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Quali sono i limiti del fotografare ?


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avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:41

perchè il mezzo dovrebbe essere significativo? è UN mezzo per raggiungere IL risultato, a una mostra fotografica ti dicono con che macchina o obiettivo hanno scattato? con quale focale? chi se nè frega è la mostra che vai a vedere tutto il resto sono pippe da forum

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:46

la fotocamera assieme alla fotografia sono “il mezzo” atto ad ottenere “il risultato” consono alle peculiarità del mezzo

Esatto. Infatti se Jeff Wall dipingesse la stessa scena otterrebbe un risultato diverso. Invece così ottiene il risultato che desidera e che si era prefissato grazie alle peculiarità del mezzo.
Ma immagino non fosse questo che intendevi dire MrGreen

avatarsupporter
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:56

@Ettore, è proprio quello che hai descritto il punto di tante controversie.
C'è chi considera la fotografia "un mezzo", magari "il mezzo più efficiente", per ottenere "il risultato voluto".
Altri che lo considerano "il mezzo", punto e basta. Questi ultimi sono ovviamente inclini a possederlo, a usarlo, a viverlo anche a prescindere dal risultato. Amano quel mezzo in se.
Sono due punti di vista entrambi sensati e immediatamente riconoscibili da come si manifestano anche nel forum.
Anche la barca a vela si può vedere come un mezzo o come il mezzo. Per i primi, sarà solo uno modo per spostarsi verso una meta, ma se un traghetto è disponibile, prenderanno quello (ad esempio, Toscani ragiona così). I secondi, traghetto o non traghetto, prenderanno sempre la barca a vela , anche se non devono andare da nessuna parte (es.: un tipo di fotoamatore).
Il casino succede, quando uno dei due vuole imporre qualcosa all'altro.
Inoltre, c'è una bella differenza tra chi è orientato al risultato e chi all'esperienza personale. Il primo cerca di ottenere qualcosa che comunichi qualcosa agli altri. Quello che vuole condividere è il risultato, nè la tecnica nè lo strumento. Il secondo, invece, è tutto teso a discutere di strumenti e tecnica, perchè vuole condividere con gli altri esperienze personali come la sua.
Non capire queste differenze porta alle solite battaglie che ovviamente non possono portare a nulla perchè nascono da presupposti opposti.

@Opisso. Jeff Wall, ma anche Toscani come tanti altri, non sono affezionati al mezzo. Usano quello che è più efficiente per ottenere il risultato che hanno in mente. Se uscisse un mezzo diverso (es.: 3D, ER...) che rende ancora più efficiente il processo, cambierebbero strumento. Wall, inoltre, usa una combinazione di tecniche. Le sue immagini non sono ottenute da una singola fotografia.
Il legame affettivo con il mezzo è da fotoamatore che lo vede come "il mio tesssssoroooooo..."MrGreen

avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:06

MrGreen
Feticismo reflex o Feticismo mirrorless? Mpx al posto del Viagra, però noi fotoamatori abbiamo comunque il diritto di divertirci MrGreen

avatarsupporter
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:11

Certo! Divertirsi è positivo. Anche Jeff Wall si diverte a fare quello che fa.
Basta non imporre barriere, etichette, confini o vincoli agli altri sulla base di una presunta "unicità" o "diritto di sovranità".

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:16

Stavolta credo d'aver capito cosa intende Ettore e non posso dargli torto, oggi la fotografia viene utilizzata da professionisti e artisti con un linguaggio decisamente "contaminato" nella sua naturale evoluzione è andata oltre quelle che erano le sue caratteristiche iniziali anche artistiche evidenziate dalle avanguardie.
Oggi si vede sempre meno fotografia intesa come prelievo diretto dal reale (che non significa fotografia della realtà;-) ), nonostante questo linquaggio resti sempre valido e usabile e più fotografia usata in sinergia con altri linguaggi.

L'importante è non usare questa giusta considerazione per perdersi in pippe da forum;-)

Ps, vedo adesso il passaggio di Motofoto con cui concordo

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:19

Se uscisse un mezzo diverso (es.: 3D, ER...) che rende ancora più efficiente il processo, cambierebbero strumento.

Ma questo in realtà vale soprattutto per il fotoamatore: appena esce "lo strumento" con più Mp lo cambia subito MrGreen

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:31

Ma questo in realtà vale soprattutto per il fotoamatore: appena esce "lo strumento" con più Mp lo cambia subito
purché, tuttavia, sia sempre un mezzo dello stesso tipo, non un mezzo "diverso" nel senso che intendeva Motofoto, di cui condivido l'analisi sulle differenze di motivazione tra le due tipologie di fotografi che, in massima parte, coincidono abbastanza bene con i professionisti/artisti (o almeno una buona fetta di questi) per quanto riguarda i risultati, e con una buona fetta di fotoamatori/dilettanti per quanto riguarda il mezzo

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 10:50

Si, si era una battuta ;-)
Anche se comunque, vorrei puntualizzare, non sempre i professionisti/artisti cambiano il mezzo con facilità. Cioè un musicista che suona il clavicembalo se ritiene che quell'aria renda più con la tiorba usa senza problemi quest'ultima? Non credo proprio.
Certo in fotografia cambiare il mezzo è più "semplice" ma quelli poliedrici che hanno saputo eccellere con dispositivi "realmente" differenti secondo me sono la minoranza. Su due piedi mi vengono in mente solo Shore e soprattutto Meyerowitz.
Quasi più semplice trovare quelli che in tutta la vita hanno scattato con "la stessa macchina" o addirittura lo "stesso obiettivo" come Bresson. Che poi questo fosse frutto di una filosofia ben precisa, e non di feticismo fotografico, siamo tutti d'accordo.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 11:09

