| inviato il 05 Dicembre 2014 ore 11:41
@Teogaspa E' vero... a volte non si é pienamente consci delle proprie possibilità quando ci si incammina o delle caratteristiche del percorso. Ad esempio, da voi in quanti puntano alla Pioda di Crana senza comprenderne la pericolosità... ma in effetti i cercatori di funghi per età media e perché Meggiormente esposti durante la perlustrazione di aspri declivi del sottobosco, sono spesso esposti a pericolosi imprevisti. Anche chi frequenta la montagna, senza una conoscenza specifica del luogo, può trovarsi a mal partito... Ma appunto, rimanere sul sentiero è sempre una buona cautela. |
| inviato il 05 Dicembre 2014 ore 12:58
Da un bel po di tempo vado in solitaria anche io. La preferisco, non mi devo preoccupare degli altri e soprattutto ho tutto il tempo a mia disposizione senza dover aspettare gli altri. Pii magari c'è chi fuma, anche in macchina e non c'è cosa più odiosa per me :D Come scriveva qualcuno prima, la montagna è come una donna, ma tutte le mie escursioni montanare o no, le faccio da solo, ogni tanto scappa di andare in giro con altre due o tre persone poco esperte di montagna ma sono rare oramai queste uscite. Siamo uomini solitari, in poche parole. ora che ho tempo modifico il post: Solitamente non abbandono quais mai il sentiero che sto seguendo, se il terreno me lo permetto allora mi allontano è fondamentale però studiarsi il percorso, conoscerne i pericoli e girare sempre con un GPS. Il Quechua Phone mi ha aiutato parecchie volte, ho una giacca che mi permette di metterlo nel polso con una finestra in plastica e senza tirarlo di continuo fuori dalla tasca vedo dove sono e via dicendo. Sul parabrezza della macchina metto di solito un foglio con scritto dove vado, se sono da solo, numero di telefono e orario previsto di ritorno.. Forse è poco saggio, ma è così che ho soccorso un ragazzo molto tempo fa sulle Orobie. Aveva lasciato scritto che sarebbe tornato per le ore 18.00, io ero tornato alla macchina molto prima e decisi di riposarmi. Alle 19.15 non vedendolo tornare chiamai il soccorso e nel frattempo mi ripresi il sentiero, lo trovai poco dopo con una caviglia slogata... Quindi, la solitaria ha i suoi vantaggi, ma bisogna stare attenti e sempre allerta. |
| inviato il 05 Dicembre 2014 ore 15:43
Andrea.....Soccorritore ad Onorem!!!!! |
| inviato il 05 Dicembre 2014 ore 16:12
Per non parlare della ragazzina dispersa sul Pal Piccolo, piangeva come una disperata. La domanda che ancora mi pongo è: come ca**o hanno fatto i genitori a perdersela ??? Li abbiamo ritrovati al rifugio disperati. Il grosso problema fu convincere la ragazzina a venire con noi, non voleva proprio saperne nulla di muoversi dalla postazione, gli ho parlato in tre diverse lingue ma nulla, non voleva staccarsi da Francesca (l'unica donna nel gruppo in quel momento) alla fine siamo (non so come) riusciti a portarla al rifugio... ne ho di storie da raccontare conservate nel cassetto della mia memoria... |
| inviato il 06 Dicembre 2014 ore 1:20
Bella discussione, appena ho un po di tempo la leggo tutta, io sono istruttore di arrampicata da molti anni, e le montagne le ho girate parecchio anch'io come voi. |
| inviato il 06 Dicembre 2014 ore 20:43
Sempre fatto in solitaria...sia in giornata che per più giorni bivaccando qua e la.sono state e sono le avventure più belle,da incoscienti ma quelle che danno più soddisfazione.Ricordo quella volta che dormi da solo in un bivacco a -20 la notte durante una tempesta di neve a 2500 metri. SEmpre con me il fedele telefono satellitare. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:37
Se si pensa al pericolo non ci si muove mai , ho quasi 62 anni e vado sempre ,andavo quando il telefono era attaccato ad un filo figuriamoci ora con il gps .....se non si è incoscienti ...... , è come andare per funghi , sempre soli ..così se non li trovi li compri buona luce a tutti , l'importante da non sottovalutare l'abbigliamento e calcolare sempre che si potrebbe essere costretti a passare la notte fuori . La prudenza non è mai troppa . Claudio c |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 22:17
