtà legata allo spazio-tempo e quadridimensionale diventa bidimensionale sia nella fase della reinterpretazione di chi guarda. Partendo da queste premesse anche la stessa onestà dell'autore può avere interlocutori diversi, il soggetto, i fruitori finali, il committente, se stesso ed ognuno di questi soggetti non sempre ha le stesse richieste ed a volte gli interessi configgono. Postprodurre o non postprodurre è una scelta intellettuale con ricadute morali sempre e comunque e determinarne l'onestà non è una cosa così facile ed io personalmente pur trovandomi basito davanti alla foto di Mccurry fatico sia a schierarmi contro che a favore, anche scattare o non scattare, o inquadrare in un modo o in un altro sono parenti strette della postproduzione ma non ci sogneremmo mai di accusare un fotografo che deforma volti ed umilia le persone perché fa ritratti con il 24mm, al massimo diciamo che non ci piace quella focale o quello stile. Indubbiamente la responsabilità del fotografo è sempre grande e se la sua onestà intellettuale viene meno non è cosa da poco, certo è un fatto intimo che non si può giudicare con semplici processi da forum, perché la menzogna risiede nel cuore dell'uomo e non nelle foto comunque esse siano realizzate.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 16:31

Le cose che hai chiarito sono innanzi tutto che non fai più fotoreportage:
" il mio lavoro non è oggi quello del raccoglitore di notizie. Ho iniziato col fotogiornalismo, certamente, in Afghanistan e in Libano, in quei casi il tuo dovere è raccontare fatti, raccogliere documenti visuali, testimonianze dirette. Poi però il mio lavoro si è evoluto. Oggi credo di essere soprattutto uno storyteller "


Eh beh che vi avevo detto...
Perché qualcuno ci credeva ancora che Mc fosse un fotoreporter?
Non lo è più dagli anni 80 ed era evidente.

Poi dice

""Qualunque cosa sia successa a quella foto, me ne assumo tutta la responsabilità. Quella stampa è uscita dal mio studio, ma non doveva uscirne così. Non c'entrano né gli organizzatori della mostra di Venaria, né i curatori, Biba Giacchetti, SudEst e Civita, ci tengo molto a dirlo, è un errore del mio laboratorio".

Ma ci vogliamo credere che era all'oscuro della modifica?
MrGreenMrGreenMrGreen

E le anche le foto del calcio le hanno modificate a sua insaputa?
MrGreenMrGreen

Dispiace poi che dice ce se ne assume tutta la responsabilità ma il licenziato è il collaboratore. Confuso

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 17:14

Giovanni, un personaggio pubblico come lui che viene preso in castagna, è costretto ad arrampicarsi sugli specchi per cercare di salvare la faccia, infatti, nonostante sarà stato messo al corrente del problema già dal 23 o 24 aprile, ha aspettato una settimana a rispondere, probabilmente per prepararsi la motivazione a tavolino. ;-)

Un po' come fanno i politici.

Giorgio B.

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2016 ore 17:17

@Franlazz79
la fotografia non rappresenta la realtà, ne è una sua emanazione

la fotografia può rappresentare la realtà, ma non lo è.
ma l'intervento del con timbroclone corrisponde allo spostamento degli elementi oggettivi per propria volontà creativa postuma allo scatto.
ci sogneremmo mai di accusare un fotografo che deforma volti ed umilia le persone perché fa ritratti con il 24mm

quella è una scelta stilistica. nessuno si sogna di sostenere che il fotografo a manomesso la rappresentazione della realtà perchè ha fotografato con un fisheye.

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