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Il fotografo e l'apparecchio. Chi è il padrone?


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avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 16:36

Sto leggendo un libro della contrasto su Salgado e a proposito della tecnologia dice qualcosa che mi fa pensare che lui non sia padrone della tecnologia ma la tecnologia non lo rende nemmeno schiavo.
Non è padrone della tecnologia perché non ne conosce fino in fondo le potenzialità ma non è schiavo perché quando scatta usa la macchina per ottenere quello che vuole e lo fa indipendentemente dal tipo di macchina che usa. Scatta prima con la testa poi con lo strumento e in questo ne è padrone.

Cit: "Non so fare editing, ovvero selezionare le immagini sullo schermo di un computer. Non ho mai lavorato su uno schermo e con il passaggio al digitale non ho cambiato la mia maniera di procedere. L'unica differenza è che, anziché portarmi una valigetta di 28 Kg, ora trasporto 700 gr di schede di memoria, che non corrono nessun rischio quando passano sotto i raggi X." (qui si riferisce agli effetti della pellicola durante i passaggi sotto gli scanner negli aeroporti). "Sul posto non porto né hard disk né computer; fotografo guardando esclusivamente nell'obiettivo, come ho fatto per tutta la vita".

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 16:39

l'immagine (o meglio, tutte le forme di comunicazione visiva assimilabili per forma e potenziale diffusione), ahimè il primato ce l'hanno, e per ben precisi motivi


Cosa intendi?

Credo di intuire cosa vuoi dire e nel caso sarei anche molto concorde. Ma preferisco non intuire ed essere invece sicuro dopo una chiara spiegazione Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 16:54

Io credo da (ormai) molti anni a questa parte che il focus del ragionamento, il suo punto di partenza, dovrebbe essere non sul mezzo e neppure nel rapporto tra l'uomo e il mezzo, bensì il messaggio che la foto contiene e il linguaggio che la foto usa, assieme a come e quanto questo messaggio giunge alla mente di chi osserva.
E' lì che si vede chi è e come lavora il fotografo, non sicuramente nell'esecuzione di un banale gesto tecnico e neppure nel tipo di rapporto che questi ha con uno strumento fotografico.
Come ha già fatto notare qualcuno in precedenza, quel che conta è l'immagine, il visus, la visione fotografica che viene fuori dalla testa del fotografo e impressa su carta (o in altre forme più sempliciotte, come un'immagine digitale).

Del fatto che, nel produrre quest'immagine, il nostro eroe abbia fatto fare tutto alla sua macchina tritatutto oppure (estremizzando) abbia dato istruzioni ad un assistente che ha scattato la foto per lui, nel modo e nei termini voluti, credo che non possa importare di meno.




avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 16:59

Rispondo a Tom...

Difficile da sintetizzare (anche perchè non voglio, io per primo, travisare il presupposto del testo...), ma, così, per collocare un pò la cosa.

Nell'antichità, prima della scrittura, era l'immagine. Solo stimolo di emozioni quindi (paura, gioia ecc), e poco discernimento critico.
Poi i filosofi greci, o giù di li, e la nascita della scrittura con tanto di ragionamento, con accostamento all'idea di relazioni causa-effetto maggiore.
Poi, con l'avvento della fotografia, ecco ritornare prepotentemente all'immagine e al primato delle emozioni, con quel che ne consegue. Un esempio dell'autore recita, grossomodo (vado ahimè a mente Sorriso ) "se osserviamo la fotografia di un bambino palestinese picchiato da un soldato, ci indignamo, gettiamo la fotografia con rabbia o qualcosa del genere. Di solito, l'ultima cosa a cui dedichiamo tempo, è al fatto che tutto ciò ha delle ragioni, delle cause. E così perdiamo anche la dimensione del preoccuparcene e supporne soluzioni".

Perdonami: il ragionamento è un pò tagliato con l'accetta, ma credo lasci intendere perchè la forza di un'immagine (fotografica o cinematografica poco importa) ha un ruolo tutto suo (Pensa anche per esempio, all'epoca dello scritto non c'era, alla fotografia di Abu Ghraib, e dimmi se, secondo te, raccontare la cosa verbalmente avrebbe avuto gli stessi devastanti effetti).

