| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 9:19
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| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 9:22
Istoria hai convinzioni molto forti su cose che (per tua ammissione) non conosci. Diffido sempre di questi assolutismi. Se la TUA via per migliorare è quella che hai tracciato, buon per te, nel senso buono del termine sia chiaro. Per altri può passare per altri strumenti o uso diverso degli stessi strumenti. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 11:01
“ Ma l'autore del post dopo aver lanciato la questione, dove sta? „ Si nasconde e se la gode... la bellissima discussione che si è avviluppata. Ai miei ultimi tempi analogici '88/95 avevo le mie fotocamere tutte motorizzate. Una Leica R5 con motore e una R7 ed RE con i 'winder', ma la raffica non la usavo. Mi serviva solamente il vantaggio ergonomico che consentiva la motorizzazione... Ovviamente il mio genere non erano le robe veloci o che volano... |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 11:31
Io diffido di chi diffida :D Non ho parlato di "cose" che non conosco, sono più di 20 anni che ci lavoro ;) Ho detto che non avevo mai sentito parlare di Mirulla nello specifico. Ora ho spulciato al volo e mi sembra un profilo nella media che spazia dal posato al reportage. Pertanto ti confermo che la mia opinione è che raramente, per non dire quasi mai, quantità e qualità vanno a braccetto. E rimango della convinzione (che ormai sembra di far peccato ad averne) che chiunque e ripeto chiunque può trarre giovamento da una maggiore ponderazione. Un wedding non è avifauna... stiamo parlando di servizi che durano per lo più un massimo di 8 ore effettive utili allo scatto e se fai i conti 7000 foto significa una MEDIA di 15 scatti al minuto, cioè scatti una volta ogni 4 secondi!!! (ripeto... per otto ore in stecca). Operare in questo modo significa praticamente RIPRENDERE l'intera giornata e poi spulciare in post. Un pò come fare un video continuativo e poi andare ad estrapolare dei frame.... Se vuoi credere che non ci siano margini di operatività e di miglioramento (perchè si può anche passare da bravissimi a super bravi) fai pure. Io resto convinto del contrario e so per certo che per me questo rappresenta un limite. Poi è chiaro che ci sono i fenomeni che esulano da qualsiasi regola. Io, purtroppo, non rientro in tale categoria ed ho bisogno di affinare molto. Non ho nessuna vergogna ad ammetterlo. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 11:38
Però 50 (e passa) anni fa uno che ci campava parecchio bene con la fotografia diceva una cosa interessante: “ Take plenty of film and shoot too much rather than too little — one can never be sure what will happen next. Few things are more agonizing to an ambitious photographer than running out of film before the job is finished, unless it is the realization that he missed important shots because he was trying to economize on film. Professional photographers treat film as a cheap and expendable commodity; they know that it is sheer madness to try and save pennies on film, thereby taking a chance of blowing a once-in-a-lifetime opportunity or a thousand-dollar assignment. „ Ovviamente qui si riferisce al fotografo di professione. Ci sono anche tante altre considerazioni fondamentali sull'argomento dello stesso autore, e nessuna di queste si pone in modo avverso allo scattare più foto invece che meno foto. Il tutto però ovviamente deve essere finalizzato all'approfondimento maniacale e allo studio del medesimo soggetto: lo scattare molto non deve essere di certo guidato dal "riprendere a casaccio perché così c'azzecco", chiaramente (cosa che l'autore associa al fotografo amatoriale, in uno dei suoi ragionamenti, difatti). |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 11:41
Io l'ho scritto in un post. I fotografi di NG tornavano a casa con migliaia di rullini da sviluppare. Chi tornava o torna a casa con 36 pose lo faceva perchè sviluppare costava e costa bei soldi. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 13:34
Istoria, lungi da me volerti far cambiare idea. Sappi però che non siamo tutti d'accordo, nemmeno in settori come il wedding. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 14:04
