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Inseguendo le luci del nord


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Inseguendo le luci del nord, testo e foto by Taranis. Pubblicato il 01 Ottobre 2014; 65 risposte, 13775 visite.


Fin da bambino sono sempre stato affascinato dall'Europa settentrionale e mi hanno sempre appassionato le atmosfere brumose delle saghe nordiche con regni lontani e castelli incantati, per questo motivo, quando a Natale ho deciso di regalare un viaggio alla mia ragazza, sempre entusiasta ad ogni nuova partenza, ho colto l'occasione per fare un regalo ad entrambi. E' nato tutto così; complice un "Babbo natale" che ha deciso di lasciare un paio di biglietti per la Scozia sotto l'albero.


Non essendo nuovi a spericolate ed improvvisate peregrinazioni sulle isole britanniche e memori dell'umida esperienza Irlandese del 2013, questa volta decidiamo di fissare la partenza per Maggio, statisticamente il mese meno piovoso dell'anno. Il tempo passa e la data stabilita per partire arriva presto. Atterriamo ad Edimburgo, poco dopo pranzo, sotto un cielo grigio piombo. Sicuramente non il miglior viatico per iniziare questo nuovo viaggio. Velocemente, con valigie e zaini al seguito, riusciamo a raggiungere il noleggio auto quando le prime gocce di pioggia già ci stanno inseguendo. Il benvenuto in Scozia non è dei più beneauguranti.

A questo punto mi sento di fare una doverosa premessa dicendo che, nel corso degli anni, ho iniziato a sviluppare una sorta di idiosincrasia verso l'ambiente urbano, quindi, quando abbiamo pianificato questo viaggio, abbiamo cercato di evitare le città. Anche la mia ragazza è d'accordo, anzi, spesso, lei mi sostiene e mi incoraggia quando medito di fare certe scelte. Posso affermare con certezza che si tratta di una santa donna ed anche questa volta appoggia questa mia filosofia di viaggio. Quindi, seguendo il disegno stabilito, puntiamo verso nord il muso della nostra ford fiesta, dalla frizione un pò malconcia, ed attraversiamo il Firth of Fourth. Tralasciando la magnifica struttura del ponte sul fiume, i primi panorami scozzesi ci lasciano un pò interdetti, forse sarà per la complicità di un cielo plumbeo e di qualche impianto industriale che mal si intona con l'idea romantica che abbiamo di queste lande nordiche. Per completare il quadro la pioggia continua a farsi sempre più insistente. Fidandoci della guida visitiamo Culross senza che susciti in noi troppi entuasiasmi e perplessi risaliamo in auto per raggiungere Stirling...naturalmente sempre sotto il diluvio. Stirlng non è distante, è solamente qualche chilometro più in là. La città è dominata dal castello che da secoli sorveglia quello che fu il campo di battaglia dell'epico scontro tra le truppe scozzesi di William Wallace e quelle inglesi di Re Edoardo. Purtroppo arriviamo al castello che i custodi stanno serrando i battenti. Caspita! Mi rendo conto solo ora che il fuso orario ci ha tradito. Puniti dalla puntualità, umiliati nell'orgoglio e bagnati fino al midollo facciamo mestamente ritorno alla macchina. Intuendo che non è il giorno giusto per insistere oltre, decidiamo di raggiungere l'hotel sperando che l'indomani sia un giorno migliore.

Purtroppo le nostre speranze sono vane, ci svegliamo infatti sotto una tempesta che imperversa fin dalla nottata con pioggia e fulmini che sferzano le verdi campagne scozzesi. Rassegnati ci consoliamo facendo un'abbondante colazione. Tra me e me penso che, comunque, siamo in scozia, se avessimo desiderato il sole e il caldo, saremmo dovuti andare altrove ma, anche ragionando con questa razionalità, sotto sotto, stiamo masticando amaro. La mia ragazza tace ma, ogni tanto, mi sembra di vedergli il fumo uscire dalle orecchie. Posso capire e mi sento un pò in colpa. Finalmente a pancia piena e con il morale leggermente più sollevato, percorriamo la strada che costeggia tutto il Loch Lomond. Finora la mia 6d, causa maltempo, non prende molta aria, un vero peccato. La giornata è pessima così decidiamo di sfruttarla per fare il maggior numero di chilometri possibile verso l'Oceano Atlantico, magari, pensiamo, il meteo ci assisterà più avanti. Speranza vana, attraversiamo il GlenCoe sotto un diluvio. Nonostante ci sia ancora la neve sulle montagne e brutto tempo decidiamo di concederci almeno una breve sosta. Scendiamo verso il mare e raggiungiamo il Loch Linnhe eppoi Stalker Castle, una fortezza che sembra galleggiare aggrappata su di un piccolo isolotto nel mezzo del Loch e tra la pioggia che concede una brevissima tregua, riesco persino a scattare qualche foto. Poi di corsa verso Oban, dove ci attende il nostro primo tramonto scozzese ed un abbondante fish and chips. L'indomani ci prepariamo al primo imbarco, destinazione l'Isola di Mull.