Perdono, per eventuale pessima rappresentazione dello scritto! Sorriso




avatarsupporter
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:00

Rollotom, credo che tu abbia decontestualizzato i concetti, la libertà della rete non c'entra, quello che vogliamo dire è che spesso la rete porta i fotografi a fare la fotografia gradita alla rete, in questo senso detta le regole del gioco, chiaramente non impone nulla, sono i fotografi stessi ad adeguarsi in cambio di popolarità, ma la sostanza non cambia..
Quanto al rapporto uomo/macchina..leggi l'ultimo intervento di Paco..mi sembra piuttosto illuminante;-)
CiaoSorriso

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:18

@Francesco- Allora ho avuto una giusta intuizione e concordo perfettamente con te. Questo non credo che contrasti con il fatto che la fotografia non ha il primato attribuitole ma piuttosto, per me, lo hanno le immagini e come vengono utilizzate dalle foto, alla TV, la pubblicità, la pittura, l'arte, i film ecc..
----------------------------------------------------------------------------------------------
Per quanto riguarda la rete ho generalizzato il concetto, e ne ho frainteso l'intento iniziale. Sono partito dalla cosiddetta libertà della rete che è solo apparente. Se riconduci questo alla fotografia puoi vedere anche in quel caso, secondo me, che la rete non detta le regole.
La rete non è da considerarsi un'entità astratta che si autoregolamenta e decide.
Sono ugualmente concorde sul fatto che diversi se non molti fotografi si lasciano influenzare e producono foto che si accostano alla moda del momento sia che questa sia riprodotta in rete, in TV, sulla carta stampata.

user39791
avatar
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:20

Al di la di tutte le discussioni a sfondo sociologico e/o filosofico (o per merito di queste) è difficile tagliare l'argomento con l'accetta. I buoni che guardano solo l'immagine e i cattivi che guardano solo il mezzo che l'ha prodotta. Si può amare viaggiare e si possono amare le belle auto allo stesso tempo, ho preso volutamente un argomento per me neutro in quanto non appassionato di tecnologia automobilistica, ma lo sono di quella fotografica o meglio di ottica fotografica. Mi sono letto quasi tutto il sito di Cavina, mi piacciono da impazzire le ottiche super luminose. Quelle che danno rese e sfocati particolari. Non me ne vergogno assolutamente. Se mi capita di vedere un documentario di un grande della fotografia l'occhio mi scappa anche su cosa sta usando. Sarò un acculturato ma così è. Allo stesso modo sono un grande appassionato dell'immagine fotografica e di quello che sta a monte e a valle di essa. Ho amici espertissimi e grandi cultori del jazz che allo stesso tempo sono estasiati dai loro amplificatori a valvole. Acculturati anche loro? Può essere. Lo spartiacque potrebbe essere quello di idolatrate o non idolatrare i mezzi che ci consentono di raggiungere i fini sperati. La butto li, vediamo se qualcuno è interessato a raccoglierla.

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:21

Va pensato per bene Rollotom.... ;-)

L'immagine statica blocca, immobilizza. Fissa per sempre.
Se mi fotografi con un dito nel naso (ed è la mia foto più circolante), io sarò sempre e solo quello col dito nel naso (e trasponiamo su cose più "pesanti"....) ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:24

E infatti caro Filiberto, ;-) come ho sritto più sopra, il discorso non voleva essere, nel modo più assoluto, tecnologia vs immagine (o cultura, o altro...) ;-)

user39791
avatar
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:28

E infatti caro Filiberto, ;-) come ho sritto più sopra, il discorso non voleva essere, nel modo più assoluto, tecnologia vs immagine (o cultura, o altro...) ;-)
Avevo capito bene il tuo intento, era per ribadirlo....altrimenti si finisce in un cul de sac (per collegarmi ad un'altra discussione in attoMrGreen) da cui non se ne esce più.

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:35

Vero l'immagine statica blocca un momento e si può correre il rischio di essere ricordati come l'uomo con il dito naso.

Invece con un racconto di immagini in movimento, la TV per esempio, un giorno sei l'uomo con il dito nel naso il giorno dopo con il dito nel... orecchio. Oppure la cosa può essere peggiore un giorno sei l'uomo con il dito nel naso il giorno dopo sei un grande pasticcere e metti un dito nell'ultima crema da te creata.
In parole povere le immagini in movimento girano così velocemente che non si fermano nella memoria, non sei mai solo l'uomo con il dito nel naso, ma vengono dimenticate velocemente e possono di conseguenza essere cambiate rapidamente a buon uso e consumo o con cattivo gusto o con un fine malevolo

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:42

E qui Rollotom tocchi il punto (ma magari è meglio portarlo in un altro topic, che sennò si fa ancora più confusione Sorriso)

Infatti, il succo del lavoro di Flusser, lì finesce: manipolando per scelta, o semplicemente aderendo a rappresentazioni della realtà che ci convincono e che replichiamo inconsapevolmente, creiamo di fatto il nuovo stato delle cose, diventando quindi non vittime, ma artefici noi stessi di quello che spesso consideriamo "il male" (emme minuscola anche, eh...).

Ma non devierei oltre ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 17:50

@Paco68

Premesso che sottoscrivo ogni carattere del tuo intervento...


Ora ditemi un po', in un forum come questo, chi è il padrone?



Un forum da un'immagine un pò sfalsata della realtà, perchè "rappresenta" un campione ben specifico di utenti mediamente informatizzati. Sono pronto a scommettere che sociologicamente e statisticamente questo campione è più tendente alla GAS (Gear Acquisition Syndrome) rispetto al panorama dei fotografi in senso più ampio.

La cosa non vale su un forum di tecnologia in senso stretto, in cui è OVVIO che il 100% dei partecipanti sia appassionato all'oggeto smartphone e non all'arte di conversare al telefono o alla dizione.
E non vale nemmeno su un forum di giardinaggio, perchè la componente hardware/feticcio è pochissima (anche se probabilmente ci sarà qualcuno che prende la deriva sulle lampade per la coltivazione indoor e parli per ore su quale sia meglio, mentre il suo basilico intanto muore)

Ma qui (su un forum, su internet), parliamo di un'arte/hobby/professione che si compone di più livelli, uno dei quali è hardware. Non mi stupisce quindi che ci sia MOLTA più tendenza al feticcio digitale, che porta a guardare più al dito che alla luna.

Ricorderei questo thread, ed in particolare l'intervista "incriminata" : LINK.

(Io l'ho catalogata come "occasione sprecata", ma è evidente che sia solo il mio parere.)

Insomma, male ma non malissimo. Spero....

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 18:05

A mio avviso, non per questa mia discussione in se, ma per il riferimento da cui nasce, sarebbe importante tentare di estraniarsi dal fatto di essere in un forum, ma pensare la fotografia come strumento di comunicazione in se.

E' normale, parlando qui, circoscrivere il senso della fotografia ad aspetti che, al 90% del mondo, non interessano minimamente Sorriso

In genere conta cosa la fotografia dice e come lo dice (non necessariamente ai fotografi, anzi), ed è lì il senso del discorso.

In particolare, prendendo a prestito le due categorie fondamentali a cui si riferisce spesso un noto accademico, ovvero "Fotografia d'arte" e "Fotografia di pratica sociale", il ragionamento è più che altro pertinente alla seconda direi...

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2015 ore 18:34

Corretto, e infatti dopo la lieve deriva che mi sentivo di intraprendere per contestualizzare il ragionamento di Paco68, torno sui binari, anzi all'inizio del discorso.

Mi sono posto più volte il problema sull'essere portati dal mezzo, non solo in fotografia. Esemplare il fatto che attualmente gli smartphone facciano più smart che phone: io stesso non lo uso tanto per telefonare quanto per comunicare con mezzi che fino a ieri non esistevano. Whatsapp ha soppiantato gli SMS, e un whatsapp sostituisce spesso una (o una serie) di telefonate. In questo caso è il mezzo ad aver cambiato il mio percorso...

In fotografia, per me, vale lo stesso? Me lo sono chiesto con l'ultimo (non recente, ma pur sempre ultimo) acquisto. Ho una reflex ed una mirrorless. La reflex decisamente ingombrante e la mirrorless decisamente discreta, per di più con ottica fissa. Caspita se ho cambiato modo di fotografare e di guardare il mondo!

Intanto è sempre in borsa, e l'altra no. Quindi di riflesso una mi serve per assecondare l'hic et nunc mentre l'altra prevede un intento (portartla dietro). In più è discreta, quindi oso in certi contesti, ma ha un fisso, quindi devo pensare di più.

Apparentemente quindi è lei la padrona, non io.

Ma attenzione: io l'ho scelta proprio per parte di quei motivi, quindi il padrone sembrerei io..

La realtà è che ha soddisfatto i motivi per cui l'ho comprata, ma ha spostato l'asse delle mie certezze per cause che non avevo preventivato.

Quindi? Quindi nel mio caso è un connubbio, ma io sono un principiante occasionale a vita e non faccio testo....

Parlando in linea del tutto filosofica o astratta, il mezzo è estensione. Tuttalpiù occasione. Ma non può esser padrone.


Che cosa ne pensi di questo argomento?


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