| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 14:24
lol. se chiedi il superiore (o minacci di adire a vie legali, fichissimo) ti mettono in una stanza e aspetti che il superiore abbia tempo di venire da te o sia di turno. Spero andiate in aeroporto con un giorno di anticipo. se la busta va sotto, e non la vogliono controllare a mano, possono alzare l'irraggiamento e guardarci comunque dentro, annullandone l'effetto. Quindi, di fatto, non servono a nulla. Ma li leggete i post prima del vostro o no? |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 14:29
Con 35mm avvolta nel suo caricatore passando sotto scanner aeroportuali mai avuto problemi evidenti. La metto ben in vista vicino alla macchina in modo che vedono si tratta di un rullino. Se non vedono bene bloccano il nastro trasportatore e aumentano la potenza dei raggi... Forse rulli 120 sono piu' critici. Salgado se non erro ha avuto qualche problema di questo tipo quando usava la Pentax 645 almeno cosi si dice, non mi stupirei fosse una leggenda metropolitana |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 14:35
Immaginate dover portare qualcuna delle lastre che si vedono nel mio avatar (fortunatamente su un treno) e sperare che non passi qualche agente doganale a che vuole assolutamente vedere cosa c'è in quella busta/scatola; al che se dovesse distrattamente scappare la frase "non si preoccupi agente, si tratta di emulsioni nucleari" (così vengono chiamate in gergo) Mi è bastato una volta, fortunatmante nessuno controllò...ma nel corso del viaggio il mantra era "ricordati che devi dire lastre fotografiche"... |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 14:35
Ma come faranno tutti quelli che hanno Hasselblad a pellicola, poverini. costretti a fotografare solo le lumache nel giardino di casa... Non è un discorso da affrontare con serietà perchè si è voluto darne una piega che va sul comico. però comincia già a diventare molto noioso. |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 14:39
“ Ma come faranno tutti quelli che hanno Hasselblad a pellicola, poverini. „ nella stessa maniera di quelli che usano le Praktica... |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 17:15
Ma io scatto sia in digitale che analogico, di questo oltre a sviluppo, avendo attrezzato una camera oscura, mi diverto a stampare i negativi che mi piacciono, non si tratta di fare chissà cosa mi appaga e passo quelle 2/3 ore divertendomi. Seguo la cosiddetta catena che mi sono preparato. Non voglio apparire ne sembrare uno che vuole spiccare dalla massa, ma faccio ciò che mi diverte, anche se a volte richiamo l'attenzione quando mi porto la Fuji GW 690III, ma sicuramente non ho pensato a questo quando l'ho acquistata. |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 21:19
Malek non mi sembra che dica che fotografa un monitor!?!?! |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 23:17
Ringrazio Malek111 per il link sul workflow di Salgado ... un gentile saluto |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 23:23
e pensare che ha usato una Canon EOS 1 DS Mark III per Genesi ... roba da non credere. Con quanto la si porta a casa oggi ?? 400/500€ ??? |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 0:04
Peccato che "Genesi" sia stato il peggior lavoro di Salgado quasi di sempre ( subito dopo "Salgado, Parma )
 Comincio a pensare che il declino dell'analogico sia iniziato da li... |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 6:09
Malek non mi sembra che dica che fotografa un monitor!?!?! ********** ********** ********** ********** Ovviamente non fotografa un monitor, infatti il passaggio da digitale a pellicola viene specificato qui: - 7. A questo punto si passa dal digitale all'analogico. Con un apparecchio Kodak LUT Rhino, i files digitali dei 50 “best of” vengono “stampati” in formato 4x5” su pellicola negativa Ilford Delta 100. - In sostanza tramite questo Kodak LUT Rhino, che a onore del vero non so cosa sia ma evidentemente deve essere un sistema che consenta di impressionare un negativo fotografico partendo da un file digitale, trasferisce ogni singolo file su una lastra 4x5" di Ilford Delta 100, una pellicola scelta molto probabilmente per la quasi totale assenza di grana (secondo me c'è di meglio ma tant'è), e infine il negativo così ottenuto viene stampato seguendo la nomale filiera chimica... quindi con l'ingranditore. In sostanza, se ho ben compreso tutto il procedimento, con l'ingranditore vengono stampati dei normali negativi B/W 10x12... l'unica differenza è che quelle lastre NON VENGONO impressionate direttamente da Salgado tramite un banco ottico che egli stesso utilizza in loco, sul campo insomma, ma solo in studio, quindi AL RITORNO DAL VIAGGIO, utilizzando i files digitali originali, ossia quelli che Salgado ha impressionato sulla scena, per impressionare a loro volta le lastre. Un processo alquanto complesso, di certo costoso, e sulla cui qualità assoluta nutro qualche dubbio, ma se va bene a lui... |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 6:32
Viene da pensare che il passaggio al sistema ibrido prima, con tutta l'elaborazione di cui sopra, ed al digitale puro poi, sia stata per Salgado una scelta di passare ad un mezzo che gli permettesse una nuova modalita' espressiva (stampe piu' grandi, resa mi pare meno realistica e piu' passatemi il termine "urlata" rispetto a precedenti lavori completamente analogici). Necessita' pratiche quindi (prima viaggiava con kg di pellicola, etc..), ma non solo... |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 6:41
Su Questo "Kodak LUT Rhino" non si trovano molte informazioni. Sembrerebbe che forse si chiami "LVT" e non "LUT" www.lvt.coloraid.de/ www.prepressexpress.com/pages/filmoutput/filmoutput/lvt.html Da uno di questi siti si definisce una macchina che "espone pixel per pixel un'immagine digitale su una pellicola". Praticamente una sorta di stampante ottica che converte il file digitale in analogico. Penso che questo sia quello che è stato non so riportato o interpretato o semplificato come "fotografava un monitor" |
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