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La cultura serve?







avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 17:42

Visto il gruppo creato da Jeronim e il suo senso... non mi sembra una domanda superflua Sorriso

PREMESSA: non è posta come domanda retorica. Non contiene nelle intenzioni alcuna risposta implicita.
Ovviamente ho le mie idee in merito, come tutti, ma non credo siano interessanti, come spunto di discussione.

AUSPICIO: conoscere il vostro pensiero in merito.
Ovvero, più precisamente: il "sapere" fotografico in tutte le sue varianti, soprattutto la conoscenza dei grandi fotografi e del loro lavoro, aiuta a realizzare fotografia migliore oppure è ininfluente?

E ove la risposta fosse "si", sarebbe utile provare a esprimere, anche molto sinteticamente PERCHE', dal vostro punto di vista.
Questi punti di vista, a differenza di un semplice si o no, forse possono fornire spunti utili, come sempre, soprattutto per chi si sta accostando a questa passione.

Prego davvero tutti di una cosa: di sforzarsi al massimo per non convincersi che chi pensa diverso da noi sia meno rispettabile.
E, nel caso, dialogare di conseguenza ;-) Sorriso

Un caro saluto
F

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:09

D'istinto, appena letto il titolo, le mie risposte oscillavano tra il sì e il neanche da chiederselo perchè lapalissiano.
Ma se così fosse non avrebbe senso che chi ha aperto il thread, avendo già dato prova di profondità intellettuale, abbia posto il quesito. Ho provato quindi a ri-pormi la domanda, ed in effetti non è così ovvio.

La conoscenza è un'arma a doppio taglio perchè tende a portare il pensieri sui binari e, per quanto sia vero che le regole si debbono conoscere per poter essere infrante, non è una capacità di tutti saperlo fare.

Aggiungo, chi ha una dote naturale potrebbe addirittura rallentare la sua evoluzione rimanendo ancorato ai suddetti binari.

Quindi rivedo il mio sì assoluto. E' vero per la stragrande quantità di persone con doti medio normali. Imparare a leggere è obbligatorio secondo me per scrivere.

Fanno eccezione gli estremi : chi non è in grado di allenare l'occhio guardando, e chi ha una dote talmente grande da rimanere imbrigliato in canoni più restrittivi di quanto la sua capacità potrebbe esprimere. Ma anche Caravaggio ha iniziato copiando quadri altrui....

Resta il fatto (da "studiante" quale sono ho avuto occasione di giungere a questa conclusione) che le biblioteche private di fotografia più fornite siano a casa dei Fotografi.






avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:11

Domanda bellissima, e non certo superflua. Mi ricorda che, di fronte alla pluralità delle risposte possibili, ciò che veramente è importante sono le domande. Comunque la mia risposta per ora è questa: a giudicare da molti artisti, può aiutare oppure no; c'è chi è dotato istintivamente e realizza splendide immagini senza conoscere i grandi del passato, c'è chi non riesce a farlo pur conoscendoli. Però aiuta a vivere meglio, insegna a conoscere meglio la bellezza. Ogni grande artista insegna, soprattutto se non "sale in cattedra" a guardare attraverso i suoi occhi, e questo è un arricchimento importantissimo. Mi sembra di ricordare che Alfredo Casella, un grande musicista e insegnante del primo Novecento, a volte facesse lezione di pianoforte portando i suoi allievi a visitare una galleria, o vedere i quadri di una mostra. Sosteneva che aprirsi alla conoscenza di qualunque arte migliorasse sempre la comprensione della propria. Mi sembra una luminosa concezione della vita prima che dell'arte.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:16

