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2014 Ai confini della Scozia


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2014 Ai confini della Scozia, testo e foto by Marina Raimondi. Pubblicato il 04 Aprile 2016; 38 risposte, 8747 visite.


09 Agosto 2014

18.30 volo Roma Fiumicino/Francoforte/Aberdeen Siamo un gruppo di amici: io, Cristina, Antonella, Letizia, Oriana e ... Giorgio. Arrivo puntualmente alle 22.30 ora locale. Serata molto bella. Dagli oblò ammiriamo la costa. Le luci dei villaggi brillano nell'oscurità sovrastati da un cielo rosseggiante.
Non è freddo, anzi, un giacchetto fa la differenza con l'Italia.
Ritirate le valigie impieghiamo quasi un'ora a localizzare l'albergo che ci aspetta. Dovrebbe essere a poche centinaia di metri dall'uscita come ci era stato detto, siamo un po' stanchi e disorientati, vaghiamo nel grande parcheggio dell'aeroporto guardandoci intorno, ma le insegne dell'hotel sono nascoste sul fianco dell'edificio. Quando finalmente lo localizziamo, ritiriamo le chiavi delle camere e ci auguriamo velocemente la buonanotte.




10 domenica

Incredibile ma vero ci svegliamo con il sole. Non sappiamo che è la coda di un'alta pressione che sta per abbandonarci. Dopo colazione impieghiamo un'oretta a ritirare le macchine a noleggio prenotate. La procedura sarebbe stata più veloce se non fosse che ci hanno assegnato due lussuose auto di grande cilindrata poco adatte alle strade delle Highlands che ci aspettano. Chiediamo che siano sostituite con qualcosa di più misurato e meno impegnativo.
Si parte. Facciamo un giro nel centro di Aberdeen tanto per non perdere l'occasione. La cittadina è molto graziosa, caratterizzata da edifici di granito grigio di estrazione locale per il quale è denominata La Città di Granito o La Città d'Argento. E' la terza città più popolosa della Scozia. Si affaccia sul mare per un lungo tratto con coste sabbiose e dalla scoperta del petrolio nel Mare del Nord negli anni '70 si è guadagnata altri soprannomi quali Capitale europea del petrolio e Capitale europea dell'energia.
Il sole ci scalda ancora e sono le 12.30. Recuperiamo le auto e ci avviamo lungo la strada per Inverness.
Spostandoci verso ovest il tempo comincia a cambiare e ci rendiamo conto che stiamo andando incontro ad una consistente perturbazione. L'idea era di fermarsi ad Inverness, ma la guida ci dice che non ci sono attrattive particolari, comincia a farsi tardi e mancano ancora un centinaio di chilometri alla costa ovest.
Superata Inverness, nel giro di una trentina di chilometri, improvvisamente, ci troviamo in un mondo completamente diverso. Cominciamo ad inoltrarci tra le montagne. Lungo la strada incontriamo alcuni dei Loch che caratterizzano il territorio.
Siamo nelle Highlands. Questa è la Scozia che cercavo. Un ambiente naturale libero e selvaggio. Il fatto di procedere sotto la pioggia battente ne accentua ancor più il carattere. Come sempre in questi casi i grandi spazi e l'assoluta mancanza di presenza umana costituisce un'esperienza ineguagliabile.
Arriviamo ad Ullapool prima del previsto. Il paese con il fronte delle case bianche che si affacciano sul porto ci piace a prima vista.
Prendiamo possesso delle nostre camere sotto una pioggia persistente che il meteo locale preannuncia non di breve durata. La visuale è molto limitata. Cerchiamo di non farci scoraggiare e apprezziamo il piacere di trovare rifugio sotto i piumini del letto dopo il caldo degli ultimi giorni in Italia.
Tengo a precisare che abbiamo prenotato tutti i pernottamenti dei prossimi giorni. Infatti, al momento dell'acquisto dei biglietti aerei, dando uno sguardo alle disponibilità di accoglienza delle Highlands nel mese di agosto, ci siamo resi conto che queste zone sono molto frequentate e poco attrezzate per ospitare più di un certo numero di persone. Siamo in sei e non abbiamo voluto correre il rischio di trovarci in difficoltà. Questo è l'unico albergo che aveva un buon numero di camere. Per le notti successive è stato necessario affittare cottage per avere più facilmente tutte le camere nella stessa struttura.




11 lunedì

Ci svegliamo e il mondo è inondato da una pioggia torrenziale e squassato dal vento.
Impossibile mettere il naso fuori dall'albergo.
Il progetto di fare un giro della penisola a nord, il Coigach, rischia di dover essere abbandonato.
Un sito meteo locale informa che in tarda mattinata il tempo dovrebbe migliorare.
Ci rassegniamo ad aspettare.
C'è chi ne approfitta per tornare a dormire. Oriana decide di attrezzarsi per affrontare la bufera ed andare a fare un giro. La vediamo partire molto agguerrita e tornare dopo pochi minuti completamente fradicia e sconfitta.
L'albergo è invaso da viaggiatori in cerca di un rifugio e di una tazza di te caldo.
Puntualmente, verso mezzogiorno, smette di piovere anche se continua a soffiare un forte vento. Decidiamo di tentare il tour in programma, qualsiasi sia lo stato delle strade.
Dopo una ventina di chilometri a nord ci troviamo di nuovo immersi in un mondo primordiale e selvaggio che ci affascina ed emoziona. Ai nostro occhi si aprono vasti orizzonti dove è completamente assente la presenza umana e la natura si manifesta in tutta la sua potenza.
Verde, acqua, vento, pioggia in un turbinio costante.
Cominciamo ad entusiasmarci.
Ci fermiamo spesso ad ammirare, fotografare, commentare con l'unico rammarico di non poterci avventurare in una lunga escursione a piedi.
Ogni tanto siamo confortati dall'apertura di una finestra nelle nubi e un raggio di sole ci fa sentire fortunati. In certi casi basta così poco.


Alle 14.00 ci affacciamo sulla costa dove troviamo accoglienza in un café per una sosta. Il locale è delizioso. Ci stupisce trovare tanta cura e grazia in una struttura persa nel nulla.
Siamo arrivati giusto in tempo: dopo 10 minuti la cucina avrebbe chiuso. Il panino è buonissimo e per la prima volta abbiamo l'occasione di assaggiare carote fritte: ottime!
Il pomeriggio trascorre rapidamente percorrendo la costa ovest fino al faro di Stoer dove riprende a piovere insistentemente e il diluvio ci accompagna nel ritorno ad Ullapool.
Domani probabilmente le nuvole saranno ancora nostre compagne, ma riconosciamo che se così non fosse non avremmo modo di conoscere veramente la Scozia.






12 martedì

Al risveglio non ci stupisce scoprire che il tempo non ha subito variazioni, ma non ci spaventiamo più di tanto. Ci svegliamo più tardi e ce la prendiamo comoda il che, visto che siamo in vacanza, non dispiace.
Questa volta riprendiamo la strada verso est da cui siamo arrivati il primo giorno per poi dirigerci a sud. Personalmente l'emozione che mi ha dato la scoperta del Coigach per ora è ineguagliabile, ma anche questa zona appare molto bella.
Facciamo una breve sosta alle Falls of Measac dove ritrovo nugoli dei famosi mosquitos che risultano sempre molto fastidiosi e incontenibili.
La gola è profonda circa 46 m. e il salto è notevole. La quantità d'acqua è abbondante ma non ci stupisce visto il livello di pioggia di questi giorni.
Dimenticavo di sottolineare che subito dopo la partenza dall'albergo e a pochi chilometri da Ullapool abbiamo incontrato i primi segni lasciati dalle piogge di questi giorni. La strada risultava interrotta in un paio di punti dai torrenti gonfi che scendevano dai fianchi dei monti. I fossati scavati ai lati della carreggiata per contenerne la portata non erano riusciti ad evitare l'esondazione e l'asfalto era scomparso sotto un mare di fango. Nonostante continuasse a piovere costantemente alcune squadre di operai tentavano di porre rimedio permettendo la viabilità seppure rallentata.
Il passaggio in questi punti critici era veramente incredibile, con le auto che guadavano le pozze sollevando muri d'acqua sotto gli occhi tranquilli e rassegnati degli operai fradici. Oriana scattava foto, ma penso che tutti ce ne ricorderemo senza difficoltà.
Fortunatamente tutto questo non ci ha impedito di procedere.
Il vero ostacolo sono le nubi basse che impediscono la visuale.
Salendo intorno agli 800 m. siamo avvolti in una nebbia grigia nella quale a stento si distingue la carreggiata. Abbiamo appena la percezione dei fianchi dei monti che scorrono ai lati e il fragore dei torrenti che li percorrono.
Finalmente, scendendo al livello del mare, guadagniamo una maggior visibilità e ci entusiasmiamo alla vista di una grande spiaggia rosea racchiusa in una insenatura.


La bassa marea lascia scoperta una grande area sabbiosa dove ci avventuriamo alla ricerca di qualcosa da raccogliere per ricordo. Dover camminare tanto sulla spiaggia per raggiungere la battigia e poter mettere i piedi nell'acqua è sempre una stranissima sensazione. Noi genti del Mediterraneo non ci siamo abituate. L'ho già sperimentato altre volte, ma è sempre emozionante.
Sosta per un panino e di nuovo in cammino per visitare gli Inverewe Garden, un lembo di terra, un piccolo promontorio dove, tanto tempo fa, qualcuno ha deciso di far tesoro di un clima temperato, dato da una posizione particolare sul mare, per inventare un giardino di piante tropicali ricco di frutti e di fiori coloratissimi. Unico neo ancora una volta i mosquitos particolarmente numerosi ed aggressivi.
Nel tardo pomeriggio effettuiamo il "giro di boa" e ce ne torniamo tranquillamente verso Ullapool attraversando ancora una volta un territorio inconsueto: un ambiente di alta montagna libero e selvaggio a poca distanza dal mare.


13 martedì

Sveglia alle 7,00 perché alle 9,30 parte il traghetto per le Ebridi Esterne dove ci aspetta un nuovo alloggio.
I traghetti per e da le Isole Ebridi Esterne sono stati prenotati, come il volo e i pernottamenti, un mese e mezzo prima della partenza con una certa ansia perché i posti disponibili erano già scarsi e si temeva di non poter imbarcare le due auto nella stessa traversata.
Finalmente il meteo sembra favorirci con qualche raggio di sole. Qua e là si aprono finestre nella massa compatta di nubi.
Ci imbarchiamo puntualmente e dal ponte della nave scattiamo le ultime foto ricordo ad Ullapool. La nostra strada di ritorno non passerà di qui.








Siamo emozionati ed eccitati come ragazzini nell'affrontare la traversata in mare aperto, ma questo non impedisce di schiacciare un pisolino sui divani del traghetto.
Ore 12,30 sbarchiamo a Stornoway che, incredibilmente, risulta una cittadina molto più estesa e servita di quanto ci aspettassimo.
Il cottage che abbiamo prenotato sarà disponibile alle 15,00 così ne approfittiamo per mangiare un panino in un locale non meglio identificato pieno di personaggi in pausa pranzo. L'ambiente è così poco accogliente che propongo di offrirci un caffè DOC con la nostra moka appena messo piede nella nuova "casa".
Alle 15,00 ci presentiamo all'appuntamento e veniamo accolti molto gentilmente da un giovane uomo che ci mostra e ci spiega le caratteristiche e il funzionamento del nostro domicilio. Rimaniamo stupiti nel constatare che la piccola struttura è nuova e deliziosamente arredata. Ciascuno di noi ammette che vorrebbe una casa così e che, se possibile, rimarrebbe sicuramente più a lungo che non i tre giorni previsti.
Ci facciamo il caffè come promesso poi, visto che il pomeriggio è ancora lungo, decidiamo di fare un giro fino al punto più a nord dell'isola dove dovrebbe essere un faro: Butt of Lewis.
Il tempo è grigio e ventoso. In quelle zone l'isola è completamente pianeggiante e poco caratteristica, ma quando arriviamo alla punta ci appare lo spettacolo di alte scogliere brune battute dalle onde. E' bellissimo.




Sembra un dipinto nel quale tutta la potenza della natura si scatena nella sua maestà. Le scogliere, gli spruzzi delle onde, la forza del vento non ci bastano mai e decidiamo di fare una passeggiata lungo la costa per raggiungere una spiaggetta appena intravista arrivando. Un piccolo angolo tranquillo incastonato tra le rocce.
Stiamo lì, vicini vicini all'acqua quasi a bagnarci i piedi e ci accorgiamo che tra le onde spuntano i nasi di due foche, forse disturbate dalla nostra presenza, forse incuriosite.
Ci soffermiamo a lungo sperando di vederle uscire dall'acqua, ma loro giocano e non ci danno questa soddisfazione.
Torniamo sulla stessa strada a Stornoway giusto per l'ora di cena.


14 giovedì

Finalmente una giornata che ci regala qualche raggio di sole.
Io e Giorgio ci svegliamo per primi e cominciamo ad occuparci della colazione.
Giorgio decide di sorprendere le compagne di viaggio indossando un asciugamano stampato come un kilt e un basco scozzese con applicata una zazzera rossa.
La sorpresa è perfettamente riuscita e in pochi minuti, tra le risate generali, si trova protagonista di un nutrito reportage fotografico. A seguire la nostra colazione che non ha nulla da invidiare a quelle degli hotel che ci hanno ospitato.
Si parte.
Ci dirigiamo verso la costa ovest e poi lungo la strada che si dipana tra le baie e le isole.
Come giustamente fa notare Cristina, pur essendo strade anguste ad una sola corsia che cercano di farsi spazio dove possibile, il manto stradale è impeccabile e senza una buca. Da fare invidia anche a qualche nostra superstrada.
A Carloway visitiamo una Blackhouse nemmeno tanto antica ed una Broch molto somigliante ai nostri nuraghi sardi.




Poco più là c'è un sito antichissimo di grandi dolmen tipo Stonehenge, le Calanais Standing Stone, e lungo la strada una successione di spiagge rosee e onde smeraldine.
Il tempo comincia a guastarsi, ma ormai siamo abituati a questi bruschi cambiamenti.
La pioggia battente ci segue fino all'isola Great Bernera dove decidiamo di fare sosta per un panino sperando che nel frattempo la situazione migliori. Cominciamo a guardarci intorno cercando un café tra i rari cottages che incontriamo lungo la strada. Ci fermiamo ad una pompa di benzina a chiedere informazioni. Abbiamo imparato che anche qui, come in tanti luoghi di frontiera, alle pompe di benzina si associano minimarket (le antiche drogherie). Ci indicano a poca distanza, accanto alla scuola e alla chiesa (ma va'!!!), un centro sociale dove possiamo trovare qualcosa da mangiare con l'unica difficoltà che nella zona è saltata la corrente elettrica. Ci dirigiamo dove indicato e dove siamo accolti con grande gentilezza, disponibilità ed allegria.
Un bell'uomo dagli occhi azzurri e grandi mustacchi rossi ci conferma che può prepararci qualche panino ma non può servire nulla di caldo.
Il personaggio è molto caratteristico.
E' solo e indaffaratissimo ad accogliere gli avventori che sono pochi, ma infreddoliti ed affamati.
Dopo un'oretta, nonostante il tempo non sia migliorato, decidiamo di raggiungere la punta ovest dell'isola come programmato. Troviamo una spiaggia grande e profonda che visitiamo con calma e poi riprendiamo verso sud lungo la costa fino alla fine della strada in località Brenish.
Nel frattempo il cielo si apre, siamo premiati da un sole brillante che accende tutti i colori del mare e dei monti. Come sempre il succedersi di alte scogliere e spiagge biancheggianti ci affascina. Raggiunto il termine del percorso facciamo il giro di boa e ripercorrendo la stessa via facciamo ritorno al nostro bellissimo cottage cercando di immaginare il tramonto fiammeggiante che non avremo la possibilità di ammirare. O forse no, non è detto che tra un paio d'ore, quando si farà sera, sia ancora così sereno.


15 venerdì

Oggi è Ferragosto e ci regaliamo una giornata di completo riposo.
Decidiamo di fare qualche passeggiata a piedi seguendo le indicazioni di una guida escursionistica trovata nel cottage.
Oggi non è prevista pioggia. Gran lusso.
La prima escursione consiste in un breve tour intorno all'abitato di Stornoway che ci impegna la mattinata molto piacevolmente tra chiacchiere, foto e punture di insetti.
Tornando verso l'abitato ci rendiamo conto che il percorso offre una bella vista sul porto come non ci era ancora capitato e questo ci entusiasma.


Prendiamo le auto e ci dirigiamo verso sud per una nuova escursione nella zona del Pairc.
Arriviamo in località Orinsay dove parcheggiamo e ci avventuriamo per la brughiera sconfinata seguendo i paletti piantati a segnare il sentiero. La nostra inesperienza non ci ha fatto considerare che ovunque il terreno è molto impregnato di acqua, rende difficoltoso il cammino e le nostre scarpe, oggi, non sono molto adatte. Dopo poche centinaia di metri Cristina, Antonella e Oriana decidono di tornare indietro mentre io, Giorgio e Letizia, bagnati per bagnati, decidiamo di proseguire. Saltellando tra i rigagnoli, cadendo spesso nelle pozze nascoste dall'erba, saliamo su un'altura. Soddisfatti di aver raggiunto un punto di vista molto panoramico e senza voler insistere oltre decidiamo di tornare indietro.


Domani lasceremo il cottage e, dirigendoci verso sud per l'imbarco che ci porterà all'isola di Skye, coglieremo l'occasione di percorrere e ammirare le coste dell'isola di Harris.
Sarebbe stato bello avere la possibilità di conoscere qualcuno che, vivendo in questi luoghi bellissimi ma anche molto selvaggi e solitari, potesse trasmetterci e farci conoscere la sua esperienza dell'isola.


16 sabato

Sveglia alle 7,30, colazione, pulizia generale, raccogliamo tutti i nostri averi, chiudiamo le valigie e siamo di nuovo in viaggio.
Scendiamo a sud come previsto e, quasi arrivati a Tarbert, dove imbarcheremo in serata, giriamo a destra percorrendo la strada lungo la costa sud fino al castello di Amhuimsuidhe. Sembra veramente incredibile che, dopo tanti chilometri in un territorio punteggiato solo da qualche cottage e tanta solitudine, si incontri una struttura così aristocratica e isolata, con il torrente che spumeggia lungo la strada di accesso, il suo bel giardino e la baia dedicata. Ancora una volta non posso fare a meno di chiedermi come possano funzionare le comunicazioni e le relazioni in questi luoghi. Viva internet.
Percorriamo a ritroso la stessa strada. Rimango colpita dall'aspetto del mare che si spinge nei loch lungo la costa. Increspato dal vento, appare argenteo quando è illuminato dai raggi che filtrano tra le nuvole velocissime e sembra acquistare una consistenza solida. E' un'altra immagine che mi piace fissare di questa terra di confine.
Ci fermiamo a Tarbert per un panino.
Dopo pranzo proseguiamo lungo la strada che da ovest scende a sud e poi risale lungo la costa est seguendo il perimetro della grande penisola meridionale dell'isola di Harris.
La costa ovest ci stupisce ancora una volta con la potenza delle onde dell'Atlantico che si infrangono sugli scogli, ma soprattutto con il candore delle sue splendide e immense spiagge le cui acque appaiono incredibilmente turchesi per queste latitudini. Avevamo visto foto che le illustravano pensando fosse una caricatura e invece lo stiamo costatando con i nostri occhi.




La costa est che si affaccia sul mare interno è bagnata da un mare molto più tranquillo e caratterizzata da un territorio granitico simile ad alcune zone della Sardegna. La gran differenza è data dai segni lasciati dalla marea e dal biancheggiare dei cottages che ogni tanto appaiono lungo la strada o si intravedono qua e là tra le colline.
Fortunatamente la luce del sole, anche se scarsa, illumina il pomeriggio e ci accompagna di nuovo verso Talbert dove ci aspetta l'imbarco per l'isola di Skye.


17 domenica

Probabilmente il giorno peggiore meteorologicamente parlando.
Ci siamo svegliati nel nuovo cottage tra ondate di pioggia sperando che con l'avanzare della giornata si raggiunga una certa stabilità. Invece la intensa variabilità ha caratterizzato ogni momento impedendoci di apprezzare i luoghi visitati.
Comunque sveglia alle 8,30.
Il nuovo cottage è molto carino, ma niente a che vedere con quello di Stornoway e sicuramente molto meno accogliente.
I nostri nuovi ospiti ci hanno fatto trovare il frigorifero vuoto (nel precedente latte, burro e biscotti) e il minimo indispensabile di stoviglie. Fortunatamente ci eravamo riforniti prima dell'imbarco altrimenti stamattina niente colazione.
Ieri sera il traghetto è partito puntualmente alle 21,00 e siamo sbarcati alle 23,00 raggiungendo Valtos prima di mezzanotte. Abbiamo attraversato l'isola nell'oscurità più totale, cosa che ci ha dato la misura dell'assoluta mancanza di abitazioni lungo la strada. Quando finalmente abbiamo raggiunto la zona dove si doveva trovare il cottage siamo stati presi dal dubbio della direzione da prendere. Avendo superato il luogo di qualche chilometro, siamo stati costretti a fare un'inversione di marcia. Nel bel mezzo della manovra, mentre l'auto con Cristina, Antonella e Letizia riprendeva la strada, la nostra è stata investita dai fari di un'auto della polizia che ci intimava di fermarci. Una giovane donna poliziotto, accompagnata dal collega anche lui molto giovane, ci ha chiesto dove stavamo andando. Sottolineava che stavamo facendo una manovra pericolosa e rischiavamo di provocare un incidente nel caso fosse sopraggiunta un'altra auto. Le abbiamo spiegato la situazione e in breve, fortunatamente, ci hanno lasciti andare nel disappunto generale.
Tornando a questa mattina abbiamo stilato un programma che prevede la visita ad una distilleria e ad un castello. Ci siamo messi in viaggio attraversando una impenetrabile cortina di pioggia. L'isola appare sicuramente meno selvaggia delle Ebridi Esterne e questo, personalmente, non è proprio una nota di merito. E' più abitata, più frequentata ed ha un aspetto più tradizionale.
Naturalisticamente parlando, sulla base del poco che ci è stato dato di vedere, deve essere fantastica.
Abbiamo attraversato Portree cogliendo l'occasione per prenotare la cena e ci siamo diretti alla distilleria Talisker nella zona di Carbost..Purtroppo il gruppo al quale ci saremmo potuti aggregare per visitare l'impianto sarebbe partito dopo due ore. Costretti a rinunciare abbiamo prenotato per l'indomani, lunedì, alle 10,15 del mattino.
Ci siamo di nuovo messi in viaggio verso il castello di Dunwegan nel diluvio attraversando le nuvole che sfioravano i colli.
Il grande edificio ha una posizione affascinante e un bell'aspetto tradizionale.
A pochi chilometri dal castello c'è il faro di Punta Nest.
Lo abbiamo raggiunto.
Come spesso accade in queste zone la strada si snoda tra le colline scomparendo alla vista e dando la sensazione di perdersi nella brughiera. Poi all'improvviso ti accorgi di essere arrivato.
Così anche questa volta.
Il saliscendi si prolunga un bel po' e sembra impossibile che da queste parti ci sia un faro. Poi ci affacciamo sulla costa. Alla nostra sinistra imponenti scogliere brune perse nella foschia si susseguono in quinte successive. Una cascata si getta in mare dall'alto della più vicina. Tutte insieme costituiscono uno spettacolo non comune.

