| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 9:06
“ quanto se la maggiore informazione raccolta da un sensore senza filtri sia effettivamente percepibile a video o in stampa. „ A video è sicuramente e chiaramente percepibile un maggior dettaglio, in stampa dipende: ho visto stampe con la Monochrom ben fatte e altre che non mi hanno convinto per nulla. Gestire in modo ottimale una stampa in bianco e nero non è da tutti. |
| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 9:15
dalla mio modo di operare la differenza la vedo, miglior gestione dell'immagine e in stampa, uso una 3880 con carte di qualità, si vede. Ho notato anche che se converto un file della S la differenza e minima, ma non devo superare i 400 iso, mentre con la monochrom sono a iso base. |
| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 10:21
@Belles...parli di monochrom ccd o cmos? |
| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 10:30
Avevo sbagliato post, mi sembrava analogo a questo e visto che copia-incolla è gratis metto anche qui. Non ho una Leica Monocrome e non sono particolarmente ferrato su questioni tecnologiche tutt'altro. Non esiste una sola forma di bianco e nero, un bianco e nero migliore di altri, con più grigi, monogrigio, senza grigi, e via dicendo. Esiste una funzionalità del bianco e nero, anzi dei molteplici bianchi e neri. Vedere una scena di gioa con toni fortemente contrastati vuol dire drammatizzare una scena inutilmente. Vedere un paesaggio monotono, grigino grigino è funzionale ad una trasmissione di uno particolare stato emotivo. La presenza di grana non è il male assoluto, ma assume anch'essa valore di linguaggio; immaginate una scena serale, con poca luce, quanto meglio possa essere descritta dalla grana dei grigi. E via si potrebbe proseguire. Lo studio del linguaggio del bianco e nero, aiuta a capire come poter previsualizzare una composizione nella sua resa finale, a sapere se potrà essere ricco di toni, contrastato, grigio e via dicendo. Per lo studio della funzionalità del bianco e nero è fondamentale comprendere che questo dipende dipende dai toni dei colori presenti nella composizione. I toni possono essere alterati con dei semplici filtri colore dopo aver desaturato, e ridare consistenza e varietà. Modificare i toni vuol dire solitamente aumentare i contrasti e perdere dettaglio, e tanto più si alterano aumentando lo spazio di distanza tra i medi, tanto più si perde dettaglio. Esporre correttamente, sottoesporre o sovraesporre in funzione del risultato finale non è meno importante, anzi è fondamentale per un corretto processo di post produzione. Non annoio oltre. La mia convinzione è che probabilmente il sensore Leica possa essere di aiuto nella misura in cui possa essere più capace rispetto ad altri per altri parametri (come la nitidezza e la cattura del dettaglio) alla pari però di qualsiasi altro sensore colore dello stesso livello. In altre parole se è migliore (e non ho paragoni) è migliore senz'altro il risultato finale qualitativo dell'immagine. Ma la lavorazione del file con qualunque strumento di post, ai fini del raggiungimento della sola qualità di gamma tonale, lo ritengo maggiormente prevalente (e probabilmente di molto) ed idoneo a sopperire differenze, per il risultato finale, rispetto alla capacità del sensore. Comprendo poco perchè vi sia questo passaggio direttamente nella camera affidandosi ad una raccolta di dati già modificati, ma ripeto da un punto di vista tecnico sono abbastanza ignorante. In fin dei conti è operata già una selezione da parte di un tizio che potrà essere anche il più bravo ingegnere elettronico del mondo ma non so come opera alla pari di tanti altri bravissimi post-produttori che non possono elaborare dati alla pari a causa della mancanza di tutte le informazioni Credo sia difficile pensare che lo scatto, della stessa scena, con la stessa luce ed ottiche equivalenti eseguito da due mezzi diversi, uno stesso post-produttore non riesca ad eliminare significativi variazioni finali, soprattutto nell'ottica di stampare e non di vedere la fotografia a monitor con ingrandimenti da microscopio elettronico. Nel vecchio analogico, mutando le condizioni, poco importava del sensore a parità di formato. Dipendeva dal tipo di pellicola, dalle impostazioni di scatto, e dai chimici per lo sviluppo per la camera oscura. Non credo sia cambiato praticamente nulla pur essendo cambiato tutto. I miei due centesimi. |
| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 10:55
parlo per la cmos, trovo il file meglio gestibile in post di quando avevo la CCD. Pensare di prendere una monochrom e non fare post si parte con il piede sbagliato. |
| inviato il 31 Ottobre 2018 ore 11:15
@Belles...la tuami piacerebbe proprio..la ccd no |
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