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Un Viaggio alla Scoperta dell'America


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Un Viaggio alla Scoperta dell'America, testo e foto by Micheleguerz. Pubblicato il 23 Marzo 2015; 42 risposte, 10018 visite.


Ho deciso di scrivere questo "diario di viaggio" non tanto perchè sono un appassionato di scrittura, ma perchè con questo articolo voglio cercare di condividere con coloro che lo leggeranno, le emozioni che ho provato trovandomi in luoghi tanto lontani (geograficamente parlando) da noi, ma di una bellezza unica. Il tutto è incominciato intorno all'autunno 2013, quando io e mia madre abbiamo iniziato a buttar giù l'idea di andare a fare una "visitina" agli Stati Uniti.

Detto fatto! Nel giro di qualche mese, rivolgendoci ad un tour operator abbiamo organizzato un viaggio di gruppo che mi rimarrà nella mente per sempre. Abbiamo deciso di partire 2 giorni prima dell'inizio del tour col gruppo vero e proprio per poter goderceli in più nella Città che non dorme mai. Partiti il 12 luglio 2014 alle ore 15.00 da Milano Malpensa ed atterrati a New York JFK ad inizio pomeriggio (come ben sapete c'è una differenza d'orario di circa 6 ore, in meno), siamo stati accolti da una limousine che ci ha portato nel nostro hotel nel centro di Times Square.


Molti di quelli che sono già stati in questa fantastica città concorderanno con me se dico che quando si vede per la prima volta il suo famoso Skyline da lontano o, ancora di più, quando ci si trova all'interno del borough di Manhattan ci si sente un attimino spiazzati ma allo stesso tempo si rimane sbalorditi dallo spettacolo che i nostri occhi stanno osservando. Io mi sono sentito come in un film, non potevo credere ai miei occhi e quando nella mia mente balenava il pensiero "sono a New York" scattava un sorriso sul mio volto.

In questi due giorni di libertà abbiamo avuto la possibilità di andare a fare una visita a Brooklyn, uno dei 5 borough della città di New York. Prima di andare avanti con il racconto, vorrei darvi qualche informazione riguardo questa città: prima vi parlavo dei borough, i "distretti" (cugini alla lontana dei nostri comuni). NY ne ha 5: Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island. Il più popoloso tra di essi è Brooklyn anche se il mondo dei film ci ha abituati che New York=Manhattan. Inoltre NY è la città più popolosa degli Stati Uniti con 8 405 837 abitanti. Poco più di 1/10 di noi italiani!

Manhattan è il distretto più famoso ed anche il più particolare. Pensate, è un insieme di vie parallele e perpendicolari tra di loro. Quelle che vanno da Nord a Sud che chiamerò per comodità "parallele" sono le Avenue. Quelle che vanno da est ad ovest, le perpendicolari, sono le Street. Basta ricordarsi che più il numero della street è alto, più significa che questa è verso il nord dell'isola. Stesso discorso vale per le avenue, dove a numero alto corrisponde un maggior spostamento verso ovest. Quindi se vi dico che ci troviamo all'incrocio della 3a strada con la 2a Avenue, pressapoco ci troveremo nella zona a nord-est di Manhattan. Ne consegue che perdersi a Manhattan è praticamente impossibile!

Ritornando al racconto, in questi due giorni abbiamo avuto la possibilità di andare a vedere il museo "Intrepid Sea-Air-Space Museum", costruito all'interno di una portaerei ancorata al porto (per coloro che hanno visto il film "Io sono Leggenda", è quella dove il protagonista all'inizio gioca a golf), in cui all'interno si può andare a vedere lo Shuttle "Enterprise".
NY è piena di attrazioni e finita la visita veloce ai principali luoghi (tra cui anche il famoso Central Park, un polmone verde all'interno della città in cui si trovano tante persone dedite a portare a spasso il cane oppure fare jogging E spingere la carrozzina con dentro il figlio appena nato - quel che si dice "ottimizzare il tempo a disposizione"), abbiamo avuto l'idea di andare a vedere qualche spettacolo di Broadway. Il primo è stato "Chicago" che personalmente non mi ha particolarmente entusiasmato. Il secondo invece è stato "The Phantom of The Opera" che avevo già visto nel West End di Londra. Che dire: uno musical bellissimo (non a caso lo continuano a fare da 25 anni) che vi consiglio di cuore se non l'avete mai visto (fidatevi, vederlo su Youtube o vedere il film non è la stessa cosa che vederlo dal vivo).

