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Naturalisti ed etica alimentare:vegetariani,vegan,onnivori?


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avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2015 ore 1:08

Ultimamente sto passando una crisi di coscienza di una certa portata,sono o meglio ero un fotografo prettamente naturalista,sono un amante degli animali e posseggo diversi gatti,lavoro nel settore pet e degli animali da reddito.
Premetto questo: sono stato fino a qualche anno fa un vero mangione,ingurgitavo notevoli quantità di cibo di ogni tipo con una certa predilezione per carne/salumi/pesce ed ero una persona sovrappeso è piuttosto pigra.
Poi 2 anni fa avvicinandomi all arrampicata sportiva ( e rimanendone dipendente MrGreen)all Alba dei 40 anni ho cambiato decisamente stile di vita,sono passato ad un alimentazione molto salutare e povera di grassi e calorie arrivando a perdere quasi 25 kg in pochi mesi.
Adesso sono magro e in forma come mai sono stato in tutta la mia vita,oltre ad avere maturato una profonda attenzione per l alimentazione corretta e salutare.
frequentando il mondo dell alimentazione bio /salutare, ultimamente si è fatta prepotente in me pure una forte implicazione etica,pur avendola amata per anni ho maturato ultimamente una forte avversione alla carne; mi sembra molto anacronistico è × amare e rispettare profondamente gli animali e poi cibarmene.
Sono oramai 10 giorni che son passato da un consumo molto limitato allo zero assoluto,per il momento é più una prova che altro voglio capire se è una cosa possibile e sostenibile per me dopo 40 da onnivoro passare all alimentazione vegetariana.
Penso di non aver problemi a rinunciare alla carne,anche perché faccio sempre fra me e me un banale ragionamento se avessi dovuto uccidere e macellare animali per mangiare,di carne in vita mia non ne avrei proprio mai manco toccata.
Il problema e che non ho ancora la stessa sensibilita nel confronto del pesce che continuo a consumare senza pormi troppi problemi e a cui mi sa che farei davvero fatica a rinunciare.
Ultimamete mangio pure alimenti vegan che ho scoperto da poco in un risto bar bio/vege/vegan che ho cominciato a frequentare in pausa pranzo,non mi dispiace a dire il vero anzi,ma ritengo che sia quasi impossibile abbracciare uno stile alimentare full vegan se non spinti da fortissime convinzioni etiche.

Dopo sto pippone,sono qua a chiedermi visto che sto sito è nato anni fa come ritrovo di fotografi naturalisti ed è sempre stato frequentato da gente con una spiccata sensibilità ambientalista e animalista,voi come vi ponete nei confronti di tutto ciò ?
Siete vegetariani?vegani?o comunemente onnivori?
Chi lo è come considera il fatto che sembra che ci sia diversa gente che non mangia carne animale per etica ma non rinuncia al pesce.
Rinunciare al pesce è un evoluzione del non mangiare carne o chi di voi è vege o vegan è partito da subito a rinunciare pure al pesce?

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2015 ore 9:21

C'è molta confusione sul tema, primo perchè i vegetariani (peggio i vegani) stanno combattendo una guerra santa assumento i tratti di fondamentalisti e la cosa proprio non la tollero, poi perchè non si riesce mai ad avere uno scambio di vedute tranquille e construttive.

Detto questo, io è più di un anno che non mangio carne, pesce raramente.

Mi sto documentando, leggendo libri e consutando nutrizionisti, e finora si è concordi che una dieta equilibrata vegetariana o vegana non produce nessun tipo di malnutrizione o carenza di apporto energetico, certo a patto che si mangi TUTTA la verdura e non i pomodori si, ma fagioli e broccoli no...insomma tutta la verdura.
L'unica vitamina che non è presente in una dieta vegana è quella B12, che però può essere assunta con integratori, anche questi volendo naturali.

La dieta vegetariana/vegana poi è sufficiente per tutta la vita dell'uomo dallo svezzamento fino alla età adulta, anche per le donne in allattamento.

Poi c'è il discorso "etico" che ovviamente è molto forte e molto presente, per me però per essere in pace con se stessi dovremmo assumere tutto un tipo di vita che è molto difficile, prima di tutto essere vegani, o al limite scegliere prodotti biologici, ma biologici veri.

perosalmente non trovo giusto uccidere animali per cibarsi anche perchè oggi non è più necessario.
Infine c'è il discorso della sostenibilità degli allevamenti, se fate una ricerca su quanto costa manetenere capi di allevamento e quante risorse vengono "investite", secondo Veronesi, ma prima di lui Gandhi e Einstein dissero che saremo costretti a diventare vegetariani perchè le risorse non ci saranno più, in breve per allevare tutti i capi di bestiame con il loro solo mangime riusciremmo a sfamare TUTTA la popolazione mondiale, invece questa è riservata per il solo popolo occidentale.

