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Gattini e dintorni: ok, ma è tutto oro quello che...?


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avatarjunior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 12:06

@Francesco Merenda anche qui ti do ragione a metà. Di zie Pine ce ne sono diverse. Le più comuni sono quelle che descrivi, fotografano qualcosa semplicemente per "pubblicizzarsi". Altre, con tutti i loro limiti, vedono qualcosa che suscita loro emozioni particolari e lo fotografano. I social rendono pubblico qualcosa che prima rimaneva privato. Un po' come le foto di famiglia ai tempi delle usa e getta: rimanevano "nascoste in casa" oggi vengono messe su facebook. Che queste foto siano tecnicamente oscene o eccelse è secondario. Credo che la fotografia, fatta da non fotografi, possa in generale rimanere libera da qualunque tecnicismo. Ovviamente se poi viene presentata una foto "sbagliata" come capolavoro, queste devono essere massacrate dai professionisti

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 12:34

Pero' non associerei la violenza cromatica (anche nel bn) e l'eccesso necessariamente al kitsch cosi' come non definirei migliore una foto solo per il fatto di essere tecnicamente a posto e senza eccessi di sorta; sono banale, lo so


Caro Alessandro, io penso che accostandosi a questo articolo di Smargiassi, ma non solo: a ogni riflessione sulla fotografia che non sia prettamente tecnica, non sia mai possibile (e men che meno sarebbe saggio) trovare formule definitive a cui aggrapparsi.
Trovare "quella cosa" che ci dica inequivocabilmente che una cosa è buona o non lo è, è kitsch o non lo è, comunica o non dice niente.
E molto spesso si diverge nelle interpretazioni perché si traggono conclusioni su quanto si legge, che in realtà non sono affatto incorporate.

Sono spunti, che noi elaboreremo ognuno a modo proprio e secondo la nostra sensibilità (o fase evolutiva: grazie al cielo non siamo scolpiti eternamente nella roccia Sorriso ).
Inevitabilmente ognuno di noi trova abitualmente, in cose molto simili, un'enorme differenza: fare "quasi la stessa cosa" può cambiare dal giorno alla notte. Per cui inevitabili restano i nostri filtri personali.
Io, tra due cravatte "quasi uguali", spesso ne colgo una bellissima e una così così ;-)

E credo anche che non esistano quasi mai posizioni di totale immaturità o all'opposto di maturità "definitiva": tutti siamo in punto del guado, e in costante evoluzione.

Diciamo che tutto cio' (articoli, idee e simili) sono fondamentalmente... allenamento.
E come in altre cose della vita, ognuno sceglie l'allenamento più adatto a sé stesso e ai propri obiettivi ;-)

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 12:45

Francesco Merenda anche qui ti do ragione a metà. Di zie Pine ce ne sono diverse.


Certo, nessuno mette in discussione quel che dici.
Ed è chiaro che tra il bianco e il nero ci sono infinite sfumature.

Tutto il discorso qui verte su un concetto di fondo.
Io che cucino per sfamarmi e non ho alcun piacere o interesse a farlo sono una cosa.
Uno che si vuole fregiare del titolo di cuoco esperto, si espone in modo che dalla sua opera culinaria ci si aspetti qualcosa di più.

Il discorso sull'eventuale oscenità della tecnica, mi pare di cogliere nell'articolo, è incorporato nel concetto generale.
Anche in questo senso, è abbastanza inutile cercare o chiedere la buona tecnica al commercialista che si selfa alle Barbados, per dire "io sono qui".
Meno inutile se uno si definisce photographer e invia foto al contest internazionale Sony.

Ma ripeto, il mondo non è fatto di bianchi e di neri: ogni foto che ci passerà sotto gli occhi sarà sempre a sé stante, e solo in sé potrà essere valutata.

Credo, anzi ne sono certo, capiti anche a te. E che anche a te capiti di usare un metro un po' diverso nell'osservare una foto di Salgado e una della zia Pina (diciamo... quella Pina che non fotografa mai, ma c'ha lo smartphone) ;-)


avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 13:40

Il passaggio per il quale le foto del social network risulrebbero meno kitshcciose,nei confronti della progettulità preimpostata dello smargiasso,non è proprio molto chiaro.
Ci è stato suggerito dal master della discussione
di riferirci ai nomi e leggendo l'articolo è pensabile che esista qualche soggetto di riferimento,che forse non è il solo o l'unico.
Nel senso quando tanti anni fa si faceva la spesa, al supermecato,prima di trasformarsi in blogger ed influencer,
c'era chi scriveva quello che doveva comprare sul foglietto e una volta comprato tirava una riga su.
Serve uno sforzo di memoria per ricordare cosa si faceva quando terminava l'articolo da comperare,perchè andava a ruba.Pensadoci l'elenco comprendeva le cose da comprare e non da non comprare.La lista della spesa forse pero' suonava piu' come obbligo che suggerimento...Nel senso che se poi si tornava a casa senza,la mamma o la nonna ,no era proprio cosi' contenta.Poi la nonna forse aveva una vecchia zia col kitsch, sul comodino,oggetti vari raggruppati qua e la come fossero particolari.L'ambiente non è piu' il supermecato o la cameretta è virtuale e quel gusto potrebbe galleggiare piu' in la'.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 16:16

l passaggio per il quale le foto del social network risulrebbero meno kitshcciose,nei confronti della progettulità preimpostata dello smargiasso,non è proprio molto chiaro.


Caputo, qui ci vuoi fregare... Cool

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 17:44

Ci sono troppi errori di battitura uffi!
Nel senso,che a volte, potrebbe sembrare fuori luogo, mantenere le proprie abitudini di eccessivo rigore ,quando ci si trova lontano da casa oppure ,davanti ad usi e costumi diversi, seppure largamente diffusi.
Se invece si trattasse di festeggio(suona bene) per celebrare la grandezza di qualcosa di speciale ,allora,forse sarebbe la stessa cosa,ma con l'atmosfera piu' rilassata.
E' sorto un dubbio sul bastone di Matusalemme,magari piu' in la se capita ne riparliamo.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 18:44

Caputo, quel che mi sfugge è il soggetto: a me non pare di mantere un grande rigore d'abitudine alle feste popolari.
E, anzi, di trovar bello considerare ogni occasione come festa popolare, se capita ;-)

E per l'atmosfera rilassata, a volte si riesce, a volte no, a volte ti arrabbi, a volte fai arrabbiare...
Matusalemme aveva un bastone (ti credo sulla parola), ma comunque la giostra va bene direi! Oppure no?

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 18:45

Per quanto riguarda fotografie con velleita' artistiche che arte non sono c'e' pieno il web, comprese tutte le mie sicuramente, ma quanti pittori fanno arte? Quanti musicisti fanno arte? Tutti i brani che ascoltiamo sono arte? Tutti i quadri che vediamo, anche nelle gallerie sono arte?

Condivido il senso del discorso, anche se non è mai la singola foto in sé ad avere o meno velleità artistiche, ma l'intenzione dell'autore, non tanto nel momento in cui la scatta e la elabora, ma nel come, a chi e perché la propone.
Finché ci limitiamo a proporre i nostri tramonti e gattini qui su juzaphoto per ricevere pareri tecnici che altrove faremmo fatica ad ottenere, consci del fatto che quelle foto diranno comunque qualcosa solo a noi che eravamo lì in quel momento, con i nostri pensieri e i nostri sentimenti (magari il gattino è l'ultimo arrivo di casa) non credo ci siano particolari problemi di velleità o di kitsch; se però cominciassimo a organizzarci anche solo una mostra nella sala del municipio del paese, allora qualche domanda di livello superiore dovremmo porcela.
Credo che a rischiare di far diventare kitsch una foto sia sempre la combinazione di queste tre intenzioni: come, a chi e perché la mostro (aggiungiamo anche il dove).

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 19:05

Ma infatti Daniele, io credo che come, a chi e perché siano più o meno precisi e incorportati nel ragionamento di Smargiassi (e certamente nel mio).
La cosa importante poi è giocare leale: se rientriamo nel club del come, del a chi e del perché ma diciamo di no, allora si truccano le carte Sorriso
Chiedo a te: si può per esempio dire che una reflex (o ml poco importa) di ultima generazione o giù di lì "ci serve" e poi avvalerci della facoltà di essere fuori dal club? ;-)
E' solo un esempio ovviamente: i segni della tribù sono tanti, e non devono essere necessariamente tutti presenti.

Io mi sento in quella pentola, perché quando faccio una fotografia vorrei essere io a farla e, se possibile, farla come pare a me. E laddove quindi sono passibile di quella critica, cerco di pensarci su.
Gli altri... beh, ognuno lo decide per sé, sempre: l'ho ricordato anche sopra, né Smargiassi, né Benedusi, né il Santo Padre possono imporre a qualcuno cosa fotografare, né tantomeno imporre lui (o lei) un criterio di giudizio, no? ;-)

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 19:29

Chiedo a te: si può per esempio dire che una reflex (o ml poco importa) di ultima generazione o giù di lì "ci serve" e poi avvalerci della facoltà di essere fuori dal club?

