user5164 | inviato il 23 Ottobre 2015 ore 13:21
Ma vuoi mettere quei 30x40 su baritata... Quelle sfumature e quella profondità in cui puoi perderti.. Le cose belle bisogna guadagnarsele!! |
| inviato il 23 Ottobre 2015 ore 17:02
Per non rigare la pellicola si devono seguire certe regole. Avvolgere e svolgere lentamente il film. Dopo il fissaggio e un bel lavaggio in acqua corrente ed imbibente che toglie il calcare(le famose macchie bianche)..si deve appendere con il peso al fondo senza passare nessuna pinza togli acqua. Da bagnata l'emulsione è molto delicata. |
| inviato il 23 Ottobre 2015 ore 17:04
La baritata non l'ho ancora usata personalmente, purtroppo, mi spaventa più che altro tutta la procedura di lavaggio. Però ho visto stampe di altri su baritata... e posso solo dire che sono una cosa magnifica . |
| inviato il 23 Ottobre 2015 ore 17:35
“ Pensavo che data la minor diffusione delle macchine i costi fossero più alti, per dire una Nikon F o F2 e corredo di obbiettivi mi immaginavo avessero un costo paragonabile alle Nikon d4s e lenti costose, ma forse mi sbagliavo „ Il salto dei prezzi lo ha innescato proprio Nikon con l'avvento dell'af. Nell'89 comprai una F4s, la prima professionale af, a 3.790.000 lire, una cifra enorme, il triplo di uno stipendio normale. La F3 precedente si trovava a 1.500.000. Ma la F4s era una macchina pazzesca, non paragonabile alla pur bella F3. Giugiaro gli aveva dato la linea di un'astronave e creava un taglio nettissimo col passato. Sembrava una macchina da guerra. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1541650&l=it |
user5164 | inviato il 23 Ottobre 2015 ore 18:44
“ La baritata non l'ho ancora usata personalmente, purtroppo, mi spaventa più che altro tutta la procedura di lavaggio. „ Ci vuole solo più tempo, ma particolari problematiche non ci sono, per non sprecare troppa acqua io faccio mezzora a bagno con cambio e risciacquo ogni 5 min più o meno.... |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 11:04
Vi do una dritta per accorciare i tempi di lavaggiodelle carte (baritate o no): Una volta pronta la stampa si procede con lo sciacquare si va in bagno e la si attacca alle mattonelle, aderisce perchè la bagnate con la doccia a spruzzo. Senza che il getto sia al massimo, bastano 2/4 minuti per lavare la carta baritata perfettamente. Ho usato questo metodo, suggeritomi da un vecchio stampatore, per almeno 30 anni, e oggi ho ancora stampe in baritata vecchie di 30 anni perfettamente pulite ovvero senza tracce di residui di argento; Il trucco sta nel fatto che l'azione meccanica del getto di acqua accelera il distacco dei residui accorciando moltissimo i tempi. Quanto al lavaggio delle pellicole per risparmiare aria ho sempre usato un tubo della jobo (washer) con da una parte una "guarnizione" in gomm da attaccare al rubinetto dell'acqua e l'estremità da infilare nella tank di sviluppo lungo il tubo c'è una diciamo "provetta" che aspira l'aria e la miscela con l'acqua creando una forte turbolenza che non danneggia assolutamente il negativo ma che accorcia di parecchio i tempi di lavaggio assicurando la perfetta pulizia della pellicola... quanto all'imbibente devo confessare che, pur avendo in C.O. quello della Kodak (ne ho ancora un fondo dopo 30 anni!!) a volte ho usato anche il comune sapone neutro per i piatti senza problema alcuno... |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 11:16
“ Ma vuoi mettere quei 30x40 su baritata „ Che dura anche molto di più. Tutte le stampe che ho fatto su carta baritata (negli ultimi tempi era Ilford Galerie ) sono ancora perfette. Non posso dire lo stesso di quelle fatte su Multigrade politenata, dalle quali l'emulsione in molti casi si è staccata o ha fatto affiiorare macchie o si è semplicemente ingiallita. Eppure anche con le politenate curavo il fissaggio e il lavaggio come da istruzioni. |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 11:19
Bell'idea quella dello spruzzino da doccia |
user62173 | inviato il 24 Ottobre 2015 ore 11:31
Non ho letto tutto. Ma sono assolutamente daccordo che nel passaggio da analogica a digitale e da personalizzata a globalizzata, qualcosa di molto importante è andato perso per sempre. Qualsiasi cosa ha valore finché sono in pochi a farla e in pochissimi a farla bene... se tutti indistintamente avessimo le stesse doti canore di Whitney Houston, nessuno farebbe più caso a quanto sia strabiliante il modo di cantare della cantante afroamericana. Il problema è che adesso fotograficamente... tutti fotografano ma appiattendosi tutti verso il basso. In un mondo dove tutti cantano come Alvaro Vitali....nessuno sa più cosa sia cantare come Whitney Houston !!! |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 11:56
