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Pericolo!! Trekking in solitaria , perchè?


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avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 20:37

Vi siete mai chiesti il perché ??
Quelle faticose escursioni solitarie , in notturna piene di insidie ed ostacoli con chili e chili di attrezzatura alle spalle.
L'adrenalina che scorre quando si parte e per arrivare alla meta dopo tante ore e chilometri sulle gambe.
Il freddo oppure la stanchezza di un giorno intero a fotografare ed il viaggio di ritorno.

Forse siamo stati fortunati ma se dovesse capitare qualcosa?Perchè lo facciamo?

user12181
avatar
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 21:42

Io non faccio trekking, faccio hiking, diciamo così, insomma passeggiate di uno o due giorni, quasi sempre di uno. Vado sempre da solo, l'ultima volta domenica scorsa, tutto il giorno o quasi sulla neve (non sono tornato con la lampada frontale, come spesso mi capita, ma un po' prima del buio) con più di un rischio per il mio scricchiolante menisco dopo un paio di inciampi con le caspole (buche e avvallamenti invisibili per la completa assenza di ombre in una sorta di bianco vuoto sensoriale).
Vado da solo perché mia moglie non mi segue più da diversi anni, ma ormai non ne posso fare a meno, perché l'uscita domenicale solitaria in luoghi totalmente solitari (con nessun contatto telefonico) mi aiuta a sopravvivere il resto della settimana (domenica scorsa ho incontrato al parcheggio solo una persona, che però andava in direzione opposta alla mia: lui verso il lago di Malghera io verso Pian del lago, prima di salutarci abbiamo brevemente parlato dei nostri doloranti ginocchi, lui addirittura lo aveva molto più malconcio del mio, non poteva più piegarlo completamente).
Nel mio caso non penso si tratti di adrenalina, piuttosto si tratta del fatto che il superamento della mia estraneità al luogo, e della conseguente sottile angoscia che precede e accompagna l'escursione, mi è possibile solo affidandomi, direi adeguandomi fisicamente alla natura, diventando io stesso un elemento naturale. Risalire ad esempio una banale costa innevata indovinando il percorso più sicuro richiede proprio questa identificazione. Per gli animali (e anche per chi è nato in montagna) questa capacità è originaria, per me è una conquista, ogni volta è una specie di vivificante esperienza mistica. I tedeschi hanno una parola straordinaria per designare questo vivere l'alterità: Erleben, Erlebnis.

user53566
avatar
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 21:58

Solista anch'io!
per me l'escursione va fatta da soli, è come andare con una donna, con quanti amici ci vai?Confuso
La montagna è una bella donna tutta da scoprire, che ogni volta ti racconta una nuova storia diversa, che solo in solitaria si può ascoltare ed apprezzare.
per tutto il resto c'è il bancomat!MrGreen
Ciao.Sorriso

avatarjunior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 22:44

Beh, ho fatto moltissime escursioni in solitaria... l'importante è lasciar sempre detto a qualcuno dove si va. ;-)

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 22:50

Io l'ho fatto per anni, ora meno, poiché da un anno, dopo l'attacco d'ernia, non mi fido più al 100% della mia efficienza fisica. Prima preferivo la solitaria, un poco per la migliore gestione dell'escursione e dei tempi fotografici e un poco per riflettere e liberare la mente camminando. Insomma, si torna stanchi ma più forti psicologicamente. Un modo per ritemprarsi e distaccarsi dai problemi del quotidiano.

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 22:51

Mi aggiungo anche io agli escursionisti solitari :-P
La penso un po' come Marmunto, non è tanto l'adrenalina, quanto più il coinvolgimento con la natura che ti circonda, l'affinare i sensi, il prendere il proprio ritmo naturale, insomma camminare da soli in montagna è un'esperienza.

Giusto il consiglio di Daprato di lasciare sempre detto dove si va e di non fare cose sopra le proprie possibilità (valutazione dei rischi prima di partire).

E' bello anche andare in compagnia ma diventa più un'attività "ludica" perchè per forza di cose si è distratti dall'altra persona; invece da soli è puro istinto.

Quando ho voglia di adrenalina, invece, vado ad arrampicare Sorriso

Stefano

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 23:19

Anche io preferisco fare escursioni e "caccia fotografica" da solo, infatti da circa 1 anno vado da solo mentre prima non conoscendo bene il posto, non mi fidavo...concordo che da soli è tutti altra storia, nessuna distrazione o pressione per accelerare tempi etc...ci si può immergere completamente spirito e corpo nella natura che ci circonda, e personalmente amo quel senso di libertà e sentirsi poco importante quasi "nessuno" nei confronti di madre natura, a differenza di molti che si credono immortali perché hanno l'ultimo smartphone o l'auto del momento, consentitemi questa breve esternazione. Vivere questi momenti mi ha fatto crescere e continua a farlo, mi fa avere quanto meno un idea da dove veniamo, e mi aiuta a prendere seriamente solo le cose che realmente contano nella vita.
Avrò forse esagerato...ma è questo il mio pensiero.