Ciò di cui parla Istoria, SECONDO ME, ha un nome: "inflazione" (NON monetaria, nella fattispecie!). E l'inflazione, come è noto, comporta SEMPRE una perdita di "valore"! Una cosa sulla quale NON mi ritrovo (forse dipende dalle caratteristiche specifiche del territorio in cui vivo -provincia padano-lombarda) è il livello "elevato" della richiesta (nel caso della fotografia di matrimonio). Ciò che vedo io è una quantità di "scappati di casa" (?) che senza avere uno studio, si offrono su Internet, "al prezzo delle patate", digitando "foto matrimonio", ed una ancor maggior quantità di nubendi che pur di "RISPARMIARE" NON solo accettano offerte così anonime, ma si accontentano di ricevere le immagini sul telefonino, e si accontentano pure di qualsiasi cosa venga loro "scodellato". Altro che la realtà '70-'80-'90 nella quale Signori Fotografi, che gestivano studi da decenni e vantavano un'esperienza/professionalità parimenti decennale, consegnavano Signori album con fior di fotografie che, con gli attuali "simil-selfies", NULLA avevano a che fare! Ed i gusti di chi commissionava i servizi andavano di pari passo con la qualità dei servizi stessi. Certo i costi NON erano i "4 soldi" che vedo richiesti da chi si promuove in rete. Nella mia città, gli "studi" fotografici rimasti si contano sulle dita di UNA mano! Una personalISSIMA impressione, intendiamoci (così come la valutazione QUALITATIVA della fotografia matrimoniale analogica, quella dei 250-400 scatti, vs/ quella attuale dei7,000-15,000 scatti)! Come diceva il Prof. G.P. Bolognesi "ognuno è libero di impiccarsi all'albero che preferisce!"! GL |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 14:26
Ma per favore, si facevano delle foto discutibili anche allora, smettiamola di incensare gli anni passati. I "professionisti" scattavano in chiesa con gli otturatori centrali a 1/250 f.8 con 100 iso , con i Metz 60 a lato che ustionavano gli sposi ad ogni scatto, e oltre il loro viso era buio profondo. Con la sciabolata del 2° flash immancabile. Gli studi non ci sono piu "semplicemente" perche non essendoci piu la vendita di rullini e stampe 10X15 che davano il flusso di cassa nei periodi morti, difficilmente con gli affitti odierni si possono reggere i costi. Tanto è vero che sono rimasti solo i venditori di macchine fotografiche ( e sempre piu spesso vendendo usato) ad avere un negozio. E quasi mai ciò coincide con una attività di fotografia. Comunque siamo molto OT, e mi taccio |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 14:30
O forse esperienza? E sapeva che in ogni azione c'è un inizio, un momento culmine e una fine e che è molto difficile beccarlo sempre? E cosi lavorando portava il materiale a casa piu o meno sempre? |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 15:22
“ Se faccio sport, ma sopratutto avifauna non dovrei usare la raffica? E perché mai? Perché qualcuno si autoproclama cintura nera di scatto singolo e in una sola botta ritiene di riuscire a catturare la foto per la la quale a me servono 10/20 scatti? Andiamo dai… avete mai fatto BIF o sport veloci? „ è l'elefante nella stanza. Chi fa avifauna su soggetti veloci sa benissimo che anche avendo una flagsip di qualsiasi marca se passa un sogetto sufficientemente veloce e gli spari la raffica anche da 30/40 scatti solo una piccola parte di questi sarà perfettamente nitida ed a fuoco. Quindi sia benedetta la raffica perchè esistono generi fotografici dove + scatti=+possibilità di successo. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 15:31
Mi fa piacere che praticamente tutti abbiano ignorato il quote di Andreas Feininger, che sostanzialmente risponde alla quasi totalità dei "dubbi", sullo scattare molto da parte dei fotografi di professione, giunti nei post successivi. Bene. |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 18:05