Un traghetto della Caledoniam McBride ci aspetta ormeggiato al porto e ci imbarchiamo. Nonostante non ci sia il sole il tempo è accettabile, sempre costantemente nuvoloso ma almeno non piove. La rotta prevede il passaggio davanti l'isola di Lismore e al suo faro che avvisa e protegge tutte le navi che transitano nel sound of Mull. Sfioriamo il Duart Castle, la storica residenza del clan MacClean, e sbarchiamo a Craignure. Non abbiamo molto tempo e dobbiamo attraversare velocemente l'isola per raggiungere il molo dell'imbarcadero per l'isola di Ulva dove ci attendono per salpare verso le isole Treshnish. Una cosa da tenere in conto, pianificando un viaggio in Scozia, è che le strade spesso sono a singola corsia e quindi bisogna tenere una velocità tale da viaggiare sempre in sicurezza. Di contro però c'è da dire che il traffico è praticamente inesistente e tutti gli automobilisti sono disponibili e cordiali e spesso lasciano strada in una delle innumerevoli piazzole.

Il saluto è d'obbligo e dopo un pò diventa automatico anche da parte nostra specie di fronte alla simpatia con cui tutti si affrettano a dare strada. Alla fine, senza troppi patemi, arriviamo in tempo per salpare verso le isole. Confesso di non essere un capitano di lungo corso ed affrontare il mare, anzi l'oceano, su di una barca lunga, più o meno, 8 metri non è il massimo ma i ragazzi dell'equipaggio sembrano sapere il fatto loro e questo ci rassicura. Anche se spesso nego, il mare mi affascina e la possibilità di poter avvistare le balenottere mi intriga, chiedo al capitano informazioni sulla loro presenza ma lui mi informa che, purtroppo, non è il periodo della migrazione di questi meravigliosi cetacei, quest'anno non hanno avuto occasione di scorgerne i poderosi sbuffi. E' un vero peccato, lo sospettavamo ma in cuor nostro c'era la segreta speranza di fare un insperato incontro. Comunque il comitato di benvenuto ci riserva altre sorprese. Ad attendere il nostro sbarco sull'isola di Lunga, infatti, troviamo, su alcuni scogli antistanti, molte foche che pigramente ci osservano passare ed attraccare. Scendiamo su di un pontile galleggiante piuttosto instabile ed è un finalmente un piacere sentire nuovamente della solida roccia sotto i piedi. Una volta a terra non impieghiamo molto a scoprire la bellezza di questo incantevole luogo. Prendiamo l'unico sentiero che si inerpica sulla scogliera e subito avvistiamo i primi Puffins.



E Siamo solo all'inizio. Questi buffi ma simpatici volatili sono ovunque, siamo in un vero paradiso, sembra quasi di essere in un documentario della BBC. E' fantastico trovarsi in un ambiente così, tra animali selvatici che si lasciano fotografare, da non sembrare nemmeno possa essere vero. Siamo entusiasti e nelle due ore concesse sull'isola cerchiamo di esplorare quanto più possibile. L'isola è un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura. Pulcinella, Gazze marine, Marangoni dal ciuffo, procellarie artiche, Urie e tanti altri uccelli che non conosco affollano le scogliere e, nonostante qualche goccia dell'immancabile pioggia, girovagare l'isola è divertimento puro. Purtroppo le due ore volano e presto arriva il momento in cui siamo costretti, piuttosto malvolentieri, a tornare alla barca. Rimpiangerò sempre di aver avuto con me solo un 70-200 e non un obiettivo più lungo ma, alla fine, sono comunque soddisfatto delle foto fatte.

Salpiamo e la prossima tappa che ci aspetta è l'isola di Staffa con la sue colonne esagonali di basalto e la maestosa Finnegans Cave. In mare aperto il vento inizia a farsi rabbioso e le onde cominciano a sballottare la piccola imbarcazione. L'approdo sull'isola non dei più agevoli e i ragazzi dell'equipaggio dimostrano di sapere il fatto loro e vi assicuro che attraccare in simili condizioni non è stata assolutamente una cosa semplice. Per raggiungere la grotta bisogna tenersi ad un cavo d'acciaio che conduce fino all'ingresso e quella che, in condizioni di tempo favorevole è poco più di una passeggiata, rischia di trasformarsi in un percorso più impegnativo.


