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“ è un po' come per lo scrittore. Prima impari l'alfabeto, poi impari a scrivere, poi impari le tecniche per imparare a "scrivere". A quel punto sei diventato uno scrittore? Beh dipende. A quel punto, sai come si scrive; ti manca il meglio, ovvero il cosa scrivere. Dostoevskij in "memoria dalla casa dei morti" ad esempio, ha trascritto le sue esperienze di vita. 4 anni di esilio in Siberia.
Pensa ad una bottiglia. La puoi riempire con liquidi diversi. Versane il contenuto in un bicchiere e ne verrà fuori, quello che ci hai messo dentro. Se ci hai messo acqua, ne uscirà acqua. Insieme all'acqua, puoi metterci dei cereali. Il tuo intruglio, prima di metterlo nella bottiglia, avrai cura di farlo fermentare e poi distillare, e poi riposare in una botte di rovere. A quel punto, pur partendo dalla semplice acqua, avrai ottenuto tutto altro raccolto.
Questo per dire che la fotografia è un mezzo, per raccontare quello che hai dentro. Che può essere semplice acqua o un pregiato whisky di malto.
Il talento esiste. Ma preferisco definirlo predisposizione. È più democratico. Ma da solo serve a poco. Il più delle volte viene sprecato per mancanza di dedizione. La combinazione delle due cose, è di gran lunga più rara, e quando c'è, porta sempre buoni frutti. „
applausi per questo commento, davvero bella la metafora con la bottiglia...
user177356
inviato il 09 Agosto 2020 ore 11:52
“ Audentes fortuna iuvat „
Più banalmente, se passa un treno e tu non sei alla stazione, le possibilità di prenderlo scendono a zero. La questione è che tu puoi essere alla stazione proprio per aspettarlo, oppure puoi solo passare di lì per caso.
all'inizio scatterai centinaia di foto, ti sembra tutto nuovo e interessante, ai tuoi occhi tutto degno di essere immortalato...ma man mano che guardi tante foto, non necessariamente famosi fotografi, allora comincerai a capire magari cosi ti piace scattare.....non esiste nessuna scuola secondo me che ti insegna qualcosa, ma non cercare di copiare foto che vedi in giro......cerca di trovare cosa ti piace fotografare, che siano paesaggi o qualsiasi altra cosa.....
Riguardo al consiglio di condividere con altri il percorso fotoamatoriale al fine di stimolare una propria forma espressiva, non sono d'accordo. È in sé stessi che va cercato il senso della propria fotografia e a mio parere osservare in solitudine la realtà è i soggetti circostanti può essere un mezzo potente per far uscire uno stile personale, e dare forma ad un contenuto interiore, ove presente.
user120016
inviato il 09 Agosto 2020 ore 20:31
“ È in sé stessi che va cercato il senso della propria fotografia e a mio parere osservare in solitudine la realtà è i soggetti circostanti può essere un mezzo potente per far uscire uno stile personale, e dare forma ad un contenuto interiore, ove presente. „
“ È in sé stessi che va cercato il senso della propria fotografia e a mio parere osservare in solitudine la realtà è i soggetti circostanti può essere un mezzo potente per far uscire uno stile personale, e dare forma ad un contenuto interiore, ove presente. „
Capisco. In parte.
Se non conosco la tecnica che mi permette di esprimere il contenuto interiore, tale contenuto rimane li. Come immagine presente nel cervello e basta.
Ci sono delle cose che da quando ho preso in mano una macchina fotografica SENTO di dover fotografare.
Ma ho capito che per farlo devo arrivare ad una conoscenza, tecnica e non, da cui sono ancora lontano.
Se ti riferisci ai paesaggi credo sia vero: la tecnica richiesta per esprimere una propria visione o emozione è avanzata e, quando la si acquisisce (pensando in particolare alla pp, così importante nei paesaggi), il rischio è di diventarne vittime allontanandosi dalla realtà stessa fotografata.
È in sé stessi che va cercato, verissimo. Però prima devi acquisire una coscienza critica, che chi parte da zero, di certo non ha.
Quindi, inizialmente va benissimo tutto. Che siano libri, quadri, musei. Rivolgersi solo alla fotografia è limitativo, ed il rischio è di cadere nella trappola dell'imitazione.
