| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 11:24
Quindi: o disonesto o idi0ta o perfettino.
 Ti invito ad essere piu' empatico ed ad immedesimarti per capire i sentimenti di donne che leggono quanto scrivi. Prova, se non gia' fatto, a far leggere questo post, come ho fatto io, a qualche componente della tua famiglia di genere femminile. Potranno esser d'accordo o meno con le tue tesi. Ma prova a sentire qualche altra campana. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 11:50
Frengod ti invito invece a leggere meglio quello che ho scritto e non a decontestualizzare perché è disonesto. Riguardo all'empatia, non mangio animali e i loro derivati per scelta etica, non classifico e non discrimino le persone per orientamento religioso, politico, sessuale. Discrimino i maleducati, gli idi0ti, i violenti. Lo ridico, in quanto non credo tu sia idi0ta: io non fischio dietro le donne, non sgomito con amici (non perché sono piuttosto solitario) se passa una bella donna, non faccio apprezzamenti nemmeno quelli galanti, ritengo che il fischiare o complimenti imbarazzanti sia maleducazione. Sono consapevole che in giro ci possano essere persone che arrivano a questo livello. Questo livello per quanto maleducato, mi fa meno paura dei perfettini che non dicono niente e magari hanno dei pensieri greti e ossessivi che i fischiatori magari non hanno o hanno sfogato con quel fischio. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:08
Ho riletto. Quel che desumo e' una crociata vs: perbenisti, perfettini, perversi, incravattati, mai fuori posto, puliti, giusti, cataloganti, pontificanti categoria a cui sei in dubbio se ascrivermi o meno (diciamo, 60% si' e 40% no) e di cui sei in grado di interpretare il pensiero espresso da un non agire. Il mio obiettivo, qui, non e' convincerti o meno che quel che scrivi sia sbagliato. Men che meno di giudicare te come persona. Il mio obiettivo, qui, e': “ Quel che discuto e': 1) l'opportunita' 2) le ragioni 3) le conseguenze dell'esercizio "goliardico" (per esser eufemistici) e della sua promozione su un forum. Quel che discuto e' la scarsa (o nulla) empatia e la scarsa (o nulla) conoscenza delle possibili conseguenze. „ |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:11
@Iam la differenza logica è questa: Mi svesto su un social, il social è una piattaforma di condivisione, scelgo di condividere (in questo caso "me stessa") e per QUEL contenuto, se tengono attivi i commenti, la gente, appunto, commenta. Esco fuori, vestita come ti pare, più o meno svestita, sono per i fatti miei, sto andando da punto A a punto B facendomi gli affaracci miei, il fischio o l'importunarmi è una molestia. Attenzione, per molestia non si intende quella fisica, ma verbale. Immagina se te esci, che ne so, con un maglione rosso, e un tizio a caso ti dice "quel maglione non mi piace". Bene, tutto molto bello, ma ti sta importunando. La sfera che non è chiara è quella della concessione, perché state paragonando una condivisione social alla vita reale. Se quella persona è in giro, a meno che non te lo chiede chiaramente, non sei autorizzato a commentarla, sotto nessun aspetto fisico. Ed anche sui social si può ma entro certi limiti... Comunque è abbastanza semplice. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:29
@kepler l'unica cosa semplice del tuo ragionamento "logico" è che solo togliendo la responsabilità delle proprie azioni nei contesti si può ritenere valido. Ma non funziona così. Anche da uomo, te lo confermo. Indosso pure maglioni e giacche rosa. Fa' differenza se vado in cantiere o alle sfilate di Dolce e Scherzetto. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:38
@Juan tu hai il diritto di andare col vestiario rosa ovunque vuoi pretendendo che nessuno lo commenti. Viceversa, nessuno, a meno che tu non dia esplicita autorizzazione, ha il diritto di commentarlo. Tutto ciò che esula quel diritto è una "molestia" con le varie sfaccettature del caso. A te non è attribuibile la colpa di alcun commento che qualcuno fa senza il tuo permesso, a prescindere dove lo esponi in giro. È molto semplice a mio parere... Se non lo è non saprei come semplificarlo ulteriormente |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:44
“ Qui su Instagram mostro il culo e ti autorizzo a likare e a commentare come meglio credi. Vado in giro col tanga e pretendo che non ci siano gli stessi di Instagram che poco fa mi hanno fatto gli apprezzamenti, ma tutto a posto? „ Ma non riesci a capire la differenza fra accettare complimenti (like) da persone selezionate e subire molestie da sconosciuti? |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:49
