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Bill Brandt







user39791
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inviato il 01 Febbraio 2016 ore 14:07

Hermann Wilhelm Brandt, meglio noto come Bill Brandt (Amburgo, 1904 - Londra, 1983)

Nasce ad Amburgo il 3 maggio del 1904. I suoi genitori sono benestanti: il padre discende da una famiglia inglese, la madre da una russa. Trascorre l'infanzia a Schleswig-Holstein. Ancora ragazzo si sposta in Svizzera: all'età di sedici (o di venti) anni, infatti, si ammala di tubercolosi, ed è ricoverato in un sanatorio a Davos.
Dimesso fra il '26 e il '27, si trasferisce a Vienna, forse inseguendo l'idea di una cura psicoanalitica, forse soltanto per raggiungere uno dei suoi tre fratelli, Rolf, che là ha intrapreso la propria carriera di grafico; sarà questi a presentarlo alla dottoressa Eugenie Schwarzwald, noto personaggio dell'intellighenzia viennese, che spinge il giovane Bill a dedicarsi alla fotografia trovandogli un impiego presso lo studio dell'amica ritrattista Greta Kolliner.
Frequentando casa Schwarzwald, Brandt ha modo d'incontrare l'élite culturale del tempo, fra cui Ezra Pound, con l'aiuto del quale diventerà assistente nello studio di Man Ray a Parigi. Presso il celebre fotografo e artista rimane solo tre mesi, durante i quali non arricchisce il suo bagaglio professionale di nuove nozioni, ma riceve piuttosto un fortissimo impulso creativo. Comincia a lavorare come freelance.
In Gran Bretagna mette piede per la prima volta solo nel '31; dapprima per un breve viaggio, poi per stabilirsi definitivamente a Londra. Prenderà lezioni di dizione a lungo per nascondere il proprio accento tedesco, senza mai riuscirci del tutto.
Mosso da un interesse genuino verso il sociale, egli lavora intensamente per dare alle stampe un libro fotografico dal titolo "The English at Home", il quale, uscito per la prima volta nel '35, urta la sensibilità britannica mostrando troppo esplicitamente le disparità di classe che la "Depressione" ha acuito. La mancanza di consenso è tale da farlo ritirare, ma la sua riedizione dopo un anno, in un mutato clima politico, fa del libro un trampolino di lancio per la carriera di Brandt.
Così nel 1938, Arts Métiers Graphiques pubblica subito sia in Gran Bretagna sia in Francia il suo "A night in London", che si preannuncia un sicuro successo, anche perché considerato come la versione inglese del volume di Brassai "Paris by Night".
Frattanto Brandt ha già incontrato Tom Hopkinson e Stefan Lorant; entrambi impegnati politicamente, attraverso il loro lavoro editoriale con le riviste Lilliput, Picture Post e Weekly illustrated, costoro giudicano favorevolmente il lavoro del fotografo e gli affidano molti incarichi, che egli può svolgere in piena libertà artistica: nonostante le sue immagini contengano sempre qualcosa in più che la pura cronaca della realtà, diventa fotogiornalista. Le sue fotografie vengono pubblicate anche su Harper's Bazaar.
Il suo impegno sociale è costante, e una nuova incisiva tappa nella sua denuncia del malessere di quel triste periodo, è rappresentata dalle fotografie che scatta agli abitanti del nord industriale dell'Inghilterra.
Apprezzato per la sua attività di reporter impegnato, allo scoppio della II Guerra Mondiale, per conto del Ministero dell'Informazione britannico, egli documenta la condizione dei Londinesi durante i blackout, e all'interno dei rifugi approntati per far fronte ai raid aerei tedeschi.
Nel 1941, come conseguenza alle incursioni aeree naziste su obiettivi di carattere storico e artistico (dette "Baedeker Raid" dal nome di una nota guida turistica), viene costituito il National Buildings Record, il quale ha lo scopo di raccogliere un'accurata documentazione delle opere architettoniche passibili d'essere distrutte o danneggiate, in vista di un restauro o di una ricostruzione futuri; al suo servizio Brandt è chiamato per una registrazione fotografica di chiese e cattedrali. Le sue immagini dei siti più colpiti, come ad esempio Bath, accompagnano intanto i drammatici articoli di Picture Post.
Nel corso degli anni '40 il fotografo amburghese si cimenta in altri generi: il ritratto d'artisti e d'intellettuali; il nudo, per il quale è noto al grande pubblico; il paesaggio. Fine conoscitore della letteratura inglese, scatta in quegli anni un'affascinante serie di vedute cariche di richiami letterari, le cui dense atmosfere "romantiche" rimandano alle opere delle sorelle Brönte e di Thomas Hardy; usciranno, in seguito, sia su Lilliput, sia nel volume Literary Britain del '51.
"Camera in London", terzo libro di Bill Brandt contenente una raccolta d'immagini scattate nell'arco dei vent'anni trascorsi a Londra, nonché un suo illuminante saggio sulla fotografia esce nel '49.
Allentatesi le tensioni sociali e sparite le macroscopiche disuguaglianze sociali che si era impegnato a denunciare, nel dopoguerra Brandt si concentra soprattutto sui suoi particolari nudi. E' ormai del tutto esplicita quella vena surrealista, che fino allora aveva solo in parte dissimulato. Le sue immagini di corpi allungati e distorti dal grandangolare, forme fra le forme, entrano a far parte d'ambientazioni naturali: le spiagge della Normandia e del Sussex. Raccolte nel volume "Perspective of Nudes", pubblicato nel '61 a Londra e New York, sono unanimemente considerate il capolavoro di una nuova poetica che dialoga con l'arte contemporanea.
Le sue fotografie entrano a far parte d'importanti collezioni, come quelle del London's Victoria and Albert Museum, del newyorkese MOMA, del Rochester's International Museum of Photography, della Paris' Biblioteque National, che possiede il fondo più vasto delle sue stampe.
Bill Brandt muore a Londra nel Dicembre del 1983, dopo una breve malattia, lasciando Noya, ultima delle tre mogli, dalle quali non ha avuto figli.
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avatarjunior
inviato il 01 Febbraio 2016 ore 14:29

