| inviato il 20 Aprile 2024 ore 6:01
Ed aveva ragione, Hitchcock. Si può aggiungere che il film, come intermediario, è comunque molto più adatto - alla pari di un libro/romanzo - ad essere raccontato [verso l'interno-me e verso l'esterno-te] rispetto alla fotografia, che ha più affinità sensoriale con la poesia e le sue ripetizioni mnemoniche. Cambia l'uso-coinvolgimento degli emisferi celebrali [percezione] . Non per nulla, non solo per piacere speculativo intendo, distinguiamo medium da medium. Che poi, in nome dell'arte, vi siano contaminazioni e sperimentazioni va benissimo. Portata diversa, però, hanno le "rivoluzioni" dipendenti dalla tecnologia, perché li dove l'artista esplora consapevolmente, il consumatore semplicemente subisce, adattandosi per come può. Non è poi così raro che ci si trovi di fronte ad una situazione ambivalente: da un lato gioia per la facilitazione, legata alla tecnica (il click), dall'altro il disagio per il cambio di paradigma. Ora: mentre la sensazione di gioia viene repentinamente dimenticata e la liberazione dai gioghi della vecchia-tecnica viene data per "scontata" la sensazione di disagio, viceversa, può aumentare anziché essere riassorbita. Tu mi proponi l'intelligenza macchinica? Va bene, e io torno a scattare a pellicola. Tu mi proponi nitidezze e megapixel da iper-realtà digitale? Benissimo, e io rimpinguo le casse di Fuji comprando le Instax, ed uno smartphone-tuttofare. Moda? Resilienza? Patologia? Tutti-fotografi o tutti-pittori? Tante domande rimangono aperte, sul medium. Intanto corrono ai ripari aggiungendo nuovi "numeri" ai "numeri" dei file RAW per garantirne l'immacolata autenticità. Sempre in attesa che un nuovo lessico - ad hoc - veda la luce visto che quello analogico [mondo degli oggetti] risulta inadatto a contenere il nuovo che avanza. |
| inviato il 20 Aprile 2024 ore 16:03
“ Ma fotografare e' difficile? „ Di per se è facilissima nella gestualità di base, ma molto complessa nella creazione di buone foto e poi ci sta pure la PP che è molto ma molto importante anche lei e che richiede molto studio se si vuole acquisire una certa destrezza ed esperienza.... Sicuramente non si finisce mai di imparare, quindi non è cosi semplice come potrebbe sembrare.... Tutto dipende a che livello di preparazione si vuole arrivare, ma in ogni caso, senza dubio, è un viaggio senza fine... |
| inviato il 20 Aprile 2024 ore 16:38
Purtroppo si scorda spesso la principale funzione della fotografia, immortalare un momento dove nel fotogramma possono esserci, persone, cose, situazioni. Se non fosse per chi ha fotografato non potrei oggi vedere com'era il mondo 100 anni fa, ma anche 50 o solo 2 anni fa. Un esempio banale possono essere i paesi che si trasformano, un bar molto frequentato da tutte le generazioni e punto di aggregazione, oggi non c'è più, chiuso, rimangono i ricordi e le foto saranno testimonianza di quello che fu. I paesi sono cambiati negli anni, le persone anche. Perché bisogna sempre trovarci una motivazione in una foto ? Non si può semplicemente osservarla ? È facile fotografare ? Domanda da fare a sé stessi con risposte del tipo: cosa? Come? Perché? La foto in se oggi la può fare chiunque e pure bene in termini qualitativi. Chi si ferma a fotocamere, smartphone , digitale, analogico ecc ecc, ha solo tempo da buttar via. Chi porta sempre ad esempio i fotografi famosi in ogni discussione che trova idem. Chi afferma che solo scattare non è fotografia è un frustrato da forum e non capisce che l'unica sensazione che può suscitare è questa: "certo che è triste ... leggendo questo topic..la fotografia mi sta diventando antipatica ..." Cit.Giacomo Simonini |
| inviato il 20 Aprile 2024 ore 18:55
Fotografare è difficile? Nooo. Il difficile, arriva dopo. Nel raccontarsela giusta, e non decidere di smettere... |
user259567 | inviato il 20 Aprile 2024 ore 22:50
La fotografia è piuttosto complessa ed impegnativa. Abbastanza difficile. Pochi erano i fotoamatori decenti. La elettrografia o digitale è facilissima, tutte le foto sono bellissime e tutti sono bravissimi e non si capisce come non potrebbe essere altrimenti. Più di 7 miliardi di elettrografi nel mondo che ci mostrano la loro bravura e che ci rallegrano la vita e la vista. |
| inviato il 20 Aprile 2024 ore 23:43