@Print. Il favore te lo faccio volentieri! Dopo di che consentimi, per favore (questa volta "il favore" te lo chiedo io!), di "incensare" chi e cosa MI aggrada! Dopo di che (due!), prendo atto (non me ne ero accorto ... pensa un pò!) che "allora" prosperavano le cliniche per sposi USTIONATI!!! Io stesso mi sposai "in quel tempo" ed ... avevo rimosso i tre mesi trascorsi in clinica, con mia moglie, a causa di quei mortiferi Metz, e Braun Hobby!!! Il "potere" di rimozione della psiche! Prendo, infine, atto che il tuo gusto non "sposa" (visto l'argomento ...) la foto di reportage con il flash sparato in faccia, e lo sfondo buio. Di sicuro, in quegli anni, "l'inclita e l'incolto" ... INVECE apprezzavano! Così va il mondo! Che ci vogliamo fare? Un'annotazione biografica: nei '60, quando mi capitava di fare un matrimonio, mi "ingegnavo", con la mia Canon FT-QL, i miei FL 28/3.5, 50/1.4, e 135/2.5, e con l'Ilford HP4 tirata a 30 DIN/800 ASA, di fotografare PROPRIO come dici tu ADESSO! Ora, se mi dovesse MALAUGURATAMENTE capitare di immortalare un matrimonio (sgrat-sgrat!), mi prenderebbe "l'estro" di farlo proprio come allora, con il flash sparato -duro- sui musi, e in rigoroso B.&W.! Sarà l'arteriosclerosi?   Mah! Ciao. GL |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 20:56
Vedo che, come spesso accade, ci si arrocca su posizioni che non potranno mai approdare ad un sereno confronto perchè, semplicemente, non ci si adopera per comprendere le altrui affermazioni. @Print IO ho capito che sposi (come me d'altra parte) la filosofia della necessità di garantire il risultato e fin qui ti ci sei arroccato come se io sostenessi il contrario... e non lo faccio. Sono ben consapevole che se scatti in stile reportage si necessita di un numero maggiore di copertura. Fatta questa premessa io sono passato ad un ragionamento differente e che riguarda uno step successivo agli occhi aperti o chiusi. Si tratta di lavorare sulla qualità della composizione e del timing che, se hai sempre l'occhio in canna, non puoi "tecnicamente" supportare. Quando hai l'occhio in canna il cervello è proiettato verso l'operazione di scatto e solo in un secondo piano sulla fase di analisi. L'angolo di campo sia dell'occhio che, soprattutto, del cervello si riducono notevolmente. E' come entrare in un tunnel in cui la visione periferica è ridotta. Si tratta di "pivellaggine" da cui sono ancora affetto (ma io lo ammetto) che mi ha permesso di portare a casa sempre la pagnotta (intesa come un lavoro in grado di soddisfare la commessa) ma se vado a lavorare, e mi capita spesso, con chi propende più per uno stile ponderato mi rendo conto che alla fine questa compulsività mi porta ad abbassare il mio potenziale compositivo e creativo. Io non parlo di "risparmiare" lo scatto, non l'ho mai fatto e mai lo farò, ma capirai bene che dai miei calcoli scattare una volta ogni 4 secondi per otto ore... rende difficile credere che veramente ci si possa essere dedicati a modo ad ottenere il massimo della qualità. Ho fatto servizi (commerciali) in collaborazione con persone che dedicavano il giusto tempo allo studio della location, della posizione migliore, della luce ideale e del taglio coerente e... boom si piazzavano in un punto e mi dicevano... mettiti qui e prendi da qui a qui... Una foto, stop. Buona la prima. Ed era veramente buona!!! Quindi perchè non ammettere che c'è da imparare da chi ha un certo tipo di approccio? Chiaro che poi non rinnego tutto ciò che ho fatto e come l'ho fatto ma sento che rallentare e diminuire non mi può che fare bene. E mi permetto di dire anche che probabilmente farebbe bene a tutti :) |
| inviato il 06 Febbraio 2025 ore 21:38
Istoria tu hai ragione e posso condividere quello che dici. Anzi spesso lo penso. Il problema è che ci sono talmente tanti generi e talmente tante necessità che è difficile giungere ad una conclusione definitiva. Ad ogni modo provo a fare un ragionamento per quanto riguarda la mia (piccola, insignificante) esperienza. Spesso penso di ridurre il numero di scatti e questo perchè sono fermamente convinto che la quantità sia nemica della qualità. Però nel mio ambito (ciclismo) significherebbe concentrarsi solo su qualcuno e non su tutti, con i pro e contro che ne deriverebbero. Mi capita di fare gare dove cerco di fare meno foto e concentrarmi più su qualcuno o qualcosa, ma poi mi arriva l'atleta di turno che mi chiede la foto e io non gliel'ho fatta. Ci ho perso un potenziale cliente e aldilà dell'aspetto economico mi dispiace comunque. Ergo, devo diminuire la qualità un minimo per aumentare la quantità, anche se la cosa non mi piace. Bisogna saper, penso, trovare il giusto equilibrio tra tutto. (cosa, l'equilibrio, che su questo forum si vede sempre più di rado) |
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