JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
"Mi attira una scena e la faccio mia, senza alcun progetto in testa ma magari andando in un luogo preciso e lasciandomi trasportare dall'istinto. È questo il casaccio?"...sono foto personali, se parliamo di lavoro fotografico è diverso (che tu sia un fotoamatore non cambia) ci deve essere sempre una coerenza nel contenuto. Questa non è una mia tesi per cui non penso che stia dicendo cose assurde. Le foto degli altri non mi appartengono per cui giustamente ognuno è libero di fare ciò che ritiene giusto.
user225138
inviato il 28 Novembre 2021 ore 22:18
@Vincenzo Non credevo intendessi offendermi o criticarmi, ma non avevo proprio capito il senso del commento. Grazie per il chiarimento.
"se non pubblichi è un discorso se lo fai (soprattutto in un sito di fotografia) ti stai mettendo in gioco. Certamente ognuno è libero di proporsi come meglio crede." Io la chiamo anche solo consapevole condivisione, qui come i social o un sito proprio. Mettersi in gioco vuol dire giocare. Contest, concorsi etc... intendo quello il gioco. Per la coerenza col proprio stile ci può stare. Ma ci si può anche divertire con nuove sperimentazioni. Si può fare tutto. È passione.
“ "Mi attira una scena e la faccio mia, senza alcun progetto in testa ma magari andando in un luogo preciso e lasciandomi trasportare dall'istinto. È questo il casaccio?"...sono foto personali, se parliamo di lavoro fotografico è diverso (che tu sia un fotoamatore non cambia) ci deve essere sempre una coerenza nel contenuto. Questa non è una mia tesi per cui non penso che stia dicendo cose assurde. Le foto degli altri non mi appartengono per cui giustamente ognuno è libero di fare ciò che ritiene giusto. „
Ne parleremo di persona, perchè quello che scrivi sinceramente non lo capisco.
“ un progetto può anche essere realizzato a posteriori. lavoro di archivio lo chiamo io anche solo semplicemente trovare il bandolo della matassa tra centinaia di foto, ridurle di numero, organizzarle visivamente impaginandole etc è un lavoro di progetto. „
"Mettersi in gioco vuol dire giocare. Contest, concorsi etc... intendo quello il gioco. Per la coerenza col proprio stile ci può stare. Ma ci si può anche divertire con nuove sperimentazioni. Si può fare tutto. È passione."... Nulla lo vieta ci mancherebbe.
"quello che scrivi sinceramente non lo capisco."...se ti può interessare c'è un libro di David Campany "sulle fotografie" che tratta l'argomento (ma non è l'unico).
Ipotizziamo. C'è un libro fotografico, copertina bianca, nessun titolo, e 50 foto che sono ritratti di persone tra i 20 ei 60 anni. Foto scattate in luce controllata, sfondo neutro, e viraggio in B/N. Persone prese dalla strada per degli scatti che sono l'ABC della fotografia.
Se le mostro all'amico non fotografo dice: non me ne frega un ca… Se le mostro all'amico non fotografo dicendo che le ho fatte io dice: sei bravo Se le faccio vedere a mia mamma mi dice: potevi fotografare gente più bella Se le faccio vedere a mia moglie mi dice: e allora??
Metto un titolo sulla copertina: Gli occhi di Poggioreale. Il libro diventa un progetto. Amico, mamma e moglie cominciano a soffermarsi su ogni singola foto. Scrutano occhi, sguardi, cercano le mani, guardano la pelle delle persone ritratte.
Faccio un passo in più, nella pagina a fronte di ogni scatto parlo della persona ritratta. Della sua vita prima del carcere, della condanna, del tempo passato in galera e del tempo che ancora deve passare. Delle sue speranze, delle sue manie, delle sue debolezze.
A questo punto ci sono gli elementi per una mostra fotografica, per una segnalazione su una rivista, per incontri e seminari. Perché le foto “raccontano”, “scavano” nei personaggi, parlano della empatia del fotografo coi soggetti ritratti, diventano una riflessione sull'intero mondo carcerario, così lontano da noi eppure reale e tragico.
Sono sempre le stesse foto da ABC del fotografo, a loro agio più nel cestino che stampate su di un libro. Tuttavia un racconto, anche fasullo, una contestualizzazione in un progetto, le rende ispirate, profonde, indimenticabili. Quel fotografo è uno “forte”. Potenza del progetto.
“ Sono sempre le stesse foto da ABC del fotografo, a loro agio più nel cestino che stampate su di un libro. Tuttavia un racconto fasullo, una contestualizzazione in un progetto, le rende ispirate, profonde, indimenticabili. Quel fotografo è uno “forte”. Potenza del progetto „
Direi che hai già detto tutto quello che c'è da dire. E per me hai ragione
@Vincenzo: ci sono periodi in cui cazzeggio senza ritegno. Altri , come questo,in cui sono sopraffatto dal flusso di pensieri che talvolta condivido. Questo tuo ultimo intervento, e lo dico senza ironia alcuna, mi ha spalancato una finestra. Si, in fondo il senso della fotografia è questo.
