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La qualità in rete c'è ma non fa tendenza - Roberto Cotroneo


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avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2015 ore 23:06

Ho trovato interessante la lettura di questo testo pubblicato qualche settimana fa sul magazine Sette del Corriere firmato da Roberto Cotroneo.
Credo ci possano essere spunti molto interessanti in quello che vediamo tutti i giorni passare su Juza.


"Il web ha cambiato il nostro modo di pensare, di accedere alle informazioni, di fare giornalismo, di informare e di informarsi. Ma proprio per questo dovrebbero cambiare certi tic e riflessi condizionati che abbiamo sul web: parlo delle classifiche dei siti, dei clic su di un link, dei mi piace sui post, del gradimento dell'ossessione per gli argomenti più trendy. Pubblicare in rete sembra significare soltanto gradimento, visite e tendenze. E i risultati si vedono, purtroppo. Il nostro Paese, quello con il più importante patrimonio artistico e culturale del mondo, ha in vetta alle sue ricerche Google di quest'anno il termine: Sanremo 2014.
Ogni ironia è del tutto inutile. Perché è inevitabile che sia così. Il web è un luogo democratico, e si spera il più possibile neutrale. Non privilegia niente, è un grande parco con pochi guardiani dove tutti possono entrare e fare quello che gli riesce meglio. Non si può pretendere che tutti ci vadano a praticane lo yoga o ad allenarsi in affascinanti ed esoteriche arti marziali orientali. Sul web funzionano le cose più banali e prevedibili del mondo. Gli attori celebri e apparentemente felici che si suicidano, come Robin Williams, i Mondiali di calcio, la tecnologia e l'iPhone 6 sono in vetta alle ricerche dell'anno.

Ma al di là delle classifiche e delle tendenze, c'è un aspetto abbastanza preoccupante. Ed è il cosiddetto indice di gradimento o di popolarità. Per chi ha ambizioni di visibilità il web è sempre più importante. Perché ognuno può crearsi la sua testata giornalistica anche aprendo un blog, può generare uno spazio artistico anche attraverso i social che privilegiano le immagini, può diffondere i suoi video, cortometraggi e quant'altro attraverso il canale youtube. Soltanto che azione e reazione sono in tempo reale, coincidono. Io pubblico e vedo subito quello che accade. Un post letto soltanto da tanta persone sul blog? Deve avere qualcosa di sbagliato. Un video che ha solo sei visualizzazioni? Non è andato nella direzione giusta. Un'opinione su un fatto di attualità che ha soltanto dieci like? Forse non è l'argomento giusto, o forse lo devo scrivere in un modo diverso. Una fotografia che doveva piacere a tutto il popolo di Instagram e invece non ha neppure un cuoricino di assenso? Be',è meglio che mi concentri su altri soggetti, e su altri effetti fotografici. L'azione e la reazione sono qualcosa che già conosciamo in una forma più arcaica. In televisione, per esempio, è tutto un leggere i dati di Auditel che possono portare anche a chiudere i programmi. Ma non si può mai dimenticare che i like, i cuoricini, le visite ai blog e quant'altro li mettono quelli che hanno cercato Sanremo 2014, la presentatrice Veronica Maya, perché involontariamente le si è scoperto un seno in una trasmissione del sabato sera, le trasmissioni "Amici" e "Miss Italia". [ La valuta è quella, e ha quel valore sul mercato. Tutti lo sanno. Ma l'immediatezza delle reazioni è una strana droga. Molti non riescono a farne a meno. I blogger sono sempre più aggressivi perché possono controllare gli istogrammi delle visite al loro sito, vedere i post più letti, modificare in corsa gli argomenti. Le qualità sul web esiste, ma non diventa tendenza praticamente mai. Se ricerchi intelligenza e qualità devi rassegnarti a pochi like, a poche visite, a un numero di follower limitato. Chi posta buone foto su Instagram avrà un consenso minimo perché al popolo fotografico piacciono i tramonti rossi, chi scriverà post pensati e sofisticati non riceverà molte visite. Dovrà sempre ironizzare o ridicolizzare qualcuno per attirare l'attenzione. Eppure le cose davvero interessanti restano e sedimentano. Sono semi, germogli di intelligenza, che non ammiccano al pubblico di internet, a crescono comunque. I termini pù cercati su Google nel 2014 ci raccontano un mondo che esiste, ma non è l'unico possibile. Serve solo tempo e pazienza, E un po' di ostinazione."

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2015 ore 12:17

Concordo su ogni parola, un'analisi precisa e al tempo stesso demoralizzante.

