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fotografia di serie A e fotografia di serie B


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avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 17:03

Spesso si fa l'associazione non mi piace o non la capisco quindi autore ha fallito e la foto non é valida

Già... la tentazione di soggettivizzare il concetto di valido sulla base del proprio gusto credo sia un pò presente in ciascuno di noi.

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 17:03

Spesso si fa l'associazione non mi piace o non la capisco quindi autore ha fallito e la foto non é valida

Già... la tentazione di soggettivizzare il concetto di valido sulla base del proprio gusto credo sia un pò presente in ciascuno di noi.

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 17:15

un mese fa ebbi una non piacevole discussione con un utente che diceva che non gli piaceva Ghirri e non capiva come potesse piacere. diceva che preferiva foto a microanimaletti nel bosco.
era un suo diritto legittimo esprimere la sua opinione.
ed è stato un mio diritto legittimo bloccarlo :)


avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 17:35

Ti svelerò un segreto nemmeno io sono un grandissimo amante di ghirri
Anni fa a Reggio Emilia c'erano moltissime sue foto in mostra e subito dopo c'era esposta Sarah Moon
Ti lascio immaginare in quale delle due sono rimasto per un sacco di tempo MrGreen

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 17:55

Ghirri fa un tipo di fotografia che molto ben si presta a quel processo di soggettivizzazione. A me non fa impazzire anche se ammetto che progressivamente sto empatizzando un pò di più con la sua fotografia

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 19:29

un forum di infedeli :)

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2021 ore 19:50

Secondo me come tutti i grandi innovatori, gli artisti di "rottura" diciamo, un po' in tutti i campi, dividono le platee. A me anche non piace SEMPRE, anche se riconosco la difficolta, talvolta, della sua ricerca. Anche Miles Davies, all'inizio del modale, non era molto apprezzato...
La.cosa che mi fa sorridere e mi diverte è, quando un fotoamatore scimmiotta uno di questi artisti "di rottura". Non ispirazione attenzione, proprio scimmiottare. Lo trovo abbastanza patetico. Diciamo che, se prendo un sassofono di plastica rosa, e sparo note a c@zzo, non sono il nuovo Ornette Coleman ecco...MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2021 ore 22:14

Spesso si fa l'associazione non mi piace o non la capisco quindi autore ha fallito e la foto non é valida


Questa considerazione merita a mio avviso molta più attenzione e approfondimento di quanto a pelle si sia inclini ad attribuire. Mi spiego.

Di solito viene proposta per definire la superficialità - vogliamo dire l'egocentrismo? - di chi commisura a se stesso e al proprio gusto il valore di un'opera d'arte o di qualsiasi altra manifestazione fondata sulla comunicazione.

Per confutare questo tipo di metodo valutativo bisogna però stabilire almeno uno di questi due caposaldi: o un criterio prestabilito - dei canoni - per valutare, misurare l'arte, o una gerarachia sancita di competenze che stabiliscano, nel grande bailamme di opinioni e valutazioni, quale sia quella che vale (o che prevale).
Mi rendo conto di entrare su un terreno molto scivoloso: l'accettazione di canoni, implicita nel ragionamento di chi parla di opere oggettivamente valide, è una contraddizione in termini nei confronti dell'innovazione artistica (mi pare superfluo argomentare), la gerarchizzazione delle competenze sposta l'arte in un ambito di accademismo che è stato confutato da tempo, probabilemente dai tempi di Giotto che ebbe l'ardire di dipingere i cieli blu e non dorati. Allora?

Bisogna salire ancora a monte di un livello per tentare un approccio metodologico e non apodittico a questo problema. E' necessario affrontare la questione del perchè l'artista crei. Si, perchè solo rispondendo a questa domanda si può valutare se il suo obiettivo è stato raggiunto e quindi l'opera è di valore.

Ora, perchè l'artista crea?
Per vendere? Motivazione umanissima, molto più diffusa di quanto si pensi ma ritenuta volgare e non foriera di capolavori, perchè mortifica la libertà espressiva a favore dell'incontro con il gusto del mercato.
Per cercare successo, fama, onore? Sempre finalità strumentali, triviali, comprensibili ma non coerenti con il vero spirito creativo.
Per innovare? Non è detto. Ci sono tantissimi artisti che sono stati grandi ed epocali rimanendo, come dire? scolastici. Raffaello, Donatello, Canaletto, Tiziano, i labronici, i paesaggisti lombardi.... non che abbiano copiato pedissequamente, ma non sono stati tutti dei Picasso o dei Mondrian.
Generalmente chiunque sia un artista (o si consideri tale o presuma di esserlo) alla fin fine ti spiattella che "...lo faccio per esprimere me stesso" (le varianti sono "i miei sentimenti" o "quello che ho dentro" o ancora "la mia sensibilità").
Bene, andiamo all'etimologia: esprimere cosa mi dice?? Mi parla di "Premere fuori, spremere".
Ma uno perchè "preme fuori, spreme" qualcosa?
Si danno due casi: o vuole renderlo pubblico, o proprio non gli stà più dentro, manca spazio, deve buttare fuori e non può fare altro altrimenti esplode.
Vero è che osservando molte opere pare plausibile la seconda spiegazione, ma la prima è quella qualificante.
Bene, se uno fa, anzi esprime, per rendere pubblico qualcosa, il suo obiettivo è quello di essere visto e considerato. Altrimenti, cosa spreme a fare?
E' noto e condiviso che chi esprime per non dare pubblicità al prodotto lo fa di solito in luoghi romiti, chiusi e provvisti di porte. In alternativa, nei meandri della natura, dietro a cespugli o alberi, o ancora ad aspre rocce. Spesso con buchi e vie di fuga per allontanare ciò che ha spremuto, ed è gradita la presenza di acqua corrente ed apposita carta o materiali alternativi (foglie di fico, ecc.) per cancellare ogni minima traccia di ciò che è stato spremuto fuori.....

Ecco, siamo arrivato al nocciolo.
L'artista spreme - di solito per sua stessa ammissione - quindi cerca adesione, comprensione, comunicazione. Consenso....
Vero è che di solito all'artista importa relativamente - e più è scarso e meno gliene importa - della comprensione, del consenso, in ultima analisi del rapporto con il singolo.
Lui è un artista, quindi si rapporta con soggetti tanto più importanti quanto immateriali: l'arte (anzi, l'Arte), la cultura, l'umanità, la storia.
Giusto, direi quasi dovuto. Però tutte queste collettività (perchè di collettività si tratta) sono la somma mediata e ponderata di una miriade di individualità ciascuna delle quali non ha visibilità (vabbè, qualcuno ce l'ha... Per esempio, quello che si è comprato per 115 Milioni il quadro di Modigliani...) ma che si aggrega a formare le collettività di cui sopra.
In quest'ottica acquisisce un barlume di fondamento il tanto vituperato "non mi piace, quindi non è buona".
Non è una sentenza, però è un voto. Nessuno di quelli che hanno votato Biden o Trump ha sentenziato chi dovesse essere il presidente, ma tutti valevano uno e il gruppone più numeroso di "uno" ha fatto la storia.
Qui per me è lo stesso.
Se uno dice di un artista "non mi piace" da il suo voto per eleggerlo tra i buoni o non buoni. Può vincere o perdere, ma sta facendo la storia assieme a una miriade di altri. Se i voti a favore saranno sufficienti a qualificare l''artista ne parleremo come di uno importante, ma avrà a suo corredo anche una quota minore di fallimenti. Altrimenti non sarà nessuno, ma non perchè l'hanno bocciato la storia, la cultura o l''Arte.
Perchè il rosario dei suoi piccoli, oscuri, quotidiani fallimenti nel catturare attenzione e comprensione sarà stato predominante rispetto ai consensi.
Le sue opere e lui non saranno buoni non per decisione superiore, ma perchè avrà perso una certa forma di elezioni.
Non sottovalutiamo quindi un umile ed apparentemente insignificante parere personale.