Assolutamente. Uno dei sensi. Se vuoi proporre lavori che documentano, si. Ma ha anche altri sensi la fotografia. Soprattutto per un fotoamatore ovviamente. Ci può stare tutto. Non è per forza che un progetto sia sinonimo di qualità ecco. Di sicuro contestualizza le fotografie anche meno significative.
“ Sono sempre le stesse foto da ABC del fotografo, a loro agio più nel cestino che stampate su di un libro. Tuttavia un racconto, anche fasullo, una contestualizzazione in un progetto, le rende ispirate, profonde, indimenticabili. Quel fotografo è uno “forte”. Potenza del progetto. „
Ho seguito il topic dall'inizio, ed ho letto un po le varie opinioni al riguardo. Peraltro essendo più o meno i soliti che partecipiamo su temi analoghi più o meno continuiamo a ripetercelo. E come altre volte mi piace sempre rivedere ed inserire questa scena:
A mio parere trovo che, per motivi ignoti, si sia creata una dicotomia tra foto singola e progetto per motivi che probabilmente non ho capito. Sono sempre esistiti in fotografia progetti e foto singole in relazione a varie finalità ed usi. Non trovo siano due elementi da contrapporre l'uno all'altro. Possono esservi motivi e situazioni per cui è impossibile "raccontare", documentare, proporre con un unica foto, ed altri in cui anche l'aggiunta di una sola foto può non avere senso. Vale un po come per tutte le discipline, come è stato notato, il vecchio singolo a 45 giri e l'album (raccolta o concept), il racconto, il romanzo, la raccolta nella scrittura, e così si può proseguire.
Esistono "generi" in cui l'uno o l'altro si adattano meglio, ma in generale possono avere pari dignità e possono esservi ottimi (o pessimi) lavori singoli ed uguale per i progetti. Ci sono autori che si esprimono bene su entrambi i fronti, ed altri che ne preferiscono una sola.
Poi si può discutere su come affrontare progetto, sul perchè di uno scatto singolo, sul senso di una raccolta postuma, sui motivi, pregi e difetti di una certa evoluzione, e su molti altri aspetti, ma partendo secondo me non da una contrapposizione, ma da ciascuna peculiarità senza che necessariamente l'una sia sminuita dall'altra.
Personalmente praticando una fotografia disimpegnata non ho mai avuto esigenza di affrontare progetti, semmai ogni tanto metto insieme raccolte postume (manifestazioni, eventi..) e sono senz'altro un maggior fautore dello foto singola. Vedo autori di cui non ho bisogno di particolari aggiunte per identificarne il timbro e la natura delle loro singole foto. Personalmente avevo iniziato un progetto con cui mi piaceva confrontarmi fotograficamente per "misurarmi", una sorta di reportage-racconto di una tematica sociale, ma poco dopo lo studio e l'inizio di alcune sessioni è intervenuto il covid, si sono chiusi certi ambienti e pertanto è rimasto tutto nel cassetto, foto comprese. Avevo anche aperto un topic al riguardo per chiedere consigli e/o ricevere conferme di come affrontare una simile avventura; per altre esperienze i criteri possono essere anche molto diversi.
@Luca bugli La tua analisi non fa una piega.Bisogna fare una una considerazione che chi scrive i testi che accompagnano le fotografie nei lavori di un certo tipo non casalinghi difficilmente sono del fotografo. Per quanto mi riguarda quando mi balenavano ( o mi balenano) in testa delle idee (non ho mai considerato la parola progetto solo per abitudine), ho cercato a modo mio di portarli avanti, ma se uno ha diciamo sviluppato uno stile o meglio un modo di vedere, a prescindere da cosa farà il risultato sarà sempre riconducibile a lui stesso. La mia personale esperienza è che egli anni mi son trovato con un archivio “abbondante” e quindi anche se non vedete tutto ho una serie sui cani, camerieri ecc.ecc. Esco senza mete e senza pretese solo quella dì divertirmi, poi trovo un cameriere, una situazione in vaporetto, un cane buffo o quant'altro e cerco di portare a casa lo scatto che mi gratifichi.Potrei suddividere il tutto in categorie, fare dei foto libro o altro, con il tempo ci penserò, ma una cosa deve essere certa ogni fotografia che non butto deve rappresentare me stesso e/o quello che noi vogliamo far vedere agli altri di noi.
Questa discussione ha raggiunto il limite di 15 pagine: non è possibile inviare nuove risposte.
La discussione NON deve essere riaperta A MENO CHE non ci sia ancora modo di discutere STRETTAMENTE sul tema originale.
Lo scopo della chiusura automatica è rendere il forum più leggibile, soprattutto ai nuovi utenti, evitando i "topic serpentone": un topic oltre le 15 pagine risulta spesso caotico e le informazioni utili vengono "diluite" dal grande numero di messaggi.In ogni caso, i topic non devono diventare un "forum nel forum": se avete un messaggio che non è strettamente legato col tema della discussione, aprite una nuova discussione!