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Georgiadis l'avevo già visto tramite fb ma è un esempio di quello che dicevo ieri: è quella bravura che però rimane nell'ordinario...c'è molta estetica d'effetto che però non buca, non spinge verso qualcos'altro. Sulla carta, poi, la narrazione dell'intento sembra sempre nobile e profonda (capita spesso anche con molte presentazioni di dischi musicali, vedasi le descrizioni su bandcamp, per esempio), però poi nella sostanza...
Quando scrivo che bisogna ponderare un po' quello che si pubblica c'é sempre un'alzata di scudi accompagnati dal grido "io faccio quel c.azzo che voglio"
@Rimbro, smettila di buttare sentenze tipo una cacata di bisonte. Ploff La questione non è economica ma di sbatte. Se riesci a concentrare le tue finanze in giuste vie, e a forza di diventare un riferimento in certi ambiti; le cose poi si muovono. Ti chiedono perizie o ti chiamano per cercare degli oggetti, pagato.
Riccodimmerda è un appellativo affettuoso, l'ho detto più volte anche a Last.
Ed indica, implicitamente, che io non lo sono, purtroppo
Matteo, credo infatti che questa specie di apatia/svalutazione sia in buona parte collegata al discorso "compulsione da condivisione".
Io però ho spesso la sensazione che molti fotografi anche capaci pompino un po' i loro portfolio con degli scatti trascurabili.
E, allo stesso tempo, mi sembra anche che la storia del progetto sia anche un po' un modo per innalzare di valore una serie di scatti che hanno di per sé poco potenziale.
Una cosa che ci accomuna è la curiosità, un'altra è che non abbiamo un'unica passione/ossessione ,ne abbiamo tante.
Non ho voglia di elencare le mie ossessioni ma, ho comunque cercato un qualcosa che le accomunasse e credo che questa cosa sia il viaggio esplorativo avventuroso, che sia fisico o mentale poco importa e un'oggetto, una foto, un dipinto, un fumetto, un film, una canzone e soprattutto i libri sono portali per viaggi fantastici, viaggi in cui puntualmente ed ineluttabilmente mi perdo.
“ @Nove Credo che sia senza la immediata ruvidezza degli autori citati. Es. D'agata o Moriyama. Li sento troppo meditati, scuri d'effetto e non per circostanze. In Raven, a proposito di volatili, si palpa l'ossessione, la morte, la solitudine del Corvo. Perché è ossessiva. Qui no. È palesata, non intima, ma estetica. „
@Juan Luca, si, hai ragione... la Fukase la trovo anch' io più penetrante di Georgiadis...
“ Georgiadis l'avevo già visto tramite fb ma è un esempio di quello che dicevo ieri: è quella bravura che però rimane nell'ordinario...c'è molta estetica d'effetto che però non buca, non spinge verso qualcos'altro. Sulla carta, poi, la narrazione dell'intento sembra sempre nobile e profonda (capita spesso anche con molte presentazioni di dischi musicali, vedasi le descrizioni su bandcamp, per esempio), però poi nella sostanza... „
@Rombro, concordo sull' estetica d' effetto, io però ci vedo sia intento che contenuto, mi sembra un autore motivato e sincero.....lo deduco dalle foto che mi intrigano parecchio ma anche per la capacità di mettersi in gioco nei workshop.
Mitologia, memoria, subconscio e narrazione autobiografica costituiscono la base della sua creatività. La fotografia è un modo di pensare visivo. segnalo TRACES WITHIN
“ Ma voi non vorreste vedere meno foto ma più significative? „
@Rombro, per cortesia decodificami questo commento..... se ti riferisci alle ultime proposte mi viene il dubbio di aver messo troppe foto, oppure gli autori segnalati non sono di gradimento ?
chiedo senza polemica alcuna...e con immutata stima
Vorrei capire se questa sensazione di "annacquato" coglie anche voi qualche volta.
Non parlo del "rumore" amatoriale, dico nella fotografia più o meno d'autore non vi sembra mai che il corpus di una determinata produzione sia troppo diluito e "giustificato" dalla narrazione che l'autore ne fa?
A volte penso che sarebbe più entusiasmante vedere meno scatti ma più rappresentativi e distinguibili della visione dell'autore.
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