Un mese di libertà nell'outback Islandese
Un mese di libertà nell'outback Islandese, testo e foto by
Leonardo670sv. Pubblicato il 14 Luglio 2015; 65 risposte, 16172 visite.
Dopo tanto, mi sono deciso a scrivere un articolo dove discuto un po' più approfonditamente di come ho vissuto la mia esperienza nel nord, precisamente in Islanda: ho abitato da una ragazza a Reykjavik per un totale di due mesi; in questi due mesi ho fatto tre viaggi intorno all'isola, il primo di dieci notti, mentre il secondo ed il terzo di sette notti ciascuno.
Suddividerò il testo in tre parti, che ovviamente rispecchiano i tre viaggi che ho fatto; quindi, andando per ordine, partiamo dal primo!
Primo viaggio Dopo qualche giorno di assestamento passato nella capitale islandese (Reykjavik) il 9 ottobre finalmente parto per la prima avventura, quella più lunga e più "traumatica" per un ragazzo sempre stato nella "bambagia" come me!
Faccio qualche premessa per farvi capire come avevo organizzato il viaggio: per ciò che riguarda il cibo, avevo fatto una leggera spesa in città per coprire quei giorni in cui ero in locations più sperdute in cui non c'era nessuna possibilità di mangiare qualcosa di caldo; per il discorso alloggio invece, avevo considerato la macchina come il mio ostello per quei giorni, un po' per una presa di posizione personale di volerla vivere all'avventura fino in fondo, un po' per rientrare nelle spese, in fondo sono uno studente squattrinato!
Via via approfondirò tutti quanti i dettagli e i vantaggi/svantaggi di queste scelte.
Riprendendo il nostro viaggio, ore 5:15 del 9 ottobre, la ragazza con cui coabitavo mi sveglia, è ora di andar a ritirare la macchina! Per i primi due viaggi la macchina l'ho noleggiata da un amico di questa ragazza, in quanto risparmiavo un bel po' di grana.
La macchina mi aspettava alla BSI, la stazione centrale di Reykjavik per i pullman; una Mitsubishi Lancer..... Station del "92 1.6 benzina (non AWD, FWD), con un cambio automatico così lento e primitivo che nel cambio marcia si riusciva a mangiare un pacchetto di Fonzies se si era un attimo affamati, ve l'assicuro. In più, non funzionavano i fari alti, consumava come una Porsche 911, non si aprivano i finestrini se non il mio per 4-5cm, ed era così rumorosa e rigida che dovevo usare le cuffie per ascoltare la musica perché il rumore dopo un po' dava veramente alla testa; però non mi interessava nulla, volevo solo allontanarmi dalla civiltà e avventurarmi in tutti quei posti che finora avevo visto solo in foto!
Dopo una mezz'oretta di guida, ero nell'estrema periferia di Reykjavik quando vedo che la benzina era calata molto più di quanto pensassi, quindi faccio qualche km indietro e infilo nel primo benzinaio che vedo: qui un imprevisto subito si presenta, non mi riusciva aprire il tappo del serbatoio! Disperato, contatto il ragazzo che me l'aveva noleggiata e gli chiedo aiuto, lui mi risponde che probabilmente il tasto per aprirlo si era ossidato e mi consiglia di usare un piede di porco che c'era in bauleria: lo prendo subito in parola, e sforzando si apre! Questo inconveniente però mi aveva già fatto perdere del tempo e la tabella di marcia mi era già saltata; per l'alba infatti sarei dovuto essere a Geysir, mentre alle prime luci ero sempre poco fuori da Reykjavik ed ovviamente non sarei mai arrivato per l'alba.
Sconsolato, mentre stavo per entrare nel parco di Thingvellir, noto un cartello con sopra scritto "Oxararfoss"; questo nome non mi era nuovo, l'avevo già sentito o letto mentre guardavo qualche foto probabilmente. Sollevato, mi fermo e vado alla ricerca della mia prima cascata; dopo una brevissima camminata, arrivo e per uno che la cascata più grande che aveva visto fino a quel momento era il ruscello fuori casa, rimane già più che colpito dalla bellezza del posto, dalla pace, dalla tranquillità che si traspira in quel luogo.

Dopo essermi goduto un po' il panorama e aver rimesso dentro tutto, ritorno verso la macchina e stavolta mi dirigo verso la destinazione prestabilita: Geysir e Strokkur. Questo è il primo assaggio di ciò che ha da offrire l'Islanda, in quanto si passeggia in un luogo che di terrestre ha ben poco, tra geyser e fonti termali! Incredibile è anche il puzzo che si respira, davvero difficile resistere se non ci si è abituati (come il popolo islandese). A 10 minuti di distanza c'è la cascata Gullfoss, una delle più belle d'Islanda a mio parere, ma anche questa soffre dello stesso problema di "sovraffollamento" (almeno nei giorni in cui ci sono andato io), davvero molti turisti, ma il posto merita tantissimo lo stesso, non fraintendete!
Dopo un pranzo a base di cheeseburger al ristorante appena fuori da Geysir, inizio a pensare a una location per il tramonto: scorrendo su internet tra i posti "da visitare" nelle vicinanze, leggo di una cascata più nascosta e meno conosciuta, ma che mi attira moltissimo dalle prime foto; sapevo dove dirigermi!
Trovarla però non è stato così semplice: non ci sono indicazioni, cartelli, percorsi per raggiungerla, è letteralmente in mezzo al bosco e per arrivarci bisogna cercarsela da soli. Dopo molti tentativi riesco ad intravederla e disboscando mezza vegetazione islandese arrivo in linea d'aria sulla cascatella, un posto incantevole; l'acqua nella parte centrale del corso d'acqua assume un color ghiaccio stupendo, un colore che non avevo mai visto in un corso d'acqua: il suo nome è Bruarfoss!

Appena tramontato il sole mi accingo subito a ritornare verso la macchina, un po' perché mi ero scordato la torcia da testa, un po' perché essendo da solo in mezzo ad un bosco ed avendo ben pochi punti di riferimento, non volevo far la figura del pollo e perdermi il primo giorno che ero in viaggio! Ritorno nel parcheggio della Gullfoss, dove decido di aspettar lì il buio e, in caso si mostrasse, far qualche foto all'aurora. Mi concedo una piccola birra dopo aver cenato con delle infime Pringles (che non posso più vedere) e aspetto. Verso le 10 nulla ancora è venuto fuori, e così decido di avviarmi verso la postazione dove avrei soggiornato la prima notte: Seljalandfoss! C'erano 121km da fare, zero vento, zero neve, zero nuvole e luna splendente in cielo: nonostante questo iniziavo a pensare se era davvero una buona idea dormire in macchina, se ce l'avrei fatta ad addormentarmi o sarei morto di freddo. Arrivato sul posto vedo con moltissimo piacere che non ero l'unico a dormire in macchina e altre 4-5 macchine erano li ferme; con un po' di imbarazzo per il rumore lascio la macchina accesa un po' per riscaldare il più possibile l'aria e dopo essermi lavato i denti con l'acqua del fiume e pulito alla meglio, mi copro con tutto il copribile e dopo un nulla ero già nel mondo dei sogni.
La mattina dopo mi sveglio con le prime luci che facevano capolino da dietro la cascata; con calma esco fuori, mi lavo ancora i denti al fiume, riempio la bottiglia d'acqua per il giorno e mi faccio due belle fette di pan carrè con il miele, godendomi in silenzio quello spettacolo.. Poche cose potranno cancellare dalla mente questo ricordo!
Dopo preparo tutto e mi porto sulla cascata: non conoscendo il posto, non sapevo che il sole sorgeva dietro e questo mi porta ad aver uno scatto della cascata in ombra; poco male, il posto è comunque bellissimo!