Insomma capiso il gusto, ma un po' più di sensibilità non guasterebbe.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2015 ore 9:27

Ah..ho già scritto tanto, ma un ultima cosa la vorrei dire...sul seitan...mia moglie ha un forno esclusivamente senza glutine, e per forza di cose si è (ci siamo) dovuta documentare, ebbene il glutine è uno degli elementi peggiori nelle farine, è il principale elemento che si modifica e quello che porta alla celiachia, e un consumo esagerato di glutine, (il seitan E' solo glutine) di certo non fa bene.

Io evito pure quello.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2015 ore 9:52

intanto grazie per l intervento,vedo che la pensiamo decisamente allo stesso modo.dal poco che ho letto e sentito fin ora mi sono fatto anchio l'idea che ci siano molti preconcetti e classismo in questo mondo,dove sicuramente come non mai conta il male minore , le ghettizzazioni o le classificazioni in una minoranza non fan di certo bene alla causa.
La questione seitan turba sicuramente anche me voglio informarmi meglio in materia,ma come dico è poco che sto sposando o meglio cercando di sposare questa causa.

Altri commenti e pareri sono ben graditi,buona giornata Sorriso

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2015 ore 20:52

vabbè via noi c'abbiamo provato!
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2015 ore 11:47

E beh evidentemente è un argomento poco sentito,strano pensavo ci fosse più attenzione alla questione in questo ambiente,ma del resto da diversi anni non è più un forum prettamente naturalistico.
Oppure ci sono molti appassionati di pennuti e animali sia fotograficamente che culinariamente :)

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2016 ore 23:42

Salve, càpito qui dopo aver digitato su google "vegan juza" perchè mi chiedevo come, visto il costante aumento della diffusione del veganesimo in Italia, il mondo del fotografo naturalista affrontasse la questione. In pratica mi domandavo quanto coerente sia il "fotografo della Natura". Dice di fotografarla perchè la ama, spesso fa pensieri profondi, filosofeggiando su cosa è "secondo natura" e cosa non lo è. Ne afferma/riconosce il valore e conseguentemente si approccia ad essa in modo meno invasivo possibile. Sì, ma solo quando è in "modalità wild nature", perchè per il resto del tempo, il più delle volte, quella sensibilità è spenta o assopita, ottenebrata da tradizioni e credenze popolari del cosiddetto vivere civile...
Non posso permettermi di fare la morale o giudicare: sono stata cieca e pigra per 40 anni; ma nel momento esatto in cui ho scoperto che tutto poteva essere messo in discussione, valutato e vagliato senza condizionamenti, sono cambiata. È stato come scoprire la cosa più ovvia... pertanto è stato praticamente istantaneo il passaggio all'alimentazione di soli prodotti vegatali.
Inutile dire che auguro a chiunque di fare questa scoperta: le informazioni sull'argomento, le motivazioni, le modalità di fare, i consigli ecc.. sono alla portata di tutti oggi.
Non prendetemi in giro considerandomi un'estremista.. non sono un'estremista: mi piace tendere ad una certa coerenza.
Non è coerente dire di amare la natura e gli animali e poi sedersi davanti ad un piatto di carne o ad un bicchiere di latte.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 9:41

4 anni fa, alla soglia dei 40 anni, anche io ho cambiato radicalmente il mio stile di vita.
Sono diventato vegetariano per un mio desiderio personale (sia per mie motivazioni etiche, che salutistiche) ed ho eliminato definitivamente carne e pesce.
Mangio alcuni derivati (formaggi e uova), ma ho escluso latte e yogurt per una crescente intolleranza verso questi prodotti.
Ho aumentato i consumi di verdura e frutta e ho eliminato le bibite gassate ed eccessivamente dolci (mi preparo il Tè freddo in casa con Tè VERO e zuccherandolo il necessario).
Sempre da 4 anni ho smesso di fumare, grazie alla sigaretta elettronica.
Io mi sento bene, sia moralmente, che fisicamente…ho le stesse energie di quando avevo 20 anni ;-)
Oltre all'alimentazione, ho acquisito maggiore sensibilità alle tematiche ambientali, assumendo comportamenti più responsabili e rivolti a minimizzare gli sprechi.
Comprendo che lo stile di vita occidentale sia talmente radicato nella nostra vita quotidiana, che per molte persone risulterebbe inconcepibile anche solo pensare di poter cambiare le proprie abitudini alimentari.
Ma, fortunatamente, questo desiderio di cambiamento sta crescendo sempre in più persone...;-)

user46920
avatar
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 10:05

Non è coerente dire di amare la natura e gli animali e poi sedersi davanti ad un piatto di carne o ad un bicchiere di latte.

a parte il resto: ma cosa c'entra il latte con la carne?

per il latte, basta mungere "la bestia da latte" ... mica te la devi mangiare ;-)

comunque vorrei dire due cose:
- non credo sia
un argomento poco sentito
... è solo che il blog e il tema libero sono meno frequentati.
- anch'io sto provando da un po' a diversificare di più verso frutta&verdura e credo che non sia tanto male, anzi. Però resto onnivoro più che volentieri, pur rispettando la natura, ecc, ecc ...

