user39791 | inviato il 21 Gennaio 2016 ore 15:35
Dato che questa sezione dedicata alla cultura è un po agonizzante e allo stesso tempo mi sta molto a cuore ho deciso che, tempo permettendo, aprirò periodicamente un post dedicato a un importante fotografo. Alcuni saranno molti famosi e altri un po meno, ma spero tutti interessanti. Userò l'ordine alfabetico. Metterò i suoi dati essenziali e qualche foto, l'arricchimento del post sarà lasciato al vostro buon cuore. Sono molto gradite segnalazioni di eventuali imprecisioni e/o spunti e consigli per il miglioramento di quanto da me proposto. Come espressamente richiestomi: Riferimento al/ai sito/i da dove ho preso ciò che ho postato nel profilo dell'artista in questione: it.wikipedia.org/wiki/Eve_Arnold Eve Arnold, nata Eve Cohen (Philadelphia, 21 aprile 1912 - Londra, 4 gennaio 2012) Eve Cohen nasce il 21 aprile del 1912 a Philadelphia in Pennsylvania da una famiglia di emigrati russi di religione ebraica ed è la terza di sei fratelli. Il padre rabbino, in America trova lavoro come venditore porta a porta. L'infanzia è caratterizzata, come la donna ricorda nella sua autobiografia "EveArnold: In Retrospect", dalle ristrettezze economiche, ma i genitori le garantiscono comunque una buona istruzione. Nel 1943 decide di lasciare la facoltà di medicina e si trasferisce a New York dove trova lavoro all'interno in uno degli stabilimenti del gruppo Stanbi, una controllata della Standard Brands, che si occupa dello sviluppo di fotografie da rullini e negativi. Tra i suoi compiti c'è anche l'assistenza all'interno dei nuovi stabilimenti del gruppo, attività che la porta a girare buona parte degli Stati Uniti. Nel 1946 un fidanzato le regala la sua prima Rolercoid, una macchina fotografica compatta con cui inizia a scattare fotografie dando libero sfogo alla sua creatività. La fotografia era un mondo che la affascinava da anni, ma prima di allora non si era mai messa alla prova anche a causa del peso, del costo e della dimensione delle prime attrezzature fotografiche. Nel 1948 partecipa ad un corso di fotografia di sei settimane, promosso dalla New School for Social Research di New York. Tra gli insegnati compare anche Alexey Brodovitch, allora direttore di Harper's Bazaar, che avrà una grande influenza sulla giovane fotografa. Nello stesso anno sposa Arnold Arnold, di cui terrà il cognome anche dopo il divorzio. La coppia ha un figlio, Frank. L'ispirazione per uno dei servizi più importanti del suo periodo di studi le viene offerto da una delle domestiche della famiglia Arnold che racconta delle sfilate che si svolgono nel quartiere di Harlem, con modelle di colore e giovani afroamericani stilisti emergenti. Il backstage e le passerelle diventano il set dove la fotografa inizia a sperimentare i diversi effetti della luce naturale. Una tecnica che l'accompagnerà per tutta la vita. Vedendo i primi scatti Brodovitch esorta la donna a ritornare nel ghetto e realizzare delle nuove immagini. Il servizio, considerato "scandaloso" dalle riviste americane dell'epoca pensate prevalentemente per pubblico bianco, viene pubblicato per la prima volta nel 1951 dal londinese?Picture Post. Nei mesi successivi ritorna ad Harlem, dove viene a contatto con i movimenti anti razziali seguendo da vicino l'ascesa dei Black Muslims e Malcolm X esponente del "Nation of Islam" che fotograferà nei dieci anni successivi durante assemblee, dibattiti e raccolte fondi. e Il 1951 coincide con la chiamata alla Magnum da parte di Henri Cartier-Bresson, uno dei fondatori, rimasto colpito dagli scatti newyorkesi. Eve Arnold diventa la prima donna free lance dell'agenzia di stampa e sei anni più tardi, nel 1957 viene inserita tra i soci dell'agenzia, diventando la prima associata donna. Intanto nel 1952 insieme alla famiglia si trasferisce a Long Island, dove realizza uno dei reportage più toccanti della sua carriera. In a "A baby's first five minutes" Eve Arnold racconta i primi cinque minuti di vita dei piccoli nati al Mother Hospital di Port Jefferson. Attraverso il progetto, che si conclude solo 7 anni dopo, la donna cerca di superare il trauma dell'aborto che rischiava