C'è anche l'altra faccia della medaglia, ovvero i tanti che, proprio perché privilegiano il risultato, finiscono per lavorare tutta la vita con un unico strumento (HCB ad esempio) perché con quello hanno sviluppato un particolare feeling congeniale al loro discorso/messaggio/racconto e, per loro, cambiare strumento vorrebbe dire dover ricostruire quel feeling, con anche la probabilità di non riuscirci pienamente. Il problema, quando ci si accosta a questi personaggi, è proprio quello di riuscire a capire se la loro strumentazione (intesa come somma della tecnologia e delle tecniche operative utilizzate) sia frutto di scelte "ideologiche" o semplicemente di feeling, altrimenti si rischia di utilizzarli (anche qui sul forum) come paladini di una presunta "purezza" concettuale e operativa che magari, nel loro caso, è puramente fortuita.

user90373
avatar
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 11:12

@ Motofoto
Certo! Divertirsi è positivo. Anche Jeff Wall si diverte a fare quello che fa.
Basta non imporre barriere, etichette, confini o vincoli agli altri sulla base di una presunta "unicità" o "diritto di sovranità".


Si fa tanto per proporre spunti di trattazione, nessuno vuole imporre niente, anche perchè un certo tipo di riflessione è legata al vissuto, che è per tutti diverso.

P.S. Nel precedente intervento ho scritto
manca quella sinergia mezzo-risultato che rende la fotografia unica.
ma la vera sinergia sarebbe tra intenzione-mezzo-risultato.


avatarsupporter
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 11:21

Concordo Daniele, Robert Mapplethorpe diceva giustamente
Più immagini vedi, più migliori come fotografo
e non si riferiva al puro risvolto numerico, guardando i lavori di autori diversi che trattano temi diversi usando tecniche e linguaggi diversi riesci a comprendere le enormi possibilità che da la fotografia e nella pluralità di esempi è più facile forse trovare una strada tua condizionata inevitabilmente un po' da tutte ma uguale a quella di nessuno.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 11:48

Il problema, quando ci si accosta a questi personaggi, è proprio quello di riuscire a capire se la loro strumentazione (intesa come somma della tecnologia e delle tecniche operative utilizzate) sia frutto di scelte "ideologiche" o semplicemente di feeling, altrimenti si rischia di utilizzarli (anche qui sul forum) come paladini di una presunta "purezza" concettuale e operativa che magari, nel loro caso, è puramente fortuita.

D'accordo anche su questo.
Che Bresson utilizzasse solo il cinquantino per scelta ideologica o feeling in effetti è molto difficile dirlo. Anche perché le due cose non sono "compartimenti stagni".
E alla fine, anche se ad "alto livello", si ricade nel discorso già fatto (su Juza) sul rapporto fotografo/attrezzatura.
Molto più semplice invece spiegare la scelta di una Leica in luogo di un "più performante" banco ottico Sorriso

avatarsenior
inviato il 23 Febbraio 2018 ore 0:06


Non hai capito nulla di quello che ti ho detto e continui a restare su un punto che dovrebbe essere superato, ma comunque non importa ti ho dato ragione, che altro devo fare? Discutere con chi riesce a pensare alla fotografia solo in termini di documento e di mi piace non m'interessa

Tutt'altro,ho parlato di categorie sempre piu' labili, perchè ho letto, un libro che non è stato consigliato e che se ti suggerissi potrebbe fornire un punto di vista diverso,dal tuo.Nel testo si forniscono delle motivazioni,che non sono fondate su supposizioni.Vorrei risponderti piu' chiaramente ,come si deve, ma c'è anche un regolamento da rispettare.

avatarsenior
inviato il 23 Febbraio 2018 ore 8:28

Tornando all'incipit del 3d, credo che i limiti del fotografare vadano ricercati nel rapporto con ciò che fotografiamo (e quindi in particolare, ma non solo, se fotografiamo persone) e nel rapporto con gli osservatori a cui presentiamo le nostre foto: nel momento in cui il fotografo chiarisce la propria posizione nei confronti dei soggetti ritratti (compresi quindi i problemi di reciproca accettazione, etici, eventuali compensi dovuti ecc.) e nei confronti del pubblico potenziale (corretta contestualizzazione del proprio lavoro e le solite cose trite e ritrite che rispuntano un 3d si e uno no) si è già creato i propri limiti, che quindi contengono parecchi elementi di soggettività perché sono anche e soprattutto riferiti alle intenzioni del fotografo e agli obiettivi che si prefigge; nel mezzo ci può stare di tutto e di più, comprese tutte le contaminazioni che si vuole, perché è l'intento dell'autore che, ripeto, definisce i limiti e i mezzi del suo lavoro: se quell'intento è in qualche modo percepibile nel rapporto con i soggetti ritratti e con i fruitori di quelle foto, il problema si risolve da sé.
Se invece ci si continua a chiedere quali siano i limiti in funzione di reali o presunte specificità della fotografia in quanto tale, non se ne esce più perché la fotografia non è solo un mezzo strumentale, ma è un linguaggio e non si può pensare di utilizzare un linguaggio solo per parlare di un'unica tipologia di argomenti; saranno le applicazioni specifiche di quel linguaggio (reportage, naturalistica, documentazione ecc.) che dovranno eventualmente dotarsi di ulteriori regole

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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