Il mare fa la voce grossa e alte onde si frangono sugli scogli arrivando fin sullo stretto sentiero che stiamo percorrendo. Schizzi e spruzzi d'acqua salata arrivano da tutte le parti rendendo le rocce scivolose. La mia ragazza tentenna e i suoi passi si fanno incerti, la capisco, gli urlo di farsi coraggio ma in realtà serve a farne ad entrambi. Tratteniamo il respiro e andiamo oltre i passaggi più ostici con le onde che ci bagnano i piedi fino a raggiungere l'ingresso della grotta. Il posto è piccolo ma impressionante. Tutto è sovrastato dall'assordante ruggire delle onde del mare che come possenti arieti si infilano nel varco tra le colonne di basalto quasi volessero espugnare l'isola. Purtroppo lo spazio è limitato e impeghiamo del tempo per dare la possibilità a tutti di fare una foto e portare a casa un meritato ricordo. Abbiamo solo un'ora e di tempo non ne rimane molto.


E' un vero peccato, perchè l'isola è veramente spettacolare. Ci affrettiamo e, dopo esserci arrampicati per una stretta e ripida scala che ci conduce fin sulla cima delle colonne di basalto, riusciamo a fare un breve giro sui prati che sovrastano le colonne di basalto. Dall'alto dell'isola lo sguardo riesce a spaziare in ogni direzione, ad est fino a Mull con i suoi bastioni vulcanici, Iona è a Sud nascosta sotto le nuvole, mentre Coll e Tiree ci separano dal mare aperto e dal nord America. Finalmente possiamo dire di essere in Scozia. Soddisfatti torniamo alla barca per fare rientro al molo di partenza e senza rendercene conto sono passate oltre sei ore. Una giornata veramente da ricordare.

L'Isola di Mull è veramente un'isola dalla bellezza arcana, dominata dai resti di quelli che furono antichi vulcani ormai estinti e che, ancora, minacciosamente, sovrastano l'isola ammantati da spesse coltri di nuvole, infatti, nonostante la cattiva fama del condizioni meteo su Skye è proprio Mull l'isola più piovosa di tutte le Ebridi. E' stata una lunga giornata ma, prima di andare a dormire, ci resta ancora del tempo che utilizziamo per visitare Tobermory, un paesino con un bel porticciolo, forse il più caratteristico della Scozia. Scenografiche e colorate case circondano una baia dove le barche dei pescatori aspettano in secca il ritorno dell'alta marea. Un breve giro tra le naste abbandonate sui moli ed arriva l'ora di andare a nanna ma non prima di aver mangiato un gigantesco filetto di merluzzo...naturalmente fritto.
Finalmente la mattina seguente c'è il sole a darci il buon giorno. Puntiamo in direzione ovest, verso l'isola di Iona, proprio di fronte all'estremità occidentale di Mull.


Le strada è spettacolare e segue le pendici del Ben More che precipitano paurosamente in mare. Vecchi relitti arenati sorvegliano, silenziosi, il nostro passagio fino a quando la strada non raggiunge Fionnphort, oltre con le quattroruore non si può andare. Un traghetto fa la spola tra le due isole attraversando in 15 minuti lo stretto braccio di mare. La giornata è bellissima e il cielo di un azzurro splendente che accende e amplifica tutti i colori. E' un tripudio cromatico, il rosa del granito, il verde dell'erba, l'azzurro del cielo che fanno da contorno ad un mare a tratti color turchese. Iona, pur essendo isolata, è una metà turistica importante. E' l'isola dove San Columba approdò quando fuggì dall'Irlanda e da dove, in seguito, partì per iniziare ad evangelizzare i selvaggi Pitti. Storia a parte, l'isola è molto bella, con tutti i variopinti cottages allineati nei pressi del molo vicino l'approdo dei traghetti, mentre molte barche a vela galleggiano pigramente vicino la riva.


Ormai la pioggia è dimenticata. Esploriamo l'isola, a piedi si arriva dappertutto, visitiamo l'abbazia e poi ci dirigiamo verso le solitarie spiagge a nord, infine raggiungiamo la vetta del Dum I, la cima più alta di quest'isola di granito. La giornata è meravigliosa e abbiamo anche il tempo di abbronzarci un pò. Ma il tempo è tiranno e purtroppo gli alberghi pieni...siamo quindi costretti a tornare su Mull. Altro Bed and Breakfast e altra notte in Scozia, l'indomani ci aspetta il ritorno sulla "terraferma". Approdiamo a Lochaline, in Morven e a parte il piccolo molo con qualche casa non c'è niente, solo tanta natura e mucche al pascolo. Abbiamo l'impressione di essere da soli in questa terra meravigliosa, numerosi torrenti costeggiano la strada, mentre avanziamo sotto qualche veloce scroscio di pioggia che poi ci restituisce immediatamente il sole.
La nostra meta è la penisola dell'Ardnamurchan, con il suo faro e le sue spiagge deserte. Costeggiamo loch solitari immersi tra boschi di quercie in cui si perdono strette stradine. Oltrepassiamo Strontian (in una miniera dei dintorni fu scoperto lo stronzio, causa di tante risate durante le ore di chimica) e poi giungiamo a Kilchoan, dove troviamo alloggio in un B&B gestito da due simpatici ragazzi Italiani, probabilmente gli unici di tutta la penisola. Il tramonto è ancora lontano e quindi decidiamo di dedicarci all'esplorazione della penisola.