di trascinarla in depressione. Il 1952 apre una lunga parentesi di lavoro ed amicizia con le principali celebrities di Hollywood. Il primo incarico, che le viene assegnato come ripiego per l'assenza di Erns Haas, consiste nel fotografare Marlene Dietrich durante la registrazione di alcune delle canzoni care alle truppe alleate. Nel 1954 realizza il suo primo reportage di viaggio, raccontando la vita nelle strade di Cuba e nel 1956 ad Haiti fotografa i segretissimi riti Voodoo, accompagnata in gran segreto da un'amica psicologa. Il 1955 è un anno importantissimo per la fotografa che durante una festa in un locale incontra Marilyn Monroe, allora in piena ascesa. Tra le due inizia un'amicizia profonda che continuerà fino alla morte prematura dell'attrice. Lo stesso anno la Arnold realizza alcune immagini uniche dalla Russia Sovietica. Gli anni '50 si chiudono con un'altra grande stella del cinema, Joan Crawford, che nel 1959 si fa fotografare in un servizio che svela i segreti della sua bellezza, tra maschere facciali e trattamenti estetici. Nel 1961 partecipa insieme al resto dello staff Magnum allo shooting sul set del film Misfits - Gli spostati, il film di Arthur Miller che vede tra il cast Clark Gable e la stessa Marilyn. Attraverso i suoi scatti restituisce il ritratto di una donna fragile, insicura ma allo stesso tempo meravigliosa. L'anno successivo la fotografa, ormai divorziata, decide di trasferirsi a Londra nel quartiere di Mayfair per permettere al figlio di frequentare il college. Nella capitale inglese maturano le idee per i progetti del decennio successivo che la porteranno a dedicarsi al reportage di viaggio. Continua a lavorare insieme alle stelle del cinema e dopo aver scattato un servizio memorabile su Elizabeth Taylor, nel 1966 viene chiamata come fotografo di scena sul set della pellicola A man for all season - Un uomo per tutte le stagioni di Orson Welles. La Arnold continua a tenere fede alla vocazione sociale della sua fotografia ed attraversa la Gran Bretagna per raffigurare le condizioni di vita delle giovani operaie inglesi, della vita nei monasteri e delle spose di Cristo. Il 1969 coincide con il viaggio in Afghanistan, insieme alla reporter Lesley Blanch, realizzato su richiesta del Sunday Times. Il progetto era nato l'anno precedente mentre la Arnold si trovava sul set del film Justine di Anouk Aimee. Durante il periodo delle riprese il Presidente tunisino aveva invitato le donne ad "uscire da sotto il velo", parole che avevano stimolato la curiosità della Arnold. Una volta ritornata a Londra, nel 1971, inizia a lavorare al suo primo documentario, "Dietro al velo", che racconta la condizione della donna in Medio Oriente attraverso i racconti raccolti ai matrimoni e negli hamman dell'Egitto e di Dubai. Nul 1976 esce il libro "The Un-retouched Woman" seguito nel 1978 da "Flashback: The fifties" in cui vengono raccolti i primi servizi. Nel 1979, dopo dieci anni di attesa, riesce ad ottenere il visto per entrare all'interno del territorio cinese, dove in due viaggi consecutivi trascorrerà quasi 5 mesi, visitando scuole, fattorie comuni e centri produttivi, fotografando anche artisti, insegnanti e professionisti. Percorrendo più di 40.000 miglia, visita anche la regione della Mongolia dove scatta delle foto indimenticabili. L'anno successivo esce "In China", il catalogo della mostra al Broklyn Museum di New York che la consacra come fotogiornalista. Nello stesso anno riceve il premio alla carriera della American Society of Magazine Photographers. Nel 1983 esce il volume "In America", ricordo delle immagini scattate "on the road" attraverso gli Stati Uniti, seguito tre anni più tardi da "The making of white nights", raccolta delle immagini scattate sul set di "White Nights - Sole a mezzanotte". Nel 1987 pubblica "Marilyn Forever" e?Marilyn Monroe: An Appreciation scritti a 25 anni di distanza dalla morte dell'amica, e l'anno successivo viene pubblicato il volume "Private View: Inside Baryshnikov's American Ballet Theatre", realizzato in occasione di un viaggio in Unione Sovietica. Nel 1989 realizza "All in a day's work" la prima autobiografia per immagini. Nel 1991 esce "The Great British", titolo originale "Eve Arnold in Britain", che contiene i leggendari scatti della Regina Elisabetta II. Quattro anni più tardi nel 1995 pubblica "In Re trospect" una autobiografia, in cui raccoglie oltre 50 anni di carriera. Pochi mesi più tardi diventa membro onorario della Royal Photographic Society e viene eletta Master Photographer dal New York's International Center of Photography, una delle maggiori onorificenze per un fotografo. Nel 1996 riceve il Kraszna-Krausz Book Award per il volume "In Retrospect" e l'anno successivo le viene consegnata la laurea honoris causa dell'Università di St Andrews, della Staffordshire University e dell'American International University di Londra. L'anno successivo esce "Film Stars: Photographs of Magnum Photos'' e due anni dopo collabora al volume Magna Brava: Magnum's Women Photographers, che racconta la presenza femminile all'interno dell'agenzia di stampa. Nel 2002 viene pubblicato "Eve Arnold: Film Journal" e nel 2003 viene nominata Ufficiale dell'eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico. Nel 2004 pubblica "Handbook with Footnotes" seguito l'anno successivo da "Marilyn Monroe" il suo ultimo libro sulla diva. Nel 2009 esce il volume "Eve Arnold's People", che raccoglie le fotografie di soggetti presi dalla vita quotidiana e l'anno successivo le viene conferito il premio alla carriera in occasione dei Sony World Photography Awards. Muore il 4 gennaio all'età di 99 anni, nella clinica di Pimlico, alle porte di Londra, dove era ricoverata ormai da tempo. Pochi mesi dopo la sua morte esce il volume "All about Eve", scritto e pubblicato dai suoi amici più cari. www.halcyongallery.com/assets/img/uploads/Eve_Arnold_Relaxing_off_set_ pauranka.it/wp-content/uploads/2014/02/Anthony_Quinn_e_Anna_Karina_sul 40.media.tumblr.com/tumblr_magdr5PBVs1rw3fqbo1_1280.png cdn.ltstatic.com/2012/March/OI847536_942long.jpg 41.media.tumblr.com/tumblr_mahsxgWL3G1rw3fqbo1_1280.png www.nikonland.eu/forum/uploads/monthly_02_2014/ccs-1544-0-77678700-139 www.nikonland.eu/forum/uploads/monthly_02_2014/ccs-1544-0-62569100-139 www.nikonland.eu/forum/uploads/e5a9923c9f844cdf95c363474c4f3060.jpg 41.media.tumblr.com/tumblr_magdvr4bSl1rw3fqbo1_1280.png www.slate.com/content/dam/slate/blogs/behold/2012/11/12/01.jpg.CROP.ar 41.media.tumblr.com/3e4638fecbeb5eb5e650272770b592a0/tumblr_n4xki3uRBt pbs.twimg.com/media/CBqxOPwW8AAO0fq.jpg beinecke.library.yale.edu/sites/default/files/2012/07/arnold.jpg scs-assets-cdn.vice.com/int/v22n7/htdocs/positions-taken/smoke-in-face www.theartsdesk.com/sites/default/files/images/stories/ART/Fisun_Guner |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 17:47
Straordinaria. Mi piace parecchio il suo stile ma, soprattutto, la sua continua ricerca. Il mio genere preferito, soprattutto quando si dedica al reportage sociale. Grande Filiberto. Complimenti per il tuo impegno quotidiano. |
user39791 | inviato il 21 Gennaio 2016 ore 18:17
Grazie mille Matteo. E' divertente per me cercare fotografi interessanti ed approfondire un po la loro conoscenza, se poi "contagio" qualcuno ciò da ancora più senso alla mia ricerca. Tra le altre cose Eve Arnold fu chiamata alla Magnum da Henri Cartier-Bresson, e diventò sia la prima donna free lance dell'agenzia che (in seguito) la prima donna associata. Quindi davvero un'artista di primissimo piano. |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 18:53
Mi piace molto il suo stile! Noto una grande attenzione alla plasticità delle figure ed un uso sapiente di luci ed ombre, nonché degli sfocati. Una grande fotografa senza dubbio! |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 19:16
Sarebbe, per me, interessante sapere che fotocamera abbia usato quando si affermò. Così per curiosità. .. |
user39791 | inviato il 21 Gennaio 2016 ore 19:27
Nell'articolo che ho postato dice che nel 1946 un fidanzato le regala la sua prima Rolercoid, una macchina fotografica compatta con cui inizia a scattare fotografie dando libero sfogo alla sua creatività , successivamente posso ipotizzare che dato il periodo e la tipologia di foto possa avere usato con una Leica III (d o f) per poi passare ad una M3 nella seconda metà degli anni 50. Ma tiro ad indovinare.......... |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 20:30