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2021 ore 23:27

Vero va aggiunto però che uno non vale uno, ci sono opinioni che contano di più.
Perché? Per competenza, esperienza, cultura ecc..
Altrimenti potremmo dire che Mc Curry é più grande fotografo contemporaneo.
Che le Spice girl sono state fra le più grandi musiciste in quanto hanno creato uno dei dischi più venduti di sempre

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2021 ore 23:47

Potrebbe esserci un fondo di verità.
Basta considerare che Le Spice Girls e Beethoven non facevano lo stesso mestiere.....
Nell'ambito di un certo tipo di musica, che non è nè quella di Verdi, nè quella di Brahms e neppure quella di Jimi Hendrix, sono state probabilmente grandi. Poi sta a vedere se la notorietà e la vendita siano a misura della loro musica o della loro performace complessiva, perchè stiamo parlando di star e quindi di fenomeni multimediali e multidisciplinari. Comunque, se non vuoi considerarle grandi cantanti le devi comunque rispettare come performers.
C'è poi un aspetto che va tenuto in conto: la contingenza. Esistono artisti (o presunti tali) che hanno momenti di popolarità e affermazione esplosivi e poi finiscono in nulla. Bene, secondo me quella non arte, è essere al momento giusto nel posto giusto. HCB piuttosto che Capa piuttosto che Adams o chi vuoi tu seppero emozionare i loro coevi e sanno emozionare quelli di due o tre generazioni dopo. Di Giotto o Caravaggio si parla a distanza di molti secoli. Van Gogh è più popolare ora che ai suoi tempi. Se le Spice faranno lo stesso percorso, bisognerà accettare che siano state grandi (ne dubito, sono già nel dimenticatoio....)

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 0:18

Io amo la fotografia.
La,fotografia é col cinema la “ nostra “ arte : é nostra perche' é alla portata di tutti sia come fruibilità che come attività .
La fotografia è semplice.
Una buona fotografia ë difficile.
Ugo Mulas si incavolo' con un giovane Berengo Gardin quando gli disse che faceva delle belle foto : “ le foto non sono belle , sono buone o non buone “ .
Quando uno capisce questo concetto penso che finalmente capirà che certi panorami , i tramonti , due gattini , le maschere di Venezia ecct ecct saranno anche delle belle cartoline , ma non hanno nulla a che vedere con la buona fotografia.
La fotografia di serie A é lasciare un segno personale .
É ovvio che se devo fare macrofotografia sarà molto ma molto più difficile lasciare un segno perché é un genere documentaristico.
Stessa cosa per la fotografia paesaggistica : il grande impegno é soltanto nel scegliere la prospettiva e aspettare la luce giusta.
In questi due generi nonnc'é pensiero , non c'è costruzione , e non c'è cultura.c'è tecnica e attrezzatura.e pazienza .
C'è una bella foto , ma che non sarà mai buona.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 1:24

