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Il Vajo nel territorio della Lessinia


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Il Vajo nel territorio della Lessinia, testo e foto by Giulio.vr. Pubblicato il 16 Marzo 2016; 25 risposte, 9377 visite.


Un termine che qui nel territorio collinare e montano del Veneto descrive ambienti molto diversi tra loro. Nelle Piccole Dolomiti, tra le province di Vicenza e Verona, indica i numerosissimi canali rocciosi tra guglie e pareti rocciose, caratteristici del gruppo del Carega e che ricordano molto le meravigliose, e non molto lontane, Dolomiti.
In estate sono il terreno in cui generazioni di giovani alpinisti si sono formate con le prime esperienze in ambiente, mentre in inverno e primavera regalano salite su terreno misto di ghaccio e neve di grande suggestione.

Nel territorio della Lessinia il vajo è invece un ambiente di più bassa quota, spesso nascosto alla vista del panorama, nel fondo di lunghe valli che scendono dall'altopiano verso la pianura. Ma non è solo questo. Infatti sono numerosi i corsi d'acqua che scendono ad esempio sul versante occidentale verso la valle dall'Adige. Non parliamo di torrenti o grandi affluenti dell'adige tipici del Trentino e dell'Altoadige, ma di piccoli corsi d'acqua che corrono nel fondo di forre rocciose e strette vallette.


L'acqua è l'elemento principale che caratterizza i vaj, sia quando è visibile e abbondante e sia quando essa è assente. La variabilità della loro portata infatti fa si che in estate o autunno lascino spazio a un fondo secco e molto sassoso oppure a levigati scivoli e canali, che si riempiono in modo impetuoso solo in seguito ai forti e improvvisi temporali. In inverno, quando torna il sole dopo le nevicate, e in particolare in primavera, il loro aspetto si trasforma. In qualsiasi periodo dell'anno l'acqua fa però sentire la sua presenza, scorrendo magari appena sotto il fondo del ghiaioso fondo costellato di grossi sassi.


L'estate è il periodo in cui, a causa del caldo dell'umidità e dei fastidiosissimi insetti, è più difficile avventurarsi in questo ambiente, a meno di non salire un po' di quota verso l'alta Lessinia. Più si sale però di quota verso l'altopiano, e meno acqua si troverà. I principali vaj dell'alta Lessinia centrale sono il lunghissimo vajo dell'Anguilla, che prosegue nella parte alta col vajo delle Ortighe, e il vajo dei Modi. Tutti e tre sono caratterizzati da un fitto bosco e dalla presenza di non molta acqua, che aumenta solo in alcuni periodi dell'anno. Sono percorsi da sentieri larghi e ben battuti che consentono un facile accesso.
Ma continuiamo a esplorare il vajo, quello più selvaggio e caratteristico. Innumerevoli salti di roccia e lunghi e levigati scivoli fanno da percorso obbligato a spettacolari, e talvolta vorticosi, ruscelli d'acqua. Il Vajo Paraiso, nei pressi del paese di Breonio affacciato sulla val d'Adige, presenta una serie di tre salti e scivoli molto levigati che scendono ripidi sul versante occidentale della Lessinia. Anche il sentiero di accesso è particolarmente ripido ma porta rapidamente nella zona di maggior interesse. La foto che apre l'articolo è stata scattata proprio sotto il salto centrale, quello più bello ma difficilmente raggiungibile se si deve portare un treppiede e lo zaino, a causa di un salto roccioso particolarmente scivoloso e ripido. L'acqua che scende per questo vajo prosegue poi il suo percorso verso la val d'adige, 700m più in basso, lungo altri salti e forre in una ripida serie di pareti rocciose non più percorribili a piedi.
Nei pressi dei tre salti principali e possibile inoltre visitare dei suggestivi covoli, caverne e cavità rocciose e ridosso di alcune pareti, molto panoramiche sulla vicina val d'Adige. Anche questi covoli ricordano il grande e lungo lavoro di erosione dell'acqua che ha modellato questo territorio.

Il vajo presenta raramente grandi cascate, ma nella stessa zona del vajo Paraiso si trova la cascata di Semalo, che cade proprio davanti a un grande covolo naturale dal quale si può ammirare tutto il suo salto di acqua. Non si trova propriamente in un vajo, perchè sopra di essa vi sono soltanto prati e un po' di bosco, ma merita sicuramente una visita se si riesce a ottenere informazioni su come raggiungerla!




Un altro spettacolare salto d'acqua è presente nei pressi del famoso Ponte di Veja, grande ponte naturale sostenuto da un enorme arco roccioso lungo circa quaranta metri e dallo spessore minimo di ben nove metri.

