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Hubble ha scattato una foto ad una stella di 13 MD di anni luce di distanza.
E' la prima stella dell'alba. Non l'alba di una giornata terrestre, ma quella dell'intero universo. Earendel in realtà è solo la stella più antica e lontana che siamo riusciti a osservare, ma con i suoi 12,9 miliardi di anni lambisce l'età in cui la prima luce potrebbe essersi accesa dopo il Big Bang, avvenuto 900mila anni prima.
“Non sappiamo esattamente quando siano nate le stelle, ma potrebbe essere avvenuto già 60-80milioni anni dopo il Big Bang”, spiega Andrea Ferrara, professore di Cosmologia della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il nome vuol dire proprio “stella del mattino” e arriva da un personaggio dello scrittore Tolkien, la scoperta invece giunge dal telescopio spaziale Hubble, che dal 1990 ci regala pennellate di colore e di magia con le sue immagini dello spazio profondo.
Più che dalla magia, in realtà, l'osservazione di Earendel, descritta su Nature, nasce da quello che Ferrara descrive come “un allineamento fortunato, che Einstein teorizzò nella relatività generale, ma che secondo lui rappresentava solo una curiosità matematica: non lo avremmo osservato mai dal vero”. Invece, proprio come aveva disegnato lo scienziato nel suo cervello, Earendel si è ritrovata perfettamente allineata, oltre noi e un ricco ammasso di galassie che hanno creato un effetto della relatività chiamato “lente gravitazionale”, ingrandendo di migliaia di volte l'immagine della stella primordiale.
La seconda stella più antica che conosciamo ha 9 miliardi di anni: ben 4 meno dell'attuale. Si chiama Icarus ed è stato sempre Hubble a trovarla. “Senza la circostanza fortunata dell'allineamento, non saremmo mai stati in grado di vedere Earendel” spiega Ferrara. “I telescopi ci regalano le immagini delle ben più grandi galassie. Ma per distinguere una singola stella abbiamo bisogno che sia molto vicina, nella nostra galassia, in quella di Andromeda o nelle nubi di Magellano. Nel cortile di casa, insomma”.
E che aspetto ha – o probabilmente aveva, visto il tempo che la sua luce impiega ad arrivare da noi – la stella del mattino? Al momento sappiamo che è grande 50 volte il Sole. Maestosa, ma niente di inusuale. Anche nella nostra galassia esistono astri così. Per saperne di più aspettiamo che Hubble lasci il testimone al suo cugino grande e grosso, il telescopio James Webb lanciato lo scorso Natale dalla Nasa.
Al momento il telescopio Webb – 6,5 metri di diametro dello specchio, contro i 2,4 di Hubble – ha raggiunto la sua posizione a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, e si sta stiracchiando, dispiegando vele e pannelli, testando gli strumenti. Dovrebbe raccogliere le sue prime immagini a giugno, e chissà che non venga puntato proprio su Earendel.
Sulla sua composizione ci sono solo supposizioni. C'è chi la immagina fatta di idrogeno ed elio, gli elementi più leggeri, i primi che si sono formati nell'universo.
Ferrara non è convinto: “Man mano che le stelle si formano e poi esplodono, diffondono nell'universo elementi via via più pesanti. Earendel è antica, ma credo che abbia già diverse generazioni di stelle alle sue spalle. Sono pronto a scommettere che è fatta anche di elementi un po' più pesanti come carbonio, ossigeno e azoto”. Quelli che tra l'altro caratterizzano la vita.
A quanto ho letto la seconda più antica (data la nuova scoperta) è Matusalemme, ben più vecchia di Icarus
user198779
inviato il 31 Marzo 2022 ore 21:57
"Ferrara non è convinto: “Man mano che le stelle si formano e poi esplodono, diffondono nell'universo elementi via via più pesanti. Earendel è antica, ma credo che abbia già diverse generazioni di stelle alle sue spalle. Sono pronto a scommettere che è fatta anche di elementi un po' più pesanti come carbonio, ossigeno e azoto”. Quelli che tra l'altro caratterizzano la vita."
