user14408 | inviato il 21 Giugno 2022 ore 17:35
ehhh pure tu Diebu che pignoletto , dai! probabilmente è stata una iperbole per dire che anchecon il rigido E6 trattamenti speciali si potevano(possono ?) fare una serie di cose sulla resa del colore/trasparenza/viraggi su luci o ombre... su che fa caldo. |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 18:27
@Maceric: i sensori foveon stanno nelle fotocamere Sigma: www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&page=compatte_sigma www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&page=fotocamere_sigma Per saperne di più sul foveon basta cercare in questo forum e ci sono state parecchie discussioni in merito. Attenzione: le fotocamere che montano questo sensore hanno parecchie limitazioni e non credo possano andar bene per chi ci vuol fare un po' tutti i tipi di foto, anche se per certe cose sono interessanti. Molte sono pure fuori produzione e difficili da trovare. Insomma non è che il foveon sia il rimedio per tutti i mali del digitale... però a volte ci si tirano fuori delle belle cose... |
user14408 | inviato il 21 Giugno 2022 ore 18:55
@miopiartistica grazie, mi andrò a leggere le cose anche se non ho intenzione di prendere un foveon e abbracciare un altro sistema. è più curiosità e voglia di capire /scoprire che altro. io mi tengo la nonna 1ds II fino a che non decide di lasciarmi e poi vedrò ma sempre canon pe utilizzare le ottiche. va ancora benissimo, non la uso tanto e le immagini per me sono ancora piacevolmente vecchio stile ma sto foveon mi incuriosisce :-) ;-) |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 19:01
Un sistema foveon non lo consiglierei, ma una vecchia compattina tipo DP2 può essere bello avercela. |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 19:24
8 pagine di esperienze sulla kodachrome. Grazie a tutti per le risposte. Dunque un po' come si seduce in rete le dia proiettate erano troppo slavate nei colori. Dunque si deduce sia nata per essere stampata su carte sature e contrastate. |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 19:33
Credo che il Kodachrome fosse la scelta dei professionisti, per avere diapositive tali da consentire stampe di alto livello qualitativo, superiori a quelle ottenibili coi negativi a colori, specialmente se si trattava di stampe tipografiche. |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 23:08
No Miopia, la scelta per i lavori che non fosse la cronaca dei quotidiani, era la dia indistintamente, (ed il Kodachrome più all'estero causa i noti problemi) non per la qualità (una negativa era "qualitativamente migliore"), ma perchè non si poteva consegnare altro che un positivo, per le ovvie ragioni! Il negativo si usava principalmente "in staffa" e quando si allestiva nei bagni dei vari palazzetti/stadi/ecc. la C.O. per lo sviluppo immediato, da spedire al quotidiano, tramite scanner a pellicola, prima dell'arrivo delle DCS su basi Canikon. |
| inviato il 21 Giugno 2022 ore 23:59
@pamtom, La kodachrome era fatta per essere proiettata, ed era tutt'altro che slavata. Era equilibrata, non pompata eccessivamente come poi la velvia. Che poi la si usasse per consegnare i lavori era un'inevitabile conseguenza del dover mostrate i lavori proiettati prima di venderli. Il negativo era meglio, soprattutto per la stampa. Tra le dia era la migliore, forse non sul fogliame, ma era globalmente meglio delle altre. Kodak purtroppo non investi per migliorarla. |
| inviato il 22 Giugno 2022 ore 0:13
Kodachrome = proiezione. Per me non aveva rivali. Il problema era la bassa sensibilità: ci facevo fotonatura….. se andava bene una dia accettabile ogni 2 rullini…. Ma che goduria quando riuscivi in buoni scatti. Oramai la proiezione è antichità, ma ricordo serate veramente piacevolissime. |
| inviato il 22 Giugno 2022 ore 14:20
Leo45: bello ragionare con esempi concreti! La prima degli alberi gradevole ma ovviamente, permettimi, non eccezionale, la seconda è molto simpatica, originale. Complimenti! Mauro Gamberini: di grande effetto la posizione di ripresa proprio davanti all'auto che sembra venirti addosso. Bravo! Ho visto tutta la tua galleria ed è molto ben realizzata. Ovviamente gli scatti più recenti, in digitale, più contrastati, più vivi e accattivanti e chiaramente adatti ad essere visti oggi a schermo o, magari, su un televisore oled di grosse dimensioni assicurando spettacolarità. Comunque fatte, alla fine il "manico" si vede ed è quello che conta, al di là della tecnologia di ripresa che, per me, conta pochissimo.: mi interessano le fotografie |
| inviato il 22 Giugno 2022 ore 16:18
Si certo non sono niente di speciale le ho prese praticamente a casaccio fra i pochi kodakchrome delle foto di famiglia che ho sul PC, tutti gli originali completi sono in dei HD esterni in luogo sicuro....insomma come dicevo tanto per passarmi il tempo a fare il montaggio con i telaietti kodakchrome |
| inviato il 22 Giugno 2022 ore 18:12
Ho provato a leggere dall'inizio, ma mi è subito passata la voglia, fra inesattezze e opinioni senza alcuna esperienza dietro, alcune anche ballistiche. Quindi non so cosa è stato detto dopo. Ho usato il Kodachrome quasi ininterrottamente dal 1978 fino ai primi anni 90, quando passai alla Velvia. Pellicole stellari, anche superiori alla Velvia, il cui successo è dovuto alla facilità di sviluppo e alla capacità di pompare i colori, facendoli risaltare anche quando, in base alle situazioni di luce, ce n'erano pochi. I colori li tirava fuori senza problemi anche il Kodachrome, e molto più equilibrati, ma solo se effettivamente presenti nella scena. In certe situazioni di nebbiolina e maltempo, venivano fuori delle foto simil bianco nero. Le sensibilità erano tre, 25, 64 e 200. 25 spettacolare nel paesaggio, 64 la più generalista, buona un po' per tutto. La 200 era l'unica vera possibilità di usare dia di sensibilità superiore a 64 iso. L'assurdo era l'ottima qualità e secchezza della grana con effetto bordo, ma solo in presenza di buona luce. Per cui ottima in avifauna con molta luce potendo usare tempi più rapidi del solito. In bassa luce invece il colore spariva, come nelle altre, con in più l'odiatissima grana. Negli ultimi anni, quando già usavo Velvia, fecero la 64 in formato 120 (o almeno in commercio si trovava solo la 64). Ne venivano dia 6x6 fantastiche. Così continuai con Velvia nel 35mm e Kodachrome 64 nel 6x6. Per chi odia le proiezioni (dunque non ne ha mai vista una seria), consiglio, se gli capita, di vederne una, ormai sempre più rara, appunto in 6x6, lato minimo 2.50m (se no poi salta fuori il solito, che evidentemente proietta 100x100cm, che dimostra la superiorità del 35mm sul 6x6 in proiezione perchè le lampade sono entrambe da 250W ) |
| inviato il 22 Giugno 2022 ore 20:55
Un'altra caratteristica positiva del Kodachrome era la resistenza agli sbalzi di temperatura (specialmente al calore). A causa dell'ennesimo problema di sviluppo (dopo un viaggio negli States mi arrivarono le diapositive di un altro !) passai all'Ektachrome 64 er , sottoesposto a 50 asa, che forniva comunque belle prestazioni. Altri tempi ! |
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