Subito dopo, avevo letto su internet di questa cascata nascosta proprio accanto alla Seljalandfoss, chiamata Glùfrabùi; quindi incuriosito mi metto alla ricerca di un insenatura dove potesse celarsi una cascata all'interno; dopo un po' di giri, trovo il punto di entrata: il fiume..... Non essendo munito di gambali ma determinato comunque ad entrare, cerco di saltare maldestramente da un sasso all'altro con risultati scarsi, ma alla fine arrivo all'interno; in tempo zero ero mezzo a causa dei vortici di gocce d'acqua che c'erano, era letteralmente impossibile far uno scatto senza bagnare ogni cosa, e dopo parecchi tentativi e parecchie salviette per pulire l'obiettivo ecco cosa ne esce:

Me ne torno fuori completamente bagnato e con i piedi in particolare zuppi, con la consapevolezza che sarei stato con gli scarponcini umidi fino alla fine del viaggio.
Rimonto in macchina e mi dirigo verso l'altra famosa cascata del sud dell'isola, la Skogafoss; l'orario però non era ottimo e così faccio qualche scatto di prova ma non mi convince e rinuncio! Per pranzo un bel panino con salame che non delude mai, proprio li ai tavoli davanti la cascata, e dopo in marcia verso la destinazione del tramonto: il piccolo paesino di Vik. Passo il pomeriggio a esplorare la zona di Dyrholaey e le spiagge di Reynisdrangar, bellissime spiagge nere e scogliere mi tengono compagnia durante tutto il pomeriggio, fino alla sera dopo il tramonto!

Fatto il tramonto, un'altra cena a base di Pringles mi aspetta! Subito dopo un'idea abbastanza stupida mi viene in mente: e se andassi alla laguna glaciale per la notte? Controllo le previsioni, controllo la strada, guardo le chances di vedere l'aurora, e dopo aver tentato di resistere alla tentazione, parto! 210km mi aspettavano al buio, senza fari alti e senza conoscere la strada, ma va bene lo stesso! La Jokulsarlon (laguna glaciale) era uno dei posti che ero più curioso di visitare, adoro gli icebergs e l'idea di riuscire a vederne qualcuno mi eccitava a dir poco..
Mi metto in marcia, e con una velocità giusta dopo un'oretta e mezza arrivo ad una stazione di servizio per prender un caffè e vedo che preparava dei panini davvero invitanti, così decido di fermarmi per una seconda cena; questa stazione qui doveva esser frequentata da molti camionisti in quanto era tappezzata di foto di camion, sulla neve o meno. Mangiato il panino e col "caffè", se così lo possiamo definire, parto per il pezzo finale; l'aurora veniva ed andava, ma ero determinato ad arrivare sul luogo. Arrivo sul posto e sorpresa incredibile: il Giappone si era appena trasferito alla laguna glaciale! Molti pullman fermi nel parcheggio, macchine che giravano di continuo; insomma, la zona era trafficata ed io pensavo di esser solo! Scendo di fretta e l'aurora stava danzando insieme alla luna che sorgeva, uno spettacolo che non scorderò mai: era sabato sera, ed uno come me abituato a passarlo a ballare con gli amici in discoteca, non avrebbe mai voluto esser in un posto diverso in quel momento! La laguna poi era uno specchio, quindi il riflesso rendeva gli scatti ancora più belli; ero al settimo cielo! Scorrazzavo per la laguna, tra l'altro con temperature neanche eccessivamente rigide, ci si poteva godere lo spettacolo nel cielo anche tranquillamente a sedere sui sassolini, nella pace più assoluta.
Probabilmente se fossi stato in una chiesa, ci sarebbe stato meno silenzio! Una marea di persone come ho detto prima, ma nessuna che fiatava, tutte rispettose e sbalordite di fronte allo spettacolo che la natura ci stava mostrando a noi fortunati. Dopo qualche ora, le nuvole coprono il cielo e quasi tutti se ne vanno; io vado in un parcheggio secondario per poter tener la macchina accesa senza far sciogliere troppo il ghiacciaio e senza svegliare colonie di uccelli a km di distanza.. Riempio la bottiglia d'acqua della laguna pensando che sia acqua dolce ma scopro con molto dispiacere che è solo per 2/3 dolce, e tiro giù qualche sorsata per sbaglio, soffrendo abbastanza; dopo questa brutta esperienza, mi corico e me la dormo più felice che mai!

La mattina dopo, il cielo continuava ad esser totalmente coperto e così mi sposto verso la spiaggia dalla parte opposta della laguna, sperando di ottenere qualche risultato migliore, ma prima tento qualche scatto anche alla laguna:
E dopo essermi spostato sulla spiaggia, la situazione purtroppo non è migliorata affatto, anzi..
Ritorno alla macchina di nuovo mezzo fino ai ginocchi, con i pesci che mi nuotavano negli scarponcini; in più però quella mattina c'ho guadagnato anche un unghia rotta, in quanto un iceberg mi si è spostato sopra il piede con un'onda e quando ho fatto per spostarlo non so come c'ho picchiato e me la sono rotta (la stupidità..). Dopo un bel waffle e un caffè acquoso al bar della laguna, faccio qualche km indietro e mi dirigo stavolta dentro il parco di Skaftafell, dove si cela una delle cascate più particolari dell'intera Islanda: la Svartifoss! Questa è circondata da rocce basaltiche perfettamente rettangolari che la rendono una sorta di organo inverso, o almeno questo è ciò che sembrava a me! Al contrario di tante altre location, bisogna farsi un po' di strada a piedi per visitarla, ma ne vale la pena secondo me!

Sulla strada per il ritorno alla laguna mi fermo alla stessa stazione di servizio per gustarmi un altro panino, dopo una bella camminata mi ci andava proprio! Dopo aver gironzolato tutto il giorno visitando la laguna, al tramonto la luce è poca e punto su qualche lunga esposizione:

Fatto il tramonto, ceno con un po' di cereali (non avevo ancora scoperto l'ottima zuppa di pesce del bar) e aspetto un po' per vedere se il cielo si liberava dalle nuvole e si riusciva a vedere l'aurora, ma nulla; così mi dirigo verso il posto dove avrei trascorso la notte: Stokksnes, Vesturhorn, vicino la cittadina di Hofn, nell'estremo est dell'isola.
Arrivato sul posto la luna piena e le colonie di uccelli che volavano intorno al monte rendevano l'atmosfera quanto meno spettrale, e li ero davvero solo!
La mattina addirittura mi sveglio in ritardo, con le nuvole rosse che già inondavano il cielo; preso dalla furia, mi preparo e cerco in fretta una buona composizione, con la laguna completamente ghiacciata un riflesso classico ci stava benissimo:

Dopo aver provato anche qualche altra compo, mi dirigo verso il grande nord: la destinazione per il tramonto era la cascata Dettifoss, che si rivelerà poi esser la mia preferita tra tutte, imponente e surreale come poche! C'erano quasi 500km, quindi era tempo di mettermi in marcia e godermi tutti i fantastici fiordi dell'est; uno dei primi punti dove ho temuto che la mia auto non ce la facesse è stato quando ho scelto di prendere la scorciatoia per arrivare a Egillstadir (il nome della strada era Oxi); salite fino al 17% completamente sterrate, mai viste dalle mie parti cose simili!
Arrivato ad Egillstadir, che è l'unico paese che si trova tra il sud est e il nord est, mi fermo da Subway (sempre sia lodato) a mangiarmi un bel panino e per sgranchire un po' le gambe; dopo qualche altra ora di viaggio, inizio ad avvicinarmi alla destinazione, e con essa mi avvicino anche a strade molto nevose e poco pulite! La macchina se ne andava dove voleva e la visibilità era poca a causa della foschia; in più il navigatore mi ha fatto prendere la via più tortuosa per arrivare alla cascata, quella che arriva alla sinistra della cascata (ce n'è un'altra che arriva dall'altra parte ed è tutta asfaltata, questa qui era peggio che guidare sui sampietrini!); per carità, il panorama era migliore a mio parere, però arrivarci è stata davvero una sudata tra ghiaccio e strada orribile!

Fatto il "tramonto", se così si può chiamare quella coltre di nuvole indefinite, con tanta pazienza me ne vado sulle rive del lago Myvatn per passare la notte; aveva iniziato a nevicare quando arrivo nel primo paesino che si trova sulle rive del lago; trovo una taverna molto accogliente dove facevano da mangiare e mi fermo per la cena; li vicino trovo un parcheggio e decido di fermarmi li, anche perché la neve ormai aveva ricoperto la strada e la visibilità era davvero limitata.
La mattina dopo, il tempo era un po' migliorato ma per star in piedi bisognava averci i ramponcelli perché altrimenti il grip era pari a 0; ovviamente io non li avevo.. Con tutta la calma del mondo cerco un posto carino sulle rive del lago e mi fermo per l'alba:

Appena la luce migliore mi abbandona, mi dirigo ancora più a nord, nel piccolo paesino di Husavik, la capitale islandese del whale watching! La strada per arrivare a quel paesino sembra quella delle montagne russe, tutto un sali scendi con delle pendenze fino al 14% e la strada completamente innevata, ma la mia amata auto non mi ha abbandonato neanche qui! Husavik è forse il paesino che mi è piaciuto di più tra quelli che ho visitato, forse perché aveva un'aria più tipica rispetto a tutti quelli che avevo visto finora!
Alla fine del tour posso dire di aver avvistato diverse megattere e una balenottera minore; un risultato per niente male!

