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Urban Life







avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2016 ore 12:24

La città intesa come habitat "naturale" del genere umano, giungla di cemento e vetro, fiumi di asfalto...mi ha sempre affascinato l'idea di conoscere più a fondo questo "mondo", così vicino eppure così lontano.
Decido di provarci, so che non è facile. Per descrivere bene un qualcosa dovremmo non farne parte, tento un approccio quanto il più possibile distaccato.
Osservo lo scorrere della vita...c'è fermento, raramente vedo camminare, la gente corre, non si sa bene dove ma il passo è lesto. Devo spesso farmi da parte, c'è un fiume in piena che scorre attorno a me...sono come un tronco trascinato via dalla corrente...devo sperare di incontrare un masso che arresti il mio "andare"...
Sono uno spettatore, non giudico, cerco di rimanere distaccato dal mondo che mi circonda...voglio ammirare la vita degli altri, scoprire quello che fanno, raccontare i gesti, le movenze, le espressioni della gente che incontro...

Mi alzo la mattina presto e seguo la corrente...scendo per strada, le persone corrono tutte verso un' unica direzione...un buco alla fine del marciapiede dal quale esce aria gelida...sono le scale che conducono alla metropolitana...persone che si incrociano, ignorandosi...



Mi chiedo quali storie ci siano dietro a tutte queste vite...quanti libri ci sarebbero da riempire, quante immagini hanno visto gli occhi di quelle persone, quante e quali emozioni avranno provato...
Mi siedo sulla poltroncina della metro, di fronte a me una ragazza ha lo sguardo fisso nel vuoto...i suoi pensieri sono sospesi nel tempo, forse starà sognando una vita diversa...o forse è soltanto stanca...magari quello seduto alla sua destra è il suo compagno e spera che da un momento all'altro possa riporre il suo cellulare e decidersi a considerarla...



Solo allora noto una cosa...un sacco di persone intorno a me stanno facendo altrettanto...cercano di isolare i propri pensieri, forse vogliono purificarli, portandoli via da quel caos...vogliono renderli immortali, avulsi dal tempo...
La cosa strana è che spesso accanto a loro c'è chi è preso ad armeggiare col proprio smartphone, chi legge un libro, chi semplicemente ascolta musica in attesa di scendere alla fermata giusta...
Decido di scendere da quel serpente di metallo, l'aria si stava facendo irrespirabile, ero circondato da decine e decine di persone...eppure, pur immerso in quella moltitudine...non mi ero mai sentito così solo...
Una volta uscito, do un' ultima occhiata al convoglio all'interno del quale mi trovavo, volevo avere un punto di vista diverso...volevo provare a vivere la stessa cosa dall' esterno...
Quanta solitudine, un muro invisibile separa le vite di quelle persone, una barriera fittizia, irreale, fatta di dispositivi elettronici, di auricolari. Nessuno parla, un silenzio angosciante regna sovrano.

Torno in superficie, decido di recarmi ad un museo, fuori c'è una fila impressionante...non ho fretta, sono li per osservare, il tempo per me non ha significato. Voglio tentare di rendere "infiniti" questi momenti, ed è possibile solo concentrandosi su quello che si ha attorno, non ponendosi nessuna meta, lasciandosi trasportare da quella corrente che ho citato all'inizio del racconto e che apparentemente non si ferma mai.
Ecco che poco dopo sono finalmente dentro al museo, ci sono un sacco di opere d'arte da vedere...ma io non sono qua per questo, avrò tempo di tornarci con altri fini.
Quello che mi interessa è osservare le vite altrui, i gesti...voglio raccontare la vita di tutti i giorni. Non solo alla ricerca di nessun evento straordinario, voglio la pura e semplice quotidianità.
Il mio sguardo si posa su due ragazze...sono sedute sulla stessa panchina dandosi le spalle, si assomigliano...ognuna è presa dai propri "affari"...due esistenze vicinissime, eppure lontane. Anche qua, l'una è presa a leggere alcuni appunti, l'altra armeggia dentro alla sua borsetta fino a quando non trova ciò che andava cercando: il rossetto...



percorro un lungo corridoio, arrivo ad una sala presso la quale sono esposti bellissimi quadri...decido di fermarmi qualche istante...



Una signora cammina verso di me, lo sguardo assente, la mente che vaga chissà dove...il tutto è un po' inquietante e affascinante al tempo stesso...
Un uomo anziano fissa un dipinto senza battere ciglio: ha l'espressione di chi la sa lunga, di chi ha perso l'amore per la vita e cerca consolazione nell' arte.
Sono rimasto a lungo a contemplare questa scena, non so quanto tempo sia passato ma quando ho finalmente deciso di abbandonare la stanza l'ho lasciato ancora li, con lo sguardo fisso sull' opera d'arte...
Ammetto che spesso sono preso dall'angoscia...mi rendo conto di quanto sia solo l'uomo...la città è enorme, spesso incute timore. Sei circondato da tuoi simili, eppure la tua esistenza non è collegata a quella di nessun altro. Oltre i meri rapporti professionali, oltre il "virtuale" rappresentato dai dispositivi mobili...non c'è praticamente altro...mi sento in gabbia, davanti a me c'è un vetro oltre il quale vedo scorre la vita degli altri...sono separato da tutto quello che mi circonda, ne sono parte, ma una parte distinta, isolata dal tutto...una sorta di esistenza Pirandelliana...provo ad allungare la mano ma sento solo il freddo del cristallo, non posso in nessun modo varcare quella soglia. Forse sono solo i miei pensieri ad aver creato tale prigione, ma il senso di angoscia si fa pressante...