L'obbiettivo è quello di sviluppare l'occhio interiore. Ma non prima di aver nutrito a sazietà quello esteriore.
All'autore del post consiglio : iscrizione ad uno o più fotoclub nella tua zona. Secondo, pensa alla cosa che ami di più fare o vivere che non sia la fotografia e trasferiscila sulla fotografia. La fotografia non nutre la fotografia, i "nutrimenti" arrivano da altre realtà e trasferiti nella bidimensione fotografica. Io faccio così.... il mio corpo fisico si nutre di mele, pere, verdura pesce ecc. con delle preferenze. Il mio corpo emotivo si nutre di altro ancora. E' da quest'ultimo nutrimento che ricavo l'energia creativa per fare le foto, a prescindere che piacciano agli altri o no.
rob
user177356
inviato il 09 Agosto 2020 ore 23:52
“ È in sé stessi che va cercato il senso della propria fotografia „
“ iscrizione ad uno o più fotoclub nella tua zona „
Si pensa sempre che la grande storia sia dentro di noi, che abbiamo tanto da comunicare che gli altri non vedono. Io penso che in genere siamo molto banali e che per arrivare a dire qualcosa abbiamo assolutamente bisogno nel processo di crescita di un confronto con altri non solo fotografi, ma persone con diverse idee, diversi approcci, che sanno essere creative e vedere le cosa da punti di vista che non consideravamo. Da questo confronto si cresce, si inizia a espandere i propri punti di vista. Chiudersi in isolamento per come la vedo io e per esperienza personale porta solo a stagnazione, difficilmente ne escono cose interessanti I gruppi fotografici possono essere un ottimo modo di confronto, ovviamente dipende dal gruppo, ma potenzialmente sono un buon primo passo
Chi inizia ha bisogno assolutamente del contatto umano del confronto reale non solo di quello virtuale.Poi capirà da solo la sua strada, noi abbiamo solo il compito di indicarle, solo a lui spetta la decisione di percorrerle, di che esperienze ha bisogno. Rob
Bella domanda Kappasim. Io penso ce unpo', già dalle prime pagine, ti è stato già risposto. Aggiungo solo un paio di note...
Credo che se dopo anni (13) di studio di italiano nessuno mi abbia spiegato come scrivere un libro o un racconto... Il fatto che nessuno ti indichi cosa inserire come messaggio dopo un workshop di fotografia base di 4 ore... credo che alla fine non sia poi così paradossale.
Sul messaggio dai veicolare, secondo me, spesso ci sono dei fraintendimenti. La fotografia concettuale, come ha già spiegato meglio Matteo, ha di sicuro bisogno di studio degli artisiti precedenti, di un minimo di scuola dell'arte ecc. Ma non è che in tutte le foto, anche dei grandi, ci sia un messaggio artistico o un'idea originale unica. Spesso è solo (!?!?!) una "visione", un modo di sentire l'ambiente che ci circonda. Ad esempio in un altro topic stavamo parlando di Parr. Il suo messaggio si potrebbe (banalmente) ridurre a: critico la società moderna e il consumismo. Quello che lo rende "unico" non è tanto il "soggetto" del suo modo di vedere, ma la "sceneggiatura"... il suo stile, come viene implementato nelle sue foto. Già interrogarci perchè prediligiamo certi soggetti, certe tecniche, certi modi di fotografare (tele o grand'angolo, bn o colori) chiedendoci ogni volta quale sia il "senso" della foto che abbiamo scattato è, secondo me, un buon modo per fare il "secondo passo"*. Per poi affinarsi e mantenere un'impronta omogenea e riconoscibile (cosa a cui io personalmente no nsono ancora arrivato).
*integrando con i consigli che ti sono già stati dati
user177356
inviato il 10 Agosto 2020 ore 17:37
“ I gruppi fotografici possono essere un ottimo modo di confronto „
“ Chi inizia ha bisogno assolutamente del contatto umano del confronto reale non solo di quello virtuale. „
Non sono d'accordo, né in linea di principio né in pratica. Mi spiego.
Partiamo da una premessa: "Se sei il più intelligente nella stanza, sei nella stanza sbagliata" Quindi va benissimo confrontarsi, e ovviamente il principiante avrà da imparare più degli altri, perché sarà quindi difficilmente il più intelligente (o meglio, il più preparato) del circolo/gruppo fotografico.
