RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Inquadrature "classiche" nei viaggi, é vera fotografia?


  1. Forum
  2. »
  3. Tecnica, Composizione e altri temi
  4. » Inquadrature "classiche" nei viaggi, é vera fotografia?





avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:13

Non è esattamente così, anzi...le offerte di workshop e viaggi fotografici in location sparse in tutto il mondo Antartide inclusa è amplissima, e spesso e volentieri sono sold out.

Nessuna polemica, volevo solo segnalarti/vi questa cosa.

Ciao,
Simone

Simone sono d'accordo ma fino ad un certo punto,Se viaggiano un milione di persone e 900.000 usano il cellulare e 100.000 la macchina fotografica saranno solo 500 che non professionisti viaggiano per giorni al solo scopo di fotografare.

user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:30

Di fotoamatori che viaggiano per fotografare, sono mosche bianche e rare.

In ogni caso personaggi come Bergamini, Yuliya Vassilyeva, Catalina Filip ed altri, organizzano tour fotografici in varie parti del mondo proprio per fotoamatori desiderosi di mettersi alla prova.
Tempi e costi alla fine non sono del tutto proibitivi.
Riuscire poi a discostarsi dall'immaginario collettivo senza per questo entrare nel concettual-personale pur mantenendo il "senso" del luogo è affar assai complicato.

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:43

Ettore, hai mai visto i risultati che escono da questi viaggi "fotografici" ?

Sono esattamente quello per cui stiamo discutendo. In buona parte sono una collezione di foto tutte identiche.

Oh probabilmente ci sono eccezioni eh, non conosco i nomi che hai citato

Ps: vedo ora che la Filip ha fatto un workshop con Francesco Cito... ecco lui è una belva

user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:48

@ Zuorro
Ettore, hai mai visto i risultati che escono da questi viaggi "fotografici" ?
Sono esattamente quello per cui stiamo discutendo. In buona parte sono una collezione di foto tutte identiche.
Oh probabilmente ci sono eccezioni eh, non conosco i nomi che hai citato

Ho specificato che:
Riuscire poi a discostarsi dall'immaginario collettivo senza per questo entrare nel concettual-personale pur mantenendo il "senso" del luogo è affar assai complicato.

Se non ci si riesce il motivo potrebbe non risiedere nel viaggio e/o nel coatch più o meno famoso.
Per inciso, mai fatto un viaggio di questo genere, viaggio solo in ferie e con famiglia.

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:52

@Biga
Sostituisci all'immaginario collettivo la tua emozione del momento e penso che cercherai di dare un'impronta all'immagine personale e in qualche misura originale

Io non fotografo l'emozione del momento.
Io pianifico e programmo, e spero che le condizioni atmosferiche e naturali si incastrino per darmi qualche cosa di simile all'idea che avevo in mente.
Io studio il luogo dello scatto, ci vado di mattina, di pomeriggio e di sera, esamino i possibili punti di vista e scelgo l'ottica che ritengo giusta. Ci torno con il sole e con la pioggia, con il vento e con la nebbia.
L'emozione del momento nasce solo quando le cose magicamente si combinano tra di loro e mi danno lo scatto che volevo.


avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:53

Gente come Bazan, Francesco Cito e altri pochi, hanno la capacità di far riflettere... i risultati frutto di riflessione sono nettamente migliori dei risultati fatti da solo senza riflettere, almeno per me

user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 13:59

@ Enzillo
Io studio il luogo dello scatto, ci vado di mattina, di pomeriggio e di sera, esamino i possibili punti di vista e scelgo l'ottica che ritengo giusta. Ci torno con il sole e con la pioggia, con il vento e con la nebbia.
L'emozione del momento nasce solo quando le cose magicamente si combinano tra di loro e mi danno lo scatto che volevo.

Su questo ho riflettuto in passato ed ho concluso che ci sono due piani:
1) la soddisfazione di esser riuscito a rappresentare un momento così come lo immaginavo (immagine)
2) la suggestione che il momento crea ancor prima dello scatto (fotografia).

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 14:17

@Ettore, non ho da ridire della tua affermazione, se non che il fatto che la prima sia una immagine e la seconda una fotografia, e' una tua considerazione personale, non un dato di fatto.

P.s, in linea di massima chi estrae dalla tasca lo smartphone per fotografare lo fa in base alla suggestione e alla emozione che il momento gli crea.

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 14:40

@Bergat
Simone sono d'accordo ma fino ad un certo punto,Se viaggiano un milione di persone e 900.000 usano il cellulare e 100.000 la macchina fotografica saranno solo 500 che non professionisti viaggiano per giorni al solo scopo di fotografare.


Hai ragione, se si considerano tutte le persone che viaggiano nel mondo la percentuale dei partecipanti ai "viaggi fotografici" è esigua...il mio intento era solo quello di farti presente (ma evidentemente già lo sapevi) che è in grande espansione questo tipo di mercato.

Sulle foto che si portano a casa dopo aver fatto un viaggio fotografico concordo con Ettore quando dice:
Riuscire poi a discostarsi dall'immaginario collettivo senza per questo entrare nel concettual-personale pur mantenendo il "senso" del luogo è affar assai complicato.

e soprattutto
Se non ci si riesce il motivo potrebbe non risiedere nel viaggio e/o nel coatch più o meno famoso.



user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 14:48

@ Enzillo
P.s, in linea di massima chi estrae dalla tasca lo smartphone per fotografare lo fa in base alla suggestione e alla emozione che il momento gli crea.

Così come lo può fare per la soddisfazione di ......, e di ........., e, perchè no, di ........... .

Il discorso però è un altro, almeno per me ed il mio genere fotografico.
Sono dell'idea che quando una combinazione di situazioni, interiore ed esteriore, suggeriscono che può esser d'uopo scattare lo si dovrebbe fare seduta stante, senza attendere i se e/o i ma.
Immaginare come potrebbe essere se, aspettare quella luce, ma che ancora non è, quando la "vocina" ti suggerisce:- "Vai, adesso" la rigengo una ricerca più dell'effetto che della sostanza.
Ri_sottolineo, questo vale per me e, spero per alltri/e.

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 15:02

Beh, ritornare più volte su un luogo, per cercare la luce giusta e l'ottica giusta da usare è un approccio molto profondo invece, secondo me. Vuol dire avere progettualità e conoscenza dei mezzi e vuol dire realizzare un'immagine esattamente come deve essere. Il problema è che se questo non parte da uno studio vero e profondo il risultato rischia di essere figlio di preconcetti e, quindi, superficiale.

user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 15:17

@ Yoshitakamano
........ vuol dire realizzare un'immagine esattamente come deve essere.

Secondo gli organizzatori o a detta della questura?

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2020 ore 15:48

Secondo la sensibilità di chi la scatta. Prendi la fotografia d'architettura. Si tratta di un genere dove è fondamentale la scelta del momento e dell'ottica. Se scatti la foto a caso, quando ti capita con l'ottica che ti capita probabilmente non riuscirai a cogliere le sfumature dell'edificio, le scelte progettuali dell'architetto, le relazioni che instaura col contesto e molto altro

user90373
avatar
inviato il 10 Marzo 2020 ore 16:04

@ Yoshitakamano
Secondo la sensibilità di chi la scatta.

Quindi secondo gli organizzatori?

@ Yoshitakamano
Prendi la fotografia d'architettura. Si tratta di un genere dove è fondamentale la scelta del momento e dell'ottica. Se scatti la foto a caso, quando ti capita con l'ottica che ti capita probabilmente non riuscirai a cogliere le sfumature dell'edificio, le scelte progettuali dell'architetto, le relazioni che instaura col contesto e molto altro.

Quindi a detta della questura?
Basta mettersi d'accordo.

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2020 ore 16:27

Il mio punto di vista, che vale per me e non vuole assurgere a regola, cui sono giunto in breve tempo dopo aver superato la fase iniziale dei paesaggi e dei luoghi iconici che pensavo mi avrebbe reso, da sé, un fotografo, è che non vi è nulla di creativo e veramente personale ritraendo siti le cui immagini ci tempestano ovunque con le moderne tecnologie.
E' talmente inflazionato il tutto che persino il viaggio, in quei luoghi, senza arrivare alla fotografia, ha perso significato, tanto già se ne sa e si è visto.
Ho letto della ricerca della luce giusta. Io vedo foto in cui la luce non è né giusta né sbagliata; semplicemente è digitale.
Poi ho letto della ricerca dello scatto giusto. Io credo che esistano i progetti, non gli scatti. Che questi possano avere per oggetto anche le esperienze che più ci sono vicine e prossime. Il fotografo deve avere sentimento. Trasmettere in un lavoro d'insieme, un racconto, una storia, una sensazione; comunque un "senso" deve esserci, altrimenti si fa puro intrattenimento, legittimo, ma puro intrattenimento personale. Il senso, può essere anche solo estetico, geometrico, purché vi sia ricerca. Nessuna ricerca può esservi fotografando il "Golden Gate", cosa che anch'io ho fatto appena ho avuto una reflex in mano, non me ne vergogno.
Lo scatto in avanti lo si fa, io credo, quando la fotografia diventa il mezzo per soddisfare il desiderio di comunicare qualcosa. Per comunicare qualcosa di interessante, bisogna avere argomenti. Gli argomenti, il senso di cui prima, li produce la cultura e la crescita personale.
Puoi essere intonato e fare piano bar, oppure cantare come Mia Martini.
I soldi contano? Sì, nel momento in cui sono imprescindibili per esprimere quel contenuto, ovvero in rari casi.
Il tempo? Conta tanto, ma lo si può rubare da tanti momenti morti della nostra vita, con un di più di energia, sacrificio, entusiasmo non solo di soldi. Poi serve una cosa che non tutti hanno: quella giusta dose di ossessione di cui è fatta ogni grande passione.




Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 252000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.







Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me