Non riesco a evitare di essere un po' tranchant.... In questo modo di pensare ci vedo una certa forma di snobismo. Tornando al succo di certi discorsi fatti prima, in certe fotografie tu non riesci a vedere pensiero, cultura e costruzione. E' un limite tuo, non del genere. Cosa peraltro umanissima e normale. Non si può certo essere onniscenti, omnicompresivi e sensibili a tutto e a tutti.
Ci sono i gusti personali, nulla da dire, Però per certi versi sono un limite, e bisogna accettarlo.
Oltretutto, nella fotografia non è detto che la costruzione ci debba essere. Nella street, nella wildlife, nella foto sportiva, nel reportage spesso fotografi quello che c'è e quello che capita, senza possibilità di regia. Non per questo devono mancare cultura e pensiero. Non per questo le foto non possono essere buone.
Parlando di paesaggi, non c'è pensiero e cultura nel mostrare il bello del mondo o lo stupefacente della natura e della vita? Non c'è più cultura e sensibilità che non nel fare un reportage di moda? Questo, in fin dei conti, non è nient'altro che riferire il pensiero di un altro (lo stilista).
Mi sembra che certi discorsi significhino solo che si vuole per forza andare a cercare la magagna e non il buono che c'è nelle cose. Un po' come un sommelier che degusta alla ricerca del sapore di tappo....
Per quanto riguarda l'ossessione della foto buona, bisogna innanzitutto interrogarsi sul perchè si fotografa.
Se siei un professionista hai degli obblighi, ma c'è molto altro.
Questi discorsi, in modo molto più categorico e invadente, quasi razzista, li fece già tempo addietro un personaggio che poi ha levato le tende, offeso per il fatto che qualcuno (...molti, tra cui il sottoscritto) ha osato dargli torto.
E che bisogna studiare, e la qualità di qua e di la, e che bisogna leggere i libri, e cosa bisogna essere per fare una foto.....
Veniva a raccontare che lui teneva i corsi di fotografia, che aveva un'allieva bravissima a cui aveva imposto di scegliere un sasso e fotografarlo tutti i giorni.
Sarà anche un buon metodo didattico, ma se certi discorsi viene a farli a me senza essere invitato il sasso lo fotografo sulla sua zucca, appena a fianco dell'ematoma.....
Se sei unartista, un superacculturato, un dio della Leica buon per te, ma tutti quanti mangiamo senza essere Vissani, guidiamo senza essere Schumacher, andiamo in bicicletta senza essere Merckx, abbiamo magari lo scooter e non siamo Valentino Rossi.... siamo proprio obbligati a studiare a Brera per fotografare il battesimo del nipote?
Non è male lasciare un po' di spazio anche alla leggerezza e accettare che ci possa essere del buono anche nell'estemporaneo, nell'istintivo, nell'occasionale, nel casuale e anche nel fortunoso.
Spesso e volentieri questi elementi sono costitutivi di una buona foto, come la preparazione e la regia.
Non penso che Capa abbia fatto sparare apposta al miliziano per poter fare la foto del secolo....

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 4:10

Ugo Mulas si incavolo' con un giovane Berengo Gardin quando gli disse che faceva delle belle foto : “ le foto non sono belle , sono buone o non buone “ .


E lo disse dopo averle assaggiate.
Da allora le fece stampare non a caso sempre su carta baritata al marzapane.


n questi due generi nonnc'é pensiero , non c'è costruzione , e non c'è cultura.c'è tecnica e attrezzatura.e pazienza .


Attenzione...

Faccio notare che Franco Fontana quindi non uno qualsiasi, esponente che ha fatto la storia internazionale della foto di paesaggio (naturale e urbana), dice e scrive a proposito di se stesso, che dietro ad ogni sua foto c'è un pensiero.

E c'è da credergli quale noto luminare della foto e del pensiero inerente egli notoriamente è.

Ma lui in questo senso è come un Marchese del Grillo... Mica uno juzzino qualsiasi.
Però resta significativo nell'approccio che si può mettere alla tematica.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 4:49

Nella street, nella wildlife, nella foto sportiva, nel reportage spesso fotografi quello che c'è e quello che capita, senza possibilità di regia


Regia ovviamente no, ma neanche semplicemente "solo" quello che ti accade davanti, come se non si potesse influenzare significativamente quello che poi si immortala della scena.

In particolar modo nel reportage e nella street, si ha il potere di determinare tanto ed in maniera attiva le azioni e gli accadimenti ritratti.

Metterla invece con quello che succede e poco posso metterci di mio, è un punto di vista fuorviante, anzi errato proprio.
Si può arrivare ad esserne co-creatori, di quelle scene spontanee. ;-)




Sarà anche un buon metodo didattico, ma se certi discorsi viene a farli a me senza essere invitato il sasso lo fotografo sulla sua zucca, appena a fianco dell'ematoma.....


... siamo proprio obbligati a studiare a Brera per fotografare il battesimo del nipote?


Eh Eh eh.... Non per rievocare un mitico ed irripetibile periodo con epici scambi per il presente Forum... Ma permettimi di farti notare che non poche reazioni sono state mosse al tempo anche da indubbie code di paglia... E per quello che scrivi temo che pure tu non ne sei stato esente.

