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Nel digitale meglio sovraesporre o sottoesporre?


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avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 0:30

Bartolozxc
Nel tempo, in diversi articoli letti su periodici di fotografia, redattori o professionisti intervistati hanno asserito che e' meglio esporre per le alte luci. Cio', non solo evita di "bruciare" le zone piu' luminose dell'immagine, ma a causa della sottoesposizione crea un effetto tridimensionale donando maggiore realismo alla foto. Ho potuto verificare quanto cio' sia veritiero.


Non è che le regole valgono per tutto, dipende sempre da cosa stai fotografando ed avere esperienza serve a decidere se seguire o no le regole.

Faccio un esempio con misurazione sulla parte chiara.





La lettura fatta dall'esposimetro sul soggetto in primo piano restituisce un'esposizione pari al grigio medio con riflettanza al 18% (f/5,6 con 1/100sec.), questo comporta che in stampa sarà posizionato in zona V, con un tono molto più scuro di quanto sia nella realtà. Si può ragionevolmente supporre che dato il colore molto chiaro e la necessità di visualizzare bene i dettagli, la sua collocazione migliore sia in zona VII (due passi in avanti), per fare questo ho incrementato l'esposizione di 2 stop (f/5,6 con 1/25sec.), ottenendo l'immagine in basso.





Esempio misurazione parte scura





Anche questa volta l'esposimetro ha restituito una misurazione che si basa sul grigio medio al 18% (f/5,6 con 1/20sec.), collocando la melanzana in zona V, mentre il suo colore naturale è decisamente più scuro. Il suo tono dovrebbe essere un bel grigio scuro con dettagli ancora ben visibili, quindi ho sottoesposto di due stop (f/5,6 con 1/80sec.) per portare il tono della melanzana in zona III (due passi in dietro), vedi immagine in basso.





Comunque due stop in post produzione si possono mettere a posto, ma la post produzione non è la panacea di ogni sbaglio.

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 11:41

Grazie per l'interessante spiegazione.

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 13:57

In pratica ogni soggetto viene collocato nella sua zona, sia in base alla sua tonalità intrinseca ma direi soprattutto in base alla luce che gli incide sopra, ok. Ovviamente con grande attenzione al contesto che ci sta intorno e al tipo stesso di luce. Se si ha una luce molto dura, da soleggiato a mezzogiorno, il discorso diventa parecchio diverso che se hai una luce calda radente da mattina presto o da pomeriggio avanzato.
Concordo col fatto che si può anche "demandare" le correzioni alla post, ma quanto più ci si azzecca in fase di scatto tanto meglio viene sfruttata la gamma dinamica disponibile, ovviamente.

avatarsupporter
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 14:02

Per chi ha il cartoncino di grigio neutro, come deve comportarsi per esporre a destra? (Scusate ma io sono uno che fa foto ma non ne ho le basi)
Pier Luca

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 15:28

Mario

Le zone cui facevo riferimento sono quelle di Adams, come ha intuito Ivo.

Sono distanziate 1 stop e riproducono le tonalità di grigio di un negativo bianco e nero.

Qualsiasi tonalità che venga esposta secondo la lettura di un esposimetro a luce riflessa spot appare sul negativo - una volta convenzionalmente sviluppato - come una tonalità di zona 5. A prescindere dal fatto se era una tonalità chiara, scura, un bianco oppure un nero.

Per far si che appaia di una tonalità corrispondente a quella originaria bisogna sapere quale è la sua riflettenza : in sostanza apparirà giustamente esposta solo se è un grigio medio 18%. Se la zona misurata la si vuol far apparire da zona VII bisogna sovresporre di 2 stop rispetto alla lettura esposimetrica. Se si vuole che la zona misurata sia scura da zona III si sotto esporrà di 2 stop.

Le 5 zone da III a VII con la V nel mezzo sono le zone che appariranno sempre con dettaglio. Le zone più estreme progressivamente perdono dettaglio e tendono al bianco puro ed al nero profondo.

Se si espone in zona VII un particolare si colloca la sua tonalità nella parte alta della gamma dove conserverà però tutti i dettagli.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 15:49

Per esprimere ogni raddoppio è necessario un bit.
Per avere 10 stop di dinamica in teoria basterebbero 10 bit ma le zone più scure, registrate nei primi bit, possono distinguere 2 o 4 toni soltanto.

I numeri disponibili tra le potenze di due raddoppiano ad ogni potenza.

