| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:23
Il vero problema e queste foto non raccontano niente, sono belle ma tutte uguali tra loro, sono un divertimento per il fotografo che con poca fatica riesce a farle, e le agenzie e i fotografi che organizzano i workshop fotografici sfruttano e ci guadagnano. Pero' se questo preserva la tradizione, e non lo sfruttamento, perché no |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:34
“ Ma secondo voi i monaci birmani stanno perennemente vicino alle finestre da cui filtra la luce o con accanto una candela? „ AMEN   |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:38
Quello sollevato in questo thread è un grandissimo problema di etica fotografica. Non molto tempo fa in un altro thread si è parlato di quella foto fatta in Africa di un bambino denutrito a terra e di un avvoltoio che sembra avvicinarsi. Poi se non ricordo male qualcuno ha svelato l'arcano , quella foto non rappresentava un possibile dramma ma solo un accurato taglio della foto lo lasciava intuire. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:47
La foto di Kevin Carter è giornalismo, non ha niente a che fare con le messa in scena purtroppo. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:47
scusate forse dico una ovvietà, dopo aver letto tutto il thread... certe foto (i pescatori, i ritratti delle popolazioni con quegli occhi stupendi che guardano il fotografo ecc ecc), è OVVIO che sono preparate e concordate..... In questo non ci trovo assolutamente nulla di male, anzi se serve a regalare all'utenza scatti come quelli di Mc Curry che vanno oltre il tempo, ben venga! E' anche un modo per "preservare" certe tradizioni, popolazioni, che piano piano vanno scomparendo. Artificiale o meno, è pur sempre fotografia. Diversamente se si fa una foto del genere e poi la si diffonde spacciandola come "reportage rubato" o comunque foto non concordate, allora si non è proprio corretto. Altro discorso sul fatto di fare foto a tribù o persone che vengono in qualche modo obbligate dai tour operator o dalle agenzie a mettersi a disposizione dei turisti... questa la trovo una pratica abominevole... per esempio quando andai in Perù non volli andare sulle isolette del lago Titicaca perchè avevo la netta impressione che i locali venissero messi li solo come orpello per i turisti. |
user90373 | inviato il 09 Febbraio 2018 ore 10:52
Si potrebbe affacciare un altro problema, quello di non saper riconoscere la foto "costruita" da quella "istantanea". Potrei lavorare ad una serie sui nostri pastori durante l'alpeggio e la transumanza e, qualche scatto sulla mungitura dentro alla vecchia stalla con il latte fumante attraversato da una lama di luce proveniente da una fessura potrebbe anche scapparci senza allestire set cinematografici, ma come fare per dimostrare la reale natura della scena adesso che siamo abituati a quelle "allestite"? |
user81826 | inviato il 09 Febbraio 2018 ore 11:01
Un ragazzo con cui ho viaggiato in Messico alcuni anni fa si è fermato per alcune settimane a vivere con una famiglia sul Titicaca e non ha pagato nulla. Ha contribuito solo pescando durante la giornata e lavorando insieme a loro. Lui da quanto ho capito non si è fermato in nessun villaggio, è stato in una casetta isolata che ha trovato per caso e nella quale viveva questa famiglia. Odia il turismo tant'è che non fa foto neanche con lo smartphone però per dire che forse cercando bene qualche esperienza vera la si può comunque trovare. Certo, poi si pone anche il problema della pubblicazione di eventuali foto riprese in certi contesti perchè un conto è fotografare queste esperienze "vere" per far vedere le diapositive col proiettore ad amici e famiglia, un conto è usarle per venderle. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 11:02
Bersker84 - non hai perso molto a parte la sensazione di camminare sul molle (la totora) . A me è sembrato che non fossero in attesa di turisti per essere fotografati ma parlo del 1995 , magari ora è diverso e sono più scafati |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 11:05
Anche secondo me il punto di rottura si ha quando si postano delle foto allestite con set fotografici spacciandole per reportage di viaggio. Io posso sicuramente testimoniare culture diverse dalla mia, anche con scatti fatti a set allestiti, l'importante che lo dichiari e non le spacci per foto autentiche. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 11:16
“ Bersker84 - non hai perso molto a parte la sensazione di camminare sul molle (la totora) . A me è sembrato che non fossero in attesa di turisti per essere fotografati ma parlo del 1995 , magari ora è diverso e sono più scafati „ si nel 95 doveva essere molto differente, ora tutti dicono che il turismo in Perù è aumentato in modo vertiginoso... Basta pensare che quando andai sulle montagne arcobaleno, mi svegliai alle 3 del mattino per arrivare verso le 8 massimo in cima.... praticamente nessuno sulla strada ed in cima... MA al ritorno una marea, e dico una MAREA, di turisti di tutti i tipi, più o meno attrezzati (e direi molto MENO attrezzati) e alcuni veramente scandalosi (infradito, scarpettine.... a 5000 metri...).... e principalmente tutti attratti dalla marea di foto fortemente ritoccate che si vedono sulle montagne arcobaleno... Ci sono i rovesci della medaglia della modernizzazione: la fotografia si fa veicolo e diffusore istantaneo delle esperienze e dell'effetto WOW, ma proprio per questo porta ad una saturazione incredibile e alla distruzione inesorabile di certe comunità\luoghi. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 12:02
“ ....Io posso sicuramente testimoniare culture diverse dalla mia, anche con scatti fatti a set allestiti, l'importante che lo dichiari e non le spacci per foto autentiche. „ concordo su questo Adriano: se non si spaccia una foto per quello che non è va benissimo... per esempio se dovessi mai fare un viaggio in Cina, mi piacerebbe fare quella foto al pescatore sulla barca perché mi piace tantissimo... ma la terrei per uso personale e, nel caso la pubblicassi qui su Juza, di certo non direi che è una foto scattata al momento per caso, ma che è stata pianificata (anche se comunque è palese che c'è un "accordo" tra pescatore e fotografo)..... La cosa per me importante è che tale "accordo" sia una opportunità per entrambi (fotografo e soggetto) e NON una costrizione per quest'ultimo, come avviene in alcuni casi (foto alle donne giraffa in certi casi).... il pescatore deve sentirsi libero e poter dire: ne traggo vantaggio da questo fotografo? Se la risposta è si, allora non ci vedo nulla di male. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 12:22
“ lo perchè ho come il sentore che in certi ambienti si 'conoscano un po' tutti' ;-) Ti basti guardare alcuni concorsi, ci sono foto pluri segnalate. Il mese prima in uno, quello dopo nell'altro... Poi dopo mesi vien fuori il terzo e certe foto te le ritrovi anche li. Io so per certo che alcuni partecipanti tempo prima incominciano ad inviare alle giurie le foto 'in amicizia' per fargli vedere i nuovi lavori. In quel modo quando manderanno la foto al concorso sarà subito 'riconosciuta' ;-) Ma qui ti sto dicendo sottigliezze, sotterfugi e (secondo me) meschinità che forse dovrei tacere MrGreen „ Se questi signori, prima o poi, facessero i conti con la loro coscienza, il bilancio sarebbe decisamente negativo. |
| inviato il 09 Febbraio 2018 ore 12:44
“ facessero i conti con la loro coscienza „ Ad avercene una... |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |