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@TufkaR: ma veramente pensi che contrapporre giovani e anziani sia un discorso intelligente? Non so, pur definendo la realtà del sito, non mi sembra qualificante. Il peso delle opinioni dipende dall'età? Da quando? Guido una squadra di professionisti e valuto quello che dicono, non l'età anagrafica quando si discute; l'età non mi interessa ,come non mi può e deve interessare colore della pelle, religione e qualsiasi altro parametro. Dovrei chiedere i dati anagrafici quando esprimono un parere?Scusami, mi sembrano discorsi un po' adolescenziali. Pero, se ci credi, non voglio certo convincerti. Solo che non ho mai pensato che funzionasse così.
“ “ Certo, e tutti siamo liberi di parlare inglese anche quando non serve a un caxxo, giusto per fare i fighi... ? Traduzione: non so l'inglese, quindi non serve a un × e tutti quello che lo sanno sono dei fighetti rammolliti. „
Curiosità: come fai a dire che io non so l'inglese? Ci conosciamo? Annotazione: ho iniziato a usare i computer col Commodore 64, e all'epoca di software tradotto proprio non se ne parlava proprio, e due righe sopra la frase che citi ho scritto che uso tranquillamente i software in inglese quando non ci sono tradotti. Quindi c'è qualcuno che non sa l'inglese e c'è qualcuno che non sa leggere in nessuna lingua, evidentemente.
“ Leggere gente che si lamenta dell'inglese... „
E chi si è mai lamentato dell'inglese, io mi lamento di chi non sa scrivere in italiano, casomai.
Che i giovani di oggi abbiano molti motivi per criticare quelli della mia generazione per la situazione che lasciano loro in eredità lo capisco benissimo, e che per questo motivo possano pure essere incaxxati pure lo capisco bene. Ma queste sarebbero cose che meriterebbero riflessioni serie, non insulti (senza molto senso, per altro).
Per quanto mi riguarda la chiudo qui, non ho interesse a portare avanti discussioni che non hanno nulla di serio e molto di ridicolo.
@Tufka, ma è ovvio che nel caso specifico si richiedano competenze che possano appartenere ad un gruppo di persone ( anche se, sicuramente, Amato avrà compiti organizzativi e di indirizzo e ci sarà una squadra di esperti più validi, ognuno nel suo campo). Ma è banale generalizzare. E, secondo me, un errore procedere da presupposti inderogabili e un po' prevenuti. In tanti campi non è cosi. La realtà è sempre complessa e semplificare eccessivamente con opinioni apriori non è operazione né giusta né qualificante.
“ Io però esprimo il disagio che provo sempre quando si parla non di qualcosa ma contro qualcosa e qualcuno: il livello di fotografie è basso, il livello culturale ( ovviamente degli altri) è sotto zero, e Juza è pieno di anziani ( sottinteso " ma perché non si levano di torno..."), ora anche le lingue, il tribunale dell'inquisizione su quanti libri o quante mostre hai visto.... Senza mai cogliere quanto l'esperienza di ognuno può, invece, contribuire al dialogo. Non è, cosi, una comunità, ma un andare in ordine sparso senza costruire nulla e senza migliorare nulla, una accozzaglia di individualità arroccate in sé stesse. Una squadra costruita così non vincerebbe nemmeno il campionato parrocchiale. Tutto questo serve? „
Questo è la differenza tra singolare e plurale se vogliamo stare in ambito di lessico. Ma la cosa più grave è che in un Forum di fotografia si continua a scrivere e non sulle immagini, sulla tecnica fotografica e/o tutto quello che può portare a un valore aggiunto alla nostra conoscenza fotografica.
Poi ci si irrita per chi considera dattilografi e non fotografi un certo tipo di avatar e non di persone, perchè poi è facile stare dietro a un nick-name. Ma è questo 3D che rende esatto il termine di "dattilografi".
Buona luce a tutti anche a chi non paga la bolletta e a chi non la comprende.