Dopo questi 2 giorni di libertà, è arrivato il gruppo di italiani e finalmente abbiamo conosciuto la guida (un certo Ivan, immigrato italiano che vive a Manhattan da circa 40 anni). Il gruppo era principalmente composto da ragazzi giovani, quasi tutti in luna di miele e ognuno proveniente da una parte diversa dell'Italia (chi dalla Sardegna, chi dal Lazio, chi dalla Sicilia, dall'Umbria, dalla Lombardia ecc ecc). Abbiamo subito legato con tutti e dal punto di vista della compagnia ci siamo trovati veramente molto bene.

"Il tour della East Coast è iniziato! Finalmente scopriremo la prima parte del nostro viaggio!" Pensai, tra me e me.

Il primo giorno con la guida abbiamo fatto una visita sommaria di NY. In questa giornata abbiamo potuto vedere altri nuovi luoghi come Il Rockfeller Center, la Statua della Libertà, Il Bronx (che a detta della guida si sta risollevando e non è più pericoloso come un tempo), Wall St. e ovviamente la zona più a sud di Manhattan, tristemente famosa per l'attentato del 9/11. Hanno creato un luogo "per non dimenticare" veramente unico, e mi ha fatto una certa impressione trovarmi lì e pensare a tutto quel dolore e alla paura che si è provato in quel giorno. Al posto delle vecchie torri, ci sono due enormi fontane poste esattamente dove si ergevano questi due grattacieli. Attorno al "buco" creatosi ci sono i nomi di coloro che sono morti in quel giorno maledetto.

Purtroppo la giornata non era delle migliori ed infatti, finita la visita guidata e dopo esserci recati sul punto panoramico del Rockfeller Center, ha iniziato a diluviare. Immaginatevi di avere un soffione della doccia largo quanto un piatto da pizza, e provate a immaginare stare lì sotto, con l'acqua aperta, vestiti. Ecco, più o meno quella è stata l'acqua che ho preso mentre ho iniziato a correre per tornare in hotel il più presto possibile. La distanza da una street ad un'altra è di circa 70 m, mentre tra un avenue e un'altra, se non ricordo male, si aggira intorno ai 100-130m. Il rockfeller si trovava sulla 49a strada, il mio hotel sulla 44a. La strada sotto il diluvio non è stata poca. Arrivato ZUPPO, mi sono scusato con aria imbarazzata con gli inservienti che vedavano un povero ragazzo italiano, trascinarsi dentro le sue orme d'acqua sul pavimento in granito dell'hotel. Infine, ciliegina sulla torta, per arrivare fino in camera ho dovuto attraversare i corridoi letteralmente innondati di aria condizionata. Penso che quel giorno ci sia stato un santo protettore che non mi ha fatto prendere la polmonite.


Il mattino dopo siamo partiti con il nostro autobus alla volta di Niagara Falls, famosa città in cui appunto è possibile ammirare le cascate del Niagara. Siamo arrivati verso sera in questa piccola cittadina e il primo impatto con le cascate non è stato dei più sbalorditivi in quanto è vero che esse vengono illuminate fino alle 24.00 con dei fari colorati, ma di notte a parte il fragore non si riesce ad apprezzare appieno la loro conformazione.

Una caratteristica peculiare di esse è il fatto che per poterle osservare al meglio è necessario trovarsi dal lato canadese di esse. Il lato americano offre poco come visuale. Per poter ovviare al problema degli americani che per un motivo o per un altro, non possono attraversare il confine, è stato costruito un pontile sul loro territorio che permette di spingersi un po' "più avanti" e osservare di lato le più famose a forma di ferro di cavallo (le cascate sono composte da due muri d'acqua, quello più famoso appena citato, e quello meno famoso, un muro dritto, poco distante)

Il giorno successivo per fortuna il mal tempo è rimasto a NY e ci siamo svegliati con una stupenda vista di queste famose cascate.
Sarò sincero: il primo impatto, anche con la luce del giorno, non è stato della serie "wow! Le cascate del Niagara!", non sono cascate imponenti (in Islanda ce ne sono di molto più spettacolari), ma continuandole ad osservare ho apprezzato la loro bellezza intrinseca e ora come ora devo dire che capisco perchè vengono inserite tra le cascate più belle del mondo. E' difficile da spiegare, penso che sia un fatto del tutto soggettivo.
Prima di fare una salto a Toronto, il viaggio comprendeva un giro sulla famosa "Maid of the Mist", che ci avrebbe portato proprio sotto di esse. Se mai doveste andare da quelle parti, ve lo consiglio vivamente, trovarsi a "tu per tu" con questo muro d'acqua ci fa rendere conto di quanto l'uomo possa risultare inerme nei confronti della natura.




