| inviato il 18 Febbraio 2015 ore 17:19
Si tratta di una tecnica di camera oscura di solito impiegata per compensare il contrasto di negativi con chiaroscuri marcati, e di primo acchito parrebbe una soluzione da adottare solo per correggere un errore in fase di ripresa. Di fatto le cose stanno diversamente, ed imparando a modulare con sapienza e pazienza il dosaggio del rivelatore nei due successivi bagni di sviluppo, è possibile dosare il contrasto e l'annerimento dei toni quasi a piacimento, anche con negativi bilanciati. Al giorno d'oggi, la prima osservazione spontanea è che da tempo esistono le carte a gradazione variabile pensate apposta per aggiustare tutto. Vero, tuttavia senza scomodare la memoria di chi ha conosciuto epoche e materiali diversi, credo sia abbastanza noto tra gli appassionati che le carte multigrade fanno del loro meglio, senza eccellere. Assai preferibile affidarsi alla propria sensibilità, e con un po' di pratica si possono ricavare risultati molto migliori. Veniamo al sodo, e credo sia chiaro che per lo sviluppo servono due bacinelle, la prima con soluzione diluita, la seconda con soluzione a concentrazione normale. Per abitudine preferisco impiegare diluizioni che comportino tempi di trattamento discretamente lunghi (2-3 min.) allo scopo di controllare meglio la progressione. Soluzione costosa (si fa per dire) Il primo bagno deve essere molto diluito e di azione blanda, e di solito la concentrazione del primo bagno che impiego è circa la metà della normale. Potrebbe tuttavia necessitare una diluizione maggiore, e qui dipende da come reagisce la carta con necessità di qualche provino. Di conseguenza la prima diluizione è circa 1/3 della normale, e dopo qualche prova aggiusto il tiro aggiungendo rivelatore, se serve. La copia rimane nel primo bagno fino a quando appare l'immagine quasi per intero e con toni assai leggeri e sbiaditi, e poco importa qualche minutino in più. Il secondo bagno a concentrazione normale completa l'opera, e se si sforasse il tempo di trattamento classico per il rivelatore impiegato, poco male, aumenterebbe solo leggermente il contrasto. Soluzione economica nulla vieta che il primo bagno sia lo stesso rivelatore a concentrazione normale sfruttato e quasi da buttare, male che vada se ne aggiunge un pochino di fresco. Conclusione. A mio giudizio il pregio di questa tecnica, che si presta ad ampie varianti e relative sperimentazioni, sta nella grande flessibilità e modularità dei diversi risultati semplicemente giocando sulla concentrazione dei bagni, il primo ma anche il secondo, e non dimenticando la temperatura degli stessi. 20 gradi a temperatura normale, ma aumentando di qualcosa .. Buona sperimentazione a tutti. Stefano Gaudenzi alias (Stenogau) |
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