L'indifferenza delle persone ci rende spesso invisibili...forse il problema è proprio questo...per gli "altri" dentro ai nostri abiti non c'è null'altro che il proprio corpo, privo di anima, scevro di sentimenti...andiamo avanti per inerzia, seguendo quei percorsi che la città ha tracciato per noi.

Cresce in me il desiderio di assistere a qualche immagine felice, un qualcosa che possa portarmi a far credere che la "città" conservi ancora del "calore" umano...
Continuo il mio vagabondaggio urbano, decido di concedermi un caffè. Mi siedo ad un tavolo, con la tazza fumante fra le mani poso il mio sguardo verso l'esterno del locale...un uomo ricoperto di stracci sta guardando verso l'interno, osservando due ragazzi che stanno divorando i loro panini. E' sicuramente affamato, finisco in fretta il mio caffè, voglio correre fuori per dare qualche soldo a quel poveretto.
Non faccio in tempo, appena fuori dal locale non lo troverò più...ho perso l'attimo...
Nella mia mente si fa più pressante che mai l'idea dell'uomo solo, circondato dagli alti palazzi della città che vaga senza meta...un' immagine angosciante che poco dopo appare proprio davanti ai miei occhi...



La solitudine nella sua massima espressione...un uomo circondato da una gabbia di acciaio e vetro, cammina svelto, apparentemente senza meta.
Provo un senso di vuoto enorme, per un istante avverto una strana sensazione...come se mi sentissi in trappola...come se quei grattacieli fossero le sbarre di una prigione...la strada sembra cedere sotto di me, cresce il timore che in qualche modo quel fiume d'asfalto che scorre sotto la suola delle mie scarpe possa in qualche modo risucchiarmi.
Non può essere solo questo, non è possibile che dietro tutto ciò non ci sia altro...non mi do pace. Continuo ad osservare il mondo che mi circonda, nella speranza di scovare un barlume di luce in quella che fino ad adesso si è rivelata una notte buia...
La giornata è quasi giunta al termine, incontro alcuni musicisti di strada.... Alle loro spalle sfrecciano le persone che rientrano a casa dal lavoro...vanno di fretta, incuranti di tutto ciò che li circonda...il ragazzo che suona la chitarra, invece, sembra fregarsene del tempo che passa. Spesso chiude gli occhi, sembra in estasi...chissà la sua bella musica dove conduce i suoi pensieri...forse li ha già consegnati all'immortalità...



Chissà, magari le persone si sentono meno sole chiudendo gli occhi, parlando con la propria anima, confidando ad essa tutti i pensieri più profondi. Forse è un mero palliativo, non lo so...fatto sta che spesso è l'unico modo per affrontare i momenti più difficili.
Il nostro spirito come nostro unico, vero compagno di vita...E' una triste prospettiva o una amara realtà? Di certo, la mia anima non può donarmi il calore di un abbraccio, il brivido di un bacio.
Siamo, quindi, veramente soli? E il tessuto urbano è stato creato proprio per enfatizzare questo modo di vivere? Città come sinonimo di individualismo esasperante? Apparentemente sembrerebbe di si...

Ma non può essere così, in qualche modo, da qualche parte ci deve essere ancora umanità. Mi rifiuto con tutte le mie forze di credere il contrario...
Eppure il sole sta calando e fino ad adesso non ho visto altro che solitudine e silenzio.

Si è fatto tardi, è l'ora di rientrare...questa mia giornata da "spettatore" è giunta al termine...mi siedo su di una panchina, aspetto che passi l'autobus. Proprio in quell' istante, davanti ai miei occhi si compie il primo gesto "umano" della giornata...due esistenze che interagiscono, non c'è nessuna barriera fra loro, ne materiale, ne virtuale...

Una ragazza sta parlano con suo padre, è stanchissima...mi viene spontaneo ascoltare la loro conversazione...lo so che non si fa ma è più forte di me...sono turisti, stanno rientrando all' albergo presso il quale pernottano.
Ad un certo punto cala il silenzio, la ragazza si stringe a suo padre ed appoggia la testa sulla spalla del genitore...sorrido, ecco la luce che cercavo...



Un piccolo gesto che scalda il mio cuore...forse è questo il verso significato della vita, sono le piccole cose che contano. La città può spingere le persone ad allontanarsi, ad alienarsi...a vivere con egoismo...ma non può soffocare del tutto sentimenti come la bontà d'animo e la solidarietà.