Come accennavo prima, finita questa escursione dalla durata di circa mezz'ora, abbiamo fatto una 70ina di km che ci hanno portato a Toronto.
Toronto è veramente una bella città, e anche se ho fatto una sorta di toccata e fuga per visitarla, mi è sembrata molto più pulita e curata di NY (non fraintendetemi, NY è pur sempre NY). Finita questa giornata siamo tornati a Niagara Falls, dove siamo andati a letto molto presto. Il mattino seguente avremmo dovuto svegliarci altrettanto presto per evitare la coda che si sarebbe venuta a formare sul ponte che collega la parte canadese a quella americana. Per passare questo ponte, infatti, bisognava prima fare un controllo di documenti alla dogana. Purtroppo per ogni autobus che ci fosse stato davanti a noi, avremmo dovuto aspettare circa 50-60 minuti. Fortunatamente la sveglia così presto è stata ampiamente ripagata in quanto siamo stati i primi ad oltrepassare la dogana senza problemi di sorta e, dopo circa 800 km in autobus, siamo arrivati a Washington.

Washington è la capitale degli Stati Uniti ed è una città che ho trovato molto sobria. Non vi sono grattacieli in quanto l'idea è che il "Capitol" debba essere l'edificio più alto. Di notte è completamente buia e questo penso sia perchè si voglia valorizzare i monumenti altamente patriottici che, come un faro nella notte, illuminano la città. In compenso mi è piaciuta molto l'architettura, che è stata costruita seguendo il modello di Parigi.

Il giorno successivo abbiamo avuto modo di visitare orientativamente Washington. Un luogo che mi è rimasto impresso è il cimitero di Arlington ove vi sono sepolti i militari morti nel periodo che va dalla guerra di secessione fino al triste attentato del 2001. Non da meno questo cimitero è il luogo di riposo della famiglia Kennedy.


Oltre a visitare la famosa "White House" (purtroppo, dall'11 settembre è impossibile visitarla se non da fuori) e i monumenti storici come il "Lincoln Memorial", ci è stato concesso del tempo libero per poter visitare musei facenti parte dello Smithsonian. Pensate: sono completamente gratis e ognuno ha veramente tantissime cose da mostrare (c'è quello aerospaziale, quello naturale, quello della storia americana ecc ecc.). Oltre a questi monumenti e ai musei (ho realizzato che per vederli tutti ci vorrebbe circa una settimana), Washington non ha altro da offrire (secondo il mio personale punto di vista).


Finita la nostra visita a Washington, il giorno dopo siamo partiti alla volta di New York, non prima di aver fatto una piccola sosta a Philadelphia per poter vedere i luoghi di maggior interesse quali, per esempio, l'"Indipendece Hall", dove la storia degli Stati Uniti si può dire essere nata.

Altro luogo molto famoso che si può visitare a Philadelphia è la "scalinata". A me piace chiamarla così. Sappiate che per scalinata intendo SEMPLICEMENTE quella dove è stata girata la famosa scena di un certo attore nei panni di "Rocky".

Finita questa piccola pausa, nel tardo pomeriggio siamo ritornati a New York dove tutto era incominciato una settimana prima. La sera abbiamo avuto l'ultima cena di gruppo con il quale si era venuto a creare un ottimo rapporto di amicizia. Perchè ultima cena? Tranquilli, nessuno è stato perseguitato come è successo in un'altra Ultima Cena, solamente, dopo quella sera, ogni persona o gruppo di persone avrebbe intrapreso una nuovo viaggio verso una nuova destinazione. Infatti, mentre alcuni sarebbero tornati in Italia, altri sarebbero andati verso il caldo del Messico, altri ancora in Canada. Noi invece?

Noi abbiamo deciso di partire alla volta di Los Angeles, per poter visitare l'altro lato degli Stati Uniti, quello puramente naturalistico, il Selvaggio West, di cui mi sono perdutamente innamorato. Insieme a noi ci avrebbero seguito altre due coppie: quella di due ragazzi sardi e quella di due ragazzi umbri. Si sarebbero rivelati, loro quattro, quelli con cui abbiamo maggiormente legato.

Dopo altre estenuanti 6 ore di volo, il giorno successivo alla cena a New York, siamo atterrati a Los Angeles. L.A., abbreviato, è la seconda città più popolosa degli Stati Uniti e, la cosa che più sbalordisce quando ci si avvicina con l'aereo, è l'ENORME distesa di case che c'è. Infatti, L.A., è un luogo ad alto rischio sismico e la costruzione di grattacieli non è l'ideale in termini di sicurezza. Quindi tutta la sua popolazione, anziché ergersi verso l'alto come quella New Yorkese, si estende in largo. Ah, dimenticavo! Siamo arrivati a -10 ore di fuso rispetto all'Italia, e vi posso garantire che mi ha fatto parecchio strano pensare che fossi da tutt'altra parte del mondo rispetto a casa.

