| inviato il 17 Febbraio 2015 ore 22:35
Spulciando su vecchie riviste che tuttora conservo ho trovato questi due articoli che ho provveduto a scansionare. Li propongo agli interessati con alcune annotazioni del tutto personali per prove eseguite a suo tempo. La tecnica permette di tirare la sensibilità in misura notevole, senza aumento di grana, ed anche di compensare grossi errori di esposizione. E' pertanto sicuramente promettente e vale la pena provare, rimane tuttavia fermo che le mie sperimentazioni dell'epoca non hanno mostrato un guadagno in termini di stop così elevato come descritto dagli articoli .. e forse ho combinato qualche pasticcio in fase di preparazione di cui non mi sono accorto, ma alla prima occasione prometto di riprovarci. Per il momento mi limito a proporvelo. Stefano www.gaudenzisoft.it/Juza/Microphen_diviso.pdf |
| inviato il 18 Febbraio 2015 ore 8:43
Questo articolo e' veramente molto interessante. Ho provato sviluppi in doppio bagno con altre formule senza pero' arrivare a risultati interessanti. L'analisi fatta dall'autore e' coerente e i risultati sembrerebbero ottimo. Non resta che provare non appena il tempo sara' un po' meno tiranno! Grazie Stenogau! |
| inviato il 18 Febbraio 2015 ore 15:25
Va bene, prenditi il tempo necessario e poi ci risentiamo. Nel frattempo posterò altre informazioni aprendo argomenti specifici. Ciao |
| inviato il 22 Febbraio 2015 ore 0:44
Non credo che lo scarso successo ottenuto sperimentando quella ricetta sia dovuto a tua imperizia, quanto piuttosto al fatto che quella vecchia ricetta proprio non funziona bene e contiene anche qualche errore concettuale. Tanto per chiarire subito uno dei punti fondamentali quando in quell'articolo si parla di aumento di sensibilità ci si riferisce in realtà ad un aumento dell'induce di esposizione (tradotto vuol dire perdita di dettaglio nei toni più scuri pur in presenza di toni medi accetabili). Inoltre con le moderne pellicole ad emulsioni sottile la quantità di agente rivelatore trattenuto è davvero poca, tale da inficiare lo sviluppo di densità adeguate ai livelli bassi di esposizione, ovvero essere realmente efficace per un eventuale tiraggio. Rimane l'effetto ultra-compensatore, che forse è anche maggiore di allora e che porta inevitabilmente con sé la perdita della modulazione dei toni più chiari. Non è un caso che tutti i fabbricanti suggeriscano in caso di tiraggi rivelatori piuttosto energici e anche compensatori. Chiaramente l'effetto compensatore NON viene ottenuto per esaurimento della forza degli agenti rivelatori, come nel succitato articolo, ma chimicamente, con molto idroichinone, per es. |
| inviato il 22 Febbraio 2015 ore 16:54
Ti ringrazio dell'attenzione, tuttavia i risultati ottenuti a suo tempo sono stati abbastanza promettenti, anche se non esattamente in linea con le aspettative. Alla prima occasione ci riprovo. I miei saluti. |
| inviato il 22 Febbraio 2015 ore 18:07
Grazie Andrea, in sostanza se capisco bene non credi che dividendo in due il processo si riesce ad aumentare la sensibilita' della pellicola nelle ombre |
| inviato il 22 Febbraio 2015 ore 23:23
Non solo. È anche peggio. Senza un rivelatore piuttosto energico non si riesce a produrre abbastanza densità nelle zone basse e il tiraggio va a farsi benedire, nel senso che i toni medi rimangono troppo scuri. Rimane l'effetto ultra-campensatore unito ad una curva un po' tutta sciacciata in basso. |
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