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Jan Saudek







avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2016 ore 11:04

La vita di Jan Saudek è solcata da privazioni e costrizioni, dalla prepotenza feroce di due dittature agli antipodi, che si sono portate via i suoi giorni più limpidi, rendendolo una sorta di otusider, con una peculiare concezione dei rapporti sessuali e affettivi.
Nato nel 1935 a Praga da una coppia di ebrei dell’alta borghesia, viene rinchiuso in un campo di concentramento e finisce nelle mani di Josef Mengele, il terribile medico di Auschwitz (noto per i suoi esperimenti di eugenetica), ma riesce a fuggire. Gli altri parenti deportati, tranne il padre e uno dei fratelli, moriranno tutti nel campo di Theresienstadt.
La fotografia arriverà dopo, con la fascinazione per Steichen e la sua The Family of Man, con la ricerca ostinata di una forma di affetto inedita, che possa sostituire la mancanza di legami familiari e la necessità di sfogare pulsioni covate in quelle lunghe notti da incubo. Studia alla Scuola di Fotografia Industriale di Praga fra il 1950 e il 1952, lavorando nei campi e in fabbrica per sopravvivere: l’unico teatro delle sue passione più vere è lo scantinato sotto casa sua («questa cantina di 14 metri quadri rappresenta i più terribili, ma anche i migliori anni della mia vita»), dove di notte costruisce i suoi quadri fotografici con l’estro di un pittore, al riparo dalla censura dello stato, che lo ha reso di nuovo un prigioniero ideologico, nella Cecoslovacchia degli anni ’60 e ’70.

C’è un bell’aspetto che indosso
come un grumo di sangue.
Me lo sono cucito sul seno sinistro.
Ne ho fatto una vocazione.
La lussuria si è piantata in esso
e io ho accostato te e il tuo
bambino allo sbocco del latte.

Sebbene in quegli anni in patria, Saudek viva la sua arte in totale clandestinità, è conosciuto e apprezzato in tutta Europa e in seguito le sue mostre toccheranno anche Australia, U.S.A., Israele e Francia.
Il suo legame con la pittura è profondo, non solo perché dedica parte della sua creatività alla produzione di quadri o per il suo caratteristico uso dell’acquarello, per personalizzare le stampe fotografiche in bianco e nero, ma soprattutto per quei rimandi, coscienti o istintivi, a una pittura espressionista che ha attraversato le epoche: concentrata sulla compenetrazione fra sentimento e sessualità, fra passioni, inversione dei ruoli e un’ambiguità a tratti seducente e a tratti inquietante.
Il suo rifugio diventa uno studio di posa di fine Ottocento, arricchito da suppellettili e decorazioni prese da un magazzino teatrale; i suoi modelli sono uomini e donne di età differente, che spesso interagiscono in modo carnale, ricreando storie medievali e cavalleresche, passioni da romanzo rosa e una pornografia ammiccante e a tratti tenera, a tratti ingenua.
La colorazione artigianale, adattata ai forti contrasti della pellicola e del chiaroscuro dato da un’unica fonte di illuminazione, conferisce un’aura che rimanda a un romanticismo violento, fra le tinte drammatiche dell’ultimo Goya e i cadaveri smembrati e immersi nel buio di Gericault.
Come è evidente dalle foto in galleria, i temi centrali di Saudek sono l’erotismo e il corpo umano che vengono rappresentati senza alcun pregiudizio, anzi egli insiste sottolineando proprio la parte più perversa e sfociando in un grottesco morboso. Normalizzando i lubrici istinti, egli genera nel fruitore delle sue immagini, una sensazione di Jan Saudeksollievo originata dall’assenza di giudizio nei confronti delle sue passioni e del loro livello di perversione.
Insomma scatti curativi da assumere in comode gocce di erotismo. Sono un po’ amare in questo caso ma il dottore assicura la loro efficacia nel cammino verso una sana emancipazione sessuale.


en.cafa.com.cn/wp-content/uploads/2013/05/16-Jan-Saudeks-Photograph.jp

www.psychomedia.it/pm/arther/fotogr/collevecchio-suadek_Burden,%201987

1.bp.blogspot.com/-3ij_xBx9cxA/VQ81y7sIFDI/AAAAAAAAAkU/5EicPveBnp8/s16

www.saudek.com/photos/88-13b.jpg


user39791
avatar
inviato il 26 Febbraio 2016 ore 11:28

Devo confessare che ho un debole per questo fotografo, le sue foto sono quelle che mi porterei sulla famosa isola deserta assieme a quelle di pochi altri.

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2016 ore 11:31

Adoro questo fotografo..NOn lo conoscevo..grazie a Labirint ..qualche mese fa ho avuto l'occasione di conoscerlo..E'a dir poco mostruoso..(in positivo!!)

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2016 ore 14:35

Mi piacerebbe davvero incontrarlo!!!
Poi quando ho saputo che le foto in realtà sono tutte in BN e colorate in fase di sviluppo la mia stima è davvero cresciuta.

Qui elenco dei suoi lavori da sito ufficiale:

www.saudek.com/en/jan/fotografie.html

user39791
avatar
inviato il 26 Febbraio 2016 ore 15:17

Alcune sue foto un po fuori dai sui schemi classici:
www.saudek.com/images/Obrazky_na_plochu/3-1280x1024/16-wp-3-1280x1024.
www.faheykleingallery.com/assets/images/photographs/saudek/personal/sa
beingsakin.files.wordpress.com/2012/06/1134676395_f.jpg
trendland.com/wp-content/uploads/2012/04/valerie.jpg

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2016 ore 8:46

Ho voluto anche pubblicarlo perchè spesso sembra che si debba fotografare per forza un bel soggetto.
Invece spesso autore fa bellissime foto dove compaiono persone sovrappeso o non più giovani, ma portando un concetto che rende il suo lavoro veramente bello e importante

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2016 ore 16:40

Poi quando ho saputo che le foto in realtà sono tutte in BN e colorate in fase di sviluppo la mia stima è davvero cresciuta



Se hai ulteriori info su questo e più dettagliate sarebbe interessante approfondire.

Lo dico perchè per quel che risulta essere di mia conoscenza, la sua tecnica consiste nell'operare su stampe finite in BN, con pennelli e colori.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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