Il giorno successivo al nostro arrivo, abbiamo conosciuto la nostra nuova guida, Simona, anche lei immigrata da circa una 20ina d'anni negli States. Il primo giorno è stato all'insegna del divertimento in quanto, dopo aver visitato sommariamente la città di L.A. con i suoi luoghi più famosi (la collina con la scritta Hollywood, la "Hollywood Walk of Fame" e il Teatro Cinese), siamo stati condotti ai famosi "Universal Studios". Immaginatevi di unire Cinecittà a Gardaland o Mirabilandia. Questi, indicativamente, sono gli "studios". Devo dire che non sono un appassionato di questo genere di parchi divertimento, però questi sono fatti veramente molto bene e se mai doveste andarci, vi stra consiglio di fare il giro con il "trenino".
In Italia purtroppo i trenini fanno solamente il giro del parco e basta, risultando alquanto noiosi. Quelli degli Studios sono invece "interattivi" e vi porteranno sui set di famosi film (Lo Squalo, King Kong, La Guerra dei Mondi, Desperate Housewives, Una settimana da Dio ecc ecc). Perchè vi dico che questi trenini sono interattivi? Ebbene, perchè... No, non voglio rovinarvi la sorpresa, andateci e vedrete che sarà uno spettacolo assoluto ;).

Il mattino seguente, nuovo autobus, nuova - e vecchia - compagnia, nuova guida, nuova destinazione: Phoenix. Il tragitto Los Angeles-Phoenix è stato solamente un viaggio per poter inoltrarci nell'entroterra, in quanto non abbiamo visto nulla di interessante né durante il tragitto, né arrivati a Phoenix. Solo due cose sono degne di nota:
Io non so che temperature si possano raggiungere, soprattutto nel sud Italia, d'estate. Da me quando fa veramente molto caldo si arriva intorno ai 30-32 °C con un alto tasso di umidità. Io pensavo che in quei momenti non ci potesse essere nulla di peggio. Ebbene, arrivati a Phoenix, che è praticamente in mezzo al deserto dell'Arizona, siamo stati accolti da un forte vento secco e con temperature di 45°C ALL'OMBRA. Prima di quel momento ho sempre creduto che una tale sensazione di calore potesse esistere solo nel forno quando lo apro per vedere se l'arrosto è pronto!

Se parlo di una nota "negativa" (per quello che la natura ci ha offerto nei giorni a venire, si può anche patire un po' di caldo), vorrei anche parlarvi di una nota positiva: mentre ci stavamo dirigendo verso Phoenix, il paesaggio attorno a noi ha incominciato a mutare, lasciando spazio a enormi distese desertiche con lunghissime strade completamente dritte senza nessuno. Mentre stavo osservando tutta questa immensità dalla finestra dell'autobus, la nostra guida ha fatto partire la colonna sonora del "Buono Brutto e Cattivo". Ora, provate a chiudere gli occhi, immaginatevi questo famoso componimento del nostro Ennio Morricone, e immaginatevi queste distese immense di sabbia e sterpaglie che facevano da sfondo ai film Western degli anni passati. Non vi viene un brivido lungo la schiena? Una sorta di emozione palpabile impossibile da descrivere ma perfettamente chiara all'interno della vostra mente? Ebbene, questo è stato il mio stato d'animo in quel preciso frangente.


Carichi di quest'aria selvaggia, dopo aver trascorso una notte in un resort a Phoenix, ci siamo diretti verso uno dei luoghi più belli del mondo: Il Grand Canyon.

Che dire di questo luogo? Io mi aspettavo un paesaggio meraviglioso, pari alle più belle delle nostre Dolomiti. Ma mai, e dico mai, avrei immaginato, una volta che lo spettacolo si è rivelato ai miei occhi, una maestosità tale da lasciarmi letteralmente a bocca aperta. E si che non sono uno che si impressiona facilmente. Il Grand Canyon è un'immensa gola scavata dal fiume Colorado nel corso dei millenni. La sua vastità è indescrivibile e sembra estendersi all'infinito dal gran che è grande.

Quando siamo arrivati siamo stati sfortunati in quanto le condizioni climatiche erano avverse con nuvole scure e cariche di pioggia e vento freddo. L'idea del gruppo era quella di visitarlo sommariamente, tornare in hotel (a una 20ina di km da quel luogo) e il giorno successivo andare in un altro punto panoramico per ammirarlo. Io però mi sono detto che non avrei avuto altre possibilità di fotografare un eventuale tramonto sul Grand Canyon, e, dopo aver supplicato la guida di farmi restare da solo lì (per poi tornare in hotel con un "simil-taxi"), ho iniziato ad aspettare che il sole scendesse e pregato che il tempo migliorasse. Io non so cosa sia successo quel giorno, veramente. Sta di fatto che i miei desideri e la mia perseveranza sono stati esauditi in quanto 5 minuti prima che la luce assumesse quei colori caldi tanto piacevoli alla vista e tanto ricercati dai fotografi, il tempo misteriosamente si è completamente calmato: niente vento, niente pioggia; poi ha ricominciato a destabilizzarsi non appena il sole è sceso sotto la linea dell'orizzonte. Ciò mi ha permesso di coronare il mio sogno e di vedere e immortalare il tramonto sul Grand Canyon.