Scopriamo piccoli villaggi e spiagge deserte nascoste dietro alte dune di sabbia bianca. Sanna Bay e Portuairk non hanno nulla da invidiare ad altre spiaggie molto più blasonate e mentre ci perdiamo tra dune e fiumiciattoli che si tuffano nel mare si avvicina l'ora del tramonto. A questo punto non resta che raggiungere la macchina e dirigersi al faro.


Purtroppo, colti dalla fretta, ci rendiamo conto che invece il tramonto si farà attendere. Le interminabili giornate nordiche di maggio sembrano eterne, ancor di più se spira dal mare un vento tagliente e la tua ragazza borbotta ma stoicamente sopporta. La serata magica rende le condizioni ideali per scattare, si possono perdere queste foto? Mi dico di no. Piazzo il cavalletto e resto in attesa. Nel frattempo mi guardo attorno rendendomi conto di non essere il solo a pensarla così. Altri come me, sono appostati sulle alture circostanti ad attendere gli ultimi raggi di sole. La luce è perfetta, ci sono anche delle nuvole che possono dare quel tocco di movimento in più alle immagini. Scatto, scatto e scatto ancora poi, mosso dal rimorso, mi avvicino alla mia ragazza e l'abbraccio cercando di scaldarla un pò. In fondo, mi dico non troppo convinto, non è un viaggio fotografico ma il nostro regalo di Natale. Cerco di tornare "umano" ed insieme aspettiamo che il sole scivoli oltre l'orizzonte occidentale. E' proprio in momenti come questi che ti rendi conto quanto possa essere un utile il comando di scatto remoto.

L'Ardanmurchan è una metà poco conosciuta, il lembo più occidentale della regno unito, isole escluse, che, mi sento di consigliare a chi vuole fuggire dalla folla e scoprire un angolo remoto di Scozia. Certamente guardando su una mappa può sembrare distante ed isolato ma ne vale veramente la pena. Il mattino successivo salutiamo i ragazzi del B&B e saltiamo in macchina per raggiungere la prossima tappa prevista: Skye, l'isola delle nebbie. Effettuiamo, quella che linguaggio ciclistico, si definirebbe una tappa di trasferimento. Oltrepassiamo il monumento di Glenfinnan e raggiungiamo Fort William. Il Ben Nevis troneggia sulla città, ancora ammantato di neve, mentre le nuvole circondano e celano alla vista la sua tozza vetta. Una svolta e ci dirigiamo a nord e visto che abbiamo tempo decidiamo di fare un salto sul Loch Ness. Sarò sincero non è che l'idea ci facesse impazzire ed infatti appena arrivati ci troviamo subito in mezzo a pulmann di turisti.
Nonostante la confusione, possiamo dire che è andata bene così, non potevamo dire di non esserci stati. Generalmente, infatti, la prima domanda che ci sente fare quando si torna da un viaggio in Scozia è: sei stato a Loch Ness? Ora potrò dire di si senza mentire. Proseguendo ci fermiamo al Eilean Donan Castle, spettacolare ma l'ora non è propizia per fare buone foto e con l'immancabile pioggia ad accompagnarci giungiamo fino allo Skye Bridge che, con un enorme balzo, ci proietta finalmente sull'isola. Soprassediamo sull'albergo, non sempre si può essere fortunati, e ci lanciamo sulle strade deserte dell'isola. Esploriamo la penisola di Sleat eppoi raggiungiamo Elgol per osservare il tramonto sotto lo sguardo austero dei Cuillin.


La mattina seguente ci imbarchiamo per raggiungere il Loch Corusik, il remoto loch incastonato come un diadema tra i picchi spigolosi dei Black Cuillin. La Bella Jane si dirige verso la costa per poi spegnere, quasi del tutto, le macchine quando ci avviciniamo alle numerose foche che si crogiolano sotto il timido sole di maggio. Siamo senza parole, avevamo programmato il viaggio per osservare un pò di natura e degli animali nel loro ambiente naturale e finora siamo stati ampiamente ripagati.


