| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 21:32
 Ma volete mettere il fascino di un triodo pura classe A con due 211 di potenza, valvole di trasmissione VT4C della General Electric anno 1944 ? |
user46920 | inviato il 30 Dicembre 2016 ore 21:33
“ Ma quindi è meglio un'ombra delicata o forte per la tridimensionalità? „ direi quella più naturale, quindi non troppo delicata, ma nemmeno troppo forte. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 21:52
Quindi vale sempre la solita regola sole basso o nuvole? Ovviamente parlando di luce naturale. Beh anche con l'audio è una bella battaglia, non nascondo che preferisco l'analogico in entrambi i casi per la qualità ma la comodità/economicità/semplicità del digitale per me è ineguagliabile |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 22:04
“ Perchè dici che è prossimo al limite il digitale? gli attuali sensori hanno un limite fisico oltre il quale non possono andare come rumore e gamma dinamica? „ In realtà sì, qualsiasi sensore (o pellicola) è soggetto al rumore fotonico dato dal fatto che ha quantità di luce che arriva dal soggetto è limitata ed arriva in singoli fotoni, non in maniera continua La sensibilità del sensore è la cosiddetta "efficienza quantistica", ovvero quanti fotoni catturati dal semiconduttore vengono convertiti in elettroni per poi essere letti e convertiti in numeri. Le migliori fotocamere CCD per usi scientifici superano l'80% di QE. Per quanto riguarda la gamma dinamica, il limite è dato dal rumore in lettura del sensore, dal numero di bit in cui viene convertita l'immagine e dal numero massimo di fotoni che il sensore può raccogliere prima di saturarsi. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 22:10
Il sole deve essere basso in modo da creare ombre. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 22:13
Allora niente sole dietro le nuvole ok grazie Grazie Bubu93 ma non dici qual è il limite, al momento è 80% ma è limite tecnologico o fisico? Con attuali sensori intendo con la tecnologia attuale non quelli esistenti |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 22:41
il cielo nuvoloso può essere interessante nella ritrattistica. Ma c'è nuvolo e nuvolo, per giunta combinato a altezze differenti del Sole. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 23:06
@Trimoto 80% significa che 4 fotoni su 5 vengono convertiti in elettroni, più di quelli che arrivano però non puoi convertirne quindi il limite fisico è appunto una QE del 100% ovvero la fotocamera cattura ogni singolo fotone e lo converte in elettrone ;) Non credo ci siamo limitazioni che impediscano di arrivare ad avere sensori con QE perfetto o quasi. Ci sono un altro paio di limitazioni per quanto riguarda le fotocamera per "comuni mortali": primo, la matrice bayer fa sì che ogni pixel abbia la sensibilità ridotta a circa 1/3 (il valore esatto non so quale sia, dipende da molti fattori) della sua QE nativa dato che se, per esempio, il pixel è verde tutti i fotoni blu e rossi verranno respinti. Secondo, è il cosiddetto "anti blooming" che evita che le cariche elettriche passino da un pixel all' altro in caso di saturazione del pixel che altrimenti crea questo effetto www.threebuttes.com/images/BloomingExample.jpg Sicuramente c'era sui CCD, i CMOS odierni invece non penso soffrano di quel problema. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 23:27
Grazie ancora, molti spunti per approfondire ma in soldoni si può quantificare numericamente la differenza a livello di QE, gamma dinamica e profondità colore tra il miglior sensore e la miglior pellicola, giusto per capire quanto è il gap e se può essere colmato con l'attuale tecnologia? a livello risoluzione ho trovato questo www.aristidetorrelli.it/Articoli/RisoluzionePellicolaDigitale/Risoluzi Per il resto buio totale |
| inviato il 31 Dicembre 2016 ore 0:44
Il discorso è complicato, la gamma dinamica della pellicola non è lineare come quella dei sensori digitali, diciamo che ad un certo punto la pellicola "si blocca" e quindi tollera la sovraesposizione molto meglio. I sensori digitali invece possono aprire molto di più le ombre, ma se sovraesponi perdi subito i dettagli. Anche l'efficienza quantistica della pellicola è molto difficile (se non impossibile) da definire dato che i singoli grani sono "attivati" oppure no, non c'è via di mezzo, ma il digitale comunque è decisamente migliore a catturare la luce. Come ho detto, una volta che un grano è stato attivato non si può più fare nulla, quindi tutto il segnale che lo colpisce viene sprecato. Anche per i colori il discorso è complicatissimo, e alla fine in quel caso conta più il look che la precisione o la profondità. Specialmente quando c'è molta luce, il confronto tra digitale e pellicola non è assolutamente scontato come resa finale della foto, trovo ad esempio che spesso l'incarnato delle foto a pellicola sia più piacevole anche se magari è meno corretto. Questo è uno dei tanti confronti www.lettherebefilm.com/blog/digital-and-film-exposures Quello che è sicuro è che in quanto a risoluzione il digitale stravince, in particolare con poca luce dato che pellicola ad alti ASA = grana grossa = poco dettaglio. In ogni caso siamo un po' OT |
| inviato il 31 Dicembre 2016 ore 0:55
Forse il prossimo passo evolutivo potrebbe essere la tecnologia del grafene, lessi a qualcosa a proposito, se ritrovo il link lo posto. |
| inviato il 31 Dicembre 2016 ore 0:59
Impressionante il confronto delle esposizioni! |
| inviato il 31 Dicembre 2016 ore 2:01
È fisicamente impossibile creare sensori 1000 volte più sensibili, già adesso i migliori CCD professionali arrivano a leggere praticamente ogni singolo fotone, non si può inventare luce che non c'è www.andor.com/scientific-cameras/ixon-emccd-camera-series Ho paura a leggere il prezzo Se guardi le statistiche ha un errore di lettura di <1e- , significa che è in grado di leggere i singoli elettroni, in più con il raffreddamento a -100°C il rumore termico è inesistente. Anche contando le altre lunghezze d'onda non funzionerebbe comunque dato che non c'è verso di mettere a fuoco frequenze di luce così diverse, perlomeno non nello stesso momento. Magari il grafene permetterà di ridurre i consumi |
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