Il corso d'acqua, costantemente alimentato tutto l'anno anche se con molta variabilità stagionale, scende da sotto il ponte lungo il vajo di Veja (quasi un gioco di parole!) e confluisce nel vajo della Marciora. Il vajo di Veja scende con numerosi salti e scivoli molto suggestivi, anche se non tutti facilmente raggiungibili. Uno di questi presenta due particolari coni formatisi grazie al continuo apporto di materiale da parte dell'acqua nel corso dei millenni, e regala alla vista una affascinante doppia cascatella. Sul versante opposto scende, a poca distanza, il vajo dei Falconi che consente di risalire verso gli abitati di Ceredo e Ronconi.




Questa zona porta verso la parte centrale della Lessinia, dove si incontrano le lunghe valli che scendono verso la pianura. Qui il vajo presenta un fondo irregolare, talvolta ampio ma sempre profondamente scavato dall'erosione dell'acqua. Due esempi sono il Vajo della Marciora e il Vajo dell'Anguilla, che scendono rispettivamente dalla parte occidentale e centrale dell'altopiano verso la Valpantena.
Il saldo grigio calcare della val d'Adige, tanto apprezzato dagli arrampicatori Veronesi ma non solo, e il lastronato rosso ammonitico tipico dell'alta Lessinia, lasciano spazio a roccia molto meno salda e frantumata, che fa da canyon al corso dell'acqua. Il più bel esempio di questo fenomeno è rappresentato dal vajo Borago, che si estende per diversi km dall'abitato di Avesa (a pochi passi dal centro di Verona), fino al collinare paesino di Montecchio. Il canyon presenta numerosi "covoli" scavati nelle pareti che fiancheggiano il torrente, ed è caratterizzato nella parte alta da un enorme salto, a testimonianza del grande lavoro di erosione compiuto dall'acqua nel corso dei millenni. Arrivati a questo punto, si è sopraffatti dalla maestosità del Salto, quasi opprimente, e non sembra di trovare una via d'uscita per proseguire il cammino verso la parte alta del vajo. L'unica possibilità è rappresentata da una scala metallica che consente di risalire, con passo sicuro e assenza di vertigini, il fianco sinistro del canyon. Ancora più impressionante è ammirare dall'alto il canyon appena risalito. Difficilmente si può immaginare la presenza di un vajo con queste caratteristiche, cosi vicino alla città di Verona, osservando la zona dalle colline circostanti.


Spostandosi a ovest di Verona si può raggiungere la Valpolicella, famosa per i suoi vigneti e il buon vino, che accoglie le acque che scendono dal famoso Parco delle Cascate di Molina. Il parco rappresenta forse la zona a maggiore concentrazione di cascate e affioramento di acqua in superficie della Lessinia. Esso è frequentato ogni anno, in particolare nella stagione estiva, da numerosissimi visitatori che ricercano un po' di refrigerio tra le sue meravigliose cascate.
Il Vajo dei Progni, la selvaggia Val Sorda e il vajo delle Scalette custodiscono tre splendidi percorsi, meno frequentati del più famoso Parco delle Cascate, ma che riservano la bellezza dell'esplorazione di un ambiente ancora molto selvaggio e poco frequentato. Anche se di modesto dislivello sono piuttosto lunghi e richiedono, in particolare la Val Sorda, un passo sicuro e la capacità di affrontare un percorso spesso scivoloso. Inoltre il percorso è caratterizzato da risalti rocciosi attrezzati con qualche fune metallica e numerose sono le suggestive passerelle che uniscono i due lati del canyon, spesso non più larghe di uno scarpone.




