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Esami di Stato e "collegamenti"


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avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2025 ore 18:58

@Federico.
Grazie per il riscontro.
Occorre osservare che i prodotti della scuola di 'qualche' anno fa sono quelli che poi l'hanno riformata; e più volte. E occorre capire in base alla propria sensibilità se questi fossero i più idonei o migliori prodotti che avevamo o se per puro caso si siano (sono) trovati a ricoprire incarichi tanto importanti da poter proporre impalcature di riforme.

Io credo che niente accada per caso. Esiste sempre un rapporto di causa effetto e così come per altre questioni la scuola di oggi, nel bene o nel male (dipende a chi chiedi), sia una rappresentazione piuttosto buona del peso che la nostra società rivolge allo studio o alla cultura in generale.

A mio modesto avviso l'istruzione non deve essere percentuali o voti in numeri invece che in lettere; il puntino tra una lettera e l'altra o la fine del corsivo; non sono certo modernità queste; o ritenersi al passo con i tempi. Deve poter fornire in primo luogo alla fine di un percorso formativo capacità di orientarsi in maniera indipendente nel mondo che ci circonda. Sia che si tratti di orientamenti tecnico-scientifici che umanistici. Sviluppare una visione critica è ben più difficile che creare abitudini stabili in risposta all'autorità o istruire lavoratori docili e obbedienti, dipendenti gestibili o consumatori voraci.

In assenza di una visione se vogliamo un poco più profonda rispetto al vivere sul momento nelle questioni così importanti si finirà inevitabilmente per proporre un numero catastrofico di misure insensate che si traducono sempre nel medesimo effetto. Da questo punto di vista la scuola non era in buona salute già prima. Dobbiamo chiederci se ora stia meglio e in base a questo in quanto società guardare a cosa vogliamo per i futuri studenti.

Ciò è naturalmente molto più difficile perché significa coinvolgere risorse e responsabilizzare tutto un sistema. Continuando di questo passo semplicemente buttaremo sui livelli più bassi la responsabilità delle azioni di un vertice di avventurieri che non sa cosa fare. Nave sanza nocchiere in gran tempesta
Secondo il mio modesto parere
un saluto
f

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2025 ore 19:08

Deve poter fornire in primo luogo alla fine di un percorso formativo capacità di orientarsi in maniera indipendente nel mondo che ci circonda.
...
Sviluppare una visione critica è ben più difficile che creare abitudini stabili in risposta all'autorità o istruire lavoratori docili e obbedienti, dipendenti gestibili o consumatori voraci.

Ottima sintesi che condivido appieno.
Delle scuole d'obbligo, scuola superiore e studi universitari ricordo poco o nulla in termini di nozioni.
Quel che mi ha formato, nell'ambito scolastico, e' l'interazione con docenti e colleghi.
Che poi io sia uscito comunque storto, beh, quella e' colpa mia MrGreen.
Che l'equazione della parabola sia ax2+bx+c=0 o che le equazioni di Navier Stokes siano quel che sono importa poco.
Quel che importa e' saper come e dove prendere le informazioni e gestirle con spirito critico, metterle in dubbio e poi assimilarle, farle proprie.
Ma al di sopra di tutto: quel che importa e' lo stare assieme e dare un significato a quel che si fa. Avere degli obiettivi, magari comuni, precisi, definiti nella loro essenza, nella durata, nella fattibilita' e nelle loro conseguenze quando raggiunti e mentre lo si fa.
Il focus dovrebbe muoversi su questi due punti evidenziati da Fabio.

Appunto: a prescindere dall'automobile.
Il termometro misura la febbre e basta.
Un sintomo quindi.
Qui si tratta di patologie complesse da diagnosticare e curare i cui sintomi sono notori, vari ed evidenti (senza aver bisogno di strumenti di misura) e le cui conseguenze sono facilmente intuibili.

avatarjunior
inviato il 11 Giugno 2025 ore 20:08

Fabio F77 Perché il senso critico e dunque le capacità di orientamento dovrebbero essere disgiunti da un repertorio di conoscenze acquisite e stabili? Per quale motivo un neodiplomato non riesce ad acquisire non dico un database di valori tecnici, ma almeno, come richiedo ai miei studenti, la conoscenza di ordini di grandezza di variabili tecniche (condizione imprescindibile per sviluppare idee progettuali e per avere una percezione pratica, matura, operativa della realtà che lo circonda)? Faccio un esempio tra quelli che quotidianamente propongo agli studenti (corso CAT ex geometra). Avete, in cantiere, un automezzo di quelli di portata massima, a pieno carico, pari a 35 quintali e naturalmente dotato del suo libretto di circolazione. Sapete calcolare quante barre da armatura da sei metri diametro 6 potete caricare per rispettare tale limite?
Ora, chiedo, è pretendere troppo che un responsabile di cantiere riesca a far tale mostruoso calcolo senza doversi attaccare all'intelligenza artificiale? È così disumano mettere insieme due reminiscence sul volume di un cilindro e ricordarsi che il peso specifico dell'acciaio è più o meno 8000 kg/mc o dobbiamo augurarci che la connessione sia sempre attiva per chiederlo in rete. Puoi fare la prova e mi saprai dire quanti studenti in procinto di dare l'esame sapranno dirti un risultato accettabile.

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2025 ore 7:30

@Federico. E' naturale che si stabiliscano requisiti minimi di conoscenza da cui non si può prescindere, nella forma e nei contenuti; una condizione necessaria ma non sufficiente per quella visione più ampia che ci si augura un futuro tecnico o ingegnere, per rimanere confinati all'ambito scientifico, dovrebbe avere una volta ultimato il percorso formativo superiore o universitario.
In fin dei conti esempi giornalieri li tocchiamo con mano, impianti fotovoltaici collocati su falde esposte a nord, certificazioni di sicurezza su strutture che poi crollano, ristrutturazioni edili che fanno rabbrividire, rapporto col territorio totalmente improvvisato, impatto ambientale questo sconosciuto.....cultura e sicurezza del lavoro non pervenuta, educazione civica assente. Possibile siano stati tutti bravi sui banchi di scuola e poi quello è il riscontro pratico degli insegnamenti? E questo non è colpa di una calcolatrice, di Matlab, di un software cad/cae, di un telefono. Uno stumento è un semplice strumento ne vanno riconosciuti limiti e funzionalità e ne andrebbe regolato il rapporto. Per il resto è solo la società che stabilisce ove porre l'asticella del proprio livello di sviluppo (formazione,cultura,etica) e poi cerca scuse per giustificare le proprie scelte (errate).

Occorre riflettere non solo sul livello di preparazione in senso meramente scolastico/burocratico di una persona ma anche sul modo con cui questa porterà il proprio contributo positivo o negativo all'interno della società. Esser solo bravi a fare qualche conto non è il presupposto principale per esser un bravo tecnico (nel senso del bene comune). E' importante ma occorre maturare, imparare che si può dire di no, sviluppare una sensibilità sulle tematiche complementari; e questo lo puoi fare solo con una visione olistica di ciò che hai studiato. La formazione è fondamentale così come è altrettanto importante insegnare a farne un buon uso. Da questo punto di vista il nostro sistema temo non brilli affatto.

f

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2025 ore 10:55

La risposta (del singolo alunno) alla domanda: "perche' frequenti la scuola" dara' la risposta alla questione del calcolo delle barre.

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2025 ore 12:11

Hai ragione Angor, scusa.

ti ringrazio, anche io tutto sommato credo di essere stato troppo permaloso....

c'è da dire che la scuola è un "prodotto" che dipende moltissimo dalle persone che lo compongono...io ho l'esperienza diretta di due figli e qualche altro ragazzo negli ultimi 2 o 3 anni e il livello e la "serietà" della maturità sono stati pessimi.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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