Il giorno seguente, come d'accordi, ci siamo diretti verso un nuovo punto panoramico di questo luogo fantastico e, nel primo pomeriggio, dopo soli 300km attraverso il deserto, siamo giunti a Kayenta. Kayenta è una piccola cittadina che ci è servita solamente per poter riposare un poco in vista della nostra escursione su dei 4x4 nel luogo che più mi ha colpito in tutto il viaggio:




La Monument Valley. Questo luogo secondo me ha dell'incredibile: di giorno solitamente c'è veramente caldo (siamo pur sempre in zone desertiche), ma, non è improbabile, essendo ad un altitudine mediamente alta, che nevichi. Questa caratteristica può rendere il paesaggio veramente unico e qua sul forum alcuni fortunati hanno avuto la possibilità di vedere quel magnifico luogo sotto la neve.

L'escursione attraverso queste "montagne" chiamate "butte" può essere fatta solamente con veicoli 4x4. Se non avete un veicolo che soddisfi questo requisito, potete rivolgervi alle guide Navajo che saranno felici di portarvi con i loro mezzi attraverso questo luogo magico. Per fortuna non stavano girando dei film quando ci sono stato io, altrimenti alcune zone sarebbero risultate inacessibili.

La nostra guida era un indiano Navajo che tramite un megafono posto all'esterno del pick-up, mentre guidava, ci raccontava la storia di quel luogo, consigliandoci ogni tanto di aguzzare la vista e vedere nella roccia figure di elefanti, di uomini, del marchio della McDonald's e cose del genere. C'è da dire che era un matto (nel senso buono): durante il tragitto ogni tanto gli saliva la vena del rally e allora iniziava a urlare "Hi Ah Hi Ah!" (come se speronasse un cavallo) e premeva sull'acceleratore, cercando di prendere più buche possibili e cercando di fare le curve in derapata. Poi, quando sentiva che ridevamo troppo o facevamo versi tipo montagne russe, rallentava e chiedeva "everybody's fine?" e tutti "si si ancora ancora!!" e lui replicava sempre "Alright alright ok ok!". E' stato veramente divertente.

Nuovo giorno, nuova avventura: infatti, successivamente alla visita della Monument Valley, ci sarebbero state tante cose da vedere e da fare. All'inizio della giornata abbiamo avuto modo di visitare un luogo tanto nascosto quanto bello. Mi riferisco all'Antelope Canyon. Qui la visita è praticabile solamente con le guide Navajo che, dopo un breve tragitto sul letto di un fiume in secca, vi farà giungere all'ingresso di una "spaccatura" all'interno della roccia, levigata dallo scorrere dell'acqua quando il fiume si riempie grazie alle piogge torrenziali.




La cosa unica di questo luogo è appunto la roccia, che in determinati punti, grazie all''indicazione della guida - e alla luce filtrante dall'alto - assume forme particolari. Magari un cuore, oppure l'occhio di un drago, oppure la stessa Monument Valley.




Dopo questa visita all'Antelope Canyon, facoltativamente, noi ed altri (tra cui gli amici che abbiamo conosciuto nel viaggio nella East Coast), abbiamo scelto di volare sopra il Lake Powell. Anche se non sembra, questo enorme lago è artificiale in quanto è stata creata un enorme diga per bloccare l'acqua. Vi consiglio caldamente di informarvi ed eventualmente scegliere un volo (della durata di 40 minuti) sopra questa conformazione geologica in quanto, dalla sua "riva" è veramente difficile apprezzare la magnificenza del paesaggio. L'unico modo, appunto, è di volarci sopra.




L'ultimo - ma non per questo meno bello - luogo che abbiamo avuto possibilità di visitare in giornata è stato Bryce Canyon. Anche qui mi sono lasciato trasportare dai "pregiudizi" e sinceramente non mi aspettavo un luogo al pari dei precedenti in quanto a maestosità. Ancora una volta mi sbagliavo.

