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... sia stata per Salgado una scelta di passare ad un mezzo che gli permettesse una nuova modalita' espressiva (stampe piu' grandi, resa mi pare meno realistica e piu' passatemi il termine "urlata" rispetto a precedenti lavori completamente analogici). ********** ********** *********** **********
Non lo so Simone, o almeno non credo l'abbia fatto per poter avere delle stampe più grandi, un mio amico ha visto una mostra di Salgado e mi ha detto che le stampe più grandi erano 80x100/120, quindi si grandi ma non tali da non potersi ottenere con un negativo formato Leica di ultima generazione, tralaltro mi ha pure detto che non è che mostrassero chissà che gran dettaglio, secondo me Salgado è passato al digitale unicamente per i noti vantaggi pratici... per intenderci le pellicole 35 mm escono dalla fabbrica contenute in scatoloni da 300 pellicole, e laddove lui di pellicole se ne portava dietro 600... quindi pesi, ingombri e difficoltà oggettive non solo dal punto di vista operativo ma pure logistico!
Però, giusto o non giusto che sia, la motivazione principale sembra essere quella archivistica, non si fida dei file e le migliori foto le vuole conservare anche come negativi.
...non credo l'abbia fatto per poter avere delle stampe più grandi, un mio amico ha visto una mostra di Salgado e mi ha detto che le stampe più grandi erano 80x100/120, quindi si grandi ma non tali da non potersi ottenere con un negativo formato Leica di ultima generazione,... ********************** @Paolo da quanto si legge era passato a 6x4,5 per quel motivo; ed in effetti la vedo difficile ottenere un buon 80x120 da 35mm, considerando anche che usava una tri-X 400 asa...
@Paolo da quanto si legge era passato a 6x4,5 per quel motivo; ed in effetti la vedo difficile ottenere un buon 80x120 da 35mm, considerando anche che usava una tri-X 400 asa... ********** **********
Si Simone hai ragione, non riflettevo sul fatto che lui, per le riprese, adoperava la Tri X Pan, mi sono lasciato fuorviare dal fatto che trasferisce i files digitali su lastre di Ilford Delta 100... che quanto a grana è l'esatto opposto della Tri X.
A ben rifletterci però non capisco neppure per quale motivo abbia scelto di adoperare quella pellicola, perché se abbisognava di quella sensibilità, cosa di cui dubito dal momento che fotografie come le sue tanti altri fotografi le hanno scattate a colori e in diapositiva 25 o 50 ASA, quindi gli sarebbe bastata una 100 asa per averne anche troppa di sensibilità, mentre nell'ipotesi che abbisognasse proprio di una tale sensibilità allora una Kodak T- Max 400, o una Delta 400, gli avrebbero offerto pari sensibilità con una grana molto più ridotta e un potere risolvente molto più alto.
Devo concludere insomma che egli gradisse proprio la grana evidente tipica della Tri X... anche se questa ipotesi, a ben vedere, fa un pochino a pugni con il procedimento che adotta oggi, laddove cioè per la "conversione" a pellicola adopera lastre di una emulsione che di grana quasi non ne ha!
Sarà stata, come dire, una semplice licenza artistica
La moglie di Salgado, Lélia Deluiz Wanick, scrive nella prefazione a Genesis:
Un nuovo problema è sorto quando Sebastião ha iniziato a utilizzare le macchine fotografiche digitali, che hanno richiesto una gestione delle immagini diversa e l'adozione di nuove tecniche di stampa per nascondere la differenza tra le foto analogiche e quelle digitali. Nel nostro ufficio di Parigi, Françoise Piffard e Marcia Navarro Mariano si sono occupate di ogni fase di questo processo, mentre Valérie Hue e Olivier Jamin hanno gestito l'archivio e le stampe digitali. Oltre al nostro team, Adrien Bouillon ha realizzato le stampe a contatto e di lavoro, mentre Dominique Granier ha realizzato le stampe analogiche alla gelatina d'argento e ha controllato i negativi realizzati dal laboratorio Dupon a partire dalle immagini digitali.
Ogni viaggio era seguito da una complessa post-elaborazione. Sebastião tornava con centinaia di rullini che dovevano essere sviluppati; dalle stampe a contatto selezionavamo le immagini per le stampe di lavoro, da cui a nostra volta selezionavamo le foto da inviare alle riviste partner, corredandole di un testo di accompagnamento. Quando Sebastião ha iniziato a fotografare in digitale, ha portato con sé le schede di memoria dei suoi viaggi che abbiamo utilizzato per realizzare le stampe a contatto e quelle di lavoro. In questo senso, il nostro lavoro è cambiato un po', mentre Sebastiáo ha potuto continuare come prima.
Un nuovo problema è sorto quando Sebastião ha iniziato a utilizzare le macchine fotografiche digitali, che hanno richiesto una gestione delle immagini diversa e l'adozione di nuove tecniche di stampa per nascondere la differenza tra le foto analogiche e quelle digitali. ********** ********** ********** **********
Sapevo del problema della diversità di resa passando dalla pellicola al digitale, e sapevo anche della volontà, sia dell'autore che del suo team, di conservare per quanto possibile una resa per così dire "chimica" anche nelle stampe da digitale... quello che sinceramente non capisco però è il perché di questa scelta. Voglio dire: si sa che chimica e digitale sono due facce della stessa medaglia, la fotografia appunto, ma si sa anche che pur con molte similitudini esse sono fra loro diverse, per quale motivo allora ostinarsi a voler tenere il piede in due staffe? Oltretutto, guardiamoci dentro e parliamoci chiaro, la fotografia digitale ha dignità pari rispetto a quella chimica... per quale motivo allora limitare, o ridurre, questa dignità e, con essa, anche delle enormi potenzialità? Solo perché sono diverse? Mi sembra un atteggiamento francamente irrispettoso nei confronti di una tecnologia che in fine dei conti ti ha pur sempre cambiato il lavoro... SEMPLIFICANDOLO non poco devo dire!
credo che il motivo sia più che altro il suo pubblico. Cambiare la resa finale che è apprezzata non sarebbe una buona idea. Non è un Miles Davis che ha cambiato 6 volte genere musicale avendo sempre più seguito. E' Salgato, verso il tramonto (80 anni) e non vuole fare il salto nel buio con il rischio di non essere più seguito per ciò che è riconosciuto.
Io credo che metà delle foto di Genesi fossero già state scattate in analogico quando decise di passare al digitale da cui la necessità o di ritornare in analogico o diminuire la differenza di resa tra digitale ed analogico inventandosi il procedimento misto.
Sì, i [s] tour dei Genesis[/s] viaggi per il libro "Genesis" sono iniziati nel 2004 e sono terminati nel 2011, per quanto ne so. Non alternava la fotografia analogica a quella digitale, ma a un certo punto è passato completamente al digitale.
E come scrive la moglie, non è cambiato molto per lui, è tornato a casa con le schede di memoria invece che con la pellicola. Non si è occupato dello sviluppo, dell'elaborazione e dello smistamento, che è stato fatto da sua moglie e dal team. Lei ha anche selezionato le foto per i libri.
Sono molto invidioso... Io per far sviluppare un rullino ci metto almeno quattro cinque giorni, una settimana... Se poi voglio fare stampare qualcosa .. un'alta settimana ...
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