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 10:40

" Non è coerente dire di amare la natura e gli animali e poi sedersi davanti ad un piatto di carne o ad un bicchiere di latte. "
a parte il resto: ma cosa c'entra il latte con la carne?

per il latte, basta mungere "la bestia da latte" ... mica te la devi mangiare

Purtroppo, almeno per me, non sarebbe tanto il latte come alimento, ANCHE se siamo gli unici "animali" che consumiamo latte oltre lo svezzamento, ma come al solito il modo industriale di mungere la mucca.
Senza che sto a spiegare nulla perchè non è mio compito, basta cercare un po' in rete per rendersi conto di quale siano effettivamente munte.

Io sono decisamente in una posizione più blanda, essendo umbro la dieta regionale è basata sulla carne, la cottura della carne è cultura, però si dovrebbe ristabilire la normale (e sana) catena alimentare, in cui l'uomo è al di sopra, e va bene, anzi va benissimo, l'evoluzione ci ha dato questo posto, ma molto più consapevolmente e senza sprechi senza abusi, e considerare che una bistecca al ritorante che non finiamo, il guanciale della amatriciana che non mangiamo, la mortadella nel panino che non finiamo, sono effettivamente animali morti per noi, e a questo punto in modo del tutto invano.
Ciao
LC

avatarjunior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 10:40

L'argomento secondo me non è "poco sentito" è solo che se io ora scrivo che sono un onnivoro convinto e che non rinuncerei alla carne perché mi piace, se va bene mi prendo una valanga di insulti.
;-)

p.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 10:58

Vorrei proporre un approccio non tanto di tipo alimentare, ma scientifico (per quanto possibile). L'idea che Natura sia uguale a Animali è completamente fuorviante.

Prima considerazione. Gli animali sono esseri viventi e, come tali, necessitano di mangiare - altri esseri viventi - ma anche di posare i piedi o di dormire su qualcosa di solido che in genere è inanimato e non vivente.
A mio avviso la Fotografia Naturalistica DEVE comprendere tutti gli aspetti della natura, viventi o non viventi.
Fotografare un deserto in cui non sia presente anima viva vuol dire forse fotografare qualcosa di diverso dalla Natura?
Per quale motivo la Fotografia Paesaggistica non ritrarrebbe la Natura nel momento in cui inquadra un bosco di querce, solo perché non ci sono animali nell'inquadratura?

Seconda considerazione. Questa nasce dalla consapevolezza che certe posizioni fuorvianti nascono dal pessimo livello della divulgazione (anche e soprattutto scolastica) in merito a cosa sia un Essere Vivente; ne nasce spesso la convinzione, assurda, che solamente gli animali siano esseri viventi. Quando finalmente riesci a far capire alla gente che anche le piante e i funghi, o persino i batteri, sono esseri viventi, allora parte un altro elemento dovuto alla pessima informazione: l'idea che solo gli animali, dato che "si muovono" ed "emettono versi di qualche tipo", provino "sensazioni" e "sentimenti", quindi solo gli animali proverebbero sensazioni negative (dolore fisico e/o psicologico) se li uccidiamo per cibarcene. Da qui un'idea distorta di cosa sia l'etica nei confronti della Natura. Eppure si stanno moltiplicando studi di botanici e ricercatori che, persino nell'ignorantissima Italia, stanno mettendo in luce il fatto che tutti gli esseri viventi provano sensazioni equiparabili a quelle degli animali; la cosa, a ben vedere, è assolutamente ovvia, altrimenti come potrebbero fare le piante ad attivare i loro meccanismi difensivi dai parassiti? E se tutti sapessero che la Dionea muscipula non chiude automaticamente la propria trappola al minimo tocco, ma solo se questo viene ripetuto più volte ad intervalli sufficientemente brevi da farle supporre che si tratti effettivamente di un insetto e non di particelle inanimate, cosa saremmo portati a pensare? E se tutti sapessero che Cakile maritima, un piccolo arbusto dei retroduna costieri che, per il fatto di vivere in ambienti così difficili, lotta costantemente con le altre piante, comprese quelle della sua stessa specie, ma riconosce i propri parenti più diretti, evitando di mettere in atto nei loro confronti quegli stessi meccanismi aggressivi? In definitiva, ogni essere vivente è paragonabile a tutti gli altri, anche se utilizza stili di vita e comportamenti apparentemente diversissimi; quindi ogni essere vivente - animale, vegetale, fungo ecc. - ha diritto alla medesima considerazione da parte nostra.