Ma questo presuppone che il principiante sia in grado di capire chi è effettivamente più preparato di lui e chi invece millanta esperienza e preparazione. E attenzione, perché non sempre si può giudicare dai risultati: giusto per fare un esempio, qui ho ricevuto ottimi consigli, suggerimenti e sollecitazioni da utenti la cui opera fotografica non è all'altezza della loro preparazione tecnica o artistico/creativa.
Credo quindi che l'adesione ad un gruppo fotografico sia utile solo dopo aver fatto un (bel) po' di esperienza per conto proprio e dopo aver molto letto, studiato, osservato. A quel punto sarà possibile sfruttare al meglio il confronto, avendo più strumenti per valutare capacità e onestà dell'interlocutore.
Questo in linea di principio. In pratica, poi, i gruppi fotografici sono spesso (con le dovute eccezioni, è ovvio) espressione dell'ego della piccola "cupola" che li dirige, più simili ad una confraternita organizzata gerarchicamente che ad un cenacolo. Difficilmente sono un luogo dove il nuovo arrivato, soprattutto se principiante, possa trovare un humus adeguato per la propria crescita.
Mah non penso solo a quello. Io è da quando ho iniziato che ho in testa di ricreare attraverso l'uso di modelli/e un'espressione emotiva. Ho tutto in testa. Ma hai idea della conoscenza di luci, pose, e stikazzi&mazzi che mi serve per fare una cosa del genere? Ma quello è il mio arrivo. Almeno, il primo.
“ il rischio è di cadere nella trappola dell'imitazione. „
L'apprendimento inizia sempre dall'imitazione. L'ho sentito in un cartone animato giapponese una volta. E si parlava di arti marziali.
Ma sono abbastanza concorde.
“ Io penso che in genere siamo molto banali „
lo penso anch'io. Siamo scimmie guidate da ormoni. Ogni cosa che facciamo la facciamo comunque per ricercare uno status in varie forme per attirare qualcuno del sesso opposto.
Ma nonostante cio', ho notato che molte volte viene giudicata eccellenza non una cosa totalmente diversa. Ma la stessa cosa banale vista, per una volta, da una prospettiva leggermente sfalsata.
“ Ma non è che in tutte le foto, anche dei grandi, ci sia un messaggio artistico o un'idea originale unica. Spesso è solo (!?!?!) una "visione", un modo di sentire l'ambiente che ci circonda. „
E' vero @Opisso. Ma hai mai sentito anche tu tutte le volte che viene ripetuto che "con la foto cerchi di riprodurre l'immagine che già hai in testa prima ancora di scattare"?
Vuol dire che tu (in teoria) sai già cosa vuoi. Cosa vedi. Prima di scattare.
Quanto poi la foto rispecchi cio' ... Al di la di D.T.I. (diaframmi tempi iso)... Flash, led , controluce.... Bracketing, HDR o le lasagne della nonna.... Avrà un percorso che te lo renda possibile.
Una struttura educativa che pianifichi un percorso, ci sarà o no?
Questa domanda alla prima pagina era vera. Ora mi sembra quasi retorica
“ Ma questo presuppone che il principiante sia in grado di capire chi è effettivamente più preparato di lui e chi invece millanta esperienza e preparazione. E attenzione, perché non sempre si può giudicare dai risultati: giusto per fare un esempio, qui ho ricevuto ottimi consigli, suggerimenti e sollecitazioni da utenti la cui opera fotografica non è all'altezza della loro preparazione tecnica o artistico/creativa. „
Non sono d'accordo [cit.] Ma penso di capire il tuo punto di vista.
Solo che, nel momento in cui non sono il piu intelligente della stanza, ogni tipo di informazione mi è utile. Di chi è tecnico e poco artistico... Di chi è artistico e autistico.... Di tutti.
L'unica cosa che ribatterei, senza voler essere assolutamente polemico, è che, secondo me... per poter valutare il lavoro di altri e riuscire a dire che la loro competenza tecnica non equivale alle loro opere, devi essere il piu intelligente di tutta la palazzina. Non solo di una stanza.
Io non riuscirei mai nemmeno se arrivasse Berengo Gardin ad implorarmi: "Insegnami, maestro..."
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