Quando ero giovane le riviste fotografiche del tempo, persino "Fotografare", dedicavano molte pagine alla presentazione dei maestri della fotografia e attraverso di esse si diffondeva tra noi giovani di allora la consapevolezza dell'importanza, anche sociale oltre che artistica, del ruolo che la Fotografia aveva svolto e poteva svolgere. E nei Fotoclubs di allora si discuteva non solo di obbiettivi, macchine, pellicole e sviluppi più o meno "compensatori"; ma anche di cultura fotografica, mostre e Fotografi più o meno noti. Oggi questa iniziativa di Filiberto mi pare commovente, soprattutto se si considera che viene portata avanti in un Forum in cui una troppo grande fetta di utenti solo si occupa, anche a suon di epiteti poco commendevoli, di dimostrare la superiorità di una marca sull'altra e, nella migliore delle ipotesi, sembra convinta che senza autofocus, potenza delle raffiche di scatto, automatismi di ogni sorta e megapixels a volontà, non si possa fare fotografia. Ma costoro sarebbero pronti a giurare, e qualcuno lo ha già scritto, che questi Fotografi dei tempi passati oggi avrebbero scattato immagini migliori! Dunque un bravissimo a Filiberto. |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 20:43
Verissimo Fabio! Comunque nelle foto mi era sfuggita la mitica F e una Leica, non si riconosce il modello. |
user39791 | inviato il 21 Gennaio 2016 ore 20:57
Grazie Fabio, come ho detto anche a Matteo questa iniziativa che ho intrapreso mi piace molto anche perché sto riscoprendo fotografi che avevo almeno in parte dimenticato. Sono consapevole che non sarà facile avere un seguito continuativo da parte di molti utenti, già dopo il "quasi successo" del primo post il calo di visite è stato molto alto. Del resto non mi va di proporre fotografi "facili" perché il mio scopo non è di incrementare le visite a vanvera, ma di cercare di stimolare qualcuno che ha voglia di essere stimolato dal punto di vista Fotografico e non solo da quello della guerra tra marchi. |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 21:08
“ ... Dunque un bravissimo a Filiberto. „ Un bravissimo anche da parte mia. “ ...nel 1966 viene chiamata come fotografo di scena sul set della pellicola A man for all season - Un uomo per tutte le stagioni di Orson Welles. „ Se mi è permesso fare la parte del pedantino rompi..alle, in realtà quel film, su Tommaso Moro e il suo contrasto con Enrico VIII, era diretto da Fred Zinnemann e Orson Welles vi recitava la parte del cardinale Wolsey. Questo episodio, riportato in maniera più imprecisa che errata, c'è solo nella voce in italiano di Wikipedia; in quella in inglese è omesso. |
user39791 | inviato il 21 Gennaio 2016 ore 21:12
Grazie Roberto, anche per la "colta" precisazione. Purtroppo il cinema non è il forte per cui non avrei mai potuto accorgermi di questa imprecisione. |
| inviato il 21 Gennaio 2016 ore 23:55
Grazie Filiberto per aver portato alla nostra attenzione questa grande fotografa che non conoscevo. Un ottimo spunto che ognuno di noi puó usare per approfondire. A tal proposito mi chiedo se non sarebbe utile creare una specie di indice, in una sezione dedicata del forum, dove raccogliere gli autori. Una "recensione" dei grandi nomi della fotografia. |
user39791 | inviato il 22 Gennaio 2016 ore 0:02
Sarebbe bello ma ci vorrebbe un intervento di Juza. |
| inviato il 22 Gennaio 2016 ore 10:27
Ho trovato nel sito ufficiale della Magnum una selezione delle foto di scena fatte da Eve Arnold sul set di "A Man for all Season - Un uomo per tutte le stagioni": www.magnumphotos.com/Catalogue/Eve-Arnold/1966/GB-Film--A-Man-For-All- Orson Welles, pur non essendo il protagonista, fa la parte del leone e qui ci sono molte più foto sue che di Paul Scofield che interpretava appunto Tommaso Moro. Evidentemente il vecchio Orson era il più fotogenico. Qui la pagina generale delle foto della Arnold: www.magnumphotos.com/Catalogue/Eve-Arnold.html |
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