A questo punto, il problema di cosa (ma soprattutto di quanto) mangiamo non dovrebbe più mascherarsi dietro argomentazioni pseudonaturalistiche del tipo "gli animali non devono essere uccisi!" solo perché non c'è consapevolezza del fatto che anche una patata o una carota, quando la getti nell'acqua bollente, muore e, soprattutto, prima di morire prova una forma di sofferenza paragonabile a quella fisicamente provata dagli animali.
Il problema è che, purtroppo, a parte le piante e alcuni batteri che possono nutrirsi partendo direttamente da sostanze inorganiche (grazie alla fotosintesi), ogni animale o fungo deve necessariamente mangiare altri esseri viventi per sopravvivere. Il meccanismo, che a noi pare perverso, in realtà serve a "ringiovanire" costantemente ogni specie che vive sul pianeta: se gli individui non morissero e non venissero riciclati attraverso il metabolismo di altri organismi, già da molti milioni di anni non ci sarebbero più risorse per nuovi individui e la vita sarebbe definitivamente scomparsa dopo una breve e fugace apparizione. Il vero problema etico non è di quali specie dobbiamo cibarci, ma in che modo mantenere un equilibrio tra quelle di cui ci serviamo e quelle che, apparentemente, non servono ad alcuno dei nostri scopi (allevereste zanzare da compagnia?), ma che sono comunque indispensabili al corretto funzionamento degli ecosistemi. Il giorno in cui avremo disboscato l'intera foresta amazzonica per coltivarci soia non sarà migliore del giorno in cui l'avremo disboscata per allevarci bovini.

L'unica, impressionante verità è che noi appartenenti alla specie umana siamo troppi su questo pianeta; nessuna specie animale della nostra taglia e con i nostri fabbisogni di cibo e territorio ha mai raggiunto numeri nemmeno lontanamente paragonabili ai nostri. Ora, è verissimo che lo stile di vita imperante in Occidente comporta il mangiare troppo, ma è altrettanto vero che l'intera umanità consuma troppe risorse per il semplice fatto di essere troppo numerosa rispetto ad un ragionevole livello di equilibrio. Questo è il vero problema.

user4758
avatar
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 10:58

Non ho niente contro i vegetariani/vegani, ma anche la produzione a livello industriale di frutta e verdura non è che sia proprio da "amanti della natura"...

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 11:00

se va bene mi prendo una valanga di insulti
McMurphy questo accade perchè molti "illuminati" diventano integralisti, io ho fatto una scelta, molto molto dolorosa, ma le scelte molte volte sono dolorose, tuttavia mia moglie e i miei figli no, mangiano carne e se la godono, e io...sono contento, anzi a volte cucino per loro.
Veramente non tollero coloro che fino a tot anni (o mesi) fa mangiavano al McDonald's e ora diventano paladini della causa.
Tu (ipotetico) mangi carne? io ti rispetto e non ti indottrino.
Io non mamgio carne? tu non mi ridicolizzi dicendo che mangio insalata scondita come una capra.
E vivremmo tutti molto felici e contenti e rispettosi degli altri
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2016 ore 11:15

Comunque è verissimo che i metodi di allevamento (e sempre più spesso pure di coltivazione) intensivi, a solo ed esclusivo scopo di lucro, non rispettano più la natura e le esigenze degli organismi che sfruttano. In effetti, oltre ad un'alimentazione più equilibrata e tradizionale, andrebbe recuperato tutto un sistema di rapportarsi con la natura che ne rispetti equilibri e bisogni anche "a monte" delle nostre esigenze alimentari.
Questo vale tanto per chi continua con un'alimentazione onnivora, quanto per chi opta per una dieta di soli vegetali.

Risolto questo punto, le nostre scelte alimentari andrebbero prese sulla base di ciò che non nuoce al "nostro" organismo, inteso quello di ciascuno di noi, che non è "identico" a quello di chi ci circonda: io non sono celiaco, ma conosco sempre più persone che lo sono; io non sono intollerante al lattosio, ma mio padre lo era. Una certa quantità di carne può essere addirittura indispensabile a chi vive in certi ambienti e con stili di vita movimentati, ma può essere addirittura deleteria per chi vive in modo sedentario e troppo "occidentalizzato".

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