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Tempesta su Ouessant


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Tempesta su Ouessant, testo e foto by Cucco1983. Pubblicato il 06 Giugno 2012; 56 risposte, 21789 visite.


Questa era la terza volta di seguito che decidevo, assieme ad altri due cari amici e fotografi paesaggisti, di andare a trascorrere qualche giorno sull'isola di Ouessant nel mese di gennaio. Il mese, assieme a novembre e dicembre, dove su quest'isola di 8x4 chilometri si possono abbattere, anche per un'intera settimana, tempeste che non hanno eguali in nessuna altra parte d'Europa, se non al mondo! Il tratto di mare intorno all'isola, il Mer d'Iroise, è infatti considerato uno dei mari più pericolosi al mondo e la presenza di tanti fari offshore e del faro della Creach, il più potente d'Europa, ne sono una perfetta testimonianza.




Decidere di passare il capodanno su un'isola che conta al massimo 700 abitanti, in mezzo al mare d'Iroise, non è una scelta che farebbero in molti, ma essendo tutti e tre amanti dei luoghi selvaggi, avevamo voglia di passare un capodanno così, lontani dal caos di una città o di qualche altra meta mondana. Ouessant in realtà è una meta abbastanza conosciuta ai francesi e durante i mesi estivi si popola di turisti e di bagnanti che affittano le graziose abitazioni dell'isola. D'inverno l'isola però ritorna in mano ai soli abitanti che vedi girare per le stradine dell'isola con le loro Renault 5 divorate dalla salsedine o intenti passeggiare sul fare della sera con il proprio cane lungo le scogliere, magari fumandosi unsigaro.

Anche le due volte precedenti ho deciso di andare sull'isola durante l'inverno, in primis, come già detto, perchè è più alta la probabilità di vedere qualche tempesta, ma anche perché si può assistere ad una spiccata variabilità meteorologica che porta a fotografare cieli di una profondità unica e giochi di luce meravigliosi. In ultimo, in inverno dei turisti che assaltano l'isola durante l'estate non c'è più traccia e il resto dell'isola è deserto e solo il rumore del vento, delle onde e dei numerosi uccelli che vengono qui a cercare riposo nelle loro rotte migratorie, rompono il silenzio. Se si vogliono respirare le atmosfere vere dell'isola di Ouessant, quelle che l'hanno resa leggendaria come le sue tempeste, consiglio a tutti una visita durante l'inverno. Io da qui torno a casa sempre rigenerato, riposato e con un bagaglio di emozioni sempre molto ricco.




Prima di partire il sito specializzato in previsioni marine "Previmer", annunciava una 3-4 giorni di pura libidine per gli amanti degli eventi atmosferici più violenti. I bollettini parlavano chiaro: dal giorno di capodanno fino al 3-4 di gennaio, l'altezza delle onde sarebbe passata dai 4-5 metri fino a picchi di 12-15 metri. Una tempesta in piena regola! L'adrenalina scorreva già a fiumi e tutti i giorni prima della partenza controllavo di continuo gli aggiornamenti e ogni volta erano sempre meglio o peggio, a seconda dei punti di vista. Io, Davide Ferretti e Francesco Mariani, non vedevamo tutti l'ora di partire. Dopo un viaggio in auto di 1600 chilometri, da Reggio Emilia al grazioso paese di Le Conquet e una traversata in mare di due ore, l'ultimo dell'anno, come da programma, eravamo sull'isola.

Sul molo del porto di Stiff c'era già ad attenderci la proprietaria della casa dove avremmo trascorso le nostre cinque notti sull'isola. Per soggiornare su Ouessant le opzioni sono diverse, ma per un fotografo che vuole restare fuori fino a tardi e non avere orari prestabiliti per mangiare o rientrare, l'opzione migliore è affittare una casa. In bassa stagione per una casa di tre o quattro stanze si spende a testa intorno ai 20 euro! Per capodanno prezzi così bassi credo non si trovino da nessun'altra parte. Sono gli alimenti ad essere molto cari sull'isola e per questo è bene fare rifornimenti prima di arrivare.

Sull'isola di Ouessant non possono girare automobili se non quelle vetuste e arrugginite degli abitanti. Una volta sull'isola occorre quindi noleggiare una bicicletta in una delle tante "Location de Vèlos" sparse per Lampaul. Purtroppo il noleggio non è proprio a buon prezzo, ma è l'unica soluzione perché a piedi diventerebbe molto più faticoso e si sarebbe molto più limitati negli spostamenti giornalieri.