Appena sceso dalla barca, coi minuti contati mi dirigo in fretta e furia verso la cascata forse più famosa di tutto il nord, la Godafoss! Avevo programmato di far lì il tramonto ma visto che il cielo era molto coperto anche arrivando un po' in ritardo le condizioni non sarebbero cambiate più di tanto; arrivo infatti ad ora blu inoltrata, cosicché con il filtro che avevo (un 9 stop della Hitech, filtro che non consiglierei a nessuno) potevo raggiungere già esposizioni di minuti senza alcuna forzatura; arrivo proprio sul ciglio della cascata innevata e dopo poco ricomincia a nevicare; dopo aver fatto qualche scatto che mi aveva soddisfatto, me ne torno alla macchina per avviarmi alla ricerca di un posto dove poter passare la notte: mi spingo quindi verso la seconda città per grandezza di tutta l'Islanda, Akureyri; affamato come non mai, cerco un parcheggio e mi faccio una tranquilla passeggiata lungo il centro, rimanendo piacevolmente colpito dalla tranquillità e bellezza di questa piccola perla del nord! La città sorge nel punto più interno di un fiordo, lungo il mare, con un panorama a dir poco suggestivo. Trovo un Hamborgarafabrikkan nelle vie del centro (una catena di ristoranti con qualche sede sparsa a Reykjavik e qua), e visto che avevo già assaggiato gli ottimi panini che facevano nella capitale, decido di fermarmi per mangiare un boccone. A tavola inizio a cercare un posto nelle vicinanze dove poter dormire e possibilmente con un cielo favorevole all'osservazione dell'aurora, in caso decidesse di farsi vedere: inizio a leggere di questo paesino in cima al fiordo, chiamato Siglufjordur, molto tipico e, stando alle previsioni, con meno nuvole rispetto a qualsiasi altra zona nelle vicinanze. Dopo cena quindi, mi accingo ad andare ancora più in su, sperando di non trovare condizioni proibitive lungo la strada; fortunatamente le mie richieste vengono esaudite, la strada è molto pulita e raggiungo il paese dopo un'oretta di viaggio; purtroppo non sapevo che in una galleria qualche km prima di arrivare c'erano degli autovelox e la velocità da 90km/h era scesa a 70km/h, e il primo della serie è tutto mio! Vedo la luce rossa che si illumina e li per li non pensavo fosse un autovelox ma qualche segnalazione strana; quando poi vedo anche il flash riconnetto subito e mi mordo la lingua! Comunque sia ero di pochi km sopra il limite, qualche settimana dopo il ragazzo da cui avevo preso la macchina mi notificherà che erano circa 27€ di multa; considerando quel che avevo letto su internet riguardo alle multe in Islanda, c'avevo il cuore in gola! Non immaginate che sollievo saper che non mi partiva qualche centinaia di euro per una disattenzione.
Dopo qualche giro intorno al paesino, continuo sulla strada per neanche un km e mi fermo su uno spiazzo in cima al fiordo, da cui avevo una vista incredibilmente bella!
Purtroppo, nonostante il cielo fosse effettivamente più pulito, c'erano sempre troppe nuvole in cielo per tirar fuori uno scatto decente, così dopo un po' di attesa scaldo come al solito all'inverosimile la macchina e mi copro stile omino Michelin per passare la notte; in queste notti più fredde ho scoperto che gli sportelli della macchina non sono ben registrati e appena si spegne il motore degli spifferi iniziano a soffiare in tutta la macchina, cosicché dopo neanche mezz'ora sembra di esser fuori a dormire! Poco importa perché dopo giornate come queste, passate a guidare e a camminare, sempre in giro, senza mai riprendere un attimo fiato, mi bastavano cinque minuti per cadere nel sonno più profondo! Ammetto però che qualche sera mi sono addormentato a motore acceso, consumando quantità non indifferenti di benzina (e forse uccidendo qualche specie in via di estinzione), per non patire il freddo tutta la notte.

Il mattino dopo posso ammirare il paesino in tutta la sua bellezza, che sorge proprio ai piedi di montagne imponenti e completamente imbiancate! Un difetto che hanno gli islandesi è quello di aprire i locali incredibilmente tardi; sembra che nessuno si svegli/lavori prima delle 9:30/10 di mattina! Qui in Italia siamo abituati a trovare i bar già aperti verso le 6, 6:30; lassù prima delle 9 trovare qualsiasi negozio o locale aperto era semplicemente un'assurdità! Poco male, i miei toast con il miele mi hanno accompagnato per tutto il viaggio, come del resto la bottiglia rigorosamente riempita ogni mattina in qualche fiume vicino!
Tanta gente quando dico che bevevo l'acqua dei fiumi mi guarda schifata, pensando che ho rischiato la vita prendendo chissà quali malattie; in realtà tutte le acque dolci dell'Islanda sono potabili e purissime, infatti nei negozi difficilmente si trova acqua naturale ma soltanto quella frizzante.
Da notare che in quel piccolo paesino ho trovato l'unico bar che mi ha servito un caffè in tazzina, mentre in tutti gli altri dell'isola ho bevuto sempre acqua sporca in poche parole! Anche questo ovviamente non era il nostro caffè, ma era pur sempre un passo avanti.
Dopo il caffè mattutino mi metto in viaggio per una delle destinazioni che più mi incuriosiva, il monte Kirkjufell! C'erano quasi 500km da farsi, quindi gambe in spalla. Dopo circa 250km vedo un cartello che indicava un paese chiamato Hvammstangi, con accanto un disegno di una foca con scritto "Icelandic Seal Center"; tutto gasato e in anticipo sulla tabella di marcia, decido di farci un salto per capire di cosa si trattasse e se effettivamente c'era la possibilità di vedere qualche foca; arrivato sul posto scopro che era solo un centro informazioni/negozio di souvenir, ma effettivamente in quella penisola lì c'erano diversi punti dove poter praticare seal watching. Deciso a vedere qualche foca, arrivo fino in cima alla penisola (questa si chiama Vatnsnes) ma l'unica foca che vedo di sfuggita in riva al mare (la strada è in cima al fiordo e la costa scende a picco) si rivela poi essere una pecora che non so come possa esser finita laggiù.. L'entusiasmo si spegne dopo un po' di ricerca e me ne ritorno sulla Ring Road per la destinazione finale.
Lungo la strada c'è un paese chiamato Blonduos dove ci sono diverse stazioni di servizio: dentro quella più grande (della compagnia N1) potete trovare degli ottimi hot dog, specialmente se siete affamati!
Qualche ora dopo e con qualche caffè in più nelle vene, arrivo finalmente a destinazione: devo dire che la famosa montagna a forma appuntita, finché non si arriva proprio al parcheggio e si guarda da quella prospettiva, non si riconosce.
Il tempo non prometteva niente di buono, infatti il cielo rimane coperto e il sole ormai non ricordo più nemmeno che forma abbia! Fatta qualche foto al tramonto di cui sono poco convinto, con tutta la tranquillità del mondo me ne torno al paesino proprio accanto al monte, chiamato Grundalfjordur; qui scopro un ristorantino chiamato Ruben, dove forse ho mangiato la pizza più buona di tutta l'Islanda; in linea con i prezzi islandesi per una pizza con qualcosa sopra e una birra spenderete sicuramente più di 20€, circa 25€ diciamo, che per una pizza lo trovo un prezzo assurdo, ma quassù ogni cosa costa il triplo rispetto all'Italia quindi bisogna abituarsi..
A stomaco pieno me ne torno nel parcheggio delle Kirkjufellfoss (le cascate tanto famose), e dopo aver passato un po' di tempo a contemplare la bellezza del posto, rassegnato all'idea di non vedere nemmeno stasera l'aurora, mi lavo i denti usando l'acqua della laguna vicino alle cascate ma anche qui ci rimango fregato; stupidamente non avevo pensato che dall'altra parte della strada c'è il mare e logicamente c'era uno scambio d'acqua tra le due parti, quindi mi ritrovo con il solito saporaccio salmastro in bocca.. Mi avvicino quindi alle cascate (ci vado proprio sotto), sicuro che lì l'acqua doveva esser dolce per forza e infatti così era!
Il mattino dopo la situazione era molto umida e il cielo era pieno di foschia, però per lo meno molte nuvole se ne erano andate e c'era una speranza di aver un po' di luce calda nelle foto:

Ero arrivato sul posto con largo anticipo, e dopo un po' a starmene lì fermo al freddo stavo congelando! Dopo aver aspettato la luce fino a mattina inoltrata, ritorno nel paesino e con pazienza aspetto che il piccolo market del paese apra per prendermi un "buon" caffè caldo e poter esplorare i dintorni: infatti dopo l'ammazzata del giorno prima, volevo starmene nei paraggi ed esplorare un po' la penisola di Snaefellsness che sicuramente è uno dei posti che a livello paesaggistico ha più da offrire!
Durante il giorno visito la chiesa nera di Budir, una chicca dall'altra parte della penisola, a circa 40km dal monte! Dopo aver girato nella zona, mi sposto per il tramonto in un posto forse non molto frequentato, ma che sicuramente a me è rimasto nel cuore come pochi: i campi di lava Berserkjahraun. Qui sembra davvero di esser su un'altro pianeta; un paesaggio completamente desolato ma allo tempo brulicante di vita mi si pone davanti agli occhi; lava solida, muschio ed altre erbe era l'unica cosa che si poteva vedere, unita a dei monti in lontananza; sembra di entrare nella terra dei morti, fatta da formazioni laviche inquietanti ma allo tempo magnifiche. Scendendo dalla macchina e facendo un po' di passi fuori dalla strada sterrata "principale" si rischia di perdere subito qualsiasi punto di riferimento in quanto sembra tutto uguale! In più il muschio sulla lava era così soffice che ci si poteva tranquillamente sdraiare sopra e farsi un pisolino, se non fosse stato umidiccio; rimaneva comunque la cosa più comoda su cui mi stendevo da diverse notti...
Non so se la scelta di far un tramonto qui, in un posto un po' più sconosciuto come questo, invece che al Kirkjufell nell'unico giorno in cui la luce era buona e le nuvole erano interessanti sia stata quella giusta, so che non me ne sono mai pentito!

Dopo il tramonto me ne torno al parcheggio del Kirkjufell per passare la notte; il cielo torna coperto e le perdo le speranze dopo poco, la stanchezza prende il sopravvento e cado nel sonno profondo!
Il giorno dopo, dopo aver fatto l'alba alle cascate del monte senza buoni risultati, me ne vado a prendere il solito caffè mattutino al bar. Essendo relativamente vicino a casa (200km dalla capitale) ed avendo ancora due notti da passare al freddo, decido di cambiare i miei piani e fare un passo indietro: me ne ritorno un po' a nord, precisamente nella penisola di cui ho parlato poco sopra, Vatnsnes! Questa volta però vado dalla parte opposta dell'isola, verso una località chiamata Hvitserkur; questo posto è famoso per la roccia basaltica che si erge nel mare e intorno alla quale girano svariate leggende, alcune delle quali la dipingono come un troll pietrificato dalla luce solare ed altre come un dinosauro pietrificato mentre era intento a brucare l'erba! Dovevo farmi 260km verso nord est per visitare questo posto, così mi metto in marcia: arrivo ovviamente con largo anticipo e colgo l'occasione per esplorare un po' la zona, che forse è uno dei punti più isolati da quando sono partito; scopro poi leggendo in rete che anche questo era un buon punto per avvistare foche, così monto il Sigma 150-500 e inizio a setacciare la costa; vengo incoraggiato da un altro fotografo che arriva sul posto dopo poco e scende con un 70-200 montato in canna. Dopo averci scambiato due discorsi scopro che non aveva nemmeno idea che ci fossero le foche e che era lì solo per fotografare la roccia; stavolta neanche una pecora riesco ad avvistare, e con l'arrivare del tramonto cambio obiettivo e scelgo una composizione che mi convincesse; purtroppo il sole tramontava dall'altro lato e la luce sulla roccia se n'era già andata da un pezzo!

Fatto il tramonto, me ne torno in macchina e dopo un bel tubo di Pringles entro come al solito nella fase di attesa: anche stasera la signora in verde decide di non farsi vedere, con un cielo semi-coperto che a sprazzi offriva qualche possibilità di veder le stelle. Dopo il solito rituale di riscaldamento, con meno imbarazzo visto che ero solo e non davo noia a nessuno, mi addormento nel silenzio più totale.
La mattina dopo, il cielo era più cupo che mai e a tratti pioveva quindi decido di non scendere e scegliere la prossima location da visitare: visto che la linea telefonica prendeva male, ho usato una buon vecchia mappa cartacea dove mi ero appuntato tutti i posti da visitare; come location per la notte scelgo di ritornare dove tutto è iniziato, cioè nel Golden Circle, a Geysir! In qualche modo mi mancava, volevo ritornarci e provare qualche scatto al geyser e alla Gullfoss. C'era però un posto che prima volevo visitare: le Hraunfossar, una serie di piccole cascate che come vene scendono giù da una parete rocciosa. Per arrivarci ho dovuto far diverse strade sterrate, alcune delle quali davvero dissestate, con sassi lungo la strada davvero enormi; ma ne è valsa sicuramente la pena, queste cascate anche se non sono certo paragonabili a Gullfoss, Dettifoss ecc, fanno sicuramente la loro figura!

Dopo una bella visita a queste cascate mi rimetto in marcia per la destinazione finale: Geysir! Arrivo con un po' di anticipo sul posto, cosìcche posso "gustarmi" una zuppa di agnello al ristorante del posto; rimpiango di non aver preso un classico cheeseburger, ma sono dell'idea che se si visita un posto le specialità culinarie vanno assolutamente provate!
Quel giorno i turisti erano decisamente di numero inferiore e riesco senza troppi problemi a trovare una buona composizione:

Per il tramonto vero e proprio però scelgo di spostarmi alla Gullfoss, ma in linea con la sfiga che mi ha accompagnato lungo tutto il viaggio quella poca luce che c'era se ne va e lascia il posto a un cielo nuvoloso e minaccioso che mi impedisce di portare a casa lo scatto che desideravo.. Dopo aver aspettato il calar della notte, me ne torno al parcheggio dove avevo lasciato la macchina e da lì sapevo che non mi sarei più mosso, quindi tanto valeva prendersi una bella birra al negozio di souvenir/ristorante della cascata e godersi la tranquillità; il bello di questi posti è che, anche se sono fortemente turistici durante la giornata, appena il sole sparisce la gente si dilegua, i tour se ne vanno, i parcheggi si svuotano ed i ristoranti chiudono incredibilmente presto; insomma, restare soli è un attimo!
Non che mi dispiaccia, anzi, dopo nove notti in giro mi ero abituato all'idea di passar la notte da solo e anzi se non c'erano macchine nei paraggi che sostavano come me era quasi meglio perché il rumore che faceva la macchina era veramente imbarazzante e mi dispiaceva svegliare sempre tutti quando durante la notte dovevo scaldarmi un pochino. Il bello dell'Islanda è che ci si può fermare praticamente ovunque (ovviamente non in zone private o dove si può disturbare qualcun altro) e passare la notte in macchina senza alcun problema, nessun vi verrà mai a dir niente! E devo dire che questo discorso del dormire in macchina, nonostante comporti i vari sacrifici del caso, vi ricompenserà con dei vantaggi non da poco in certi casi: la mattina sarete già a due passi dalla location dove volete scattare, quindi non dovrete guidare assonnati per km; quando ci si sveglia in un bel letto comodo si è incentivati a tirare lungo e non alzarsi, mentre quando si dorme in macchina e ci si sveglia la prima cosa che vi verrà in mente è uscire fuori e sgranchirsi un attimo! E per finire, un altro vantaggio da non sottovalutare in caso di un viaggio come questo, è che se nel mezzo della notte vi svegliate e vedete l'aurora in cielo, vi basterà prendere la roba e in cinque minuti starete scattando! Vantaggio non da poco rispetto a vederla dall'albergo in veste da notte da sotto le coperte, credetemi!
Il mattino dopo, con un cielo nuvoloso come non mai, mi accingo ad avvicinarmi verso casa, e nel farlo passo prima dal lago Thingvallavatn per far un po' di birdwatching. Mi avevano detto che nella zona era facile avvistare diverse specie di anatre ed altri uccelli, quindi incuriosito inizio ad esplorare le sponde di questo lago, dove tra l'altro sfociano le acque del fiume Oxara (quello che creava la prima cascata che ho fotografato il primo giorno di viaggio). Dopo qualche ora di giri non trovo niente di davvero interessante se non molti germani e qualche anatra bianca e nera di cui non conoscevo il nome. Verso una certa ora quindi mi accingo a concludere il primo viaggio e tornarmene a casa a Reykjavik.
Qui si conclude il primo viaggio, quello più lungo e "corposo", dove ho esplorato tutti i posti per la prima volta e dove ho iniziato a preferirne alcuni e considerare meno altri; sicuramente Jokulsarlon mi è rimasto nel cuore più di qualsiasi altro posto, non so perché ma quegli iceberg, quei riflessi, quella spiaggia, quel bar così amichevole, quell'ottima stazione di servizio 50km prima, tutti questi fattori hanno contribuito a farlo entrare nella mia mente come uno dei posti più belli che io abbia mai visto finora.
Devo dire per esempio che nel giudizio di tanti altri posti invece sono stato condizionato dalle condizioni pessime della strada/meteo (per es. Myvatn); quando si deve star sempre concentrati a non perder un attimo di vista la strada se non si vuol finire in un fosso, si vive il paesaggio molto peggio, per quanto possa esser bello!
Secondo Viaggio:
Il secondo viaggio è stato forse quello in cui sono stato più sfortunato; su sette notti totali solo una notte il cielo era pulito, ma l'aurora non si è comunque mostrata. Gli altri giorni sono stati molto burrascosi, in tutta l'isola non ho fatto altro che prendermi acqua e neve! Stavolta però conoscevo meglio i posti, sapevo dove sorgeva e tramontava il sole e quindi quali fossero i posti migliori per godersi l'alba e il tramonto!
La formula del viaggio ricalca quella del precedente: solita macchina presa dal solito conoscente, spesa a Reykjavik per i punti dove non potevo mangiare qualcosa di caldo, per dormire avrei usato la macchina.
La partenza questa volta è stata all'orario di pranzo, non all'alba come la volta precedente; la prima tappa era la Seljalandfoss, la famosa cascata dove si può camminare anche dietro di essa; la volta precedente ero lì all'alba e non avevo la luce giusta, così questa volta speravo di beccare un bel tramonto per far lo scatto che avevo in mente!
Dopo 120km circa sulla Ring Road arrivo a destinazione e la situazione era molto nuvolosa, con un vento forte ma nulla di pericoloso per ora; scendo e scelgo la composizione che più mi piace e lì aspetto il tramonto; fortunatamente all'orizzonte un po' di luce buona era rimasta, così da poter tirar fuori lo scatto che volevo:

Dopo il tramonto la situazione peggiora e mi dirigo verso quella che avevo scelto come location per la notte/alba: Vik.
Lungo la strada però, nonostante le condizioni non fossero certo le migliori, scelgo di fermarmi per far qualche scatto alla magnifica Skogafoss, la cascata forse più rappresentativa dell'Islanda:

Considerando che il vento stava aumentando e la pioggia pure, ritorno alla macchina e raggiungo dopo una quarantina di km il paesino di Vik; mi fermo alla stazione di servizio per mangiare qualcosa ed aveva iniziato a piovere molto forte; dopo aver cenato, torno indietro di qualche km per raggiungere la costa di Dyrholaey, dove potevo riscaldarmi in tranquillità senza dar noia a nessuno. La visibilità però era scarsissima, e senza fendinebbia e fari alti dovevo andare a passo d'uomo, con raffiche di vento incredibili e la pioggia che si scaraventava sul vetro a secchiellate! Imbocco la strada per Dyrholaey quando dopo qualche centinaia di metri dal nulla entro completamente in un pozzo d'acqua: probabilmente a causa della pioggia e del mare mosso la laguna interna aveva allagato strada e quant'altro unendosi al mare. Ero disperato, per un attimo ho anche pensato di scender dalla macchina e cercare di salvare il salvabile (me!); prima però ho tentato con qualche tentativo di far una retro disperata per uscire dall'acqua e dopo magari con calma e attenzione ritornarmene al paesino dove eventualmente potevo trovare qualcuno a cui chiedere aiuto! Dopo un po' la macchina mi prende aderenza e riesco a ritornare dove l'acqua era poca in modo da potermi rigirare e tornarmene da dove venivo! Penso sia stata una delle scene più "paurose" di tutti i miei viaggi, ero veramente nel panico!
Dopo esser rientrato a Vik, parcheggio dietro il muro della stazione di servizio in modo da cercar di prendere meno vento possibile; il vento però era così forte che ad un certo punto volevo andar a buttar via delle cartacce, ma in quel momento il vento spingeva sul mio sportello e non riuscivo a uscire! E' stata veramente una serataccia quella, infatti è stata una di quelle in cui ho lasciato acceso il motore acceso tutta la notte sperando di dormire meglio, ma per la maggiorparte sono stato impossibilitato a dormire per le scosse che muovevano la macchina.
Il mattino dopo il vento e la pioggia non accennavano a smettere, ma nonostante questo ho voluto far qualche scatto di prova lungo la spiaggia per vedere se riuscivo a tirarci fuori qualcosa: l'unica cosa che mi sono preso è tanta sabbia in faccia, e devo dire che faceva davvero male! Per non parlare di quella che mi è entrata in ogni possibile apparecchio o tasca; la macchinetta e l'obiettivo poverini hanno sofferto non poco quella mattina, ma ce l'hanno fatta comunque!
Dopo una vitale colazione, un po' assonnato mi rimetto in viaggio verso la destinazione del giorno: la laguna glaciale Jokulsarlon.
Lungo il tragitto comunque, c'era un posto un po' meno conosciuto che volevo visitare, incuriosito da qualche scatto che avevo visto sul web: il canyon Fjadrargljufur. Devo dire che è a cinque minuti di macchina fuori dalla Ring Road, ma varrebbe la pena visitarlo anche se fossero stati cinquanta!

Dopo una bella scarpinata lungo il canyon, mi rimetto in cammino sotto un cielo che mi stava concedendo sempre più speranze; dopo la classica pausa pranzo all'ormai conosciuta stazione di servizio una cinquantina di km prima della laguna, il cielo era davvero interessante, pieno di belle nuvole, zero foschia e con tutti i presupposti per presentare un bel tramonto al momento giusto; ma si sa, siamo in Islanda, dove non è usanza portarsi dietro l'ombrello perché le condizioni meteo cambiano troppo velocemente. Puntualmente arrivo alla laguna e al tramonto il cielo è molto cupo, e lascia spazio soltanto per un bagliore lontanissimo e non concede niente di più. Dopo qualche scatto alla spiaggia, mi rinchiudo nel bar e preso dalla fame, assaggio la zuppa di pesce che tutti acquistavano: era davvero deliziosa! Da quel momento mi ci sono veramente strafogato, mangiandone a scodelle ogni volta che passavo di li, non importava l'orario.