Solo sempre da solo Tiga.L'ultima ciaspolata un 15 gg fa l'ho fatta a Cstelluccio verso forca Viola,un mare di neve freddissimo,solissimo,ho camminato per diverso tempo,ho fotografato,poi mi sono fermato al rifugio Ghezzi e ho mangiato il mio panino con il salame,Castelluccio era piccolo sotto di me,ho provato cosa è la felicità.Alla fine della giornata ero stanco,mi accorgo che i miei quasi 68 anni pesano un po',ma finchè posso preferisco andare da solo per essere libero nelle mie scelte. Grazie per aver avuto modo di dire la mia su questo tuo post interessante,un saluto. Luigi |
| inviato il 11 Marzo 2015 ore 9:27
In Lombardia è obbligatorio l'ARVA (o ARTVA) quindi se vi avventurate in zone a rischio, che sia allerta 1,2 o 3 è obbligatorio. E se ho capito bene, sonda e pala nello zaino |
| inviato il 11 Marzo 2015 ore 11:27
Anch'io in solitaria, però negli ultimi anni ho ridotto drasticamente per vari motivi (che poi sono sostanzialmente due: l'età che inizia a farsi vedere e qualche acciacco); quindi alla fine mi sto sempre più limitando alle "mezze giornate" e alla fascia boschiva (lo confesso: sono anche fungaiolo, conscio di tutti i rischi che comunque anche questa semplice passione comporta; considerate che fino a qualche anno fa andavo anche per minerali e a quote ben più elevate). Diciamo che rispetto all'escursionismo vero mi sono trasformato in un "pantofolaro". Però inizio spesso le mie "passeggiate" con qualche bel tratto in bici: devo costituire un "buffo quadretto", in bici, con gli scarponi e il cavalletto che spunta fuori dallo zaino pieno di attrezzatura; proprio un soggetto da fotografare |
| inviato il 11 Marzo 2015 ore 12:59
Durante le mie uscite in solitaria quel che domina è il mio ritmo del tempo, di come impiegarlo. Dialogo con me stesso e ogni emozione viene amplificata, al massimo. Il silenzio è, talvolta, talmente "forte" da fare un rumore assordante. Il silenzio, se non ci si è abituati, può generare disorientamento e paura. La solitudine a molte persone ingenera angoscia, a me no: questi sono momenti preziosi, occasioni per riflettere, cercare di guardarmi dentro. È più facile che provi angoscia quando mi trovo insieme a tante persone quando non riesco a interagire con loro e non riesco ad essere compreso per come realmente sono. Nella solitudine posso commuovermi nell'osservare l'involo dal nido di un aquilotto e nel vedere mamma aquila sostenerlo, incitarlo e guidarlo alla grande avventura della vita. |
| inviato il 31 Luglio 2015 ore 21:59
Mi sono letto buona parte dei vostri commenti e devo dire che provo una certa invidia per voi (in senso buono) perché potete "permettervi" di andare a fare escursioni in montagna in solitaria. Vorrei tanto iniziare anche io (non necessariamente in solitaria però) ma la cosa che mi frena è la mia non esperienza dell'ambiente montano: Ho già fatto escursioni in montagna ma tutte in giornata e stare via un paio di giorni da solo mi spaventa un po' non tanto per la solitudine ma perché non so proprio come devo comportarmi, quali sono le cose giuste e sbagliate da fare, dove dormire, cosa devo avere con me, ecc ecc. La mia domanda va a voi: Come iniziare ad esplorare la montagna? Cosa devo iniziare a fare? Pensavo anche di contattare qualcuno esperto che organizzasse escursioni ma non so neanche dove guardare perché io cerco qualche fotografo-"alpinista", non alpinista e basta. Insomma, com'è meglio fare le prime volte? |
| inviato il 31 Luglio 2015 ore 22:30
Mi chiamo Siro Chieppa, ho 52 anni, sono un amico di Peppe. Approfitto della sua ospitalità per raccontarvi il mio amore per la montagna e sopratutto per le escursioni in solitaria. Ne abbiamo parlato tanto con Peppe. Mi ha sempre predicato prudenza e nonostante tutto non riesce a capire l'adrenalina che si prova prima, mentre e dopo una lunga passeggiata in solitaria. Continua ad insistere sull'utilità di portarsi sempre appresso un GPS così nel caso succedesse qualcosa almeno ti trovano subito. Alla fine ho vinto io... www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/archivio/225277/Uomo-scomparso |
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