Il faro ancora non si vede. Sarà da qualche parte a destra dietro il colle. Per ora non stacchiamo gli occhi dalla scogliera e scattiamo foto cercando di coglierne il fascino. Ma non possiamo rimanere qui per sempre e ci mettiamo alla ricerca del faro.
E' molto più in basso. Cominciamo a scendere ma non è una buona idea perché la punta dove è arroccato è unita al promontorio da una sella battuta da un vento violento che quasi impedisce il cammino. Ad un certo punto penso addirittura che possa farmi cadere a terra. Per di più la pioggia, che aveva concesso una breve pausa, riprende e in quelle condizioni non è possibile procedere.
Subito dopo, di nuovo, un raggio di sole si accende sulle onde sotto la punta illuminando uno scenario suggestivo. L'unico mio rammarico è che se fossi rimasta in alto probabilmente avrei goduto di uno spettacolo anche migliore.


La giornata prosegue in modo noioso a causa del maltempo che ci impedisce di esplorare un'isola tanto rinomata. Per risollevare lo spirito propongo per l'indomani una visita molto mattutina all'Old Man of Stoar. E' a pochi chilometri dal nostro cottage e, se il tempo migliorasse, le prime ore del mattino sarebbero le più adatte per ammirarlo nella sua imponente altezza di trenta metri.


18 lunedì

Così sveglia alle 6,30.
C'è qualche specchiata di sole che si dissolve quando cominciamo ad inerpicarci sul fianco del colle. Il vento è sempre molto forte e mi rendo conto che l'escursione è più impegnativa di quanto avessimo previsto. Per raggiungere un punto da cui poter vedere bene la struttura rocciosa ci vuole più tempo di quanto abbiamo a disposizione considerando che alle 10,00 dovremo essere a 60km da qui per l'appuntamento in distilleria.
Ci presentiamo puntualmente alla partenza del tour alcolico. Come sempre in questi casi la visita è interessante ma prevedibile. Unica nota particolare è che, pur essendo astemia, dopo aver tanto sentito parlare di macerazione e distillazione mi sento in dovere di fare un assaggio del prodotto. Devo riconoscere che l'esperienza è stata migliore di quanto immaginassi. Intanto l'esplosione dei fumi alcolici in bocca e nel naso non c'è stata anche perché ho fatto aggiungere al mio bicchierino di whisky un po' di acqua, al suo posto è arrivata un'ondata di sapori e profumi che ricordavano la terra, l'erba, la torba e il fumo delle vecchie blockhouse. Un aroma inconfondibile.
A seguire le Cullin Hills.
Sulla cartina abbiamo individuato un promontorio dal quale poterle ammirare nella loro maestosità. Queste piramidi di pietra ricoperte di muschio che emergono dal mare fino ad un'altezza di quasi 1000 m. sono denominate colline perché, per poco, non raggiungono un'altezza che le faccia promuovere a montagne ma vedendole così, con le vette perse nelle nuvole, il loro aspetto è davvero stupefacente. I pendii inclinati a 45 gradi sembrano disegnati con un righello e l'oscurità che in questo momento le caratterizza conferisce loro un aspetto magico.


Oggi abbiamo avuto veramente modo di scoprire gli aspetti più caratterizzanti dell'isola di Skye e renderle merito.
Sulla via del ritorno, inerpicandoci con le auto sulle ripide salite per guadagnare la strada principale, ci fermiamo per un caffè e ci troviamo in un originalissimo localino gestito da una gentile signora bionda che ama tanto i colori. Le sedie ai tavoli sono rosa, arancio, verde, celeste. Le teiere un arcobaleno di righe orizzontali. Gli stessi colori che caratterizzano il grembiule della nostra ospite. Naturalmente non ci basta un caffè, ci concediamo tè, cappuccino e i buoni dolci fatti in casa che sono veramente buoni.
E siamo ancora una volta sulla via del ritorno.


19 martedì

Questa mattina lasciamo Skye.
Alle 5,00 mi sveglio e do uno sguardo fuori dalla finestra. Il cielo è limpido. Poche nubi si affacciano all'orizzonte appena sopra il mare. Sono compatte e modellate in morbide onde candide. In alto brilla un quarto di luna. Uno spettacolo. Ad esserne capace sarebbe da tentare una foto. Me ne torno a letto. E' troppo presto.
Quando mi risveglio, un'ora dopo, è cambiato tutto e non c'è più un angolo di cielo sereno.
Comincio a raccogliere in valigia tutto quello che ho lasciato in giro e apparecchio per la colazione. Piano piano arrivano tutti e ci mettiamo a tavola. Ormai siamo abituati alle nostre colazioni familiari. Sono bastati pochi giorni.
Subito dopo ci organizziamo per la partenza. Salutiamo i nostri ospiti e ci mettiamo in viaggio lanciando un ultimo sguardo all'Old Man of Stoar.
Arriviamo in un paio d'ore al Eilan Donan Castle noto per essere una delle location del film "Highlander, l'ultimo immortale" girato una trentina di anni fa.