Visto il video di Toni Thorimbert proposto da @DomenicoMa e al minuto 40 si capisce cosa intende con -l'annullamento dell'Io del fotografo-. Innanzitutto si parla di "ritratto" o quantomeno di riprese a persone, un tipo di fotografia che richiede di interagire con l'altro, di essere quindi presenti in due; poi credo che il fotografo non debba tanto -farsi da parte-annullarsi- quanto risultare "trasparente" agli occhi del soggetto in modo che quest'ultimo si senta meno condizionato da presenze "altre". |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 8:23
Ettore, questa dello sparire o anche della trasparenza del fotografo la trovo un luogo comune. A mio avviso nel ritratto, ma anche nella street e nelle foto che coinvolgono persone il fotografo è parte essenziale della fotografia e ne costruisce empaticamente e non solo il contenuto insieme al soggetto. In essenza il soggetto è quello in quel momento perchè lo si sta fotografando e non sarebbe lo stesso se non fosse il soggetto della fotografia. Potrebbero far eccezione le foto giornalistiche / paparazze ma non sempre |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:49
Spunti interessanti. Personalmente inviterei ad abbandonare - parlando di fotografia - la locuzione "luogo comune". Troppo moderna, troppo abusata, troppo anonima. Il rischio è di perdersi in liste di proscrizione, prendendo fischi per fiaschi. Più centrato sarebbe il termine "sillogismo retorico" ed ancor meglio farebbe, derivando dal greco, il termine "entimema" che può essere declinato in tre modi: dimostrativo, confutativo e apparente. Il gesto fotografico, l'azione del fotografare, può contemplare tutte tre le tipologie ma quella più affascinante credo sia l'ultima e non casualmente, in psicologia cognitiva, si parla di "entimema visivo". Che l'intenzione [del fotografo] sia perfetta nello spirito [mente] ma imperfetta nell'espressione è LA condizione, il piccolo pertugio, attraverso il quale soggetto rappresentato ed osservatore finale entrano in comunicazione nonostante il fotografo. Ciò apre, da un lato, all'imprevedibilità [per quanto piccola] e dall'altro può ridimensionare l'intento autoreferenziale [per quanto grande] . |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 12:40
Come se fosse antani |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 14:09
“ @Nocram Che l'intenzione [del fotografo] sia perfetta nello spirito [mente] ma imperfetta nell'espressione è LA condizione, il piccolo pertugio, attraverso il quale soggetto rappresentato ed osservatore finale entrano in comunicazione nonostante il fotografo. Ciò apre, da un lato, all'imprevedibilità [per quanto piccola] e dall'altro può ridimensionare l'intento autoreferenziale [per quanto grande] . „ C'è da dire che attualmente, tra "smaterializzazione" e "intelligenza macchinica", quel piccolo pertugio diventa sempre più stretto mentre, al tempo stesso cresce l'autoreferenzialità; la presenza del fotografo, inteso anche come insieme di mezzi e/o tecniche, risulta sempre più "ingombrante. |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 14:42
Assolutamente d'accordo, Ettore. Il gioco di specchi si sta inevitabilmente modificando e noi viviamo in un tempo che definirei “ibrido” rispetto al médium che conoscevamo da ragazzi. |
| inviato il 21 Aprile 2024 ore 17:45
“ Come se fosse antani „ + tante volte ... |
| inviato il 22 Aprile 2024 ore 3:18
“ Come se fosse antani „ Occhio, però, che rischia di diventare un po' il sostituto della kulturah lollusiana per quelli che sono a digiuno, non capiscono o non sopportano la filosofia Anche vero che quella di Nocram pare più una fissazione per il medium, una sorta di puritanesimo (non troppo) evoluto del (già) disco rotto di Paolo con la sua intoccabile diapo |
| inviato il 22 Aprile 2024 ore 4:19
“ L'orso secondo me si suicida prima. „ |
| inviato il 22 Aprile 2024 ore 4:36
A proposito del video del Thori, è confermato che lui nel contesto del discorso intendesse altro, come infatti avevo ipotizzato. Nella frase in questione rivolta al tipo che gli ha sottoposto una sua serie, dice "come tu annulli" e non "come tu ti annulli". E per il Benedusi citato pure lui nel sostenere questa cosa, mi chiedo se esiste anche per lui un contributo video, sempre sul suddetto argomento o meglio passaggio concettuale? | |

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