Purtroppo i nuvoloni che inconbono sulle vette dei Cuillin non sembrano promettere niente di buono. In fondo al Loch si vede un temporale che avanza dalle montagne ma, nonostante le brutte avvisaglie, decidiamo di partire comunque per una veloce esplorazione. Attraversato il fiume su un guado improvvisato, costeggiamo le sponde del lago e ci arrampichiamo sul ruvido granito fino a raggiungere la sommità di una collina che sovrasta il lago. La fatica ci restituisce una vista spettacolare che forse le fotografie scattate non riescono a restituire completamente.


L'escursione è esaltante e tornati sulla barca ci dirigiamo nuovamente verso verso Elgol mentre grosse nuvole si stagliano sul cielo azzurro e ci regalano cieli spettacolari. La giornata prosegue a Talisker bay, una spiaggia di grosse pietre e sabbia nera, testimonianze delle eruzioni causate dalla rottura del supercontinente Pangea eoni fa. Dall'alto della scogliera un torrente proveniente dal sovrastante Loch an Sguirr Mohr precipita direttamente in mare. Sembra il paradiso in terra....poi un improvviso scroscio di pioggia spazza via l'estasi e ci ricorda che manca ancora l'ultima tappa della giornata: Nest Point.


Viaggiamo su strade che continuano ad essere deserte e quando arriviamo al Faro il sole è quasi arrivato all'orizzonte. Il primo sguardo a Nest Point lascia senza fiato. Il faro se ne stà lì, a fare bella mostra di sè, come un guardiano solitario, orgogliosamente adagiato su uno splendido promontorio, visibile dall'alto della scogliera quasi fossimo su una terrazza naturale.

Trascorriamo splendidi momenti, osservando centinaia di uccelli che si lanciano dalle rocce e si librano in cielo, qualcuno si tuffa in mare. Un tramonto stupendo, una luce fantastica e un luogo da ricordare. Non possiamo non sederci a oltre cento metri di altezza ad aspettare che il sole scivoli lentamente tra le cime arrotondate delle Ebridi esterne.


Torniamo al B&B che ormai è notte inoltrata e con la stanchezza che ci ha quasi sopraffatto ci addormentiamo stanchi ma felici, è stata una giornata intensa piena di scoperte e luoghi incantevoli. Al mattino dopo arriva anche l'ora di salutare Skye ma, prima di lasciare l'isola facciamo una puntata alle Fairy Pools, un torrente dalle fredde acque color turchese che nasce dal versante occidentale dei Cuillin che si fa strada insinuandosi tra le rocce di granito. Salti, rapide e piscine naturali si susseguono, tutto è bellissimo, poi verso mezzogiorno il nostro sguardo inevitabilmente volge a nord. Dobbiamo raggiungere il West Ross, passando prima per Plockton e poi costeggiando il Lochcarron, il Torridon.

Stiamo scoprendo una Scozia che va ben oltre le nostre aspettative. Ci piace tutto, dalle abbondanti colazioni ai castelli e persino la pioggia, a volte, riesce ad essere piacevole. Agli aspri paesaggi di basalto si alternano morbide colline, a spiaggie candide come quelle dei caraibi si alternano blocchi di granito scavati da antichi ghiacciai. Sembra un viaggio nel segno dell'acqua; l'acqua è ovunque, cade dal cielo, nei torrenti, nei Loch e ti entra nelle scarpe appena ti avventuri fuori strada. Dal Torridon la strada abbandona il mare e piega verso l'interno attraversando vallate solitarie in cui sono ancora evidenti i segni delle antiche glaciazioni.

Qualche albero sferzato dal vento si erge isolato in mezzo a grandi distese di erba ancora troppo gialla dopo un lungo inverno che fatica a lasciare il passo alla primavera. Saliamo fino a raggiungere un passo senza nome poi la strada inizia a scendere e ci conduce sulle rive di un grande lago, è il Loch Maree con le sue innumerevoli isole. Seguendo le sue sponde arriviamo fino a Gairloch. Dopo aver trovato alloggio in uno splendido B&B raggiungiamo la spiaggia di Big Sand, nascosta dietro le dune di un campeggio. Finalmente qui decido di cimentarmi in un tanto ardito quanto timido bagno,il tutto avviene sotto lo sguardo severo ed ammonitorio della mia ragazza che sembra avvisarmi che, in caso di malore, sarò lasciato da solo in balia delle onde. Dalle occhiatacce capisco che è meglio non sfidare oltre il destino ed esco dall'acqua. Riprendiamo così la strada che prosegue verso nord e ci lasciamo alle spalle le ultime case e ci facciamo faticosamente strada tra le numerossime pecore che bivaccano sullo stretto nastro d'asfalto. Appena arrivati ci apprestiamo a cenare nei pressi del faro di Rua Reidh.