Lo avevo visitato in occasione di un precedente viaggio in Scozia ma devo riconoscere che questa volta risulta molto più interessante. Nel corso degli anni è migliorato. La visita di questa grande villa posta su un isolotto all'incrocio di tre loch, e per questo in posizione strategica, risulta molto piacevole anche perché nel frattempo è uscito il sole dando allo scenario un'aria ancor più affascinante, come quella del vecchio signore in kilt che ci ha accolto all'ingresso.
Siamo circondati da tutti gli italiani che hanno deciso di trascorrere le vacanze in Scozia. Indubbiamente il luogo è particolarmente noto in Italia.
Dopo pranzo riprendiamo la strada verso il Parco nazionale di Cairngorms.
Il viaggio è lungo e quando verso le 16,00 arriviamo nell'area protetta ci inoltriamo tra morbide colline violacee di erica che brillano al sole senza la presenza di un albero che ne ostacoli la visuale.
E' tutto bellissimo.
Un luogo del genere è perfetto per fare lunghe passeggiate guardandosi intorno, ma non abbiamo il tempo di farlo. Dovremo tornare.
Arriviamo nel villaggio di Tomintoul dove passeremo la notte.
Poche case lungo la via principale e al centro una piazzetta segnata da quattro riquadri di erba brillante.
Il nostro albergo si affaccia proprio qui. Una vecchia struttura un po' trasandata, dall'aspetto tra il tradizionale e il rustico. L'ambiente più adatto a concludere questo viaggio.
Facciamo un giro tra i pochi negozi lungo la strada. Il più caratteristico è quello che vende whisky vantando una varietà di 500 prodotti. E' gestito da un anziano signore rotondo che ha l'aria del buontempone. Ci informa sulle varie qualità e ci invita ad una degustazione. Incuriosita, vista la precedente esperienza, gli chiedo un assaggio pregandolo di aggiungere acqua perché non sono abituata a bere alcolici. Mi risponde spiritosamente che anche lui, in passato, non lo era ... prima di cominciare. Poi mi prepara due bicchierini a cui aggiunge poche gocce d'acqua che definisce "angel tears" (lacrime d'angelo). La definizione è poetica e mi piace molto. I due tipi di whisky sono veramente buoni e ancora una volta rimango stupita dall'aroma dolce e floreale che sento diffondersi in bocca.
Manca ancora un'ora alla cena e la serata è luminosa così io e Giorgio ci allontaniamo dal villaggio per cercare di fotografare la brughiera. Ma il tempo cambia, dopo qualche scatto l'aria si fa gelida e ce ne torniamo in paese.
Domani è l'ultimo giorno.


20 martedì

Ancora una volta sveglia mattutina, ancora una volta tempo perturbato.
Decidiamo di fare una passeggiata lungo un sentiero localizzato sulla mappa.
Perdiamo un po' di tempo cercando il punto di partenza poi ci avviamo nel bosco e rimaniamo subito stupiti nello scorgere tra l'erba e sotto il muschio dei porcini enormi. Antonella li definisce "imperiali" perché caratterizzati da un gambo molto grande. Andando avanti ne troviamo una decina e non abbiamo cuore di lasciarli lì.
Usciamo dal bosco e ci troviamo di nuovo in mezzo a dolci pendii ricoperti di erica con il fiume Avon che scorre serpeggiando più in basso. Dopo un po' prende a piovere. Giorgio in ansia per la prossima partenza decide tornare alla macchina. A malincuore lo seguiamo tutte. Sistemiamo i funghi tra le valigie e ci avviamo verso l'aeroporto per il viaggio di ritorno.
Lasciamo le auto in gran fretta e ci presentiamo per la procedura di imbarco.
In fila in attesa di partire ci scambiamo ricordi e commenti sui luoghi e gli avvenimenti vissuti in questi dieci giorni.
Siamo stati bene.
Ci portiamo a casa un bel bagaglio di ricordi e il desiderio di tornare.



Marina Raimondi scrive di sè: "Sono appassionata di fotografia fin da ragazza, ho iniziato con la Voigtländer anni '50 di mio padre per poi passare alla mia reflex Olimpus OM1 con grandangolo e 125 di corredo. Quest'ultima mi ha accompagnato per anni permettendomi qualche piccola sperimentazione. La mia esperienza di scatti analogici però si ferma fuori dalla camera oscura mentre con l'avvento del digitale ho scoperto la post produzione informatica e questo ha rinfocolato la passione. Dopo un primo approccio con le classiche compattine, da circa un anno, sono passata alla Canon 600D e con questa proseguo il cammino preferibilmente nel campo della foto naturalistica. Mi piace viaggiare e, quando possibile, colgo l'occasione per dedicarmi parallelamente a queste due piacevolissime attività: turismo/escursionismo e foto."