Sicuramente il più vicino al concetto di "fotografia come forma d'arte" tra quelli proposti fino ad ora! Trovo i suoi scatti molto interessanti anche se, a parte l'interesse per la forma e la plasticità dell'immagine, non credo di riuscire a coglierne il vero significato. MrGreenSorry

user39791
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inviato il 01 Febbraio 2016 ore 14:54

;-)

avatarsenior
inviato il 02 Febbraio 2016 ore 16:54

Sicuramente all'avanguardia. Grazie Filiberto.

user39791
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inviato il 02 Febbraio 2016 ore 18:14

;-)

avatarsenior
inviato il 02 Febbraio 2016 ore 19:03

Quando si parlava di foto. Non di megapixel.

avatarsenior
inviato il 02 Febbraio 2016 ore 19:03

Le foto parlavano da sole.


Raffaele

user39791
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inviato il 02 Febbraio 2016 ore 19:33

Già!;-)

avatarjunior
inviato il 03 Febbraio 2016 ore 7:14

Scene di nudo mai volgare che riportano ad un tempo passato dove l'eleganza era di prassi, immagini composte in modo inusuale e dimenticato, meravigliosamente espressive.

user39791
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inviato il 04 Febbraio 2016 ore 20:55

Concordo!;-)

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2016 ore 13:50

Un mio piccolo aneddoto personale...all'inizio del 1980 vidi per la prima volta alcune foto di nudo fatte con grandangolari e inquadrature spinte..mi capitò di trovare una ragazza che non ebbe problemi a farsi fotografare nuda e usai un 16 mm per tutta la sessione..beh qualche amico del fotoclub di allora che le vide, ancora se le ricorda..MrGreen poi una copia di ognuna le regalai alla ragazza..ottimo esperimento.MrGreen

user39791
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inviato il 08 Febbraio 2016 ore 13:52

:-P;-)

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2016 ore 17:25

Un'aggiunta.......non mi vergogno a dire che alcune le ho copiate spudoratamente..........MrGreen

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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