Bryce Canyon, situato nello Utah, è famoso per i suoi "pinnacoli di roccia rossa" ed effettivamente, una volta che ci si trova sulla lingua di terra che permette alle persone di essere "catapultate" al centro di questa gola, ci si domanda come è possibile che la Natura sia capace di creare in maniera del tutto casuale così tanta bellezza. E pensare che noi umani invece, per creare qualcosa di "bello", dobbiamo studiare, analizzare, progettare e produrre. Tutti passaggi che la Natura salta a piedi pari e ciò nonostante è capace di creare luoghi maestosi.




Gli ultimi due giorni del mio viaggio alla scoperta degli Stati Uniti sono stati dedicati solamente al "relax", se posso definirlo così. Infatti, il giorno seguente a Bryce Canyon, dopo un veloce "american pic-nic" con tanto di tovaglia a quadri bianchi e rossi offerto dalla nostra guida allo "Zion National Park" (che ahimè, non ho trovato spettacolare come i luoghi precedenti), siamo giunti nella città più eccessiva dell'America. Las Vegas.

"Ciò che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas" si dice. Questo per farvi capire quanto questa città sia esagerata e assurda. E' facile trovare uomini ubriachi in sovrappeso che girano per la famosa "strip" (12 km di strada con ai lati i più famosi casinò ed hotel del mondo) vestiti da spose, oppure ragazzi giovani in cerca di una nottata "che non dimenticheranno mai".

Gli hotel-casinò, sono tutti a tema. Il Venetian, tanto per citarne uno, è la riproduzione "fedele" della nostra Venezia. Sia fuori, con il Ponte di Rialto e Piazza San Marco, sia dentro, dove la pavimentazione è lucida per imitare il cemento bagnato dall'Acqua Alta. Persino il soffitto è dipinto come se fosse un cielo. In alcune stanze - piazze in miniatura con con Caffè, ristoranti, negozi e servizi - è più scuro, a simulare la sera, in altre è più chiaro a simulare il giorno. Da notare che ho scritto "fedele" tra virgolette. Perchè? I LORO gondolieri cantano, come i nostri. Peccato che sappiano una sola canzone:"O Sole Mio".
Tutto è concesso a Las Vegas, e non abbiate paura di chi siete, cosa fate, come siete vestiti, di che colore avete i capelli, da dove venite o cose simili. Ho notato che Las Vegas è una città si, molto eccessiva, ma allo stesso tempo molto libera. Ognuno può essere ciò che vuole e non verrà mai deriso, o visto "male". Ad onor del vero, questa libertà l'ho sentita molto durante tutto il mio viaggio, a dimostrazione di quanto sia particolare ed affascinante (almeno per me), il popolo americano.


La cosa assurda è anche la struttura del casinò, un enorme ammasso di macchinette da gioco, tavoli, televisori enormi, luci e persone che girano in questa enorme stanza per trovare la "postazione fortunata" e dare una svolta alla propria vita. Ho fatto un test: una volta al centro della zona da gioco, è veramente difficile sapersi orientare e trovare le uscite, in quanto l'obiettivo dei direttori del casinò è quello di intrappolare le persone all'interno di questi luoghi e fargli spendere tutti i soldi, facendo perdere la cognizione del tempo (non esistono né finestre né orologi) e del luogo.

Dopo aver passato la prima sera a Las Vegas in compagnia del gruppo, l'ultimo giorno al mattino abbiamo avuto un tour attraverso la Valle del Fuoco (a mio parere, un semplice deserto con iscrizioni rupestri su alcune rocce). Ho avuto modo di conoscere solo queste simpatiche creaturine:


La sera invece abbiamo avuto la seconda ultima cena con la guida ed il gruppo. Salutati tutti caldamente, e dopo esserci promessi che ci saremmo re-incontrati in Italia, ci siamo lasciati (non prima di aver fatto un salto ai tavolo da gioco però ;) ).
Dicendomi che non sarei tornato a breve negli States, ho deciso di fare la notte in bianco girando fino alle prime luci dell'alba lungo l'intera strip con il mio zaino, con dentro tutta l'attrezzatura fotografia (7kg di roba), e passando dentro tutti i casinò. Un po' mi vergognavo di girare con pantaloncini da basket e maglietta casual e con il mega zainone (un lowepro flipside 400 aw) dentro questi hotel da milioni di dollari con gente stra ricca e vestita tutta elegantissima che giocava ai tavoli anche alle 5 del mattino. Poi però per auto convincermi mi sono detto "Loro devono solo stare zitti per quanto riguarda il vestirsi, che vanno in giro con le ciabatte da piscina e con i calzettoni di lana!" :-)