Prima di cena uscimmo con le nostre biciclette verso la Pointe de Pern, il punto più occidentale della Francia ed uno dei punti più affascinanti di tutta l'isola. Qui onde di qualche metro si stavano già abbattendo sulle scogliere acuminate di Ouessant. Scogliere scolpite da un erosione millenaria che ha conferito forme uniche e affascinanti alle rocce di colore rosaceo che caratterizzano quest'isola. Il cielo cupo all'orizzonte annunciava maltempo in arrivo e dentro di me ero già in trepidante attesa. Chi è appassionato di eventi atmosferici eccezionali vive in costante ansia quando si trova a leggere previsioni che annunciano a gran voce eventi di eccezionale portata. Spesso però tali eventi sono molto difficili da prevedere con esattezza e possono essere solo un fuoco di paglia e quando mi sono trovato sull'isola
avevo proprio questa paura. Paura che le onde di 12 metri previste non arrivassero e al terzo anno di seguito che mi trovavo sull'isola, una delusione così sarebbe stata dura da accettare.

Dopo un capodanno festeggiato a zampone, purè, salame e panettone, il primo giorno dell'anno, forti venti provenienti dall'oceano ci diedero la sveglia di primo mattino e non avendo fatto tardi la sera prima decidemmo subito di uscire a piedi verso le bellissime scogliere davanti al faro della Creach e li ci accorgemmo che oltre al vento, anche il mare cominciava decisamente a gonfiarsi. Le onde di questo primo giorno dell'anno erano qualcosa che non avevo mai visto qui su Ouessant e colpivano già per la loro potenza, ma ne io ne i miei amici potevamo immaginare cosa Ouessant aveva in serbo per noi nei giorni a venire.




Dal primo di gennaio fino al tre di gennaio infatti il mare si gonfiò sempre di più e tra le ore 11 e le 14 del tre gennaio assistemmo in presa diretta ad una tempesta eccezionale, ad una dimostrazione della potenza del mare, della Natura, che credo non scorderò mai in vita mia. E' difficile descrivere a parole cosa sia una tempesta qui. L'isola di Ouessant può essere immaginata come uno scoglio in mezzo al mare e quel giorno, su questo scoglio, si abbatterono onde che andavano dai 12 ai 15 metri! I venti quel giorno toccarono i 120km/h e ho ancora bene in mente il dolore sul viso dovuto agli schizzi di salsedine accelerati da questi venti che assomigliavamo a vere e proprie lame sulla pelle! Ho ancora in mente le urla che ci lanciavamo io e i miei amici per cercare di comunicare...urla di gioia generate da fiumi di adrenalina per quello che madre Natura ci stava regalando. Quelle due ore le abbiamo passate ad osservare muri d'acqua scavalcare scogli di 20 metri come se nulla fossero. Una volta che le onde si infrangevano sugli scogli, la massa d'acqua risaliva completamente le pareti verticali delle scogliere per poi scendere dalla parte opposta. Sembrava impossibile che un'onda potesse scavalcare certi scogli, ma quel giorno vedemmo l'impossibile. Scogli dove nei giorni precedenti eravamo saliti a fotografare, il 3 gennaio erano sott'acqua.

Durante quelle due ore abbiamo lottato per cercare di vedere da più vicino possibile l'arrivo di questi colossi d'acqua. Lottato contro venti impetuosi che, trovandosi a dover passare tra le fitte e alte scogliere di Ouessant, aumentavano ancor più di velocità. Spesso ci siamo arrampicati sulle scogliere e, come militari in trincea, alzavamo per brevi istanti la testa per cercare di individuare da lontano l'arrivo delle onde. Una volta che ne individuavi una più alta di tutte le altre, cercavi di seguirne la sua avanzata verso l'isola. Mano a mano che l'onda si avvicinava spesso non credevi ai tuoi occhi. Se all'orizzonte ti sembrava alta, quando la vedevi a 50-100 metri da te, l'onda si gonfiava, si innalzava ad altezze che andavano al di la della più fervida immaginazione!




Ogni volta che alzavo la testa o cercavo di trovare uno scorcio tra le scogliere, vedevo un orizzonte spaventoso. Un orizzonte innalzato di decine di metri rispetto ai giorni precedenti, un orizzonte dove colossi d'acqua erano in rotta di collisione con le scogliere di Ouessant, vere roccaforti naturali. Osservi le scogliere e capisci che sono così perché lottano da tempi remoti contro il mare. Una sfida continua a cui io e i miei amici abbiamo avuto l'onore e la fortuna di assistervi in presa diretta. Il rumore di quella battaglia impetuosa tra il mare e la terra ferma, risuona ancora nella mia mente e nel cuore, si perché non ci si può non innamorare di queste manifestazioni così tangibili della Natura. Tutto sparisce e vivi quegli attimi sperando non abbiano mai fine. Quel giorno il mio viso si è bagnato di salsedine e di lacrime di gioia.