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inviato il 04 Aprile 2016 ore 17:28

Bel reportage di Viaggio, ho rivisto moltissimi scorci che mi accompagnano dal mio viaggio in Scozia (da Firenze in Auto) di due re anni fa :)

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 21:07

Un articolo spettacolare.
Foto da lasciare a bocca aperta ed inquadrature differenti , "inusuali" che scusa ma è un gran complimento!
Nel 2014 ho effettuato un viaggio simile al tuo in Scozia ed in particolare su Skye.
Un pezzo di cuore è ancora la e dovrò tornare a riprenderlo prima o poi.
Nel leggere questo articolo mi è venuta voglia di scriverne uno a mia volta.

Brava brava e ancora brava.

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 21:13

Complimenti

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 22:50

Complimenti per il reportage.
Ho letto l'articolo tutto d'un fiato, sei brava a coinvolgere.
Avete fatto un bel giro e visitato posti inusuali, lo trovo molto intelligente, così da vivere a pieno un paese e conoscere realmente la popolazione.
I luogi e le foto sono spettacolari, spero un giorno di visitare la Scozia, è da due anni che ci voglio andare ma purtroppo devo sempre rinviare per vari motivi.

Ancora complimenti.
Andrea

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 23:08

Complimenti, racconto e foto veramente coinvolgenti ed emozionanti! Viene voglia di partire..e spero anche io di andare in Scozia prima o poi! Grazie per la condivisione! Un saluto

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 23:09

Molto bello, complimenti.
Un saluto Franco

avatarsupporter
inviato il 04 Aprile 2016 ore 23:42

Complimenti Marina per il coinvolgente reportage e per le splendide foto! A giugno visiterò anch'io la Scozia, essere preceduta dalla tua esperienza è una bella opportunità!
Ciao ciao, Chiara

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 1:20

Racconto molto coinvolgente e arricchito da splendide foto,complimenti sinceri Marina Sorriso

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 11:12

Un racconto suggestivo accompagnato da fotografie che ne arricchiscono la magia. Alcuni punti me li sono segnati, in previsione del mio viaggio, che sarà ancora più all'avventura.

Nonostante le condizioni meteo, sei riuscita a tirare fuori degli scatti incredibili, con una post molto equilibrata, giocando con la luce e con i contrasti.

Questo articolo non poteva capitare in un momento migliore, adesso che sto definendo i punti da vedere nel mio viaggioMrGreen

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 11:56

Bel reportage.

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 13:53

Bel reportage! Purtroppo il meteo inclemente è sempre la variabile impazzita dei giri in scozia/irlanda.
Purtroppo, o per fortuna, anche a me la Scozia ha lasciato un indelebile nostalgia e voglia di tornare.
Complimenti per gli scatti
Stefano

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 18:44

Grazie a tutti per i commenti entusiastici.
E' un vero piacere poter condividere questi bellissimi ricordi. Anch'io rileggendo e riguardando le foto ho ritrovato le emozioni di quei momenti. Mi è rimasto il desiderio di riprendere questo viaggio tornando al Parco nazionale di Cairngorms al quale non abbiamo potuto dedicare il giusto tempo e poi, perché no? di nuovo "un salto" alle Ebridi Esterne che sono state una vera scoperta.

Marina

avatarsenior
inviato il 05 Aprile 2016 ore 21:19

Cara Marina non ti sorprenderai di sapere che ogni tanto mi ritrovo a leggere il racconto scritto qui su juza del viaggio in scozia...veramente luoghi che mettono nostalgia. Tornerò sicuramente.
Stefano

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2016 ore 2:10

Complimenti per questo bellissimo e coinvolgente articolo! Il racconto è scritto bene e le immagini sono davvero fantastiche come i luoghi che hai visitato. Un saluto ;-)

Andrea

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2016 ore 11:32

@ Grazie Stefano
Felicissima che il mio racconto possa suscitare il desiderio di visitare questi posti bellissimi.
Come sottolineato da Alessandro (Farné) che ringrazio tantissimo per il gentile commento sono
Foto ... ed inquadrature differenti, "inusuali"
che raccontano una quotidianità di viaggio più pratica che romantica, ma se forniscono qualche informazione utile ne sono veramente contenta.

@ Andrea il racconto è stato scritto di getto di giorno in giorno.
Mi capita di rado di sentire il bisogno di annotare le emozioni di viaggio e quando succede è perché sono veramente particolari ;-)

Marina





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