Saluti

avatarsenior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 23:21

@Murmunto. hai risvegliato la nostalgia per quei posti.
pure io con un ginocchio e la schiena malandati
le mie uscite più belle sono in solitaria. libertà massima e silenzio.
anche per me vale la regola del dire dove vado al bar o negozio dell'ultimo centro abitato. utile anche per avere informazioni varie.

avatarjunior
inviato il 04 Dicembre 2014 ore 23:57

Uscita in solitaria e in compagnia sono per me complementari. Sono due cose diverse. In compagnia per me vuol dire con moglie e soprattutto figli, lo trovo molto bello. Purtroppo da solo ci vado sempre meno per questioni di tempo, ma le sensazioni sono uniche. Dal punto di vista fotografico poi non ne parliamo. Quando sono con mia moglie, ogni volta che mi fermo per scattare e resto indietro, "scatta" il panico!

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 3:17

Solo e "fuori orario" anche il sentiero piu' ovvio diventa una scoperta.
Quando capita di camminare per ore, senza incontrare nessuno, con le tacche del cellulare a zero, si vivono i momenti piu' belli forse proprio perche' ti senti vulnerabile come un qualsiasi altro animale selvatico.
In ogni caso la prudenza non deve mai mancare, informare ed informarsi sul percorso e' il minimo sindacale!
ciao
Valentino

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 9:40

Devo avercela anch'io questa malattia... MrGreen MrGreen MrGreen

Forse il contatto con la natura "esteriore" è un modo anche per rientrare in contatto con la nostra natura "interiore", o quanto meno con certi suoi aspetti meno mentali e più primigenii. Quasi una forma di meditazione, rigenerazione, purificazione...

Per me è stato questo il principale motivo per cui mi sono iscritto a Juza, quest'estate facendo passeggiate in solitaria in montagna mi sono ritrovato spesso a fare foto col cellulare, tanto che poi ripensandoci mi son detto "e perché non provare con una macchina fotografica?"

user25280
avatar
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 9:55

Il pieno contatto con la natura per me é alla base di tutto, i miei trekking li faccio rigorosamente in solitaria, anche se può essere, alle volte pericoloso, ma mi trovo bene solo cosi.
Lascio sempre detto a casa dove vado, magari una stampa della zona con segnati i vari punti.

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 11:04

Ragazzi, sono il responsabile del Soccorso Alpino della provincia del VCO e per ora fotografi solitari non ne abbiamo mai recuperati....(spero di non gufare!!!!)
Cmq da soli è bello ma potenzialmente pericoloso....almeno scaricatevi l'APP Georesq www.georesq.it/
Giusto per darvi un idea sui cercatori di funghi, visto che si avventurano in solitaria nei boschi, nel periodo agosto/settembre 2013 nella nostra prov. abbiamo avuto ben 7 decessi ed oltre 50 interventi per ricerca e recupero di infortunati.
Probabilmente questa statistica non funziona per i fotografi che restano sui sentieri e molto spesso al di fuori delle zone boscose. E già il fatto di restare sui sentieri contribuisce tantissimo a velocizzare le operazioni di soccorso.
Meditate comunque e buone foto a tutti....;-)

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 11:27

Anche io sono un solitario... parto quando e come voglio senza dover organizzare nulla e senza aspettare nessuno, vado con il mio passo e mi prendo i miei tempi.
L'ultima volta sono partito il venerdì sera con lo zaino per una sessione notturna e sono rientrato domenica nel primo pomeriggio... fortunatamente avevo la tenda nello zaino, non come qualche mese fa che ho fatto una notte fuori sotto a un masso con solamente un telo di plastica... e pioveva... CoolCool
L'importante è dire sempre a qualcuno almeno la zona dell'escursione ;-)

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2014 ore 11:35

E' una domanda che più volte mi sono chiesto anche io. E come se in gruppo o anche in due non si riuscissero a percepire a pieno tutte le emozioni, non si riuscisse a comprendere a fondo la natura e si rimanesse solo spettatori non parte del tutto. Non ho mai avuto il piacere di andare per montagne da solo, ma so cosa si prova essendo un grande amante del mare, e quando mi immergo provo le stesse sensazioni che state descrivendo voi. E' come se si instaurasse una sintonia particolare, la cosapevolezza di esser solo e qualsiasi cosa capiti doversela cavare con le proprie mani e con la prorpia testa. E' qualcosa di non riproducibile con le parole, magico, ma che mentre lo fai ti far star bene e in pace con te stesso e con il mondo. Sorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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