Domanda da un milione di dollari ;-)
a cui comunque non corrisponde una risposta scontata; io continuo a pormi le tue stesse domande nonostante le mie foto "personali" (non certo quelle di documentazione nel museo dove lavoro, che sono un'altra cosa) nemmeno le ho appese in casa, e quando ne posto una qui sul sito continuo a chiedermi quanto peso abbia l'aspetto del "compito a casa" per ricevere un giudizio tecnico e qualche dritta, o quanto invece non incida l'aspetto edonistico del mostrare la mia "opera". Perché è inutile negarlo, fa parte della natura dei rapporti umani la ricerca di gratificazione; il difficile è mantenere la coscienza del proprio livello e mantenere anche quell'edonismo entro limiti consoni.
Personalmente mi accorgo che in questo mi aiuta la consapevolezza che la fotografia è diventata sempre di più un pretesto per accostarmi con un'attenzione sempre maggiore a quella natura che amo; non a caso la maggior parte delle mie foto sono macro, boschi, torrenti e qualche tramonto, tutti generi da evitare come la peste ;-)

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 19:33

Il soggetto era ipotetico e si trattava di una persona generica,ci mancherebbe.
L'intenzione è riflettere sui comportamenti e sulle fotografie o almeno provarci giusto?
In questo senso proporre una lista delle foto da non fare potrebbe, risultare semplice per qualcuno ma altrettanto grossolano quanto certi selfie e suscitare poi una reazione,forse anche preventivabile.
La lista compilata potrebbe derivare da un metodo che il selfie forse non ha, forse,ma che nella sua casualità si dimostrebbe forse piu' genuino...andrei ad ipotizzare seguendo la traccia lanciata dell'articolo proposto.
E la figura che ha ispirato la discussione e l'articolo non è detto che sia esclusivamente un fotoamatore anzi.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 19:48

Caro Caputo, io spero sempre che le liste non siano poi vere liste.
O meglio che nessuno guardi a una fotografia col Bignami delle liste in mano ;-)
Come emblema hanno il loro senso (io lo credo), ma a ognuno farne poi l'uso che crede.
O banalmente ignorarle, o inveire contro gli autori delle medesime.

Comunque questo topic si allontana da ogni lista, perché ce l'ha in premessa che il problema (in quest'ordine di ragionamento) non sono gattini e tramonti, ma altro ;-)

Quel che apprezzo di Smargiassi (in genere, non conosco ovviamente tutto ciò che ha scritto) è che tende a insidiare molti totem dei fotografanti per passione e questo, per chi ne ha voglia, per me non può che far bene. ;-)


avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 19:57

Ho letto ieri un articolo su sulla recente copertina di Vogue.
In precendenza un altro parlava del metodo Salgado.
Ti ricordi per caso la discussione sullo spettatore medio?


avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 20:58

Ti ricordi per caso la discussione sullo spettatore medio?


Oibò, no.
Ma poi, povero spettatore medio.... ne sparlano tutti ;-)

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2020 ore 22:39

Gesù, mi avete fatto venire mal di testa.MrGreen

Beninteso che non è colpa vostra, ma sono io ad essere un po' tardo di comprendonio.
Si è partiti dai gattini e i tramonti kitsch, ai social ed il flusso di foto che girano su internet.
Smargiassi, benedusi e Kant.
I gradi di libertà del fotoamatore e quello che non dovrebbe fare, chi ha velleità artistiche.

Ho apprezzato i discorsi finemente infiocchettati dai cultori della prosa.
Però ammetto di ritrovarmi più o meno al punto di partenza.

Francesco lo so che sono chiacchiere e non devono portare necessariamente da una qualche parte, né insegnare alcunché.
Però per amore di semplicità dopo tutta la fatica che ho fatto nel leggervi, mi piacerebbe...

Mi piacerebbe che ognuno dei partecipanti alla discussione, linkasse 1 (o più di 1) foto del proprio repertorio, così da (farmi) capire, praticamente parlando, il succo di tutto questo bel discorso fatto.
Tutti noi abbiamo una foto, che sentiamo rappresentarci meglio delle altre. Non necessariamente quella che ha ricevuto più apprezzamenti, ma magari quella che, sentiamo più nostra.
Fattibile?;-)

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