Se un tizio dotato di un curriculum professionale che nessuno qui dentro ha e si sogna mai di avere ad un simile livello, pur tra l'esiguo numero di pro che ci bazzicano... senza poi considerare il raffronto con il popolo dei fotoamatori nettamente predominante...

Ebbene se costui viene ad indicare un esercizio pratico come assai utile da realizzare per trarne benefici, e di come questo possa urtare la tua suscettibilità tanto da inveirgli contro, francamente questo sfugge alla logica e alla mia comprensione.

Alias, ma che ti frega?
Perchè mai devi sentirti direttamente tirato in ballo con consigli ritenuti da te non graditi e non richiesti... Ma se ti reputi di non averne bisogno, fottitene, sarà rivolto a chiunque ne possa essere interessato. Semplice no?
O no? Sorriso

Al netto di simpatie ed antipatie, ciò che al tempo scrisse era ovviamente rivolto a chi desiderava miglioramenti per se stesso e nel suo percorso fotografico.. e non da leggersi con la scuola di Brera per realizzare un adeguato battesimo del nipotino.
Cribbio!!! (alla Berlusca) MrGreen

Ovviamente esenti dalle sue indicazioni gli arrivati, o coloro che per esperienze fotografiche e doti volano già alto.
O semplicemente non sono interessati o non bisognosi di indicazioni di sorta.

Le reazioni piccate francamente risultarono assai ridicole (al netto dei toni e antipatie di sorta)... e pure tu dimostri di non averla ancora digerita.

Non a caso i sassi sono indicati come essere assai indigesti.
Come pure gli esercizi fotografici inerenti. Sorriso MrGreen


avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 8:37

Non vorrei andare OT perdendoci in discorsi che poco hanno valore però mi sento di precisare un paio di cose.
La fotografia è un mondo ampio, ha diverse sfumature.
Spesso parliamo di lavori autoriali ecc.. pur sapendo che i fotografi mangiano con gli still life di prodotti, pubblicità dove non decidono nulla perchè pensate da altri e il cui compito è ricreare in modo preciso questa idea, matrimoni dove gli sposi hanno precise attese e non si aspettano certo come risultato la fotografia di ricerca.
Lasciando da parte l'arte di cui non siamo assolutamente in grado di discutere in modo serio e sensato possiamo parlare di autorialità, franco fontana è un ottimo esempio di un autore che ha usato il paesaggio per andare oltre la grammatica.
Ho usato il termine grammatica rubandolo a Sara Lando, parlando di fotografia appunto lei diceva che si possono fare foto tecnicamente perfette, ma che sono meri esercizi di grammatica, non dicono nulla sono solo una bella foto.
La foto da portfolio è quella che non è solo una bella frase, ma in un certo senso un racconto.
Ecco io credo che in passato ci si sia scaldati subito, ma il senso del discorso di Benedusi era questo: non è banale andare oltre la grammatica facendo un tramonto alle 5 terre.
Ciò non significa che non si possa fare, che non sia stato fatto, ma che è complesso.
Anche l'esercizio del sasso è stato molto preso in giro, be vi dirò che la Lando, che ho citato sopra, lo propone con l'uovo perchè il colore richiama la pelle, perchè bisogna pensare, creare un racconto, andare oltre.
Tali foto hanno lo scopo di provare tecniche, ma soprattutto allenare la mente a pensare.
Quindi non è nè una questione di snobbismo, ma di capire che anche se la foto di belen nuda viene apprezzata da moltissimi e ha livello commerciale ha un certo valore a livello autoriale non è chissa che.
Questo non vieta a nessuno di fare una bella foto a una persona che si ritiene gradevole o interessante o di andare a manarola e mettersi nel punto in cui si mettono tutti e fare lo scatto standard perchè quello scatto ancora non si ha.
Anche io sono andato al famose ponte gobbo qui a Piacenza a fare la foto che fanno tutti.
Il riscontro social o generalista non ha nulla a che vedere con il valore fotografico, certi autori più complessi magari sono meno seguiti o richiedono uno sforzo o una base per essere compresi, ma ciò non significa che siccome il visitatore casuale alla mostra non l'apprezza il valore sia basso.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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