| inviato il 02 Ottobre 2015 ore 15:02
Vi invito a mantenere toni cordiali (questo lo dico sopratutto a Campos85). Dopo i litigi per Canon vs Nikon e PC vs Mac, ci mancano solo quelli pro e contro alienini ;-D
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| inviato il 02 Ottobre 2015 ore 15:10
Per curiosità, quanti di quelli che in questo thread credono al complotto Nasa e agli alieni si curano con l'omeopatia? |
| inviato il 02 Ottobre 2015 ore 15:21
non c'è speranza ;-) chiudo qui il topic... (doveva essere una discussione dedicata alla scienza e all'astronomia, non a presunti complotti e litigi personali)
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| inviato il 02 Ottobre 2015 ore 15:23
che filtro servirà per fare una lunga esposizione lassù? hanno avuto la conferma di quello che sapevano già. se è vero che queste scie appaiono e scompaiono vuol dire che in certi periodo l'acqua allo stato liquido c'è, o mi è sfuggito qualcosa? |
| inviato il 02 Ottobre 2015 ore 15:46
@Andrew189: “ Non hai preso in considerazione i Satelliti: „ Va beh, spacchiamo il capello in quattro. Hai ragione, su Europa, ammesso che esistano sorgenti idrotermali subacquee, potrebbero formarsi ridotti ecosistemi localizzati, quali quelli che ho menzionato anch'io residenti presso le pareti dei vulcani sottomarini. Ovvio che tali forme di vita potrebbero integrarsi sulla terra, ma solo in condizioni ambientli e di chimismo simili. L'inizio della catena trofica delle sorgenti idrotermali sono colonie di batteri il cui metabolismo è basato sull'ossidazione dell'acido solfidrico. NB: le reazioni di ossidazione, in quanto reazioni esotermiche che consumano sostanze tra le più comuni e disponibili, sono la base di quasi tutte le catene metaboliche che producono energia sulla terra...Probabilmente si possono ipotizzare altre reazioni esoterminche su cui fondare catene metaboliche, ma per trapiantarle sulla terra dovremmo trovare ambienti che mettano a disposizione le sostenze che consumano. Per dire, sarebbe sufficiente che, causa una differente composizione chimica delle rocce locali, le sorgenti idrotermali emettessero ammoniaca, o meglo, restando nel gruppo 6, acido selenidrico o acido telluridrico anzichè acido solfidrico, e andrebbe tutto a pallino. Oppure, che consumassero ossidanti diversi dall'ossigeno. In biologia, l'ubiquità e l'adattabilità son figlie della complessità: solo dove esiste una grande varietà di risorse ambientali gli organismi evoluti si adattano a sfruttare questa pluralità di opportunità, in ambienti di carattersitiche monotone e monotipiche gli organismi specializzano al massimo le loro funzionalità per sfruttare con la massima efficienza la sola risorsa disponibile, a discapito dell'adattabilità. Penso però che quelle forme di vita (batteri solforanti e loro saprofiti, e loro omologhi ), specializzate in ambienti molto specialistici, abbiano ben poche chances di adattarsi alla terra e di essere i responsabili delle discusse sfere luminose e dei rapimenti alieni....ne hanno anche pochissime di riuscire solo a sbarcare sulla terra... E in ogni caso il succo del discorso rimane: non esistono a portata di mano corpi celesti con cui sia ipotizzabile un interscambio di forme di vita tra quelle che nella nostra biologia consideriamo evolute, men che meno esempi in cui sia lontanamente ipotizzabile un insediamento umano autosufficente e con una complessità di articolazione sociale. Altra considerazione: una qualsiasi forma di vita, per colonizzare un pianeta - che è un sistema che dal punto di vista ecologico può essere considerato approssimativamente chiuso, cioè che non scambia materia con il resto dell'universo - deve avere un metabolismo che faccia parte di un ciclo, come è il ciclo del carbonio o dell'azoto sullla terra. Se così non fosse, se mancasse la fase di riciclaggio della materia trasformata dal metabilismo nelle sue forme originali, per poter essere di nuovo sfruttata, ogni specie si estinguerebbe per consumo delle risorse ambientali. Quindi: per pensare di trapiantare stabilmente una specie vivente in un nuovo pianeta non basta verificare che ci siano condizioni ambientali e climatiche compatibili con quelle del sito di provenienza, bisogna anche verificare che ci siano tutti i fenomeni naturali e le condizioni compatibili con tutte le specie che si integrano nel ciclo di cui il metabillismo fa parte. Su Marte non basta che ci sia acqua e ossigeno, devono esserci condizioni favorevoli a tutte le piante, i batteri, gli animali e i microorganismi che alimentano e sorreggono i cicli biologici di cui il metablismo umano fa parte, Altrimenti, a lungo andare l'ossigeno e il carbonio diventerebbero tutti anidride carbonica, l'azioto diventerebbe tutto ammoniaca e non ci sarebbe più nulla da mangiare e da respirare. Come possiamo vedere, il miglior alleato della fantasticheria è la superficialità: non appena si comincia a considerare le ipotesi alla luce della complessità della vita, tutto diventa tremendamente difficile... | |

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