| inviato il 12 Maggio 2015 ore 8:52
Ho seguito la discussione e vorrei precisare alcune cose. Ho fatto parte per molti anni della Lipu, che ora ho abbandonato perché mi è sembrato che, a parte rare e lodevoli persone, più che un'associazione per la tutela e la diffusione della conoscenza dell'avifauna, fosse una loggia massonica tra "esperti" che non vogliono rendere più di tanto pubblica la loro conoscenza. Sarà che hanno paura che la gente disturbi gli animali, ma hanno poca voglia di condividere e, per quanto riguarda il rapporto con altri appassionati che non sono al loro livello, si limitano a organizzare sporadiche escursioni in luoghi dove per vedere gli uccelli non basta neppure un cannocchiale munito di oculare 60x. Detto questo, non è che questi naturalisti si facciano più di tanti scrupoli a usare, magari per scopi di censimento, richiami di tutti i tipi e, soprattutto, in tutti i periodi dell'anno. Mi è parso di capire che, quando lo fanno loro, va sempre bene, mentre quando lo fanno gli altri no. Lo stesso vale per l'avvicinamento ai nidi, eccetera. Passando all'argomento "disturbo" da parte dei fotografi, vorrei citare un luogo dove è abbastanza facile trovare limicoli e uccelli acquatici, anche rari: si tratta di uno specchio d'acqua situato a ridosso della pista di accelerazione di un grande aeroporto. Se si va a fotografare lì, occorre mettersi qualcosa per ripararsi le orecchie, perché il baccano è davvero insopportabile, ma le foto vengono molto bene, anche senza alcun mimetismo. Non credo che in luoghi come questo (vi posso dire che ve ne sono tanti in giro per il nostro paese) si possa parlare di disturbo da parte dei fotografi. Un'altra notazione riguarda i capanni e il cibo dato agli uccelli per attirarli. Io credo che dare del cibo con costanza, per un certo periodo, per fare in modo che gli uccelli frequentino un luogo dove si sono approntate delle postazioni fotografiche più o meno stabili sia molto pericoloso, più pericoloso dello spavento occasionale provocato da qualcuno che, magari durante una passeggiata, tenti di avvicinarsi al pennuto di turno, facendolo scappare. Il pericolo deriva dal fatto che l'uccello si abitua al cibo e, quando si sospende la somministrazione perché si sono finite le sedute fotografiche, non trovandolo più, può rischiare di morire. Questo accade in particolare in inverno: visto che c'è cibo, l'uccello non si sposta dal quel luogo e, quando non lo trova più, crepa perché non ce la fa, per il freddo, a migrare altrove. Infine, è difficile parlare di disturbo da parte dei fotografi quando ci sono spiagge libere dove nidificano, a esempio, i fratini, nelle quali la gente fa scorrazzare tranquillamente, senza guinzaglio né museruola, pitbull e rottweiler: in quei casi, a correre seri pericoli, non solo i fratini, ma anche i fotografi. Un saluto a tutti. |
| inviato il 12 Maggio 2015 ore 9:22
Ho letto buona parte degli interventi di questo interessante post e lo trovo importante perchè ogni fotografo naturalista esperto e no deve assolutamente porsi una domanda del genere. Ovviamente ci sono approcci ed opinioni diverse ma quello che deve sempre prevalere è il buon senso e la massima attenzione nel non fare qualcosa di sbagliato che possa arrecare danni ai soggetti. Purtroppo c'è chi per spirito di emulazione o semplicemente per ignoranza non ne tiene conto e le conseguenze possono essere gravi per cui, se non si sa bene cosa si sta facendo, come ha appena scritto anche Guidoalpino, molto meglio rinunciare alla foto. Ovviamente non parlo di essere talebani ma di usare semplicemente il buon senso.. |
| inviato il 13 Maggio 2015 ore 14:09
Ringrazio Lupolu e Memy per gli interessanti spunti. Dopo un inizio lento, la discussione sta finalmente decollando. L'attività di fotografia naturalistica è comunque assimilabile a una forma evoluta di attività venatoria. Concordo sul fatto che vada affrontata con misura e buon senso. |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 7:06
Sull'intervento di Lupolu ho un'obiezione da fare...sicuramente anche chi studia gli uccelli o gli animali in genere crea loro un disturbo, sarebbe impossibile fare il contrario, ma ci sono due importanti differenze con la maggior parte dei fotografi: hanno una conoscenza più approfondita, quindi il rischio di fare danni è inferiore, e agiscono per scopi scientifici, di tutela e di conservazione, che, in qualche misura, giustificano il disturbo arrecato, almeno fino ad un certo punto! Poi si può discutere su quale sia il limite di queste azioni e se, a volte, questo limite non venga superato o se alcune azioni non vengano portate avanti per gloria personale più che per ricerca, ma il punto di partenza, comunque, a mio parere non può essere assimilato! Riguardo al discorso dei fratini penso che ci sia una differenza tra chi arreca disturbo inconsapevolmente e chi lo fa deliberatamente per fotografarli al nido...il risultato per l'animale è lo stesso, ma chi conosce la situazione dovrebbe cercare di evitare di aggiungere stress ad un animale già pesantemente stressato dalla situazione stessa, perché anche qui la finalità del disturbo arrecato non è tale da giustificarlo! |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 9:12