Dopo i panorami di granito di Skye il paesaggio è mutato nuovamente, qui la roccia assume una colorazione rosso acceso che al tramonto sembra poter incendiare ogni cosa. Purtroppo il faro è privato e quindi non è accessibile a meno di non aver prenotato in anticipo. Nessun problema, ci sediamo sugli scogli, in compagnia di una foca curiosa che passa oltre mezz'ora ad osservarci sparendo nell'acqua di tanto in tanto. Trascorrere i tramonti al cospetto dei fari, veri capolavori d'ingegneria, sembra stia diventando uno dei temi del viaggio ma la spiegazione è anche piuttosto semplice, queste strutture, infatti, sono situate spesso in luoghi spettacolari e altamente scenografici da essere diventate mete da visitare. A Rua Reidh trascorriamo un altro bellissimo tramonto che ci regala l'ennesimo cielo mozzafiato e proprio qualche attimo prima che scompaiano gli ultimi raggi di sole, un branco di delfini ci omaggia, saltando fuori dall'acqua proprio di fronte al faro per sparire dietro il promontorio. Non c'è che dire, siamo stati proprio fortunati.

Purtroppo il giorno successivo sarà anche l'ultimo in cui possiamo pensare di continuare a spingersi verso nord poi, controvoglia, dovremo cominciare a ripiegare verso sud. Purtroppo i nostri giorni scozzesi volgono rapidamente al termini termine e ci vediamo costretti ad eliminare la tappa che ci avrebbe condotto fino nell'Assynt. Non ci resta che arrivare ad Ullapool, porto di partenza per le Ebridi e tappa più settentrionale della nostra cavalcata. Mangiamo uno dei Fish e chips più grandi e buoni di Scozia in compagnia di un gabbiano goloso dopodichè giriamo la macchina e puntiamo, molto a malincuore, verso Inverness. Come in tutti i viaggi, gli ultimi giorni sono i più convulsi e le tappe si allungano per recuperare il tempo e i chilometri persi in precedenza. Passiamo di corsa Inverness...troppa gente e troppo cemento da sopportare dopo i giorni precedenti trascorsi in quasi isolamento. Eccoci giungere ad Elgin per visitare i resti della famosa cattedrale che, come uno scheletro di pietra, si erge quasi fosse la carcassa di una grande balena spiaggiata.


Ci perdiamo tra le antiche mura, memori di una gloria lontana quando la cattedrale era il faro del nord per tutta la cristianità. Una tappa interessante. Proseguiamo visitando ancora qualche castello diroccato...poi un tuffo nello Spyside, la patria delle distillerie e del buon whisky. Non possiamo non notare che la regione orientale della Scozia è molto meno aspra e i paesaggi sono più agresti, dominati da colline morbide ricoperte di boschi e campi coltivati che dolcemente arrivano fino al mare del nord. Sembra di essere in un altro paese, un'altra Scozia. Purtroppo siamo giunti quasi alla fine del nostro viaggio, arriviamo a Stoneheaven e visitiamo Dunnottar Castle.


L'imprendibile Dunnottar è situata su uno sperone di roccia che ne ha fatto la fortezza più inespugnabile di Scozia e Inghilterra. Li furono conservati i gioielli della corona di Scozia al tempo di Cromwell e sempre lì William Wallace arse vivi i soldati Inglesi che, barricandosi all'interno della cappella, rifiutavano la resa. Posto magnifico e stranamente con pochissimi turisti. Un vero peccato. La giornata termina assaggiando gli smokies di Abroath, un qualità di pesce (Eglefino del mare del nord) affumicato, presidio gastronomico, tipica di questa zona. Raggiungiamo Anstruther, purtroppo Saint Andrews, la patria del golf con il suo bel centro storico, ci respinge con i suoi prezzi da Sceicchi. L'indomani ci svegliamo presto, dobbiamo partire per riconsegnare la macchina. La mia ragazza dorme esausta sul sedile al mio fianco, spossata dopo una cavalcata di oltre 2100 chilometri in 10 giorni e cinque passaggi in nave. Un magnifico viaggio attraverso uno dei paesi più affascinanti che abbia avuto occasione di visitare. Una terra in cui storia, cultura e natura si fondono in un spettacolare mix che la rende unica.

Purtroppo i nostri giorni in Scozia volgono al termine e non ci resta che visitare Edimburgo con il suo castello aggrappato su uno sperone di roccia testimone di quel che resta di un antico vulcano e dei mutamenti geologici che avvennero e formarono queste terre 300 milioni di anni fa. Dopo esserci riempiti gli occhi di bellissimi panorami, la città non ci coinvolge molto, sicuramente è solo una questione di gusti personali ma preferiamo l'altra Scozia, quella delle coste rocciose, delle spiagge bianche, dei puffins e dei delfini, dei B&B e della cordialità della gente, delle solitarie strade single track e dei tramonti mozzafiato. Giunti alla fine del viaggio posso dirlo con certezza, credo proprio che ci mancherà questa terra. Ricorderemo con entusiamo e nostalgia questa lunga cavalcata inseguendo le luci dei fari come fossimo moderni navigatori a quattro ruote. Seguendo le istruzioni delle hostess non ci resta che allacciare le cinture di sicurezza. Inizia il rullaggio, il muso si solleva ed infine l'aereo si stacca dalla pista di decollo, infilandosi tra la grigia coltre di nuvole che sovrasta Edimburgo. Così, lentamente, svaniscono anche quelle ultime luci del nord.


Appunti di viaggio

La preparazione del viaggio è stata semplice, visto le esperienze precedenti abbiamo scelto di viaggiare piuttosto "easy" portando con noi pochi vestiti e puntando tutto sull'abbigliamento da trekking con relativi scarponi. Ci affascinava l'idea di avventurarci fuori strada, magari battendo sentieri di campagna verso luoghi isolati. E così è stato, inoltre la scelta dell'abbigliamento si è rivelata vincente anche per quanto riguarda le numerose escursioni in barca e per il meteo, da queste parti, notoriamente mutevole. Un consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che avessero intenzione di recarsi in Scozia è di portare con sè vestiti comodi e capi antipioggia, scarponi da trekking e qualche indumento più caldo anche nella stagione estiva.
Per quanto riguarda le tappe del viaggio devo, purtroppo, dire che se avessimo avuto più tempo a disposizione, avremmo tentato di includere anche altre mete. Invece siamo stati costretti ad escludere molte tappe, alcune anche malvolentieri ma, visti i tempi, non era possibile fare di più.

Dal punto di vista prettamente fotografico, durante questo viaggio ho voluto mettere alla prova alcuni nuovi materiali che ho acquistato appositamente per questa esperienza scozzese. Avevo necessità di uno zaino capiente e allo stesso modo versatile, cercando di non incappare nella scelta di un prodotto capace di prosciugare il mio portafoglio: ho così deciso di provare il Tamrac Evolution 8 sfruttando un'offerta vantaggiosissima trovata su Amazon. Prova superata con qualche appunto. Più ardua è stata la ricerca del cavalletto che mi ha posto di fronte ad una serie di scelte risolte solamente all'ultimo minuto. Non so se ho fatto la scelta migliore. Alla fine ho deciso di puntare sul Benro mini flat in virtù delle sue dimensioni ridotte (30cm) e il peso contenuto. Se poi, finalmente, riuscissi a stabilire un buon feeling con le teste a sfera tutto sarebbe più facile ma, qui la colpa è più mia che del materiale in sè. Il filtro Haida nd1000 ha svolto a pieno il proprio compito quando è stato chiamato in causa senza manifestare l'introduzione di fastidiose dominanti negli scatti. Per essere puntigliosi la prossima volta mi ricorderò di prendere un filtro polarizzatore dal profilo slim tanto per evitare l'insorgere di vignettatura meccanica a 24mm ma niente di drammatico che non potesse essere risolto in post produzione.

Della restante parte dell'attrezzatura già ne conoscevo la bontà: la fida e solida Canon 6D, il tanto bistrattato Canon 24-105L IS, il rognoso Sigma 12-24 EX DG I, quel figlio di un dio minore del Sigma 70-200 HSM OS e i proletari Canon 35 f2 e 50 1.8, onesti e comunque validi. Infine menzione d'onore anche alla Canon Legria HF46 sempre pronta anche se, spesso, dimenticata nello zaino. Ma il test più probante è stato quello della mia compagna di viaggio, nonchè fidanzata. Paziente al limite dello stoico, a volte silenziosa, altre volte comprensiva, nei confronti di un bambino di fronte ad uno spettacolo continuamente diverso ma sempre meraviglioso. Pubblicamente grazie di esserci...ogni luogo diventa magico quando siamo insieme. La riuscita di molti scatti la devo anche a te.