Scorrendo le pagine mi sono tornate alla mente tutte le paure dell'analogico. L'analogico ti dava molto poche possibilità di sbagliare. Un servizio matrimoniale era un'ansia continua. Ricordo la mia camera oscura come piacevole e faticosa nello stesso tempo, sicuramente altamente inquinante. Chimici di tutti i tipi e spesso acquistati sciolti e miscelati per trovare un particolare risultato. Ricordo le centinaia di metri di pellicole comprate a metraggio che bobinavo personalmente nei caricatori metallici, sempre alla ricerca del massimo risparmio. E bobinavo tutto il possibile: bianco e nero, diapositive e anche negativo colore. Il Kodachrome costoso perchè a sviluppo compreso, lo portavo direttamente alla filiale di Roma di Via Salaria che mi garantiva un ritorno entro i 15 (!) giorni. Le ricerche dell'usato tra negozi e giornali di annunci. Lo stativo con lampade per riprodurre foto e oggetti e la pellicola duplicating per duplicare le diapositive. L'esposimetro separato e la pellicola Polaroid per fare i test. Il tavolo luminoso per visionare le dia e i negativi con il lentino attaccato al collo. I costi? Alti non c'è dubbio. Il digitale, sotto questo aspetto, lo trovo più democratico. Il cestino, nell'era analogica, era pieno di diapositive scartate (con il principio di 3 foto buone su 36), di foto sbagliate, di pellicole di prova per trovare sempre l'alchimia giusta. Ora il cestino è sempre enorme ma almeno è a costo zero. |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 12:21
“ sono assolutamente daccordo che nel passaggio da analogica a digitale e da personalizzata a globalizzata, qualcosa di molto importante è andato perso per sempre. Qualsiasi cosa ha valore finché sono in pochi a farla e in pochissimi a farla bene... se tutti indistintamente avessimo le stesse doti canore di Whitney Houston, nessuno farebbe più caso a quanto sia strabiliante il modo di cantare della cantante afroamericana. Il problema è che adesso fotograficamente... tuttI fotografano ma appiattendosi tutti verso il basso . In un mondo dove tutti cantano come Alvaro Vitali....nessuno sa più cosa sia cantare come Whitney Houston !!! „ Il livello del prodotto finito è migliorato o peggiorato? |
user62173 | inviato il 24 Ottobre 2015 ore 12:32
Gabriele, a questa tua domanda non saprei rispondere. Probabilmente e paradossalmente è migliorato... ma è calato l'interesse. Tornando a prima, se vivessimo in un mondo dove tutte le donne sono belle come Charlize Theron e tutte ugualmente belle, se ne nascesse una brutta...sicuramente dopo un pò sarebbe quella più ambita !!! |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 12:36
“ Il cestino, nell'era analogica, era pieno di diapositive scartate (con il principio di 3 foto buone su 36), di foto sbagliate, di pellicole di prova per trovare sempre l'alchimia giusta. Ora il cestino è sempre enorme ma almeno è a costo zero. „ Questo è quello che faccio attualmente anche in digitale sebbene non abbia mai sviluppato un solo rullino. La stessa cosa la ritrovo anche andando ad ammirare delle gallery, scrematura.... |
user5164 | inviato il 24 Ottobre 2015 ore 13:18
“ Una volta pronta la stampa si procede con lo sciacquare si va in bagno e la si attacca alle mattonelle, aderisce perchè la bagnate con la doccia a spruzzo. Senza che il getto sia al massimo, bastano 2/4 minuti per lavare la carta baritata perfettamente. Ho usato questo metodo, suggeritomi da un vecchio stampatore, per almeno 30 anni, e oggi ho ancora stampe in baritata vecchie di 30 anni perfettamente pulite ovvero senza tracce di residui di argento; Il trucco sta nel fatto che l'azione meccanica del getto di acqua accelera il distacco dei residui accorciando moltissimo i tempi. „ questo lo faccio come passaggio finale.... se basta da solo sarebbe cosa non da poco!! per curiosita che carta usavi? |
| inviato il 24 Ottobre 2015 ore 13:46
Le entry level potrebbero essere un poco scese forse. Non c'èra la mentalita' del selfie,fotografare sempre e tutto,le persone in genere scattavano foto ricordo,ma solo alcune anche in viaggio o nei luoghi di interesse storico. Una volta ho fatto posto nell'armadio eliminando le diapositive scartate le peggiori,ed è sparita nel caos anche qualche altra foto che ancora cerco.Adesso arrivo ad una scelta di una due foto passabili,che non mi piacciono nemmeno a sezione,prima una selezione di cento foto sulla localita' rappresentava gia' una buona scelta. Ho ancora la bobina con i caricatori vuoti,vecchio materiale che non so piu' dove mettere. Io sono peggiorato,avro' letto qualche libro in piu',ma poi...se penso che a stento si contavano dieci persone mentre adesso esplode, fanno il seascape ci sono i satelliti,con tutte,le foto in rete cosi' abilmente caricate.Tutto questo che costo ha? |
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