Ero completamente fradicio, esausto, ma sarei rimasto li per ore e ore ad osservare quello spettacolo, ma quando abbiamo iniziato a vedere spruzzi d'acqua sollevarsi dietro scogliere alte almeno 25-30 metri, abbiamo capito che era meglio allontanarsi dalle scogliere. Una volta allontanati però eravamo sferzati ancor più dai venti di tempesta e dopo qualche minuto abbiamo battuto la ritirata, ma alle nostre spalle la battaglia tra il mare e le scogliere di Ouessant era al suo apice. I miei occhi sono riusciti solo a rubare qualche istantanea di quei momenti e quelle istantanee sono ancora vive dentro di me e anche a distanza di mesi mi emozionano ancora.




Purtroppo in quelle ore di pura adrenalina non è stato possibile scattare alcuna foto. Troppo forte il vento, troppi gli spruzzi d'acqua ed era davvero troppo alto il rischio di compromettere l'attrezzatura fotografica . Il giorno successivo scoprimmo dal giornale che i collegamenti con l'isola il tre gennaio, erano stati interrotti e che proprio su Ouessant si erano registrati i record di velocità del vento! Inutile dire che quel pezzo di giornale lo conservo ora in camera.

Finalmente, al mio terzo anno di seguito su Ouessant, il secondo per Davide e il primo per Francesco, ho avuto modo di assistere ad una delle tante tempeste che hanno reso leggendari i fari della Bretagna e l'isola stessa. Un piccolo sogno che si è realizzato.


Stefano Cuccolini, nato a Reggio Emilia il 10 ottobre 1983, Tecnologo Alimentare. Scrive di sè: "Cominicio a fotografare a 16 anni con una compatta analogica Canon, poi con la maturità a 18 anni arriva un regalo inaspettato: la mia prima reflex! Ho iniziato con la fotografia sportiva seguendo le tantissime competizioni rallistiche che si svolgono in Emilia e non solo. Con il tempo però questo genere di fotografia non mi ha più restituito le stesse emozioni ed è cominciata invece una grande passione per la montagna e quindi, di pari passo, una grande passione per la fotografia di paesaggio che coltivo ormai da 5 anni.
Quello che amo di più della fotografia di paesaggio è naturalmente la ricerca della luce e di quelle condizioni atmosferiche che possono restituirti condizioni di luce irripetibili...Non scorderò mai una frase letta in un libro di un famoso fotografo paesaggista statunitense John Shaw: "Per un fotografo paesaggista il brutto tempo è bello". Non mi impongo regole particolari nello scegliere il formato più adatto alla scena, ma certamente amo il formato panoramico (che ottengo unendo più scatti con i software appositi) perchè ritengo che in molte situazioni sia l'unico modo per restituire a chi osserva la fotografia le stesse emozioni che ho provato durante lo scatto.




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avataradmin
inviato il 06 Giugno 2012 ore 10:57

Bellissimo articolo, molto coinvolgente! :-)

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 11:20

Veramente un ottimo articolo, emozionante!

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 11:23

Complimenti all'autore!!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 11:25

Bravissimo Stefano.
Testo ed immagini veramente emozionanti.
Marco

avatarsenior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 11:51

Quoto Emanuele, ...sembrava quasi d'esser li con voi, ...grazie per la condivisione della bella esperienza!;-)

Fabio

avatarsenior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:07

meraviglioso articolo ed esperienza di vita...sto anche io progettando una visita li...sicuramente ti chiedero consiglio!

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:25

Grazie del bel contributo, è anche un ottimo spunto per le prossime vacnze invernali Sorriso

avatarsupporter
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:29

mamma mia che esperienza Eeeek!!! c'è da farsela sotto solo a guardare le foto..immagino dal vivo :-P
Però, come hai detto tu stesso, il fascino di ciò che vedi è più forte della paura..anche se un po' di senno ci vuole..perciò avete fatto poi bene a ritirarvi ;-)
Non ho capito però una cosa.. a che distanza eri più meno?

avatarsupporter
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:31

ps..le foto sono davvero uno spettacolo!

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:45

MOLTO BELLO!!

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:57

Racconto affascinante e immagini davvero bellissime, davvero tanti complimentiSorriso

avatarsenior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:58

Bellissimo articolo e foto stupende.
Un saluto,
Giuseppe

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 13:08

Complimenti! per il coraggio e per l'articolo! che davvero ti porta a sentire l'adrenalina che vi scorreva dentro! e complimenti anche per gli scatti! ;)

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2012 ore 13:26

Complimenti vivissimi!! Un posto da sogno fotografato da uno che ne sa!!! Sorriso

Ciao, Winnie

avatarmoderator
inviato il 06 Giugno 2012 ore 14:09

bellissimo report Cucco!
bravo!Sorriso





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