La cultura serve? Si, in ogni caso (almeno per me).
Forse le nostre fotografie potranno non essere migliori tecnicamente (se uno ha poco occhio o poche capacità di ripresa e postproduzione non può migliorare solo leggendo o guardando le foto dei migliori Autori/Fotografi), ma sicuramente saranno diverse o scattate con un diverso approccio.
Per quanto riguarda me, ho cominciato ad interessarmi alla fotografia relativamente da poco, sono passati solo 4 anni dall'acquisto della mia prima reflex digitale, e ne sono passati ancora di meno (poco più di un anno) da quando ho cominciato a leggere qualche testo di Fotografia (grazie ancora Franco/Jeronim per i titoli consigliatimi) o a visitare mostre o a sfogliare libri fotografici dei grandi del passato (di quelli del presente un po' meno).
Fino a poco tempo fa ero una "onnivora" o meglio una "giapponese in gita", uscivo di casa con la reflex al collo e fotografavo qualsiasi cosa mi capitasse sotto gli occhi: passavo dallo sport al pseudopaesaggio all'urban o alla street in un battibaleno, con poca riflessione prima di scattare se non quella di avere la macchina settata in maniera giusta per quello scatto.
Poi piano piano, grazie anche ad un vecchio post del buon caro Franco/Jeronim www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=583305&show=1 ho iniziato a pormi delle domande, ovvero "cosa voglio fotografare?".
La risposta ancora non l'ho trovata ma, nel frattempo, come ho già detto prima, leggo libri, osservo immagini e visito mostre, ed ho notato che il mio modo di fotografare è completamente cambiato.
Non scatto tanto per scattare, ma cerco io un qualcosa da voler fotografare. In pratica non subisco più (o per lo meno subisco meno), ma cerco una determinata immagine.
Da poco più di un mese ho anche in mente un progetto fotografico, una sorta di ricerca documentale con risvolti sociologici/intimistici. Alcune immagini le ho già scattate, ancora devo "svilupparle" in LR, dopodichè cercherò di confrontarmi con chi ne sa più di me per vedere se ho avuto una idea che val la pena di proseguire e in che modo è meglio proseguirla.
Probabilmente sarà una cavolata, ma per me è comunque importante perchè è il mio primo lavoro pensato e voluto, non subito.
Ciò non toglie che quando vado in vacanza e gironzolo con il camper, torno ad essere un po' giapponese!;-)

Quindi tutta sta pappardella per dire che sì, la cultura fotografica serve, magari non a fare immagini "migliori" ma a fare immagini "diverse" da prima.
Barbara

user16612
avatar
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:17

Posso rispondere io?
Naturalmente in punta di piedi che non sono nessuno Sorriso
Ho un po' testi sulla storia della fotografia e qualche fotolibro di autori di calibro (così almeno sono normalmente riconosciuti). Ogni tanto, quando mi prudono le mani e vorrei scattare, ne tiro fuori uno a caso e lo sfoglio, e lo leggo, e lo guardo. Oppure vado a vedere una mostra di pittura (ma il tempo è tiranno e per niente galantuomo!).
Ho scoperto che è un esercizio fondamentale.
Perché anch'io corro sempre il rischio (magari dopo qualche complimento) di pensare di essere arrivato, di essere già "imparato", di non dover ricevere nulla.
Ecco, la cultura per me (non solo in ambito fotografico per la verità) è accorgermi di essere piccoletto; è accorgermi che c'è un sacco di "roba" che non so; è accorgermi che fuori c'è un mondo di persone che possono avere qualcosa di meglio da raccontarmi.
Sono gli umili che migliorano. Questa è la cultura che cerco di insegnare ai miei figli ;-)

Non so se sono andato fuori tema...

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:22

@Paolo Martinaglia Il non sempre simpatico a tutti Benedusi sintetizza a sua maniera il tipo di concetto che riporti tu dicendo che "Se guardi il Grande Fratello farai foto di m3rd4".

Tolto il metodo di esposizione e tutte le deroghe, non mi sento di dargli torto.


avatarsupporter
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:24

Vediamo. .. la cultura tedesca che ha portato al mondo il comunismo e il nazismo è stata perniciosa per quasi 2, 5 miliardi di umani di 5 generazioni: risposta negativa dunque, mai la cultura distruttiva basata sul disprezzo e sulla superiorita' dell'uomo su altri uomini serve a qualcuno, se non a persone profondamente ingannate che vogliono sottomettere e schiavizzare altre persone pensando che questo migliorerebbe la società o almeno la propria vita.
Rientrando nell'argomento fotografico non sopporto il vagheggiare pseudo culturale di chi troppo pensa ed elabora scarsi risultati fotografici. Per questo ho antipatia anche per la cultura prodotta dalla critica, persone incapaci di produrre opere apprezzabili che criticano chi le sa fare.....Confuso
Al contrario, la cultura intesa come capacità di approfondire e come conoscenza diretta dell' arte è fondamentale per riuscire a fare foto di buon livello. Sorriso