Altro esempio di vajo con queste caratteristiche è il vajo di Mezzane, nella parte orientale e bassa della Lessinia, anche se qui il sentiero che lo percorre rimane solo per brevi tratti sul fondo del vajo stesso.
Se si sceglie il giusto periodo è comunque possibile risalire questi percorsi senze grosse difficoltà, evitando ad esempio le giornate immediatamente successive ai temporali. Gli scatti migliori però si ottengono avventurandosi al di fuori del normale percorso attrezzato con la curiosità, che ogni buon fotografo naturalista dovrebbe avere, di esplorare nuovi punti di osservazione.
Anche la scelta della giusta luce influenza molto il risultato. A volte basta tornare a distanza di qualche ora vicino alla pozza formata alla base di una cascatella per vedere esaltato il colore del fondale da un raggio di luce. Questa cosa si nota ancora di più quando l'acqua passa attraverso grotte o piccole cavità. Un bel raggio di luce che filtra dall'alto può regalare splendidi scatti. Il filtro polarizzatore aiuta molto in queste situazioni, dove il colore del fondale verrebbe coperto dal riflesso di una cascatella d'acqua.
Se non si utilizzano filtri ND per ottenere lunghe esposizioni sarà necessario muoversi nelle giornate molto nuvolose oppure nei momenti in cui il vajo è in ombra, senza però poter cogliere riflessi e luci filtranti che darebbero certamente una marcia in più alla composizione. Talvolta è comodo e utile avere con sè uno spezzone di corda per facilitare la discesa verso l'acqua senza rischiare di scivolare a ogni passo e per facilitarsi la risalita. Molto utili in certi situazioni degli stivali alti fino al ginocchio, che consentono di portarsi col treppiede in punti dove l'acqua è più alta ma dove è possibile ottenere una composizione altrimenti impossibile (l'opzione piedi nudi non l'ho mai considerata per freddo e fondi scivolosi!).
Inoltre scattare in posizioni precarie con rocce scivolose, montare un filtro ND a lastra, cronometrare l'esposizione, effettuare un cambio ottica, spostarsi sul fondo del vajo col treppiede in mano e la macchina fotografica montata sopra, magari dover risalire una sponda fangosa con tutto in mano, il tutto nel fondo di un vajo non sono operazioni sempre facili. Sempre la massima attenzione per non arrecare danni all'attrezzatura e a sè stessi !
Visitare e percorrere i vaj della Lessinia consente di scoprire ambienti che regalano angoli nascosti e dal sapore ancora assolutamente selvaggio, dove l'acqua è padrona di modellare il suo percorso. Sono fenomeni che non hanno termine e che durano da un numero incredibile di anni, talvolta con la dolcezza di anse e scivoli rocciosi, talvolta con l'irruenza e il fragore di cascate e piene repentine.
Con la primavera alle porte si apre forse il periodo migliore per visitare questi luoghi, quando l'abbondanza di acqua arricchisce l'ambiente e offre maggiori spunti fotografici!


Giulio.vr scrive di sè:" Sono un grande appassionato di alpinismo e montagna, che cerco di frequentare in tutte le stagioni dell'anno ammirandone sempre ogni aspetto e manifestazione. Affianco con piacere a questa attività la fotografia, che unita alla mia professione di informatico, mi consente di catturare e trasmettere con personale interpretazione le emozioni che il paesaggio naturale regala. Paesaggistica e macro fotografia (in particolare della flora montana e collinare) sono il mio campo d'azione preferito, ma cerco di studiare anche altri generi fotografici per rendere più completa la mia preparazione."



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avatarjunior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 17:52

non ti far mancare il ponte tibetano in val sorda :)

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 17:57

Grazie! Andrò sicuramente.

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 18:07

Bellissimo , l'ho letto davvero con piacere.
Complimenti anche per le foto , tra cui alcune di una luce bellissima.;-);-);-)

avatarjunior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 18:17

Il ponte tibetano sulla Val Sorda offre sicuramente una vista privilegiata sul vajo sottostante :)

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 21:55

Bellissimo articolo, hai scritto tutto molto bene e le foto sono davvero stupende, complimenti ;-)

Andrea

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 22:48

Complimenti per l'articolo dettagliato e le foto, alcuni luoghi li conosco, perché frequentati soprattutto nell'età dai 15-20 anni quando ero molto appassionato di alpinismo e arrampicata e frequentavo il gruppo giovanile del CAi. La passione c'è ancora ma il tempo meno, coglierò l'occasione di tornarci e visitare quelli mancanti, con l'occasione di trovare nuovi spunti fotografici visto che in questi ultimi mesi sono in standby.
Grazie per il contributo interessante, bravo bel lavoro!
Ciao Federico

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2016 ore 22:56

Sempre bello vedere le istantanee della mia Lessinia :) Bravo bell'articolo e belle fotografie

avatarjunior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 8:10

Belle foto ed ottima descrizione, quasi un documentario che ci porta a conoscere questi affascinanti e sottovalutati luoghi che pure io da veneto non conosco abbastanza.
Bravo.

avatarjunior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 9:23

Grazie Nicola, è un piacere ricevere un tuo apprezzamento !

avatarjunior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 12:09

Complimenti per l'articolo, conoscevo solo il Parco delle Cascate di Molina che ho visitato diverse volte ma adesso grazie a te ho nuove mete fotografiche da raggiungere. Grazie Giulio

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 12:13

Grazie mille, una lettura interessante e spunti nuovi! Quoto Nicola!
Ciao
MN

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 13:49

Molti complimenti!
Ottimo lavoro!
Ciao
FrancescoCool

avatarjunior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 13:57

Grazie a tutti per gli apprezzamenti! Sono contento che l'articolo sia sopratutto uno stimolo alla curiosità di visitare nuovi luoghi anche per chi già conosce queste zone!

avatarsupporter
inviato il 17 Marzo 2016 ore 15:34

Quoto Ciska

avatarjunior
inviato il 17 Marzo 2016 ore 15:42

Grande, bell'articolo!





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