| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 11:08
@Paolo Noi bergamaschi doc siamo tutti un pò così, riservati, schivi e un pò rompicoglioni.. "caràter de la rassa bergamasca, fiama de rar, sóta la sènder brasca..." |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 11:36
Ordunque Pisolo: "il carattere della razza bergamasca, raro ad infiammarsi..." il resto però mi è del tutto incomprensibile |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 12:21
Azzardo una traduzione (da piemontese): "arde sotto la cenere" |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 13:21
E' un verso tratto da un'opera del poeta dialettale Giacinto Gambirasio “Carattere della gente bergamasca: s'infiamma raramente, ma sotto la cenere c'è la brace.” |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 13:37
Una sua foto tra le tante....
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| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 16:51
Beh Pisolo dai... almeno la prima parte l'avevo tradotta bene |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 17:03
Hai pienamente ragione Jazzcocks: una sua foto fra le tante... nulla più di questo... però che spettacolo di equilibrio formale e comunicativo si vede in questa immagine, che partecipazione emotiva si raccoglie... e si regala a chi osserva! |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 17:31
C'è da fare una riflessione: per quanto io mi sia sforzato di ritrovare i medesimi soggetti alla metà degli anni settanta, situazioni come quelle descritte nelle immagini che seguono, già si faticavano a trovare.
 1969 - Malga del lago Rotondo a 2000 metri di quota La vita dei pascoli di alta montagna, la transumanza estiva e la relativa vita in baite malmesse e prive di qualsiasi comodità, in balia degli elementi, per ricavare dal poco latte munto a mano due volte al giorno, forme di "formai de mut" che poi veniva portato a valle a dorso di mulo. Pepi ha avuto la fortuna e la bravura di cristallizzare nelle sua immagini, in prevalenza in bianco e nero, ciò che restava di quella civiltà contadina, sia di pianura che di montagna. Un parallelo cinematografico può essere fatto con Ermanno Olmi.
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| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 17:35
Si questa mi ha colpito, non saprei dire perchè in particolare. |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 18:17
Le foto sono state scattate prevalentemente negli anni '60-'70 (molte, come quella dei bimbi che vanno a scuola accompagnati dalla slitta, nei paesi delle valli Imagna e Brembana) ma potrebbero essere dell'800. E' un mondo arrivato più vicino a noi di quanto possa sembrare. Pur essendo indubbiamente legato alla sua terra l'autore ha esteso la propria ricerca a tutta l'Italia. Mi ha colpito, nell'intervista condivisa da Pisolo, una sua espressione: in particolare nelle zone dell'entroterra del centro-sud Italia (Abruzzi,..) si sente ancor oggi "il fiato dell'antichità". |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 18:30
Beh Pisolo quei bambini di cui parli, e che nella realtà sono più o meno miei coetanei, parecchie cose le potrebbero raccontare anche a noi... e non solo ai loro coetanei dei tempi odierni. Del resto io sono del 1960, e diversi miei coetanei, dopo aver superato l'esame in seconda elementare, AD 1968 quindi, smisero di venire a scuola per andarsene per mare con i genitori... altro che pascoli di alta montagna |
| inviato il 04 Febbraio 2021 ore 18:32
... e vanno per mare ancora oggi. |
user12181 | inviato il 04 Febbraio 2021 ore 23:42
Lyasis Edizioni ha la sede a Sondrio, pubblica la mia piccola grande bibbia Flora alpina di Valtellina e Valchiavenna, di Roberto Ferranti, piena di informazioni e con una sterminata bibliografia, l'ho consumata talmente che l'ho fatta rilegare a Bormio (cooperativa So.La.Re.S.) in mezzatela con titolo in oro sul dorso. Luca Merisio fa il fotografo di montagna, bravo, ho visto sue foto in calendari, riviste di banche alpine ecc., credo pubblichi con Orobie, ma io l'ho sfogliata raramente. Pepi Merisio ho cominciato a conoscerlo con "Fotografare" addirittura quando facevo il liceo a Macerata... prima metà degli anni '70. Poi l'ho perso di vista, allontanandomi dalla fotografia delle riviste specializzate. Bambini (e adulti) così comunque si vedono ancora negli alpeggi, con vestiti non strappati, le facce sono però quelle. Me ne ricordo due, a cavallo di un Haflinger (mi pare di ricordare) il più grandicello e di un somaro il più piccolo, a quasi 2400 m. in Val Pedruna pochissimi anni fa, andavano soli e liberi come piccole divinità. Purtroppo adulti e bambini oggi preferiscono le moto da trial, sia per andare a mungere o controllare le vacche e le capre in quota, sia per scorrazzare e far casino, gli adulti non meno dei ragazzini... . Il padre insegna con grande passione e dedizione al figlio ad andare in moto su percorsi estremi. |
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