Poi ogni testa è un mondo, ma non è detto che sia il mio mondo...
Ivo: qui siamo in una discussione che qualcuno ha aperto per parlare del linguaggio. Ovvio che qui non stiamo parlando di fotografia, cosa che invece succede in molte altre discussioni. Se l'argomento 'linguaggio' non interessa basta non entrare qui. Poi se invece vogliamo dire che in generale su Juza si parla troppo di tecnica fotografica e troppo poco di vere fotografie, quello è un altro discorso e sono, in parte, anche d'accordo.
“ Ivo: qui siamo in una discussione che qualcuno ha aperto per parlare del linguaggio. Ovvio che qui non stiamo parlando di fotografia, cosa che invece succede in molte altre discussioni. Se l'argomento 'linguaggio' non interessa basta non entrare qui. Poi se invece vogliamo dire che in generale su Juza si parla troppo di tecnica fotografica e troppo poco di vere fotografie, quello è un altro discorso e sono, in parte, anche d'accordo . „
@Miopiartistica Poi se invece vogliamo dire che in generale su Juza si parla troppo di tecnica fotografica e troppo poco di vere fotografie, quello è un altro discorso e sono, in parte, anche d'accordo
Difatti è questo il senso, poi per il 3D si è concluso alla pagina 6 e poi ha preso un'altra piega e quindi un altro significato. Del resto è abbastanza ricorrente in questo forum che il senso del titolo di un 3D cambi strada facendo, quindi cambia anche l'approccio, logico che il tema per cui è nato il 3D col relativo titolo cambia di conseguenza. Non essendoci una moderazione è anche ovvio che accada.
Ma resta il fatto che in forum di fotografia se si parla e scrive troppo di cose non inerenti alla fotografia qualcosa di anomalo esiste. Questo vale per tutti i forum non solo per qui.
PS: non capisco il significato di vere fotografie e chi ne stabilisce la differenza tra vero ed altro. Ma questo ed altre cose inerenti al fatto che siano usati termini impropri riguardo a qualcosa e riferito ad un valore, sono argomenti più vicini all'arte in generale, quindi si parla di artisti che usano la fotografia e non di fotografi e fotografia. Quindi è giusto parlare di tutto, poi il come se ne parla è indice della propria cultura di ogni uno di noi.
user264361
inviato il 04 Ottobre 2024 ore 16:08
“ 3D si è concluso alla pagina 6 e poi ha preso un'altra piega e quindi un altro significato. „
“ Non essendoci una moderazione è anche ovvio che accada. „
Allora mi improvviso moderatore io, dato che avevo aperto questa discussione e poi l'avevo abbandonata a pag. 6 quando avevo avvertito che stava prendendo una brutta piega. Non posso far altro che confermare quanto ha già fatto notare Miopiartistica e cioè che il titolo di questa discussione (rileggetelo, per favore) invita a discutere sul particolarissimo linguaggio utilizzato da molti utenti su questo forum: un linguaggio ripetitivo, omologato, per i miei gusti insopportabile. Accennavo anche alla piaga degli errori di battitura che molti utenti non si curano di correggere neppure se invitati a farlo e alle parole accentate scritte sistematicamente senza accento. Forse in questo momento all'utente _Karmal_, e non solo, staranno fischiando le orecchie.
OK quindi ora visto che per me il senso era finito come del resto affermato dal suo creatore a pagina 6 e si vuole ritornare li come senso mi astengo per correttezza nel postare altre cose. Buna continuazione, torno a occuparmi di fotografia e non di dattilografia.