Sono tornato alla mia stanza, stanotte sicuramente non dormirò...la mia anima è in subbuglio, non occorre allontanarsi troppo da casa per scoprire che cosa è la vita...se osserviamo attentamente tutto ciò che è attorno a noi forse tenderemmo a dare il giusto peso alle cose...e magari ciò che è marginale diventa prioritario e viceversa.
Questa giornata ha segnato una tappa importante della mia vita.
Troppe spesso ci concentriamo su cose futili e perdiamo di vista quelle che invece sono importanti.
La mente è confusa, i ritmi che ci vengono imposti dalla società qualche volta diventano insostenibili. La città, intesa come "contenitore" di singoli individui tende ad accentuare la spinta all' isolamento, la corsa al successo ad ogni costo.
Solo osservando attentamente ci accorgiamo di quanto siamo soli, di quanto manchino i rapporti interpersonali, di quanto siamo schiavi di noi stessi e della "maschera" che ci hanno imposto di portare...se in qualche modo riusciamo a fare questo, forse chi vive per il lavoro forse comincerà a lavorare per vivere...chi corre comincerà a camminare...
Magari i genitori capiranno che l'unica ragione di vita sono i propri figli...e tutto il resto viene dopo. La carriera ad ogni costo a discapito dei colleghi, dei figli e delle amicizie a cosa porta? Ad una vecchiaia di certa solitudine.
Vale a pena tutto ciò? La risposta sta dentro ognuno di noi, ed è tutt' altro che scontata...

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2016 ore 14:45

Una visione un po' grigia della nostra quotidianità, del nostro vivere, che hai colto appunto osservando la città e chi e come la vive.. La solitudine, l'indifferenza, la fretta la frenesia, zombie che hanno lo sguardo fisso su uno schermo di smartphone, degrado.. Tutte cose che tutti noi possiamo notare belle nostre grandi città, ed hai reso molto bene con queste foto in bianconero. Bravo... Ottimo articolo
Per assurdo avendo fatto più viaggi in sud America soprattutto in Brasile.. Nonostante ancora più miseria, violenza, difficoltà della vita.... Per strada c'è più colore, più calore e molti più sorrisi! Nonostante tutto...

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2016 ore 14:49

Un meraviglioso ritratto della società urbana!

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2016 ore 16:04

Fotomistico
Mi sei piaciuto
Mi è piaciuto il tuo lavoro e le tue fotografie
Facendo Street ho smussato il mio carattere e cercando di entrare anche in relazione con chi ti sta davanti
È difficile lo so
Complimenti e un lavoro bellissimo e armonico

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2016 ore 16:51

Quanto maggiore è' il benessere, tanto maggiore e' la solitudine...

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2016 ore 18:19

ecco hai sintetizzato bene il mio pensiero di sopra Sorriso

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2016 ore 13:56

Gran bel lavoro!Complimenti! Il resto lo ha detto Fefo.

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2016 ore 14:01

Bravo, hai fatto un bellissimo reportage, mi piace molto.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2016 ore 12:19

L'idea e il progetto sono buoni, la realizzazione è stata ottima.
Il racconto e le immagini a corredo scorrono ed io ho bevuto tutto di un fiato, sei riuscito a spiegare molto bene quello che volevi dire.
Caro Fausto, ti faccio i miei più sinceri complimenti.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2016 ore 14:38

Grazie mille Josh, mi riempie di orgoglio sapere che hai apprezzato il mio lavoro...

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2016 ore 14:45

Lo ho apprezzato tantissimo... veramente un ottimo lavoro.
Spero presto di vedere presto altre tue realizzazioni.

avatarsupporter
inviato il 05 Maggio 2016 ore 22:02

Quand ho avvicinato questo forum 3 anni fa sei stato il primo lead user che ho incontrato nel bene e nel male, dalla iper attività all'isolamento, dai corredi lasciati alla d750. Per me, con tutta la soggettività che questo estrinseca, questo è di gran lunga il contributo più alto che hai dati su juza. not surprising, quasi inascoltato......complimenti e grazie

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2016 ore 10:58

Grazie Imaginezeta, mi fa molto piacere quello che hai scritto.
Col tempo mi sono accorto che nei forum di fotografia quello che attira di più sono le discussioni sui mezzi, non sui fini.
E' così un pò ovunque, se ne prende atto. Io stesso, in passato, ero ossessionato dall'attrezzatura. "Invecchiando", si cambia;-)

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2016 ore 11:20

Purtroppo si discute molto sulle piccolezze più assurde, apparecchiature, obiettivi, pulizia, panni da usare...il colmo si è raggiunto quando ho visto una discussione con fior di risposte su cosa sia meglio: lasciare il paraluce montato al contrario o toglierlo...
La tua è una delle discussioni più belle, utili ed istruttive che io abbia mai letto su un forum. Il fatto che sia seguita poco è un bene...almeno non viene inquinata.
Complimenti

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2016 ore 11:33

Grazie mille, Luigi. Mi fa piacere che tu abbia avuto modo di apprezzarla.
Un caro saluto
Fausto

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