Quindi ogni stop ha a disposizione un numero diverso di tonalità distinguibili al suo interno. Le tonalità più chiare hanno la maggior quantità di toni per risolvere le sfumature, le zone più scure ne hanno pochi per cui è tra le ombre che si crea il rumore di luminanza (i toni sono tagliati con l'accetta).

Un po' troppo semplificato....
ma è un riferimento che può rispondere alle domande di Mario.

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 16:25

Seconto me in questa logica si sta trascurando qualcosa.
Se prendo dei cubi di cartone, tutti verniciati con grigio 18%, li metto sul tavolo e voglio fotografarli, le loro facce non riuscirò mai a farle venire della stessa tonalità perché la luce incide diversamente sulle varie facce, per cui avrò lo stesso grigio 18% in "zone" diverse di esposizione, alcune saranno in zona V alte no, e se mi metto a correggere alcune torneranno in zona V altre andranno da un'altra parte e non ne uscirei mai.
Se riportiamo poi questo discorso ad una situazione reale, dove la composizione del soggetto della foto è magari illuminato da luci diverse o da una situazione di luce tutta particolare, allora se mi metto a ragionare per logica pura mi perdo completamente... Eeeek!!!
MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 17:01

E quindi ! !

avatarjunior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 17:17

E quindi oltre alla tonalità di grigio o di colore di ogni parte del soggetto o della composizione occorrerà tenere conto anche di come la luce incide su ciascuno di esso e non solo, di come tutte queste parti compongano l'immagine nell'insieme, che interrelazione tra di loro, come interpretare la logica dei chiaroscuri oltra a quella delle singole tonalità di colore o di grigio.
Se per assurdo volessimo esporre ogni singola faccia dei cubi che dicevo prima nella loro zona corretta (magari con un HDR ultraspinto), avemmo una foto monotonale, perfettamente piatta dove a malapena si distinguerebbero i bordi dei cubi, mamma mia che pena! Sorry
Esiste quindi un algoritmo logico che tenga conto anche della luce e della composizione dell'immagine? Anche se fosse ci sarebbe da impazzire, e le foto le farebbero solo i computer... Eeeek!!!MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 17:37

Un soggetto fornisce all'esposimetro per luce riflessa diverse letture di luminanza per due motivi.

1 Perché può essere illuminato da più sorgenti di luce con varia intensità varia dimensione relativa al soggetto e varia distanza. A seconda della distanza delle luci dalle superfici del soggetto e dell'inclinazione con cui vengono illuminate si generano letture diverse per punti diversi anche a prescindere dalla riflettenza del soggetto.


Se immaginiamo un soggetto tridimensionale ma tutto della stessa riflettenza avremo letture diverse a causa del cosiddetto contrasto di illuminazione, essenzialmente dipendente da intensità e posizione delle luci rispetto alle sue superfici.

2 Perché è composto da superfici a diversa riflettenza.

Se immaginiamo un soggetto piano uniformemente illuminato ma composto da zone a varia riflettenza avremo comunque letture diverse, a causa del cosiddetto contrasto di riflessione.

Entrambi i contrasti si esprimono con il rapporto tra le luminanze, tipo 2:1 oppure 4:1.

Il contrasto che sarà rilevato dall'esposimetro è il cosiddetto contrasto totale, uguale al prodotto dei contrasti di illuminazione e riflessione.

2:1 * 4:1 = 8:1

Espresso per potenze di due sarebbe 1 + 2 = 3 stop.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 18:30

@Ivo6767
Ivo, ma nel post precedente del 11 Ottobre 2015 ore 23:25m hai aggiunto altri regoli? perché ieri sera non li ho visti!

@Ivo6767 e Pdeninis
Pdeninis " In realtà le alte luci bruciate anche nel RAW NON si recuperano in nessun modo. Non per nulla a volta sono necessarie le doppie esposizioni. "

E' più facile sbagliare sottoesponendo che bruciare le luci nel raw, poi tutto è possibile ma si è sbagliata l'esposizione e di tanto se si bruciano i bianchi nel raw.

Come si fa a stabilire che le alte luci sono bruciate anche nel Raw, quando non si riesce a recuperare nessuna tonalità in quella zona?