Stefano Chiorri scrive di sè: "Sono nato a Roma, cresciuto in Abruzzo ma da diversi anni vivo a Bologna dove, con l'avvento del digitale, mi sono riavvicinato alla fotografia, una vecchia passione di famiglia. Ritrovare la fotografia è stato come riscoprire un vecchio amore che ha avuto il merito di trasformare il modo che avevo di osservare il mondo, quasi mi avesse dato occhi nuovi. Sono curioso da sempre, appassionato di scienze naturali, storia, viaggi e montagne, con la fotografia ho cercato di unire tutte queste passioni per "affinare" la mia visione del mondo. Camminando, viaggiando ed osservando il mondo cerco sempre di catturare l'essenza dei luoghi che visito, provando a trasmettere la mia personale visione del mondo. Riuscirci è tutto un altro discorso."



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avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 14:42

Grande racconto, demoralizzante il meteo... Nest Point sempre il n. 1.

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 14:50

Quante emozioni quanti ricordi ....io ci sono stato nel 2012 e il meteo fu oltre qualsiasi ottima aspettativi , anche a detta degli scozzesi.Vorrei tornarci ma la mia lei e' restia a tornare in posti gia visitati.
Figurati che non mangia mai 2 giorni consecutivi la stessa cosa e che preferisce rimanere digiuna.
Quindi ho ben poche speranze.MA quanto vorrei .
Un RACCONTO CHE HO LETTO TUTTO di un fiato emozionante e per il quale ti dico grazie e ccomplimenti

avatarsupporter
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 16:36

Bellissimo reportage, non sono mai stata in Scozia, grazie per avermela raccontata!!

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 16:47

Bellissimo reportage, la Scozia, come destinazione, mi manca quindi mi sa che per la prossima stagione sappiamo dove andare!!!
Ciao,Roberto.

avatarsupporter
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 16:49

Hai saputo raccontare la tua esperienza in modo fantastico. Complimenti! La lettura è stata leggera, interessante e coinvolgente. Le foto a corredo dell'articolo, una più bella dell'altra.

Ciao
Alessandro

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 16:50

Stefano grazie per aver condiviso questa bellissima esperienza.Sorriso
La Scozia, insieme alla "Icefield Parkway", sono in cantiere per i prossimi viaggi, terrò sicuramente di conto questo racconto per organizzare la mia spedizione.
Ciao

Gianni

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 18:17

ottimo reportage del viaggio in Scozia; ci sono stato anche io quest'anno in agosto (alcune foto sono postate su Juza) e, nonostante si dica spesso che non è il mese migliore per il meteo, sono stato un po' più fortunato di te. Di sole se ne è visto poco, in compenso anche al pioggia non è stata abbondante, tranne (ovviamente!) nel momento in cui ho dovuto sostituire una gomma della mia auto e allora è scesa giù tutta la pioggia di un mese in un quarto d'ora. Certo, hai toccato un gran numero di zone delle Highlands. Credo che ci voglia più di un viaggio per fotografarne i posti più significativi ( io ho percorso meno chilometri di te, circa 1700, e numerose sono le zone che ho dovuto tralasciare): davvero un plauso alla tua fidanzata per la pazienza. Un articolo molto esauriente, ricco di particolari e di bellissime foto. Complimenti. Claudio

avatarjunior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 18:36

Belle foto e testo molto gradevole, bravo!

Ciao
Stefano

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 18:36

Uno degli articolo più belli che abbia mai letto qua su Juza, Bravissimo per la narrazione e anche per le foto! ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 19:55

Grazie mille dei passaggi...vi ringrazio tutti. La voglia di tornare in Scozia ce l'ho ancora tutta....ma per convincere anche la mia "signora" a visitare un luogo già visto dovrei usare le maniere forti e non so se basterebbero.....:)

avatarsupporter
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 20:13

Complimenti per il racconto e le bellissime foto che mi hanno mostrato una Scozia che non conoscevo. Mi ricordavo dei paesaggi molto belli ma le tue foto mi hanno fatto venire la voglia di ritornaci.

avatarsupporter
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 21:06

Complimenti per il reportage dal racconto dettagliato, fluido e piacevole, accompagnato da bellissime foto.
Ciao ciao, LullySorriso

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 21:22

Bel reportage! E belle foto!!
Mi hai fatto rivivere il viaggio in Scozia fatto 6 anni fa. Il meteo ad Agosto non fu molto clemente ma neanche troppo piovoso!
Mi hai riportato a luoghi stupendi Sorriso
Complimenti, sonia:-P

avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 22:11

Testo scorrevole e ben strutturato, molto utile per chi intende programmare la visita della Scozia, foto molto belle.
Complimenti e grazie per averlo condiviso qui.
Ciao!


avatarsenior
inviato il 01 Ottobre 2014 ore 22:36

Più o meno il mio secondo giro da quelle parti, nel 2012.
Grazie della condivisione (che mi farebbe pensare ad un terzo giretto....) e complimenti per gli scatti!

Saluti
Roberto





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