| inviato il 30 Maggio 2025 ore 13:59
Grohmann le giovani generazioni hanno mediamente un quoziente intellettivo più basso perché prendono la media di tutti gli studenti. Un tempo invece studiavano solo le persone dotate di intelligenza e propensione allo studio mentre le persone con un'intelligenza più pratica andavano a lavorare. In soldoni ora si punta a fare studiare più persone spalmando energie e risorse su una platea di studenti molto vasta, ciò da la possibilità a chiunque di emergere ma al contempo toglie ossigeno ai talenti dall'intelligenza più spiccata. Quindi inclusione e media inferiore vanno a braccetto e ciò pare essere giusto. Io non ne sono convinto anche se sono circondato da care persone che mi dicono che dovrei. Ps...attendo la lavata di capo del Sig.Mario |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 14:30
Ric1978 - Sarà sicuramente come dici tu, però ricordo che i dati posti a confronto non siano distanti come epoca. Ovvero un QI misurato ai giovani da dopo il 2000 non direi che si confronti con una popolazione scolastica significativamente diversa dall'attuale. Comunque ci sono studi che sembrano autorevoli, nel merito. Posto la prima cosa che ho trovato in internet. Interessanti le conclusioni. www.stateofmind.it/2022/03/effetto-flynn-inverso-intelligenza/#:~:text |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 15:10
“ Ps...attendo la lavata di capo del Sig.Mario „ Hai in parte ragione e in parte torto, quando affermi " In soldoni ora si punta a fare studiare più persone spalmando energie e risorse su una platea di studenti molto vasta, ciò da la possibilità a chiunque di emergere ma al contempo toglie ossigeno ai talenti dall'intelligenza più spiccata. " nella prima parte hai ragione energie e risorse vengono davvero spalmate su una platea più vasta, molto più vasta, ma è anche vero che il confronto con chi "ha meno" se impostato sul confronto, appunto, e non sull'adattamento a livelli inferiori sviluppa le competenze non solo sociali ma anche cognitive. Durante un convegno ho visto il lavoro di una classe di scuola primaria in cui è stata inserita una bambina non vedente, tutta la classe ha scoperto nuove modalità comunicative, relazionali e di conoscenza il tutto è diventato una maggior competenza sociale e cognitiva per tutta la classe. In sintesi se ci si limitasse, come purtroppo spesso avviene, avresti ragione in pieno, l'inserimento sarebbe una rovina per i più dotati ma se, come dovrebbe essere come in molte realtà avviene, al posto dell'inserimento si ottenesse l'inclusione di diverse abilità e culture sarebbe un successo per tutti con possibilità di crescita generale. |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 15:48
tutto molto bello, ma come spesso avviene, i buoni propositi hanno esiti contrari perche é pur vero che il disabile aumenta le possibilia di confronto e conoscenza con i normo dotati, ma siamo sicuri che il piu delle volte non finisca per essere anche un impedimento all'apprendimento, perche certo al convegno porti l'esempio positivo, ma quanti c'e ne sono di negtivi, e avrebbero mai la possibilita di esporli ad un convegno, ovviamente no, si devono portare solo versioni positive, perche la retorica deve manipolare, uno quando esce non deve avere dubbi sull'utilita ed efficacia |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 16:08
“ ma siamo sicuri che il piu delle volte non finisca per essere anche un impedimento all'apprendimento „ Non preoccuparti. Non si scrive ma molte scuole, specie i licei, creano classi di "serie" diverse. E non ditemi che non e' vero. Io per mia fortuna (?) sono stato inserito in una "serie" ottima. Pensavo fosse C.U.L.O. invece...... |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 19:31
“ Non si scrive ma molte scuole, specie i licei, creano classi di "serie" diverse. E non ditemi che non e' vero „ qui in svizzera ci sono tre livelli di classi da sempre a partire della II media, livelli A quelli piu bravi che vanno poi al liceo, livelli B che vanno alle professionali, infine le classi speciali cominciano della terza elementare, vanno quelli con problemi di disabilita mentali e di apprendimento io sono del parere che i pessimi risultati che ottiene la scuola italiana abbia molte componenti, ma certamente una di queste e il dogma dell'inclusività, va bene in linea di principio, ma se uno crea problemi a tutta la classe va escluso punto Rocco perdona l'off topic, chiudo |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 19:35
Sotto certi punti di vista ci sono dei vantaggi. Forse conta il peso numerico delle presenze da "tirare fuori ". Una persona su venti può in effetti essere un esempio funzionante, bisognerebbe capire qual'è il confine oltre il quale il necessario aiuto di più insegnanti toglie risorse al resto della classe. |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 19:36
Il problema della scuola italiana è che si colloca all'ultimo posto in Europa come livello d'investimenti, non l'inclusività. |
| inviato il 30 Maggio 2025 ore 21:39
All'equazione manca il corpo insegnante. |
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