| inviato il 08 Settembre 2015 ore 0:30
Il mio mezzo di trasporto preferito è la bicicletta, forse perché sono sempre stata una ragazza a cui piace vivere ogni cosa ad una velocità tutta sua, e questa velocità, per me, è quella alla quale pedalo andando avanti. Con la macchina si va già troppo spediti ed è raro essere soli, trovi sempre qualcuno che chiede per un passaggio, che sia un parente, un amico, o uno sconosciuto autostoppista. Il viaggio in bicicletta invece non è per tutti, solitamente si fa in solitaria, o in compagnia di qualcuno che riesce a stare alla tua stessa velocità. È un viaggio selettivo, soprattutto quando trovi qualcuno che riesci a portare a carico senza sbilanciarti ad ogni affondo, a quel punto diventa quasi qualcosa di intimo. La bicicletta ti permette di trovare una scorciatoia,di prendere d'istinto una strada contromano senza trovare una multa ad aspettarti a casa, di raggiungere posti nascosti e mozzafiato che con la macchina sarebbero risultati inaccessibili se un minimo si tiene alla propria vita? È veloce, introversa, curiosa, in un modo tutto suo..un po' come me. Libellula |
| inviato il 08 Settembre 2015 ore 20:54
Per me è persino troppo veloce, sono più da camminata, il più delle volte senza meta. Prendo una strada che conosco con un punto di arrivo prefissato ma non vincolante, poi ci sono le soste per fotografare, e magari si nota un sentiero accattivante mai visto prima che sembra chiamarti per essere esplorato. E allora, con tutte le attenzioni del caso, si devia avventurandosi verso l'ignoto per scoprire nuovi scorci. Al pari della tua visione della bicicletta è difficile trovare qualcuno con cui accompagnarsi, molti vedono solo partenza ed arrivo, considerando il durante una scomodità; partono con la testa basta, ciechi a tutto ciò che li circonda e proseguono fino alla fine. Si perdono la luce che illumina le montagne, i ruscelli ed i fiori lungo il cammino, sono sordi ai fischi dei rapaci che volteggiano nel cielo. Si perdono le situazioni delicate, quando ti ritrovi su una pietraia e il sentiero che si stendeva chiaro alla salita in discesa scompare e si biforca, quando il cielo si copre di nubi e minaccia temporale, si perdono la maestosità della natura. un caro saluto Andrea |
user62173 | inviato il 08 Settembre 2015 ore 20:59
Io preferisco camminare. Farei giornate intere camminando. La mente è distratta, pensi agli affari tuoi e intanto vai...senza dover badare a nulla. Ma capisco benissimo. Tra l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza ho amato tantissimo la bicicletta. |
| inviato il 08 Settembre 2015 ore 22:11
Sono pienamente d'accordo con voi! Quando si ha tempo per noi stessi non c'è niente di meglio di un'interminabile camminata, che sia immersi nella natura o in città, c'è tanto da osservare e fotografare in entrambi i casi (anche se, almeno per me, la natura ha sempre la meglio). Ma quando il tempo scarseggia, nella mia routine quotidiana la bicicletta vince su qualsiasi altro mezzo di trasporto (mi dicono che sono matta perchè faccio giornalmente 50 minuti di bici per andare e tornare dall'università :) ). Zaino in spalla e reflex sempre dietro, in bici, anche se non c'è tempo, 5 minuti per fermarsi e godere delle piccole cose riesco sempre a trovarli :) Grazie per il passaggio e i commenti. Buona serata a voi |
| inviato il 09 Settembre 2015 ore 13:43
La bicicletta (uso quella da corsa, quest'anno è andata male ma di solito ci faccio ca. 11000 km/anno) è un mezzo di trasporto, e questo marca la differenza fondamentale con il camminare. Non è un viaggiare istintivo, primordiale, è comunque tecnologico e se hai delle ambizioni richiede impegno mentale, applicazione e competenza già nel gesto meccanico. Devi saperne di misure, ergonomia, rapporti, biomeccanica, abbigliamento tecnico, di un sacco di cose. Poi, ha una manutenzione, e il prendersene cura per un ciclista assume le caratteristiche delle cure parentali, crea un legame con la tua bicicletta che non è solo amore per il ciclismo, è considerazione, rispetto e affetto per il soggetto, consapevole che tu sei arbitro della sua integrità ma contestualmente gli affidi la responsabilità della tua incolumità e della tua vita. E' un mezzo di trasporto - in questo aspetto condivide qualcosa con la moto - che non ti contiene, sei tu che contieni lui. Non ti porta, sei tu che porti lui, a partire dal rapporto fisico con il tuo corpo e la tua massa: l'auto la guidi, non la porti. Sterzi, freni, ma se ruoti le spalle, sposti la seduta, ti alzi, ti abbassi, neanche se ne accorge. La bicicletta è sensibile, interattiva, reagisce a ogni tuo sospiro, vive con te. Rispetto alla moto è molto più leggera, la tua importanza relativa aumenta, la moto fa un po'più quello che vuole. Essendo un mezzo che non ti contiene, è il modo di viaggiare che ti mantiene più immerso nella vita. Le "4 ruote" sono un eremo di velocità, magari un salotto (penso ai treni...), ma il mondo è fuori. In bicicletta, il mondo è li...e non hai neppure la bardatura astronautica della moto, non hai il rombo che ti nega i fruscii della natura e della vita. La bicicletta è fatica sana, piacevole, rilassante. Anche se osi, anche se tiri, non ti strappa mai i muscoli, non ti fa mai dolere le ginocchia, magari ti svuota di tutto ma lo fa in modo gentile, con il tuo consenso, senza violenza o sopraffazione. Rimane però il monumento al sacrificio: nessuno sport è metafora della fatica come la bicicletta. La ricompensa di tutto ciò sono il senso assoluto del viaggio e la soddisfazione della conquista. Essendo una delle massime espressioni di libertà nel movimento, qualsiasi spostamento in bicicletta rende secondario il dove e assoluto il come: il ciclista è viaggiatore e non turista, non contano il punto di partenza e il punto di arrivo, conta l'infinito vedere, sentire, annusare che c'è in mezzo. Qualsiasi posto tu raggiunga in bicicletta, qualsiasi sensazione tu rubi al mondo, l'hai pagata con la tua sacra fatica, quindi è una soddisfazione impareggiabile con qualsiasi altro mezzo che abbia un motore. In bicicletta quadagni e meriti tutto ciò che in altro modo rubi o ti viene regalato. La bicicletta ti concede delle pause: se vedi un fiore, un gatto, un falco, una casa di pietra, fermi i piedi e continui a viaggiare per un po, concedendoti un istante di attenzione da tributare non al gesto, ma al contesto. Se cammini, le pause le paghi con l'immobilità, la sospensione del viaggio. Certo, cambia poco, ma un infinitesimo cambia...e poi, la bicicletta ti concede un altro raggio di azione e un'altra varietà di situazioni. Infine, ti dona un piacere unico che paghi caro e spesso in anticipo, ma quando arriva... La discesa!! Hai già dato o darai con gli interessi, perchè prima o dopo, a riportare i conti in pari (per la fisica, per te sono sempre in rosso...) c'è la salita. Ma quando vedi la cuspide di asfalto, cominci a sentire le ruote che trascinano i pedali e non viceversa, avverti la velocità, l'aria si fa fresca e ristoratrice, e sai che per un quarto d'ora, mezz'ora sarà rosa senza spine, sarà gioia senza affanni, sarà il cinema senza pagare il biglietto...la discesa è regressiva, sgangherata, anarchica, caciarona, è come tornare bambini. Sapete come ho fatto le mie foto più belle, almeno per me? Bicicletta, borracce, panini, zainetto con corpo e 2 obiettivi, e 120 chilometri per colline e montagne fiorite, tra strade piene di buche, castelli e rocche, filari, poiane, caprioli, papaveri, ranuncoli e grano maturo. Non tutti possono capire la sensazione di assoluta, reciproca appartenenza che la bicicletta instaura tra te e tutto ciò che vedi entro l'orizzonte... |
| inviato il 09 Settembre 2015 ore 22:11
bellissima descrizione di una grande passione che ne comprende dentro di se tante altre :) |
| inviato il 10 Settembre 2015 ore 9:18
Prova a rifletterci....potresti essere pronta per il grande salto!! Bici da corsa, e chilometri in libertà!! |
| inviato il 16 Settembre 2015 ore 12:26
Io ho una Mountainbike che mi regala sempre grandi emozioni, non perché sia un amante delle discese a folli velocità, ma proprio perché mi permette di esplorare luoghi inaccessibili a macchine e altre tipologie di bici, con il surplus di poter coprire anche lunghe distanze rispetto a una normale escursione a piedi. Vi racconto questa storia curiosa sul tema bici: Due anni fa capitò a casa mia (abito in campagna,) un tipo alquanto curioso: Accento siciliano e palesemente trasandato, montava in sella ad una mountanbike alquanto sgangherata con agganciato in modo molto precario un piccolo carretto. Chiese con voce gentile a me e mio padre se poteva montare la tenda in giardino per la notte, stava arrivando un temporale, quindi gli facemmo posto sotto una grossa tettoia. Gli offrimmo subito anche da mangiare, anche se lui inizialmente era restio ad accettare si vedeva che era palesemente malnutrito quindi insistemmo, alla fine accettò il pasto e iniziammo a chiaccherare... Era partito dalla Sicilia e voleva arrivare fino alle Alpi per poi tornare a casa, nel mezzo aveva affrontato difficoltà di ogni tipo con una attrezzatura completamente inadatta ad un viaggio simile, ma lui era li, davanti a noi, con la sua bici sgangherata? Scoprimmo con stupore che nel carretto oltre a pentole, tenda e qualche altro attrezzo da campeggio aveva una montagna di libri!!! Sosteneva di essere un insegnante (ed effettivamente era una persona colta anche se un po' pazzerella), i libri li leggeva durante il viaggio per ampliare la sua cultura, alcuni glieli avevano regalati e altri li aveva scambiati, non gli importava dell'enorme peso, li voleva con se e basta. Il giorno dopo assieme a mio padre gli demmo una mano a sistemare la bici (aveva alcuni raggi rotti e i freni erano finiti), finita la riparazione gli regalammo alcuni pezzi di ricambio oltre a cibo e qualche vecchio libro, il tutto senza che lui ci avesse chiesto nulla; era una persona con una dignità e una serenità incredibili. Lo invidiai quel giorno, mentre tornava in sella alla sua bici mi ero immaginato tutte le avventure passate e future che la vita gli ha riservato. Piccola nota: Appena prima di ripartire ci chiese dove abitasse Orietta Berti, era un suo grande estimatore e voleva passare a salutarla!! |
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 18:56
mi sarebbe piaciuto conoscere questo tipo singolare, sei stato fortunato; una strana e bellissima esperienza :) i viaggi migliori si fanno così: bicicletta+libri+quadernino e penna+macchinetta fotografica+tanta tanta curiosità. |
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 21:20
Ti sei dimenticata lo spirito di osservazione: se non hai il talento innato di notare le cose sfuggenti, di evidenziare la piccola stranezza in un ampio contesto di consuetudine, se vedi solo la mosca nera nel latte e ti sfugge quella bianca, non è che non puoi andare in giro in bicicletta, ma pedali e basta... |
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