@Davide Ferretti “ Riguardo al discorso dei fratini penso che ci sia una differenza tra chi arreca disturbo inconsapevolmente e chi lo fa deliberatamente per fotografarli al nido... „ La legge italiana prescrive guinzaglio e museruola per i cani pericolosi (pitbull e rottweiler), quindi a chi li lascia scorrazzare liberi sulla spiaggia non assocerei il termine "inconsapevolmente". Oltrettutto il cane le uova e i fratini se li mangia, il fotografo no (almeno quelli che conosco io non mangiano fratini). “ agiscono per scopi scientifici, di tutela e di conservazione, che, in qualche misura, giustificano il disturbo arrecato „ “ alcune azioni non vengano portate avanti per gloria personale più che per ricerca „ Ecco, mi pare che ci siano molti casi in cui vale di più la seconda ipotesi che la prima. Lungi da me difendere il comportamento di certi fotografi che, per catturare un'immagine rara, sono disposti a tutto, ma non me la sento neppure di accettare tout court quello che viene fatto dai cosiddetti "esperti". Ho visto fotografi parlare a voce bassa per non disturbare svassi in un nido situato in una zona piena di bambini che gridavano e "naturalisti esperti" abusare di richiami, anche in periodo di accoppiamento, solo per il gusto di vedere se un dato uccello c'era o meno. Anche sugli scopi avrei qualcosa da dire, e qui si tratta di democrazia contro oligarchia: se non ci fossero i fotografi, che fanno vedere al mondo le bellezze della natura, per gli "studiosi ed esperti" la natura stessa dovrebbe essere totalmente cintata e riservata a loro esclusivo uso e consumo, e a tutti gli altri mortali resterebbero da ammirare le autostrade e i centri commerciali. |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 11:25
“ Vorrei lanciare questo argomento per riflettere sul comportamento in natura di noi fotografi. Molti di noi hanno da dire la propria esperienza e opinione in proposito. „ Nessun fotografo dopo aver speso soldi in attrezzatura fotografica è così sprovveduto da muoversi in modo tale da disturbare gli uccelli. I rompicoglioni, scusate il termine brutale, sono tutt'altri personaggi: da quello che porta il cane a sgambare nella riserva faunistica alle famigliole che entrano nella riserva faunistica schiamazzando. Questi si che veramente disturbano e andrebbero allontanati, ma i fotografi quando mai si comportano in modo così selvaggio |
user46920 | inviato il 14 Maggio 2015 ore 11:49
L'altro giorno facevo due foto in giro nella prima campagna fuori città e mi son fermato in un punto, raggiunto in bicicletta. Per tutto il tempo che sono rimasto li, sentivo l'agitazione degli animali nella zona, qualcuno aveva forse anche il nido e appena mi muovevo per cambiare soggetto, ricominciavano i vari "allarmi" ... secondo me l'agitazione o l'allerta degli animali selvatici (abituati o meno) è sempre "alta" !!! In termini di disturbo, non lo so calcolare (forse lo stesso che produrrebbe un gatto...). |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 11:56
“ Nessun fotografo dopo aver speso soldi in attrezzatura fotografica è così sprovveduto da muoversi in modo tale da disturbare gli uccelli. „ Ci sono fotografi "esperti" che, per uno scatto mediocre, non esitano a mettere in pericolo uno o più esemplari di una data specie. Ci sono fotografi che hanno mandato a monte la nidificazione di specie anche rare. Lo hanno fatto in passato, lo hanno fatto quest'anno,,,lo faranno anche negli anni a venire. La cosa che mi dispiace è che questi "fotografi" (non naturalisti) quasi sempre restano impuniti a causa della difficoltà di stabilire con assoluta certezza la ricostruzione dei fatti. Da non credere, comunque, la totale mancanza di sensibilità di queste persone che, come se nulla fosse accaduto, hanno anche il coraggio di postare le proprie foto su Juza e altri siti... Ma, prima o poi, la m**a viene sempre a galla |
user57136 | inviato il 14 Maggio 2015 ore 12:18
“ Nessun fotografo dopo aver speso soldi in attrezzatura fotografica è così sprovveduto da muoversi in modo tale da disturbare gli uccelli. I rompicoglioni, scusate il termine brutale, sono tutt'altri personaggi: da quello che porta il cane a sgambare nella riserva faunistica alle famigliole che entrano nella riserva faunistica schiamazzando. Questi si che veramente disturbano e andrebbero allontanati, ma i fotografi quando mai si comportano in modo così selvaggio „ Non sei mai stato in un oasi mi sa... certi "fotografi" fanno un baccano che neanche al Bar Sport... |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 14:06
Lupolu, scusa ma non avevo fatto riferimento preciso ai cani in spiaggia: in quel caso sono d'accordo con te! Il mio discorso riguardava il disturbo arrecato da persone inconsapevolmente vicine al nido... Phsystem basta leggere l'articolo postato nella pagina precedente da Domenik per capire che non è propriamente così scontato!! |
| inviato il 14 Maggio 2015 ore 14:16
Il comportamento umano è sempre spiegabile in termini culturali, anche quello dei fotografi. Certamente chi ha imparato i giusti comportamenti (giusti perché fanno fare ottime foto in maniera ripetibile) ottiene immagini migliori e più varie. Chi non li conosce può impararli affiancando fotografi più esperti. Il mimetismo dell' abbigliamento si impara facilmente. Non muoversi di scatto è ben più difficile e "innaturale". Mettersi davanti a un nido dopo aver "ripulito" la scena da fronde e fili d'erba che impedivano le foto, significa esporre il nido al calore del sole e all' attacco dei predatori. Spaventare i genitori che accudiscono i loro piccoli li porta a trascurarli fino all' abbandono della nidiata. |
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