RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

L'unica cosa che veramente conta in fotografia è l'emozione


  1. Forum
  2. »
  3. Blog
  4. » L'unica cosa che veramente conta in fotografia è l'emozione





avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2015 ore 16:24

Qualche giorno fa discutevo dei criteri che (ancora) induce qualcuno a considerare tecnica fotografica solo quella parte del processo di realizzazione dell'immagine che si conclude nella fotocamera. A quanto pare qualcuno è (ancora) convinto che l'uso di esposizioni multiple, HDR e cose del genere è fare in modo che un programma faccia per te quello che non sai fare come fotografo.

A prescindere dalla percezione personale di come e quanto ognuno possa ritenere lecito (o etico) intervenire in post produzione, secondo me, la questione prescinde l'annoso dibattito se un'immagine post prodotta possa essere (ancora) considerata una fotografia.
Secondo me, quello che conta veramente, è che la post produzione, rientri nel progetto comunicativo ed espressivo del fotografo o, per dirla con le parole di Giuseppe Santagata, quello che conta è che il fotografo abbia un'idea o sentimenti da esprimere, ...ricercare attraverso la fotografia il modo di rendere visibile questa visione, raccontando l'emozione delle storie.
In poche parole non solo dovremmo previsualizzare l'immagine prima di scattare, come giustamente ci insegnano, ma dovremmo anche sapere perché stiamo facendo una data fotografia; la post produzione, poca o tanta che sia, dovrebbe quindi rientrare in questo progetto.

Per quale motivo, io credo, sia legittimo arrivare a questa conclusione?
Nello stesso articolo leggiamo: "Molte volte diamo per scontato che le immagini che percepiamo corrispondano alla realtà delle cose. Ma, la percezione è sempre una lettura interpretativa delle stesse. L'uomo, infatti, non è un osservatore oggettivo e neutrale. I nostri cinque sensi sono, pertanto, indispensabili per capire il mondo che ci circonda, ma la percezione non consiste soltanto nell'uso dei sensi. Secondo le teorie della psicologia della Gestalt, la percezione consisterebbe in un processo mentale attivo nel quale le sensazioni vengono integrate con idee, ricordi ed emozioni che fanno parte della nostra storia personale. La vita che ci portiamo dentro diventa, allora, un filtro che usiamo per decifrare quello che avviene fuori.
La fotografia ci affianca nella nostra interpretazione visiva. Servendoci della riproduzione meccanica fotografica, interpretiamo costantemente il mondo che ci circonda, attraverso uno specifico modo di osservarlo. Ogni fotografia rappresenta una decisione comunicativa, un atto non innocente, una precisa scelta che compiamo . La fotografia non è sinonimo di telecamere, di sensori e di obiettivi. Questi sono solo mezzi meccanici che ci aiuto nella rappresentazione visiva della nostra interpretazione. La fotografia ha solo un fine, quello di emozionare, di comunicare. E questo van ben aldilà del maggiore quantitativo di pixel o della maggiore risoluzione ad alti ISO [o dell'uso di esposizioni multiple, ndr] ".;-)





Siamo sicuri, infatti, che quello che vediamo sia la realtà o essa è solo una rappresentazione che il nostro cervello fa della stessa?
Edward Adelson, del MIT, nel 1995 ha costruito una scacchiera dove i due quadrati segnati con le lettere A e B, per quanto possa risultare strano, hanno esattamente la stessa tonalità di grigio. La prova si può ottenere copiando e incollando in un qualunque programma di editing di immagini i due quadrati.





Come funziona questa illusione? Il nostro sistema visivo cerca di determinare il grado di grigio dei quadrati della scacchiera. Una superficie bianca in ombra riflette meno luce di una superficie nera in piena luce. Per decidere dunque dove sono le ombre e come compensare la loro presenza per determinare la tonalità di grigio della superficie, il nostro sistema visivo deve ricorrere a qualche stratagemma. Il primo è basato sul contrasto locale. Sia in condizione di luce che di ombra un quadrato più luminoso dei quadrati vicini è probabilmente più luminoso della media e viceversa. Nella nostra illusione il quadrato chiaro in ombra (B) è circondato da quadrati neri. Questo fa sì che, nonostante il quadrato sia fisicamente scuro, esso appaia più luminoso se confrontato con quelli vicini. Al contrario i quadrati neri, esterni all'ombra proiettata dal cilindro verde, (come il quadrato A) sono circondati da quadrati più luminosi, che appaiono nel confronto relativo, come più scuri.





Un secondo stratagemma del nostro sistema visivo è basato sul concetto che le ombreggiature spesso presentano dei contorni morbidi mentre per le superfici con un motivo i contorni sono netti. L'apparato visivo tende ad ignorare i cambiamenti graduali di intensità della luce al fine di determinare il colore di una superficie senza essere fuorviato dalle ombre. Nell'esempio specifico l'ombra disegnata sulla scacchiera è calibrata in modo da scurire i quadrati chiari rendendoli uguali a quelli scuri. Il cervello interpreta il contesto dell'immagine e si convince che si tratti di un'ombra, in quanto presenta contorni morbidi e perché risulta visibile l'oggetto che proietta l'ombra. La luminosità dei due quadrati viene inoltre influenzata dalla connessione a forma di X dei 4 quadrati adiacenti. I video in basso effettuano una verifica sul colore dei quadranti e vi faranno capire, più facilmente, l'illusione.


Incredible Shade Illusion


L'illusione ottica della scacchiera, versione 3D

Fonte - Scacchiera di Adelson: illusioni ottiche

avatarsenior
inviato il 08 Dicembre 2015 ore 16:12

Molto interessante....Non sono della pp,anzi,tutt'altro....!!

un'idea o sentimenti da esprimere, ...ricercare attraverso la fotografia il modo di rendere visibile questa visione, raccontando l'emozione delle storie.

Un saluto
maurizio

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 252000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.







Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me