Ho provato anche a portarmi qualche chip a casa acquistandole direttamente dalle casse. Ovviamente quelle dal valore di un dollaro, solo come ricordo dei vari casinò. Dato che non ho ancora compiuto 21 anni (il limite per poter "giocare" - cosa che non volevo fare -) molti dei cassieri mi hanno fatto delle storie perchè non avevo un documento attestante la mia età. Ad onor del vero, ho fatto il classico italiano, fingendo di avere 22 anni ma di aver lasciato i documenti in Hotel (cosa non vera, in quanto erano nella mia tasca). Al che mi sono sentito rispondere che era illegale addirittura entrare nel casinò senza documenti, perciò ho desistito dove non ho potuto (alcuni cassieri però ci sono cascati, permettendomi di avere ora la mia piccola collezione di chip di famosi casino ;-) )

Il mattino seguente, ci siamo svegliati (si ok, sono tornato per riposare 2 ore) per prendere l'aereo per poter ritornare in Italia, facendo scalo all'aeroporto di Atlanta e proseguendo poi per Milano. Atterrati ad Atlanta però, e dopo esserci imbarcati sul nuovo aereo, ho notato che il motore sull'ala di sinistra era completamente aperto e smontato. Ciò ci ha lasciato nel territorio americano per altre 6 ore, ma questa è un'altra storia...



Michele Guerzoni scrive di sè: "sono sempre stato appassionato della fotografia, anche se non l'ho mai voluto ammettere con me stesso. Mi è sempre piaciuta l'idea di congelare un istante, di fermare il tempo. Secondo me la fotografia è come un'assicurazione sui ricordi e sulle emozioni. Basta rivedere un vecchio scatto per far tornare a galla ciò che si è provato al momento del "click". La consapevolezza che la fotografia sarebbe diventata una grande passione è nata da un viaggio a Londra, quando, spinto da una voglia irrefrenabile di immortalare quello che mi circondava, ho iniziato a scattare con la fotocamera del mio modesto cellulare.
Da quel momento in poi, la fotografia è entrata nella mia vita e la mia passione è cresciuta a dismisura. Cerco sempre di imparare nuove tecniche e modi di scattare, ascoltando con tanto piacere le critiche e i commenti alle foto che ho già avuto modo di caricare su questo forum, che sta facendo crescere molto la mia passione."




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avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 14:14

Ciao Michele,ho provato le tue stesse emozioni quando visitai questi luoghi,che dire ...... MERAVIGLIOSI!!
Ti faccio i complimenti per il racconto e sopratutto per le belle foto!
Un saluto Stefano

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 14:34

Bellissimo racconto e bellissime immagini, Michele.
Complimenti

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 14:36

Bravissimo.
Leggendo il tuo racconto sono stato sempre a chiedermi: "e ora che combinerà?". Hai tenuto vivo il mio interesse.
Complimenti.
Per quanto riguarda le foto... sono spettacolari.
Dallo Skyline fino al simpatico amico.
Un bel viaggio. Che emozione!

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 15:08

Ringrazio tutti quanti degli apprezzamenti alle foto e soprattutto all'articolo! L'obiettivo principale era proprio quello di condividere con voi le mie emozioni e magari riuscire almeno un po' a farvele provare, pare che un po' ci sia riuscito ;-)

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 15:12

Mi hai fatto ricordare il mio viaggio negli States in cui visitai più o meno gli stessi posti.
Spero di tornarci presto, grazie per la condivisione.

avatarsupporter
inviato il 23 Marzo 2015 ore 17:49

Ottimo racconto e foto stupende! Io ho visitato NYC e Miami. Mi manca la west coast dove spero di andarci a breve...

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 17:58

Fantastico! Ho iniziato la lettura, ma me la gusto con calma.
Grande, davvero!
Sogno quel viaggio.
Un salutone
Paolo

avatarsupporter
inviato il 23 Marzo 2015 ore 19:06

Complimenti per il racconto e per le foto a corredo. L'ultima volta che sono stato negli States è stato nel 1993 ed ho scattato un pacco di diapositive. Leggendo il tuo racconto e rivedendo alcuni dei luoghi che avevo visitato quali la Monument Valley o il Gran Canyon, mi sono rivisto negli stessi scenari da film. Non ti nascondo che è stato uno dei viaggi più belli che ho fatto e che spero di rifare quanto prima. Un saluto AdrianoCool

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 19:08

Semplicemente GRAZIE! Ho conosciuto, con questo tuo personale vissuto, un altro lato americano che vorrei scoprire presto...Lo scorso settembre sono stato 9 gg. a NY e me ne sono innamorato....non ho ancora caricato nessuna foto ma lo farò presto...forse farò un racconto anchio, chissà...mi fa sempre piacere leggere le storie dietro alle fotografie e mi invogliano a fare lo zaino e partire!Ti aggiungo così resto informato sui prossimi viaggi! Ah e poi che bella fortuna a 21 anni andare dall'altro lato del mondo!Cool:-P