Ciao
Luca

user20639
avatar
inviato il 05 Marzo 2015 ore 17:57

Ciao Maron,
mi sembra, quello che andrebbe subito distinto: l'informazione dalle culture, ossia le culture sociali dai minestroni dei pareri, come quello che mi accingo a scrivere io, adesso.
Ben inteso, un parere è un punto di vista, ha la sua dignità, ma non è un progetto culturale che può fare tendenza.
Come sai, quando una persona vuole arricchirsi di sapere, le culture le deve pagare. La cultura è un prodotto che si paga, chi lo desidera deve offrire un costo.
Il fine è semplice. La cultura a gratis, lo stesso, è quella che ha un costo, ma viene pagata da chi vuole omologare. Se invece i tuoi bisogni seguono un filo logico e sopratutto contemporaneo, devi pagare quelli che lavorano liberamente e che non sono pagati dall'alto.
Quindi, la cultura ha sempre un costo, perchè rimane prodotto, ma se la paghi di tua tasca è libera, se è gratis dubita, è sempre pagata da altri che vogliono imporre una tendenza.
Quando un film non riesce a pagare le spese di produzione, se viene prodotto lo stesso, è attraverso dei finanziamenti o elargizioni che investono, non nei guadagni di una pellicola, ma nel messaggio e nella cultura che produce.
Lo scopo è quello di vendere qualcosa o di far votare qualcuno, il fine c'è di sicuro ma non è chiaro.
Mentre, l'artista che vuole vivere della sua arte, deve far pagare il suo libro, il suo quadro, la sua fotografia... non ha finanziamenti, quindi è una cultura libera, che si paga.
Anche il Web è così, non puoi trovare un livello alto di idee se sono gratis. Infatti, è così, non si trovano se non per soli cenni.
Se vuoi che i figli abbiano una buona scuola e abbiano meno i segni di una cultura omologante, devi pagare una scuola libera, che costa molto di più. La scuola in genere forma dei bravi consumatori.
(un dato degli anni 80 in USA: 85milioni di lavoratori suddivisi in vari servizi e produzioni, affiancavano 62 milioni di persone che lavoravano nella scuola e nel suo indotto). Può dire qualcosa questo dato?
Un caro saluto

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 19:14

Ebbene si sono arrivato anche io con l'ultimo treno.....ma sono arrivato.
Si in effetti oggigiorno siamo tutti (io per primo) ossesionati dai like e dai commenti ai nostri post, alle nostre pubblicazioni, alle nostre foto, e pensare che fino a una decina di anni fa non poteva fregarcene di meno, se scattavi una foto la facevi stampare poi la facevi vedere ai tuoi amici, famigliari ecc ecc e poi chi si è visto si è visto.
Oggi sembra che abbiamo tutti un bisogno sfrenato di farci notare, di apparire, di piacere, sembra che senza un numero ingente di like o di commenti su cio che "mettiamo" su Internet non contiamo più nulla.
Io (schiavo come la maggior parte di noi di questo sistema) penso che aldilà dei like e dei commenti che prendiamo sui social, sui blog, sui siti internet, c'è sempre comunque la vita reale fatta di persone in carne ed ossa, che oggi sembra essere passata in secondo piano, sembra che conti meno della nostra vita in rete dove possiamo crearci un nostro alterego, che però dobbiamo ricordare che non è la realtà vera, alla fine i like e i nostri commenti sono soltanto delle sterili opinioni, che gli altri utenti di questo sistema si fanno di noi, basandosi soltanto su una microscopica parte della nostra vita o esistenza che dir si voglia, senza perlopiù conoscere veramente chi sta dietro a pseudonimi o username.
Per concludere, ricordiamoci che se si fa qualcosa di buono, o si fa qualcosa bene, non c'è bisogno di tanti like in rete o opinioni sui nostri post ( che poi siano veramente sentiti e non dettati dallo stereotipo che ci affligge), perchè in cuornostro se abbiamo fatto qualcosa bene e col cuore lo sappiamo e lo capiamo già da soli, senza voler essere in nessun modo presuntusi, poi se i like e i commenti (si spera costruttivi) arrivano benvenga, altrimenti ricordiamoci che oltre alla vita in rete esiete anche quella reale che poi con tutti i difetti e i probblemi è sempre quella che vale veramente la pena di vivere.
La mia modestissima opinione.

user78019
avatar
inviato il 16 Novembre 2016 ore 19:40

Il web è un luogo democratico ...


Che il web sia "democratico" è una credenza diffusa, anzi una mistificazione che dà una finta sicurezza a chi crede nelle sorti magnifiche e progressive del web. Quante idiozie il web fa bere alla gente: dalle scie chimiche ai vaccini che provocano l'autismo, fino al cornoletame di Rudolf Steiner!
Il web è elitario. Solo chi ha gli strumenti adatti, solo chi ha già una buona dose di cultura e un senso critico ben sviluppato può usarlo con utilità, senza rischiare di finire nella "democrazia dei creduloni" (definizione di Gerald Bronner). Quando l' "informazione" diventa troppa, diventa più difficile selezionarla e vi riesce solo chi ha gli anticorpi. Gli altri diventano vittime della mistificazione. La democrazia è tutt'altra cosa.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 20:56

Un giorno io sono stato a cercare l'hard rock caffè vicino alla torre di Pisa...
Perché? Perché una persona che era con me ci voleva andare e aveva letto su internet che ce n'è uno lì. Ma purtroppo non l'abbiamo trovato perché non c'è mai stato.
Allora le ho chiesto di farmi vedere dove l'aveva letto e, diamine, era una discussione tra due che scherzavano e non l'aveva capito.

user12181
avatar
inviato il 16 Novembre 2016 ore 21:35

Sono semi, germogli di intelligenza, che non ammiccano al pubblico di internet, e crescono comunque. ..."


Io sono piuttosto nichilista, mi piace di più pensare che siano privi di scopo e di futuro: germogli destinati a marcire in acqua, messaggi in bottiglia che non saranno raccolti da nessuno, semplici segnali disperati della propria non-esistenza, internet per queste cose è l'ideale.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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