Durante la notte il meteo non è migliorato, e il mattino dopo non scendo nemmeno dalla macchina a causa della pioggia veramente forte e del cielo privo di forma; purtroppo fino a quella sera lì la perturbazione colpiva tutta l'Islanda, ma la notte successiva proprio qui alla laguna Jokulsarlon le previsioni davano cielo totalmente pulito; volevo quindi esser qui il giorno dopo, ma volevo fare anche un saluto alla Godafoss e alla Dettifoss, le due cascate del nord che mi erano rimaste davvero nel cuore nel viaggio precedente, nonostante tutti gli inconvenienti meteorologici. Decido quindi per l'opzione più stancante possibile: partire proprio adesso e arrivare a far il tramonto alla Dettifoss, trasferirsi alla Godafoss per la notte e farci l'alba il giorno successivo, per poi ritornare giù alla laguna glaciale in cerca dell'aurora. Mi metto subito in viaggio, con la pioggia che mi accompagnerà lungo tutto il tragitto; questo però non sminuisce la bellezza dei posti in cui si passa. Forse uno dei più grandi rimorsi che ho è quello di non aver dedicato qualche giorno ai fiordi dell'est, perché erano veramente posti stupendi e non gli ho dedicato l'attenzione che meritavano; mea culpa.
Dopo diverse ore di viaggio lungo questi stupendi posti e superato Egillstadir attraverso le highlands che portano nel nord (forse i posti più isolati di tutta l'Islanda, lì veramente è facile non trovare nulla di nulla per decine e decine di km), arrivo al bivio per la Dettifoss; la strada da "leggermente sdrucciolevole" diventa "fortemente sdrucciolevole" e poi "nevosa" e negli ultimi 3km di strada "bloccata dalla neve". Con molto rammarico e giramento di scatole me ne torno indietro e mi dirigo verso la Godafoss per passare la notte, sotto una pioggia/neve che non accennava a smettere. Ricordo che quella notte era un sabato sera, e verso le 4:30 una macchina si fermò nel parcheggio dove mi ero fermato, e da questa auto scesero due ragazzi per far pipì evidentemente ubriachi. Mi passarono proprio accanto e mi abbagliarono con i fari, al che io mi sollevai per vedere cosa fosse, completamente bardato da sciarpe ecc. Questi mi notarono, e iniziarono ignorantemente a strombazzare col clacson e urlarmi parole in islandese che ovviamente non capivo, anche se non ci voleva un traduttore a capire cosa stessero dicendo.. A volte parlano tanto degli italiani ignoranti, ma in certi casi c'è proprio da dire che tutto il mondo è paese!
Il mattino dopo il nevischio aveva cessato di cadere ma il cielo era sempre completamente coperto; i pochi scatti che tiro fuori da quella mattina non mi dicono niente, purtroppo la luce mancava completamente. Dopo un bel caffè al bar della cascata, mi rimetto in viaggio per tornare verso il sud; gli spazzaneve però dovevano passare e la strada era "vey slippery" come recitava il sito ufficiale della viabilità islandese. Tradotto in altre parole, la macchina non stava dritta e richiedeva molta concentrazione guidare su una strada in quelle condizioni.
Dopo una bella sudata fino quasi a Egillstadir, lì la situazione si stabilizza e l'asfalto torna ad esser asfalto e non ghiaccio.

Ero abbastanza in anticipo e inizio a pensare se far un salto anche a Stokksness, visto che non era poi così fuori tragitto; arrivato di fronte al monte, il tempo era ancora molto minaccioso; faccio gli scatti che mi interessavano e quando ho finito percorro gli ultimi km che mi separavano dalla laguna.
Arrivo preciso per il tramonto, e le nuvole erano sempre li con me, ma sta volta erano definite e non dispiaceva affatto riprendere un cielo così minaccioso.
Le previsioni, nel frattempo, erano cambiate e il giorno di bel tempo si era spostato al giorno successivo; senza furia, decido di star li ed aspettare il giorno dopo, senza più muovermi.
La mattina dopo si inizia ad intravedere la prima luce, anche se il cielo non voleva aprirsi del tutto; meglio, l'atmosfera era dieci volte più surreale!

Durante il giorno il cielo effettivamente si è pulito sempre di più e finalmente ero speranzoso di poter vedere l'aurora appena il buio sarebbe calato. Durante il giorno ricordo anche di aver preso parte al Jokulsarlon Boat Tour, che per 25€ circa ti fanno fare il giro della laguna con un mezzo anfibio e ti fanno pure assaggiare un pezzo di ghiaccio vecchio di 800 anni; 800!
Il tour però finiva proprio sull'orario del tramonto e avevo paura di perdermi uno dei pochi tramonti buoni che avevo a disposizione per colpa di un mio errore di calcolo degli orari.
Fortunatamente si attracca proprio cinque minuti prima e riesco in fretta e furia a trovare una composizione convincente e far qualche scatto, prima che la luce mi abbandoni completamente!

Ad ora blu inoltrata, me ne vado al bar e mi gusto un bel po' di zuppa con una bella birra islandese. Passano le 18, le 19, le 20, le 21 e così via, ma di aurore nada.. Verso l'una e mezzo con gli occhi che mi si chiudevano, imposto una sveglia ogni ora e mi riposo un po'. Nonostante i vari check up notturni, quella sera l'aurora non si fece vedere.
Il mattino dopo, il cielo era un po' nuvoloso ma nulla di drastico; mi dirigo sulla spiaggia lì accanto per far qualche scatto e la situazione è davvero interessante.
Dopo l'alba, inizio a guardare dove poter dirigermi in cerca di bei cieli e posti stupendi. Scopro con dispiacere che la zona della laguna glaciale era l'unico posto in tutta l'isola dove quel giorno non stesse piovendo, quindi scelgo di rimanere lì un altro giorno. Purtroppo avrei voluto spostarmi, ma se dovevo ritornare sotto la pioggia o la neve, preferivo rimanere dove le condizioni erano più favorevoli.
Ricordo che le previsioni davano cielo pulito fino alle 18, poi avrebbe iniziato ad annuvolare e il mattino dopo sarebbe dovuto piovere pure lì.
Effettivamente alle 18 la prima nuvola è arrivata nel cielo, seguita poi da svariate altre che in poco tempo hanno tappato ogni stella del cielo. C'era poco da fare, se non coricarsi e farsi una bella dormita. Nel frattempo, da quella sera a Vik in cui il vento mi aveva giocato davvero brutti scherzi, avevo comprato due nastri isolanti e prima di andar a letto "scocciavo" tutte le fessure della macchina per evitare che spifferi e goccine d'acqua si infiltrassero. Per esser una soluzione da 4€, ha fatto un eccellente lavoro!

La mattina dopo, avevo una destinazione: Kirkjufell! Era una bel viaggetto, ma potevo sperare di aver un cielo un minimo più pulito in quella zona; all'alba parto e dopo ore di viaggio, arrivo alla montagna tanto famosa; purtroppo le condizioni non erano come speravo, tutt'altro! Passo la notte lì ma la pioggia continua a scendere, senza mai fermarsi. A tratti nevicava anche, ma veniva portata via completamente dalla pioggia successiva.
Dopo una bella pizza da RuBen, ritorno al parcheggio delle cascate e ormai senza speranze, mi addormento!
Il mattino dopo dovevo rientrare a Reykjavik, quindi potevo già iniziare a tirar giù un resoconto mentale di come era andato questo secondo viaggio. In poche parole? Male.
Avevo beccato acqua e neve per tutto il viaggio, senza sosta; c'è stato solo quel giorno e mezzo alla laguna in cui ho visto un po' di sole, ma per il resto la fortuna proprio non mi aveva seguito in questo viaggio.
Non molte foto, zero aurore, ma alla fine tanti ricordi in più; è questo che conta alla fine, perché se non ci fossi andato non potrei esser qui a raccontarvi queste cose a voi!
Terzo Viaggio:
Eccoci arrivati a quello che era il mio ultimo viaggio (per ora) in questa stupenda terra. Era nella seconda metà di novembre, le giornate erano visibilmente corte (alba alle 10:40 e tramonto alle 16:20) e questa volta ero più determinato che mai a inseguire l'aurora boreale; non mi interessava a che prezzo, anche a costo di dover attraversare l'isola otto o nove volte, avrei inseguito cieli limpidi e le condizioni migliori per poter avvistare aurore.
Una cosa che non ho raccontato del secondo viaggio è che nel ritorno a Reykjavik l'ultimo giorno, la macchina aveva perso un pezzo della marmitta e nel tratto finale (ultimi 60km) avevo perso pure una ruota. Per fortuna avevo quella di scorta nel bagagliaio e con molta pazienza mi metto a cambiarla. Era però evidente che quel vecchio catorcio alla quale mi ero affezionato non ne poteva davvero più e non mi avrebbe potuto accompagnare per un ultimo viaggio insieme. Inizio quindi a setacciare i siti di noleggio auto in cerca di un'offerta che facesse al mio caso; sul sito della Avis trovo una VW Polo 1.2 benzina a circa 285€ per sette notti, e dopo aver costatato che un prezzo migliore da una compagnia altrettanto affidabile non l'avrei trovato, la prenoto alla sede nel centro di Reykjavik.
Il giorno 19 novembre a mezzogiorno in punto sono a ritirare la mia Polo con la destinazione della notte già scelta: Godafoss. Il cielo nel nord est era pulito e le possiblità di veder l'aurora erano molto buone; non mi restava che farmi quei 450km!
Dopo uno stop a Blonduos per uno spuntino, sono sempre più vicino alla Godafoss. Arrivo sul posto e c'è ancora un bel po' di nuvole che girano sulla cascata, ma la situazione sembra migliorare abbastanza velocemente, quindi sono tranquillo e convinto di aver fatto la scelta giusta. Verso le 20 circa inizio a vedere i primi bagliori quindi tutto esaltato inizio a scendere, a scattare, a girare da una parte all'altra della cascata come un pazzo alla ricerca della composizione che più mi piace. Faccio diversi scatti e l'aurora migliora progressivamente, anche se non si poteva definire una vera e propria danza, ma più un forte bagliore verde ben visibile nel cielo. Dopo qualche ora di scatti, con l'aurora ancora in cielo che non accennava ne a sparire ne ad esplodere, scelgo di tornarmene alla macchina che ero assai stanco e soddisfatto di ciò che avevo; mentre però ero fuori dalla macchina che mi lavavo i denti, tutto si illumina a giorno nel giro di secondi e un'aurora fortissima inizia a danzarmi proprio sopra la testa: preso dall'euforia e quasi incredulo a ciò che stavo vedendo, riprendo tutta l'attrezzatura e corro a più non posso verso la cascata; la scena era incredibile, anche nel mio viaggio precedente nella Lapponia finlandese non avevo mai visto una cosa del genere! Dopo cinque minuti ero sulla cascata e lo spettacolo non accennava a fermarsi; così punto verso la cascata e ricomincio a scattare: piano piano l'aurora si spegne, ma quel che ho visto mi rimarrà per sempre impresso nella memoria! Dopo un'altra oretta abbondante di scatti me ne torno alla macchina più felice che mai e mi faccio una bella dormita.

