| inviato il 17 Luglio 2025 ore 23:26
“ La foto deve essere d'impatto, almeno così dicono „
È quello che vuole vedere la gente. L'impatto estetico, la spettacolarizzazione. Quanti credete che siano, in mezzo ai puntuali apprezzatori delle foto naturalistiche, quelli che vogliono capire cosa stanno guardando?
Ma questo, in realtà, è un problema generale che riguarda la soglia di attenzione e la relativa superficialità nel guardare attivamente qualcosa.
Quando dico che siamo anestetizzati dal bello, intendo anche questo. |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 8:47
Ma infatti,, il gusto é molto personale anche se a volte ci sono foto davvero tecnicamente errate e senza senso che prendono un sacco di apprezzamenti ma quello è un altro discorso. Un fotografo può avere un proprio stile, ma quale sarà il concetto di bellezza in una foto,, all'oggi é tutto in discussione! |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 9:09
E sempre che l'obiettivo sia la Bellezza.
Che non è mica scontato... |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 10:26
“ Quando dico che siamo anestetizzati dal bello, intendo anche questo. „
Questa tua affermazione mi ha fatto tornare in mente il titolo di un bel libro di Jon McGregor "Se nessuno parla di cose meravigliose".
Di fatto la domanda nel libro è: "Come possono accadere cose meravigliose se nessuno parla di cose meravigliose?".
Dici che siamo anestetizzati al bello e hai ragione ma, e qui parafraso la domanda del libro, come possiamo apprezzare il bello se viviamo nel brutto?
Spendiamo la maggior parte della nostra esistenza in città diventate brutte, in periferie orribili, spesso in case mal arredate e brutte, gli stessi edifici scolastici dove si dovrebbero educare le nuove generazioni anche, e forse soprattutto, al bello, li conosco bene perché fino a settembre sarò ancora un insegnante, sono brutti e trascurati, spesso sporchi, molto sporchi; andiamo raramente nei musei, pensa che a scuola la maggior parte dei miei colleghi non sapeva, a giugno, che noi docenti statali dal 2014 possiamo entrare gratis nei musei statali solo presentando un'attestazione di servizio da richiedere in segreteria.
Il brutto ci circonda e occupa sempre più spazio... in tutto questo come si può apprezzare il bello se non con uno sforzo continuo, faticoso, a volte doloroso se non con una ferrea volontà di ricerca?
Mi scuso per l'OT e per lo sfogo |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 12:18
Ci mancherebbe, anche il tuo esempio, se pur diverso esorta noi tutti a riflettere sul quanto davvero noi tutti dovremmo impegnarci a divulgare sempre di più la bellezza della natura e promuoverla con lo scopo di istruire i più giovani. |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 13:09
Tutta colpa dei social si è già detto??  |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 18:49
Quindi secondo voi, il concetto di bellezza veicolato dall'estetica fotografica che domina in questo forum o sui social, non può che essere un bene? |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 19:19
“ Quindi secondo voi, il concetto di bellezza veicolato dall'estetica fotografica che domina in questo forum o sui social, non può che essere un bene? „
Ho mai detto questo? |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 19:37
Chiedevo in generale, ma soprattutto ai sostenitori del bello :) |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 21:14
No per me non e' assolutamente un bene. |
| inviato il 18 Luglio 2025 ore 23:55
Un paio di settimane fa sono stato al Gemmi a vedere (e fotografare se possibile) grifoni e gipeti. Ho speso 94 fränkli per parcheggio e funivia, abbiamo camminato 22 km sotto il sole con zaini pesanti, ma abbiamo visto parecchi esemplari. Solo uno era abbastanza vicino da far delle foto decenti ma niente, mi dava sempre il culo. Ci tornerei? Ma sì, perché non dovrei. Anzi la prossima volta darò 250 fränkli all'avido albergatore, così ho più tempo a disposizione. Si può piantare la tenda a scrocco, ma poi manca l'acqua perché è una zona arida. Verdammt!
È uno spreco? Sì. È bello? Sì. Dovendo scegliere preferirei la zona di casa mia, che conosco bene. So dove nidificano gufi reali, gufi comuni, barbagianni (2 bellissimi pulli morti da poco, ca22o), astori ecc, ci sono diversi mustelidi e una rotta delle gru: il tutto a km 0, sostenibile e resiliente :-) Certo che ogni tanto è bello cambiare, konyechno.
PS ho adoperato l'aggettivo "bello" più volte, di modo che Rombro capisca che cos'è :-) |
| inviato il 19 Luglio 2025 ore 10:25
Sulla ripetitività della fotografia naturalistica, io penso che - per uno che non lo pratica - qualsiasi genere fotografico sia ripetitivo.
La stessa noia, o forse meglio dire saturazione, che prova Rombro davanti ad una galleria di avifauna, io magari la provo con una di ritratti, o di paesaggi, o di street.
Nella naturalistica comprendo il plus della preparazione, dell'attesa, dell'incontro imprevisto (che poi non è sempre così, a volte basta un po' di fortuna).
Ma magari è solo perché non praticando assiduamente altri generi non ne conosco il background.
Poi, si sa, i commenti lasciano lo spazio che trovano. E ci sono molte foto 'sbagliate', come dice Giovanni.
Ma 2 righe di introduzione allo scatto proposto penso siano utili in qualsiasi genere. |
| inviato il 19 Luglio 2025 ore 12:24
La naturalistica di avifauna è, a mio modo di vedere, una pratica che, a livello dilettantistico, ha sostituito per certi versi la caccia col fucile e la cosa mi sta bene, in quanto tale mi sembra assimilabile più ad una pratica sportiva che ad una pratica culturale.
Ad alti livelli può diventare una pratica con valenza scientifica o di produzione di contenuti professionali video fotografici all'interno della tradizione documentaria anglosassone. |
| inviato il 20 Luglio 2025 ore 22:02
Caro Andrea sicuramente la caccia "fotografica" ha in parte sostituito la caccia col fucile e ben venga, e credo che la macchina fotografica anziché il fucile contribuiscano ad elevare la cultura in generale, mi permetto di osservare che anche fra i grandi filmmaker della natura ci sono alcuni che hanno iniziato per hobby o per passione per raggiungere poi risultati eccezionali, fotografare gli animali spesso comporta ore e ore di osservazione dei soggetti, dell' ambiente e delle varie interazioni, credo che anche questo contribuisca a darci un po' di cultura in più, una nutrita platea di dilettanti (come me) accresce la possibilità che esca un grande professionista, un caro saluto. |
| inviato il 20 Luglio 2025 ore 22:34
Sicuramente dilettanti e professionisti non abitano comparti stagni |
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