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 19:34

Ringrazio tutti quanti dei bellissimi commenti che mi state facendo, non sapete che gioia esser riuscito nel mio piccolo, a farvi sognare un pochettino o a farvi ricordare i momenti bellissimi che avete avuto in quei luoghi magici! Sorriso

@mordenteG: ehi piano, non sono ancora così vecchio, ne ho appena fatti 20 MrGreen comunque, come scrivevo nell'articolo, essere da tutt'altra parte del mondo mi ha fatto veramente un effetto strano! MrGreen

Sono sempre stato una persona che guarda il mondo che lo circonda con meraviglia e stupore, amo viaggiare e scoprire posti sempre nuovi, nuove culture e modi di vivere diversi dal mio. Ciò mi spinge a stupirmi come il Fanciullino Pascoliano e adoro poi condividere quello che ho provato con gli altri.
Forse, e dico forse, uno dei prossimi viaggi (almeno primavera prossima) sarà verso oriente, più precisamente in Giappone, quindi.... Stay tuned Cool

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 20:10

Complimenti, sembrava di essere dentro il racconto.. Grazie davvero!
Spero anch'io prima o poi di riuscire a coronare questo mio piccolo sogno.. NY e poi Route 66 MrGreen

avatarsupporter
inviato il 23 Marzo 2015 ore 21:20

Complimenti vivissimi per il tuo reportage e per le bellissime foto! Ho visitato gli stessi luoghi nel 2012 e condivido in toto il tuo entusiasmo per questi paesaggi e natura dalla bellezza e grandiosità uniche! Sono solita dire che... partii molto carica emotivamente e molto carica di aspettative che non furono affatto deluse ma... abbondantemente superate!Eeeek!!! Pensa che sono tornata nel 2014!!!:-P
Ti invito, se ti fa piacere, a dare un'occhiata alle gallerie!
Ciao, Chiara

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 21:53

Racconto dinamico e bellissime foto, bravo!

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 22:15

Ciao, complimenti per il bell'articolo ed anche per le magnifiche immagini!

Per me gli stati uniti sono tante vacanze in una, c'è modo di immergersi nello spettacolo della natura dei grandi parchi sia di montagna che dell'ovest, oppure dedicarsi alla scoperta di città tutte una diversa dall'altra!

Ero stato a NY nel lontano 2006 e mi hai fatto ricordare le stesse sensazioni che avevo provato al mio arrivo, l'impressione vera e propria di essere in un film...

Poi sono tornato di recente in due bei viaggi uno nel settembre 2013 ed uno nel settembre 2014: nel primo sono mi sono fatto la califorinia e i parchi dell'ovest mentre lo scorso anno il nord est quasi esclusivamente dedicato alle città (ny,chicago,philadelphia, ecc...).

Rimane ancora tanto da vedere, mi piacerebbe farne un quarto in wyoming e a yellowstone, ma col cambio attuale meglio non pensarci troppo seriamente MrGreen



avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2015 ore 23:21

Per me gli stati uniti sono tante vacanze in una, c'è modo di immergersi nello spettacolo della natura dei grandi parchi sia di montagna che dell'ovest, oppure dedicarsi alla scoperta di città tutte una diversa dall'altra!


Una frase che riassume perfettamente ciò che gli stati uniti offrono al turista! Ho avuto la fortuna nella mia breve vita di visitare tanti paesi al di fuori dell'Italia, ognuno pìù bello dell'altro. Ho avuto la fortuna di vedere l'Islanda con i suoi paesaggi ghiacciati o ricoperti dalla lava solida, la Finlandia con la sua natura incontaminata, L'inghilterra con le sue città ricche di fascino ecc ecc... Però non so...
Gli Usa sono qualcosa di totalmente diverso dal vecchio continente. Non qualcosa del tipo "ma si hanno città più moderne e basta". Ma qualcosa del tipo che quando le vedi per la prima volta, anche se abituato "psicologiamente" tramite i film, rimani letterlamente a bocca aperta. Idem per i paesaggi. Lo dico bene anche nel racconto. Il grand canyon sapevo pressapoco come mi si sarebbe presentato, ma l'avrei accolto con lo stesso stupore di quando vidi per la prima volta Godafoss. Invece no, è una cosa magica, che auguro a tutti un giorno poter provare! Sorriso

Vi ringrazio ancora di aver dedicato il vostro tempo nella lettura e nel commento di questo articolo, sono veramente molto felice! Thomas, beato te che sei riuscito a vedere una buona fetta degli Usa, ma ti prometto che ti raggiungerò un giorno Cool

@Chiara
Hai fatto benissimo a tornarci, fosse per me, e se le finanze lo permettessero, farei mesi e mesi solo sul suolo americano! MrGreen





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