La mattina dopo, come se lo spettacolo che mi ha concesso la natura la sera prima non fosse bastato, mi ritrovo davanti un'alba stupenda, senza foschia e con dei colori davvero stupendi! Mi ero spostato dalla parte opposta della cascata per l'alba e mi ero appostato molto presto, quasi due ore prima che sorgesse il sole! Non rammentavo che il sole in quel periodo a quelle latitudini ci mette un'infinità per sorgere, quindi l'attesa al freddo e tra le gocce della cascata mi stava congelando; dopo un'ora passata ad aspettare e qualche arto momentaneamente fuori uso ormai, visto che le poche nuvole che c'erano se ne erano andate decido di andarmi a prender un bel caffè caldo al bar e far il punto della situazione per scegliere la location per la notte: dopo aver controllato il sito vedur.is (il più affidabile sito per le previsioni meteo in Islanda), scelgo come destinazione Hvitserkur, uno spot a circa 260km di distanza dalla Godafoss, dove quella notte prometteva cieli puliti e una buona probabilità di vedere l'aurora.

Arrivo con un po' di anticipo per il tramonto, quindi mangio un bel pacchetto di Pringles e dei cereali Cheerios, giusto per non perdere la forma. Nel mentre faccio conoscenza con un altro fotografo giapponese che anche lui viaggiava alla stessa mia maniera (dormiva in macchina da solo): Kenji Yamamura. Si rivela subito molto amichevole, disponibile e gentile; anche lui avrebbe passato la notte qui con la speranza di veder l'aurora boreale.
Dopo aver fatto il tramonto si ritorna entrambi in macchina e si aspetta che la notte prenda il sopravvento: l'attesa è nulla! Appena è buio, io ero ancora li che giocavo col cellulare e mi sento bussare al finestrino: era Kenji che mi indicava il cielo.. L'aurora attraversava già il cielo con un bel bagliore verde! Di corsa mi sistemo e scendo giù sulla spiaggia vicino alla roccia e inizio a scattare! Dalle 18 circa siamo stati li sulla spiaggia sia io che l'altro fotografo fino alle 2 di mattina quasi.. S'è patito diverso freddo, però ci siamo goduti alcuni spettacoli incredibili! In più è stata sicuramente un occasione per conoscersi e discutere di tantissimi argomenti, è stata una nottata piacevole; specialmente il fatto di condividere questi spettacoli con qualcuno fa piacere!

Il mattino dopo, un'altra alba da urlo! Contento come non mai, scendo di nuovo sulla spiaggia e mi godo tutte le evoluzioni delle nuvole mentre la luce cambia a vista d'occhio. Rivedo di nuovo Kenji, e scopro con piacere che lo ritroverò anche nella mia prossima location, che è di nuovo la Godafoss! Come ho scritto all'inizio, non mi interessava il posto, la priorità era avere il cielo pulito: così dopo essermi rimesso in viaggio, nel tardo pomeriggio arrivo alla Godafoss, posto ormai che mi è davvero familiare.

Quella sera non ero solo come due sere prima; erano presenti anche Kenji e un altro fotografo islandese! Il terreno era completamente ghiacciato e Kenji si era giustamente portato i ramponicini da attaccare sotto gli scarponi, mentre io mi ritrovavo a pattinare e in una continua ricerca di equilibrio, che ovviamente non trovavo mai (sono cascato davvero troppe volte!). Ricordo questa scena: Kenji era appena arrivato in cima ad una piccola salita senza problemi mentre io ero li che cercavo di salire alla meglio; ad un certo punto scivolo e lui mi dà la mano gentilmente per aiutarmi a tirarmi su, io gli passo la macchinetta col treppiede e continuo a scivolare in giù fino alla base e lui scoppia a ridere, insultandomi perché tenevo più alla macchinetta che a me! Quella risata mi rimarrà impressa per sempre. Verso mezzanotte, l'aurora esplode e proprio come qualche sera prima ci lascia a bocca aperta tutti quanti, davvero incredibile!
La mattina dopo, io sapevo già dove volevo andare in base alle previsioni e Kenji che sembrava fidarsi di ciò che dicevo, mi ha seguito a ruota: il Kirkjufell ci aspettava!
Non faccio logicamente in tempo ad arrivare sul posto per il tramonto, in quanto non c'erano abbastanza ore di luce per farcela.. Appena arrivo mi fermo per la solita pizza da RuBen e poi vado subito al monte: secondo le previsioni sarebbe dovuto schiarire verso le 21 e così è stato! Nessuno spettacolo "pirotecnico" quella sera, l'aurora è sempre rimasta bassa sull'orizzonte e non è mai veramente esplosa: all'inizio ero da solo a scattare, ma verso le 23:30-mezzanotte probabilmente ci saranno state circa 40 persone tra fotografi ed turisti vari che giravano per le cascate, era davvero troppo affollata! Tra l'altro era una serata davvero calda, alle 3:30 di mattina erano circa 7 gradi.. Cose mai viste neanche durante il primo viaggio che feci ad inizio ottobre! Infatti poi ho letto che quello del 2014 è stato il novembre più caldo degli ultimi settanta anni in Islanda.
Quella sera li ebbi anche l'occasione di conoscere un tester della Samsung che stava girando un video timelapse insieme ad altri due colleghi per la presentazione di una nuova mirrorless di cui logicamente non mi ha voluto dire il nome; persino lui non conosceva tutte le specifiche, in quanto il prototipo che usava era ancora in fase sperimentale.

Il mattino dopo aveva annuvolato e quindi non scesi neanche di macchina: inoltre, avevo già un programma ben dettagliato per la giornata e visto il poco tempo a disposizione prima che il sole sparisse, mi metto subito in viaggio: la prima tappa è il cratere vulcanico di Kedir, situato nel sud dell'isola, un po' ad est del golden circle; l'unica cosa che mi ha fatto storgere la bocca riguardo a questo luogo è che è l'unico posto in tutta l'Islanda dove ho dovuto pagare (non ricordo quanto, mi sembra 8€) per visitarlo. Per carità, un cratere vulcanico sicuramente merita una visita, però ho visitato tanti altri posti più interessanti e sperduti gratuitamente.. Tra l'altro, ho passato più tempo ad inseguire due pernici bianche lungo i campi di lava che a visitare il cratere in se e per se!
Dopo questa visita, il prossimo spot era un po' fuori mano, ma ero deciso a farci una visita: la Haifoss, la seconda cascata più alta d'Islanda! Dopo un bel pezzo di strada verso l'interno e l'ultimo pezzo di strada sterrata, arrivo al parcheggio. Lo scenario è molto lunare, con sassi enormi ovunque e desolazione per km. Appena arrivo sul crinale, lo spettacolo: queste cascata fa un salto enorme nel vuoto, più precisamente va a finire nella gola di un canyon dalle forme incredibili. Uno degli scenari più belli che ho visto da quando giro l'isola, senza dubbi!