“ Tutto ciò che esula quel diritto è una "molestia" con le varie sfaccettature del caso. A te non è attribuibile la colpa di alcun commento che qualcuno fa senza il tuo permesso, a prescindere dove lo esponi in giro. „ Credo che non ci sia altro da aggiungere. Solo che la cosa strana è che nel 2025 c'è ancora bisogno di dire queste cose |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:55
@mario io lo spiego perché conoscendo le fallaci logiche e la cognizione di libertà da social e libertà individuale nella vita reale possono cozzare e dar vita ad un bias il quale, se non adeguatamente compreso, può indurre in errore. --Edit: come dimostra ampiamente il commento successivo a questo mio intervento, qui sotto.-- Però, i fischi, il cat calling, gli apprezzamenti che evidentemente un tipo qualunque sente in dovere morale verso l'universo, evidentemente, di dover fare ad una sconosciuta, esistevano da prima dei social. Se vogliamo essere puntigliosi. Quindi il problema non è l'avvento dei social. Però voglio tralasciare questo punto |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:55
Sono d'accordo con Salt e sono d'accordo anche col punto 1 del decalogo. Virtuale é reale appunto. Non é coerente smutandarsi sul web e poi pretendere di non avere "like" sotto forma di apprezzamenti anche per la strada. Naturalmente il like stradale non deve essere catalogabile come molesto e se la persona ritiene che una fischiata sia molesta é liberissima di pensarlo certo, però dovrebbe anche andare da uno psicologo perché si dovrebbe rendere conto che ha un vero e proprio sdoppiamento di personalità. Sul web vuole i like e per strada no. Che senso ha? Le persone sono vere anche se dietro ad uno schermo. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:57
Diciamo pure che a livello social(e) lo sdoganamento spietato del corpo femminile non aiuta certo i maschietti ad essere immuni da approcci immorali&molesti. Così conciliamo un attimo queste due estremità che esagerano da entrambe le parti. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 12:59
Secondo me si confondono i piani. Esiste una consuetudine e,si' l'abbigliamento nel mondo civile invia un messaggio a chi ci sta attorno. Non mi sogno di andare in smoking in officina, come non andrei in tuta alla Scala o in costume da bagno al supermercato in centro. Allo stesso modo certi abbigliamenti femminili fanno passare messaggi. Una suora, una poliziotta, una prostituta si identificano in primo luogo per mezzo di abbigliamento ed atteggiamento. Attenzione, questo non significa che i ruoli NON siano interscambiabili . Ma in genere, fermo restando le regole di gentilezza e cortesia, ad una vigilessa che ti ferma per strada ti approcci in altro modo che ad una prostituta. Voglio dire, la logica del "se la e' cercata" non vale mai e non DEVE valere. MA, indubbiamente in certi casi l'abbigliamento induce ad equivoci. O comunque alcuni comportamenti iniziali possono essere diversi a seconda dell'abito e del contesto. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 13:00
che ci siano tanti × tra i maschi non ci piove. Poi qualcuna, come la Anna, apprezza il rozzo altre no. |
| inviato il 08 Ottobre 2025 ore 13:03
“ Esiste una consuetudine e,si' l'abbigliamento nel mondo civile invia un messaggio a chi ci sta attorno. Non mi sogno di andare in smoking in officina, come non andrei in tuta alla Scala o in costume da bagno al supermercato in centro. Allo stesso modo certi abbigliamenti femminili fanno passare messaggi „ Dimmi un solo caso, che sia uno, in cui un totale sconosciuto ha abbordato una ragazza che stava per cavoli suoi e questo la molesta col cat calling. Perché se la risposta è da sempre inadeguata e prevalentemente disprezzata, e la si continua a giustificare, il problema non è di certo il vestiario. “ però dovrebbe anche andare da uno psicologo perché si dovrebbe rendere conto che ha un vero e proprio sdoppiamento di personalità. „ Ma pensa un po' che scemo io che manderei dallo psicologo chi sente l'irrefrenabile (ed inutilissimo se non per infastidire) bisogno di fischiare o fare apprezzamenti molesti, e non chi è per fatti suoi “ MA, indubbiamente in certi casi l'abbigliamento induce ad equivoci. O comunque alcuni comportamenti iniziali possono essere diversi a seconda dell'abito e del contesto. „ Ragazzi L'equivoco può esserci se vedo una tizia vestita di arancione brillante e la scambio per un'operaia dell'ANAS. La comunicazione di un vestito definibile "provocante" (anche qui, ognuno ha il suo metro) è tutta nella testa dell'animale (definisco così senza intento offensivo un essere totalmente asservito ai propri istinti primitivi) che sente il bisogno di fare esplodere apprezzamenti inappropriati. |
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