“ Accennavo anche alla piaga degli errori di battitura che molti utenti non si curano di correggere neppure se invitati a farlo e alle parole accentate scritte sistematicamente senza accento. „
“ Non posso far altro che confermare quanto ha già fatto notare Miopiartistica e cioè che il titolo di questa discussione (rileggetelo, per favore) invita a discutere sul particolarissimo linguaggio utilizzato da molti utenti su questo forum: un linguaggio ripetitivo, omologato, per i miei gusti insoportabile . „
Per tornare in topic credo che ergersi a giudici del linguaggio altrui sia una delle massime forme di superbia, credersi migliori di altri solo perché si suppone essere portatori del linguaggio perfetto è socialmente ingiusto, lascerei questo compito alla Crusca anche per evitare pessime figure e mostrare che si fanno gli stessi errori che tanto fastidio ci danno se commessi da altri.
Per quanto riguarda le nuove locuzioni, i neologismi e gli anglicismi vari che tanto fastidio danno vorrei ricordare che la lingua, compresa quella italiana, è qualcosa di vivo in costante evoluzione e i tentativi di cristallizzarla sono sempre finiti miseramente. Non credo occorra citare Don Milani e "Lettera a una professoressa" scritto circa 60 anni fa
Mah, il linguaggio esprime dei pensieri: non si tratta di voler insegnare agli altri "come si parla". D'altronde anche la Crusca e la linguistica in generale hanno abbandonato da tempo l'idea di una grammatica prescrittiva in favore di una grammatica descrittiva. Cioè a dire che la grammatica, il lessico e la sintassi cambiano nel tempo. Quindi si possono usare forme diverse e nei periodi di transizione quelle vecchie coesistono con le nuove. Però senza dubbio una certa forma linguistica esprime un certo modo di pensare, se ti esprimi in modo confuso o approssimativo probabilmente è perchè le tue idee sono confuse o approssimative, e comunque certi costrutti la dicono lunga su cosa gira nella testa delle persone. Torno al congiuntivo, non perchè sia una mia fissa ma perchè è una faccenda interessante. In un'altra discussione un utente sosteneva che dopo i verbi che esprimono un pensiero come "credere" "pensare" eccetera si possa usare sia il congiuntivo che l'indicativo, in accordo con le tendenze correnti. Ok, la grammatica non detta più legge, detta legge l'uso comune quindi vanno bene entrambi i costrutti.
Ma attenzione: se c'è stato un cambiamento nel linguaggio, senza voler censurare le novità, tuttavia nulla ci impedisce di domandarci cosa ci stia dietro. L'uso tradizionale il congiuntivo lo prescriveva per indicare desideri, timori, opinioni, congetture, insomma cose discutibili. Ora invece salta fuori che dopo il verbo "credere" vada bene il congiuntivo se sto esprimendo qualcosa di dubbio, ma se sono assolutamente certo di quel che dico allora ci devo mettere l'indicativo. Il che significa, badate bene, mettere nello stesso contenitore linguistico (l'indicativo) sia dati i di fatto quel che penso, se sono sicuro che corrisponda alla realtà.
E qui attenzione, siamo ad un punto delicato: questo, a livello profondo, significa distinguere tra la realtà e le ipotesi che potrei fare, o le cose delle quali non sono ben sicuro, ma significa anche pensare che la realtà e le mie convinzioni più radicate (fedi religiose comprese) siano la stessa cosa. Non vi pare una faccenda inquietante? Significa fare allegramente strame di oltre duemila anni di pensiero filosofico, a partire da Socrate fino ad arrivare alla filosofia della scienza dal novecento in poi. Significa impedirsi di pensare che le proprie convinzioni più radicate potrebbero anche essere sbagliate (e che quindi potremmo anche aver torto noi e ragione il nostro interlocutore/avversario). Significa, intellettualmente parlando, tagliarsi le palle. Stesso ragionamento per la morte del futuro, che viene sempre più spesso sostituito dall'indicativo: quel che credo farò domani ha la stessa consistenza della realtà di oggi, quel che prevedo è reale, non esiste che io mi sbagli.
Concludendo, non va certo bene pensare di prescrivere agli altri come debbano scrivere o parlare, ma riflettere su come scrivono e parlano è sicuramente interessante anche se ultimamente un po' sconfortante.