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 18:44

@Pdeninis
Mario
Le zone cui facevo riferimento sono quelle di Adams, come ha intuito Ivo.
Sono distanziate 1 stop e riproducono le tonalità di grigio di un negativo bianco e nero.
Qualsiasi tonalità che venga esposta secondo la lettura di un esposimetro a luce riflessa spot appare sul negativo - una volta convenzionalmente sviluppato - come una tonalità di zona 5. A prescindere dal fatto se era una tonalità chiara, scura, un bianco oppure un nero

grazie Pdeninis, non mi era chiaro che ti riferivi al negativo b&n. Le altre cose già credo di saperle, ma un ripasso non fa male a nessuno.
Per esprimere ogni raddoppio è necessario un bit.
Per avere 10 stop di dinamica in teoria basterebbero 10 bit ma le zone più scure, registrate nei primi bit, possono distinguere 2 o 4 toni soltanto. ........................
Un po' troppo semplificato....
ma è un riferimento che può rispondere alle domande di Mario

questo aspetto del digitale lo trovo molto esauriente, come vedi semplificare paga!
Ringrazio te e Ivo per aver toccato questo aspetto anche matematicamente.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 18:55

@Peterlad
Seconto me in questa logica si sta trascurando qualcosa.
Se prendo dei cubi di cartone, tutti verniciati con grigio 18%, li metto sul tavolo e voglio fotografarli, le loro facce non riuscirò mai a farle venire della stessa tonalità perché la luce incide diversamente sulle varie facce, per cui avrò lo stesso grigio 18% in "zone" diverse di esposizione, alcune saranno in zona V alte no, e se mi metto a correggere alcune torneranno in zona V altre andranno da un'altra parte e non ne uscirei mai.

.... adesso faccio il prof. anch'io! (scherzo)
in linea di massima quando si effettua una misurazione spot su qualsiasi colore, grigio 18% compreso, la zona della misurazione avrà sempre una collocazione alla V zona corrispondente al grigio medio, ma solo la zona della misurazione! le altre zone se illuminate in modo diverso risulteranno più chiare o più scure anche se sono di colore identico.

Se per assurdo volessimo esporre ogni singola faccia dei cubi che dicevo prima nella loro zona corretta (magari con un HDR ultraspinto), avemmo una foto monotonale, perfettamente piatta dove a malapena si distinguerebbero i bordi dei cubi, mamma mia che pena!

su questo condivido! chiaramente se il software che usi per l'HDR lavora bene.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 19:27

@Mario2006
@Ivo6767
Ivo, ma nel posto precedente del 11 Ottobre 2015 ore 23:25m hai aggiunto altri regoli? perché ieri sera non li ho visti!


Si mario per essere più chiaro ho aggiunto anche i 5 stop della gamma e il regolo per il digitale

Come si fa a stabilire che le alte luci sono bruciate anche nel Raw, quando non si riesce a recuperare nessuna tonalità in quella zona?


Ovviamente si intende bruciate quando non ci sono informazioni e quindi le alte luci sono solo bianche.
In tutte le reflex ormai si può vedere nell'istogramma già in macchina se hai alte luci bruciate o neri stoppi ovvero solo informazione di nero assoluto. Si distinguono in due colori diversi esempio blu per i neri e rosso per le alte luci.
Oppure si possono anche vedere con ogni software per lo sviluppo dei raw.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2015 ore 19:39

Secondo me, parlando di fotografia digitale, è sbagliato parlare di sottoesposizione o di sovraesposizione. Il concetto di sottoesposizione e di sovraesposizione è un retaggio della fotografia analogica, quando si usava la pellicola e non si poteva controllare subito il risultato.

Oggi si parla di istogramma, dato che il controllo avviene immediatamente, con la lettura, appunto, dell'istogramma.
E, come viene detto in tutti i corsi professionali (Canon, Nikon, eccetera), occorre esporre a destra, facendo unicamente attenzione a non bruciare le alte luci (impostando il lampeggio per l'avviso delle alte luci nella visualizzazione degli scatti, il controllo è velocissimo). Questo per ridurre al massimo il disturbo, che si annida proprio nelle parti più scure dell'immagine. Poi, in post produzione si riporta l'immagine alle sue giuste tonalità, agendo sui livelli e, se del caso, scurendola. Il disturbo che si ha scurendo una tonalità scattata con toni medi è sempre inferiore a quello che si avrebbe scattando la stessa foto con toni già scuri.

Scattando in raw si riesce, comunque, a recuperare anche qualche alta luce bruciata, ma il rumore dalle zone troppo scure non lo toglie nessuno.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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