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Il fotografo e l'apparecchio. Chi è il padrone?


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user39791
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inviato il 15 Maggio 2019 ore 13:55

Credo che Flusser in sintesi volesse dire che gli esseri umani si possono trasformare in soggetti al servizio dell'apparato fotografico, quasi che sviluppassero una forma di tossicodipendenza che se non ricordo male lui chiama fotomania.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:16

@Alessandro
Grazie sempre per i tuoi contributi Sorriso
Condivido le cose che dici, ma con un po' più di scetticismo rispetto a un certo autonomo formarsi di idee e scelte.
Sempre parlando in senso generale, osservando cioè il fenomeno nel suo insieme, laddove poi i casi singoli possono essere i più svariati...

@Filiberto
Credo che Flusser in sintesi volesse dire che gli esseri umani si possono trasformare in soggetti al servizio dell'apparato fotografico, quasi che sviluppassero una forma di tossicodipendenza che se non ricordo male lui chiama fotomania.


Direi che, molto sintetizzato, è grossomodo così.
E in questo senso va inteso il titolo del topic...

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:32

Anche a me è venuto in mente Vaccari e l'"inconscio tecnologico". Seguo. E pongo una questione: come funzionerebbe l'algoritmo in base al quale l'apparecchio fotografico può
diffondere le immagini così ottenute affinché la società sia con l'apparecchio in un rapporto di feedback, permettendogli così di migliorarsi progressivamente

vale a dire quale sarà "la società" da cui la fotocamera si aspetta il feedback? sarà l'intera rete? sarà una porzione della rete? sarà una "elite" scelta in rete? quali i parametri di cui l'algoritmo terrà conto?

A volte riguardando le mie foto postate qui su Juza e scegliendo l'ordinamento per popolarità mi pongo la questione di come funzioni questo algoritmo di sorting e constato che l'algoritmo non ordina in modo corrispondente al mio personale gusto.


avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:46

un simile algoritmo sarà in grado di " produrre immagini migliori "? O porterà solamente a produrre immagini più conformiste? oppure porterà a produrre immagini differenziate per segmenti differenti di mercato? Potrebbe produrre mai immagini o poetiche innovative?

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:53

quali i parametri di cui l'algoritmo terrà conto? ....


Balla domanda! Sorriso
E qui ci vorrebbero un po' di esperti, dalla sociologia all'informatica, con qualche altra sfumatura nel mezzo....
Però, empiricamente, qualcosa si può dedurre.
Guardando immagini che incontrano molto e riconducendole a mezzi appropriati per realizzarle.

Del resto mi pare che il loop generato da produzione di immagini, loro diffusione e feedback sia costante e in evoluzione dai tempi di Flusser (dello scritto perlomeno) e anche prima.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:54

un simile algoritmo sarà in grado di " produrre immagini migliori "? O porterà solamente a produrre immagini più conformiste?


Opterei con dispiacere per la seconda. Ed è già così in larga misura.... Sorriso

user39791
avatar
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:54

Forse la sintesi estrema sarebbe quella di trasformarsi noi stessi in machina fotografica mandando impulsi relativi a quello che vediamo e trasformandoli in immagini tramite un teletrasporto a una stampante o un supporto di archiviazione.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:55

Forse la sintesi estrema sarebbe quella di trasformarsi noi stessi in machina fotografica mandando impulsi relativi a quello che vediamo e trasformandoli in immagini tramite un teletrasporto a una stampante o un supporto di archiviazione.


Ragionevolmente... è solo questione di tempo Filiberto ;-)

user39791
avatar
inviato il 15 Maggio 2019 ore 14:57

Lo penso pure io. ;-)

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 15:34

Forse la sintesi estrema sarebbe quella di trasformarsi noi stessi in machina fotografica mandando impulsi relativi a quello che vediamo e trasformandoli in immagini tramite un teletrasporto a una stampante o un supporto di archiviazione.

Si tratterebbe di vedere se c'è o non c'è un filtro prima dell'archiviazione, se c'è dove è posto (prima dello scatto o dopo), chi lo pone (quanto possa venire dalla nostra esperienza e cultura personale, non necessariamente fotografica, o quanto meno non "fotomaniacale", e quanto invece questo filtro venga posto sulla base di fotografie già scattate, già presenti in archivio. Archivio nel quale il numero dei feedback può determinare la visibilità delle immagini stesse).
Un meccanismo a catena..

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 15:41

Ci hanno già provato...

Per fortuna l'ultimo barlume di buon senso li ha fermati!

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 16:20

Cari Filiberto, Simone, Roberto... Che si potrebbe o dovrebbe fare?
Uso ancora Flusser, con una citazione da cui si può partire, anche se non certo "definitiva"...

Per sfuggire a questo meccanismo, il fotografo si dovrà sforzare «di produrre informazioni impreviste, di estrarre, cioè, qualcosa dall'apparecchio e di mettere in immagine ciò che non figura nel suo programma» (pp. 110-111). Una filosofia della fotografia è necessaria affinché il fotografo recuperi la propria coscienza critica e trovi il suo spazio di libertà “lottando” contro le possibilità dell'apparecchio, per fotografare l'improbabile, l'imprevisto che sfugge alla manipolazione dell'oligarchia che controlla la decodificazione del simbolo attraverso la programmazione. In tal modo si avrà una fotografia informativa e non ridondante.
Le foto informative sono brecce nell'universo fotografico, «giocano intenzionalmente contro il programma» (p. 94) e dunque non sono prevedibili. Lottano e vincono.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 16:39

La fotocamera andrebbe usata come una mano:

Quando mi viene in mente di realizzare qualcosa non penso quali siano le caratteristiche della mano e cosa posso farci per sfruttare al meglio le sue caratteristiche. No, mi metto in testa di fare qualcosa e ci provo con le mie mani, con le capacità manuali che ho, e se necessario inventandomi dei movimenti insoliti, o aiutandomi con degli utensili.

Insomma, in fotografia vedo un soggetto che mi interessa, oppure desidero riprendere qualcosa, lo faccio senza pensare oltre. Cerco di farlo utilizzando al meglio l'attrezzatura che ho, magari inventandomi procedimenti "creativi" per supplire alle mancanze oggettive.

Fotografare qualcosa con l'unico scopo di mettere in risalto le caratteristiche della propria fotocamera o della lente può essere divertente e istruttivo, ma di certo non è il procedimento per essere creativi. Non c'è nulla di male chiaramente, lo faccio spesso anch'io con le mie lenti vintage. Ma questo non è l'approccio per far Fotografia.

Se la mano ci può servire per prendere un oggetto o cogliere un fiore, la fotocamera diventa una parte di noi e ci serve per "prendere" un'immagine e conservarla.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2019 ore 19:13

Credo che questo fenomeno della fotografia di massa che rischia di condurre al conformismo possa essere tenuto presente.
Son d'accordo con quanto aveva espresso secondo me bene gia' Skylab :
"Assorbire tutto e far crescere il proprio vocabolario, ma non seguire nulla di preciso, se non la propria strada, il proprio istinto, la propria sensibilità, fregandosene bellamente del consenso "

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2019 ore 8:53

Ogni cosa, soprattutto quando entra nella cultura di massa, porta al conformismo Triste
Sta a noi cercare di non farci travolgere da esso ;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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