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Non l'ho sottomano ora ma sarà 18x25 circa. Un pochino più piccolo del solito ma avrei preferito lo avessero allora fatto più grande e con metà delle pagine se il motivo delle foto su due pagine è la grandezza del libro in sé...
GKorg, il problema che denunci è sentitissimo da tutti gli amanti dei libri fotografici, purtroppo alcuni tipi di rilegatura "vietano" l'uso della foto a doppia pagina, purtroppo, troppo spesso: autori, editori e grafici pare che, se ne fottano.
“ Uno di questi è "the world through my eyes" di Moriyama. Non certo un libro "di nicchia", l'ho "scelofanato" stasera e una cosa mi ha lasciato basito: 80% delle foto sono su pagina doppia. Ora mi chiedo: solo io la considero una bestemmia? Perché forse mi manca qualche conoscenza a riguardo. Per me è una roba oscena: distorce le foto, le taglia, le rende spesso poco leggibili e le snatura completamente. Ma perché lo fanno?? „
onestamente su Moriyama le foto in doppia pagina non mi dispiaccio per nulla, anzi l' impaginazione dei suoi libri mi piace quando mantiene continuità senza scritte e descrizioni con foto che coprono completamente la superficie della pagina, poi quelle più significative mi piace vederle più grandi e la doppia pagina non gli toglie nulla...a mio modo di vedere enfatizza la dinamicità dei contrasti, sembra che esploda dal centro della rilegatura...sono foto urlate a squarciagola, devo percepire il tono, l' atteggiamento più che ascoltare cosa mi viene detto.
discorso diverso su foto più pensate, con una composizione meditata e gli elementi che invitano alla contemplazione del messaggio estetico forse mi darebbe sicuramente più fastidio perchè l' osservazione dell' immagine ha bisogno di prendersi del tempo, scorrere all' interno dell' inquadratura e soffermarsi sui dettagli......come se dovessimo ascoltare qualcosa che ci viene sussurrato........penso ad esempio a Todd Hido oppure Robert Adams, i primi che mi vengono in mente...
@Novebis: Capisco il tuo discorso e probabilmente è una cosa che non infastidisce tutti, visto che viene fatto molto spesso. E ci sta che per Moriyama sia meno importante che per altri ma foto come questa o questa secondo me non possono venire tagliate a metà... Va beh, in ogni caso il libro l'han stampato così e così me lo tengo
Recentemente ho comprato Swiss Rebels di Karlheinz Weinberger . Mi incuriosiva l'ossimore, ovviamente.
È un libro a volte un po' ridondante (secondo me poteva mettere qualche ritratto di meno, dato che si somigliano un po' tutti) ma sicuramente interessante. È una collezione di ritratti e candid, in bianco/nero e a colori, in chiave in parte omoerotica, dei "ribelli" e motociclisti svizzeri degli anni 50-60, chiaramente ispirati da quelli americani tra tatuaggi, jeans, giacche di pelle e cinturoni.
Tornando al libro di Moriyama, che posseggo ma, non avevo sottomano, rivedendolo effettivamente alcune foto a doppia pagina fanno rosicare altre no e sono anche abbastanza d'accordo con Nove.
La Biennale del libro fotografico, così come Arles ed altre manifestazioni o mostre le visiterei volentieri ma, non mi posso muovere e quindi mi devo accontentare dei vostri resoconti e delle mostre nella mia città...
Swiss Rebels mi incuriosisce e visto il prezzo forse lo prenderò.
Per finire oggi sono incappato in questo nuovo canale e credo che il seguente video sia di particolare interesse per gli amanti dei fotolibri. Non è esaustivo ma, è comunque interessante.
Grazie Obi, sembra un video interessante. Lo guarderò stasera prima di dormire.
Ieri ho ricevuto questo libro (con annesso cazziatone della mia ragazza perché sto ordinando troppa roba ultimamente ) :
Palermo 1984-1986 di Fabio Sgroi
Copio/incollo quanto scritto sul sito: “Punk, anarchici valprediani eravamo LA CUBA, un gruppo di attrattori impazziti, un avamposto Cyberpunk nell'interzona della Palermo anni '80 spazzata dal vento dell'eroina statale di Villa Siringa e del Liceo Artistico puzza di piedi. Disegnatori di altri mondi, di sordide buttane e di mostri malinconici. Stavamo accovacciati sul ponte non terminato di via Belgio, una rampa che si fermava al suo culmine in un groviglio di tondini d'acciaio, verso ciò che restava degli agrumeti della Palermo felicissima, con i piedi-anfibi penzoloni, a passarci le canne di erba di Partinico e meditare di fanzine indipendenti e di fighe spaziali, sotto di noi Aranceti Meccanici a perdita d'occhio”.
Come ovvio, è una raccolta di foto degli anni 80 della scena skin e punk palermitana. È un soggetto per me personalmente molto interessante e a cui sono legato particolarmente. Non ho ancora chiaramente avuto modo di guardarlo con cura quindi sospendo il giudizio. Il poco che ho assorbito mi piace molto. Unica nota negativa, se vogliamo, è, per me, la stampa: Carta avorio 80g, 22x32cm con tante foto in orizzontale (quindi molti spazi bianche sopra e sotto)... rispecchia bene il contesto delle foto ma gli fa perdere un po' di "punch". Ok, può anche essere che sia io a non capire nulla e/o essere troppo pignolo.
Skins di Gavin Watson Sicuramente meno underground del libro di Sgroi, questo è il corano della sottocultura. Tutte le più importanti fotografie di skinheads degli anni 80-90 sono praticamente raccolte in questo libro Nota: Ci tengo a precisare, per chi fosse digiuno di questi argomenti, che il movimento skinhead nasce come movimento apolitico e antirazzista. Una piccola parte del movimento si è poi avvicinata al National Front e, a causa del seguito mediatico delle sue imprese, col tempo si è arrivati al luogo comune "skinhead=nazi", che è quanto di più lontano ci possa essere dalla realtà.
Diciamo che spesso, comunque, i nazi aderiscono al "movimento" skinhead senza nemmeno avere le idee chiare sui motivi. Il più delle volte sono teste calde che hanno trovato un modo per sentirsi forti ma non conoscono nemmeno la storia di quello che sostengono. Non che gli apolitici siano tanto più intelligenti
E comunque, nella prima foto che hai postato, il tipo ha dietro la scritta SKREWDRIVER...di cui basta sapere che il pezzo più celebre è "White Power"
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