Rimango davvero incantato dalla bellezza di questi posti, ma non c' tempo da perdere; appena il sole tramonta, è tempo di andare a cercar un posto dove dormire; prima però, visto che ero ritornato sulla Ring Road, faccio sosta a Selfoss per cenare. Qui sento una pizza davvero ottima con degli ingredienti alquanto strani: aragosta, prezzemolo, pinoli e cos'altro non ricordo; ricordo che spesi 35€ per una pizza e un bicchiere d'acqua.. Mica poco!
Dopo cena, mi avvio verso la Seljandfoss, visto che un posto valeva l'altro; tutta l'isola era infatti coperta e non c'erano cieli puliti da nessuna parte; per la sera dopo prometteva molto bene alla laguna glaciale, quindi decido di sostare lì ed il giorno dopo riprendere il viaggio.
Quella sera il vento era molto forte, e nella prima mattina non mi è riuscito chiudere occhio per le botte con cui veniva colpita la macchina!
Un bel po' prima dell'alba sono già in piedi e decido di ripartire per far l'alba a Vik; ero anche deciso a trovare la strada che porta all'aereo abbandonato sulla spiaggia di Breidamerkusandur, ma una volta trovata leggo che è accessibile soltanto a mezzi con quattro ruote motrici, quindi mi tiro subito indietro e continuo sulla Ring Road.
Arrivo alla spiaggia nera e il piovigginava, con qualche sprazzo di luce qua e là; in circa mezz'ora il cielo cambia completamente, i colori sono fantastici e la situazione volge al meglio: peccato solo per il mare davvero molto mosso, che mi costringe a salire sugli scogli attaccati alla montagna per non finire in balia delle onde. Nonostante tutto, un'onda gigante dopo poco mi colpisce in pieno e fa il bagno sia a me che a tutta l'attrezzatura. Dopo poco sono costretto a tornare alla macchina se non volevo morire di freddo!
Dopo un buon caffè a Vik, riparto per i 190km che mi separavano dalla laguna; arrivo sul posto verso le 15 di pomeriggio: è sulla spiaggia che conosco proprio Juza in persona e tutti i suoi compagni di viaggio, persone gentilissime e cordiali con scambio due chiacchiere!

Fatto il tramonto io alla laguna e loro sulla spiaggia, me ne torno al bar per cenare con l'ottima zuppa dopo di che mi sistemo in macchina per aspettare l'aurora. I primi bagliori si vedono fin da subito ma sono davvero deboli; nel frattempo era arrivato anche Kenji, con il quale scambio due chiacchiere e faccio qualche scatto. Il tempo passa ma l'aurora non accenna a migliorare; finalmente verso le 2 circa, quando eravamo rimasti soltanto io e il gruppo di Juza ad aspettare, l'aurora fa una fugace apparizione più potente con un bel bagliore verde proprio sopra la laguna.

Il giorno dopo era ufficialmente l'ultimo giorno di viaggio: l'avventura stava per finire.
Non potevo che concludere con un gran finale: un tour nelle grotte di ghiaccio all'interno di un ghiacciaio vicino la laguna. In quel momento ero davvero squattrinato e le finanze non erano delle migliori, ma posso dire che ne è valsa la pena, fino all'ultimo centesimo! 125€ per un tour di 3 ore totali, ma che spettacolo! Dopo un viaggio su un vero e proprio monster truck lungo una strada incredibilmente diroccata e dissestata, guadando fiumi e sorpassando dossi altissimi, si arriva all'entrata di questo posto idilliaco: surreale è dir poco! Probabilmente questo posto da solo meritava tutto il viaggio, sono rimasto davvero affascinato da questo spettacolo!

Durante la serata me ne torno a due passi dalla capitale per dormire e il giorno dopo riporto la macchina al punto Avis, e senza troppi problemi la riprendono indietro dopo aver controllato la presenza di qualche danno.
Questa è stata la mia esperienza islandese; non so come concludere questo articolo, perché alla fine una conclusione non c'è, una conclusione non voglio dargliela. Chi ha detto che presto non ci sarà un quarto viaggio? Dico solo che quando rientrai in Italia dissi esplicitamente a tutti che prima di ritornare lassù avrei voluto visitare tanti altri posti, che insomma ne sarebbe passato di tempo.. Adesso ogni giorno che passa non faccio altro che pensare a quando potrò tornarci! Quella terra è diventata seriamente la mia seconda casa; non vedo l'ora di tornarci! Auguro a chiunque di poter visitare quei posti!
Grazie mille della lettura per chi è arrivato fino a qui, spero che possiate estrapolare qualche informazione utile dal testo!
Leonardo Papera è uno studente universitario di 21 anni che frequenta attualmente la facoltà di economia di Pisa; ovviamente è anche un appassionato di natura e di fotografia, e circa tre anni fa si è cimentato più "seriamente" in questa passione, pur mantenendola sul livello amatoriale e senza mai interessarsi a costruirsi una carriera professionale in questo campo. Ha già fatto qualche viaggio, ma sicuramente questa esperienza in Islanda è quella che ha lasciato più il segno e probabilmente ha anche cambiato il suo modo di vedere le cose; lo ha fatto crescere per tanti versi! Risposte e commenti
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| inviato il 14 Luglio 2015 ore 14:29
Complimenti bellissime immagini e bel racconto |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 14:38
Bellissima esperienza e ottime foto |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 14:50
Foto una piu' bella dell' altra complimenti!! |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 14:52
Articolo veramente travolgente, fotografie di un altra categoria. I miei complimenti Leonardo |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:04
Stupende davvero. In diversi posti ci sono stato e ciò mi ha fatto maggiormente apprezzare le tue immagini. Grazie per averle condivise |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:05
SENZA PAROLE! Le immagini parlano da sole! Che favola! Se posso un viaggio così "fai da te" quante risorse monetarie esige? |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:42
Fantastico!!!!!L ultima foto è da follia! |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:44
Invidia allo stato puro , complimenti davvero, anche io mi aggiungo a Riccardo e ti chiedo (se vorrai rispondermi) quanto costa un viaggio simile organizzato come hai fatto tu :) Ciao |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:51
Troppo bello! |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 15:53
Ottimo reportage e foto spettacolari Complimenti ..!!!! |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 16:07
Complimenti per il viaggio, le foto e il racconto |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 16:11
Provo una sana invidia per la tua bellissima avventura e per le belle foto che hai postato. Complimenti. |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 16:25
Complimenti Leonardo, un racconto avvincente e delle foto davvero molto belle di un paese stupendo. Complimenti anche per il tuo spirito di iniziativa e la determinazione mostrata nel cogliere le immagini migliori anche in situazioni non facilissime. Faresti davvero venire la voglia di emularti anche se, purtroppo, non ho più l'energia e l'adattabilità dei tuoi vent'anni. I miei migliori auguri per tanti altri viaggi e per tantissime altre splendide foto. Emanuele |
| inviato il 14 Luglio 2015 ore 16:35
Grazie mille a tutti, sono contento che qualcuno abbia avuto voglia di leggerlo! Per quelli che mi chiedono il budget: per TUTTO il viaggio, cioè intendo star due mesi su, con tanto di voli, affitto, i costi della vita a Reykjavik ecc., in due mesi ho speso circa 7500€, che non sono affatto pochi, ma se vi fate un giro in Islanda capirete che con quei soldi lì non si farebbe assolutamente la vita che si fa qui.. In Islanda la vita è tre volte più costosa rispetto a qui! Prendendo come esempio invece il terzo viaggio da 7 notti, i costi maggiori erano questi: noleggio macchina 280€ circa, benzina 250€ circa, la spesa iniziale 30-40€ circa per come la facevo io, e qualche pranzo dove possibile.. Alla fine, non considerando i voli, con 600€-max700€ totali ve la cavate! Considerate poi che io ero da solo, quindi tutti questi costi verrebbero dimezzati o più se si fosse in compagnia! Grazie ancora a tutti! Un saluto, Leonardo |