È probabile le stelle con quella massa avevano un ciclo di vita molto più breve. Sia chiaro che" Earendel" ora c'è più nemmeno come nana bianca perché è esplosa in una supernova.
La stima della massa va da 40 a 500 masse solari, potrebbe quindi essere diventata tranquillamente anche un buco nero o una pulsar però gli scenari possibili sono diversi dato che pare faccia parte di un sistema stellare di 3 o 4 altre stelle.
Vi ricordo che guarda in IR quindi anche i filtri sono in quella parte di spettro per cui a parte il range 600-800 nm, non sarebbero utilizzabili nelle fotocamere normali.
L'infrarosso (IR) vicino al visibile, è una radiazione elettromagnetica che ha una lunghezza d'onda da 0,7 micron a circa 1 micron, invisibile all'occhio umano, ma che ce la fa comunque a passare attraverso il normale vetro ottico.
Con la premessa che io non so che cosa tu intenda come fotocamera full spectrum, ossia in quale banda spettrale della luce opera quella che tu chiami fotocamera "full spectrum", faccio ben presente che oltre la lunghezza d'onda di circa 2 micron, il vetro è opaco alla radiazioni infrarossa.
Per operare nella bande IR oltre i 2 micron di lunghezza d'onda, poichè la radiazione elettromagnetica a quella frequenza è fondamentalmente una radiazione termica, le lenti delle ottiche IR devono essere fatte di materiali opachi alla luce ma che facciano passare quella radiazione termica, e si usano metalloidi speciali, tipicamente il germanio, che è simile all'alluminio come consistenza ed aspetto.
Anche i sensori cambiano come tipologia di materiali, sono dei telluridi di Cadmio - Mercurio, HgCdTe, che possono lavorare fin verso i 12 micron, oppure si usano sensori fatti di silicio drogato con arsenico, che lavorano dai 6 micron fin ben oltre, 30 micron.
Immagino che quella che tu chiami fotocamera full spectrum operi nell'IR vicino al visibile, perchè se andiamo su visori termici puri, anche per solo uso civile, si parla di sensori matriciali IR in HgCdTe, ed ottiche in germanio, ed i realtivi prezzi diventano molto impegnativi, molte decine di migliaia di euro è la norma, con ingombri e pesi che non sono certo quelli della normale attrezzatura fotografica nostra.
Il JWT lavora nella banda appena visibile rossa, verso 0,6 micron, dunque lavora ben poco nel visibile, per poi estendersi nell'infrarosso vero, IR vicino fino a 6 micron, con un visore termico a sensore in HgCdTe, e da lì nell'IR medio, fino a 28 micron, con un visore termico a sensore in silicio drogato con arsenico.
La banda operativa di frequenze del JWT è dunque fortemente sbilanciata verso l'IR, pur operando anche nel visibile: hanno privilegiato molto l'infrarosso rispetto al visibile perchè, essendo l'IR un'onda lunga, passa bene attraverso il pulviscolo, ossia roba che è piccola rispetto alla lunghezza d'onda lunga di quell'IR, roba che invece è in grado di bloccare la luce visibile, che ha lunghezza d'onda molto piccola, minore del diametro del pulviscolo.
“ Con la premessa che io non so che cosa tu intenda come fotocamera full spectrum, ossia in quale banda spettrale della luce opera quella che tu chiami fotocamera "full spectrum", faccio ben presente che oltre la lunghezza d'onda di circa 2 micron, il vetro è opaco alla radiazioni infrarossa. „
nel gergo comune le fotocamere full spectrum sono quelle a cui viene tolto l'hot mirror, e che consentono di registrare tutto quello che passa attraverso la lente, per arrivare al silicio del sensore.