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:37

Non serve,a me e in generale,ed è piuttosto avvilente vedere la propria foto di fianco ad altre,quando non si valuta niente,sembra tutto guidato dal caso da un meccanismo logico semplice,ma dopo tutto quasi illogico,cosi' nasce una sorta di smarrimento ed aumenta la distanza fra i libri e le foto che vedo.Sembra che ci sia un referente e molto spesso l'autore stesso della riflessione ponderata ne fa parte o si lascia coinvolgere dal metodo.
Poi che ci sia un percorso di approfondimento personale è cosa diversa, è nell'evoluzione anche se sembra involuzione,non sono per il positivismo,ma c'è una presa di coscienza piu' ampia che prima o poi andra' affrontata.
"Per dipingere una parete grande serve un pennello grande".
Ciao;-)

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:38

Serve a capire il mondo che ci circonda
Serve a ragionare sulle fotografie di altri e porre delle domande a noi stessi
Serve a capire se quando sviluppiamo un idea é nostra o di qualcun altro
Serve a rompere le regole
Non basta per fare buone fotografie , altrimenti il mestiere del critico non esisterebbe
Ciao

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:44

La cultura serve eccome , se non conosci non puoi realizzare! Un certo livello di conoscenza porterà a produrre un certo tipo di foto ! IMHO

user39791
avatar
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:51

Per essere un buon fotografo credo che più altro serve il talento, a questo proposito voglio proporvi uno straordinario monologo di Ferdinando Scianna. Ad un certo punto dice che ha conosciuto gente di grande talento che lo hanno fatto avvizzire il loro talento e altri che avevano un piccolo talento che a forza di annaffiarlo tutti i giorni lo hanno fatto crescere quel loro piccolo talento. E questi ultimi sono quelli più interessanti. La cultura è un ottimo "prodotto" per annaffiarlo il talento, piccolo o grande che esso sia.




avatarjunior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:55

No. E' inutile e controproducente per la maggior parte degli esseri umani. Gli stupidi che non hanno cultura e quindi non possono sapere di essere stupidi, vivono molto meglio. E sono anche meglio accettati: fanno sentire meglio quelli leggermente meno stupidi, che essendo comunque stupidi, si sentono superiori dal momento che gli è stato dato un punto zero di riferimento sul quale misurarsi. La prova del 9 ce l'hai constatando che quelli un po' meno stupidi, si lamentano di come vadano le cose (soffrendo più degli stupidi), decise peraltro, dai pochi intelligenti supportati dagli stupidi. I pochi intelligenti sanno che l'unica cosa da fare è governare gli stupidi in ogni modo ed approfittare di loro fino all'osso, per lenire quel dolore lancinante che la cultura gli ha portato: l'intelligenza.

Prendete questo concetto ed applicatelo a qualsiasi campo: politica, arte, spettacolo, fotografia o società. Funziona. Ve lo garantisce uno abbastanza stupido.

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:12

Condivido, ma delle nozioni le devi pur acquisire altrimenti come realizzi? Il talento è il valore aggiunto e aiuta molto ,ma tutto parte dalla conoscenza...

avatarsenior
inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:22

Intanto grazie a tutti per la partecipazione, sin qui!
Concordo che il porsi in primis domande, qualcosa la produce: per esempio, per chi non lo conosceva.... è arrivato il bel documento proposto da Filiberto! Sorriso

Mi scuso se non entro nel merito delle risposte di ognuno, ma non credo sarebbe utile, perchè sono le risposte di per loro a portare pensieri. Per cui, essendo comunque autore del topic... solo grazie per i contributi! Sorriso

Una parola però per l'intervento di Shambola vorrei spenderla....
Che cos'è l'apertura mentale? Giammai vorrei aprire qui un nuovo tema Sorriso ma credo che assomigli non già al cambiare idea solo perchè incocciamo un pensiero differente dal nostro, fosse anche autorevole.
Piuttosto credo che comporti la capacità di non essere impermeabili. Di lasciare che pensieri diversi possano penetrarci in qualche misura, producendo il confronto, talvolta il dubbio.
E in questo senso ho trovato il commento, quantomeno per metodo e approccio, apprezzabilissimo Sorriso

user39791
avatar
inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:25

Permettimi di dissentire Vinsss. Il talento è un'abilità naturale, un'inclinazione. In poche parole una dote. Se ne è provvisti naturalmente o nulla da fare, non si impara il talento purtroppo. Se è piccolo però lo si può coltivare. Il talento anticamente era una unità di peso "preziosa", nell'antica Grecia un talento corrispondeva al valore di venti chili di argento. Quindi riportata ai giorni nostri una ricchezza che appesantisce colui che la possiede di una grande responsabilità, che è quella di non farlo avvizzire come dice Scianna.

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