| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:28
Certo, Salt...ma quante volte si ha la possibilità di conoscere direttamente gli autori di qualcosa? Che poi, come dici, non si rivela per forza un'esperienza positiva che aggiunge qualcosa...anzi, la "magia" che si crea esperendo foto/opere tante volte è bene che rimanga ad un determinato livello... perché il contatto diretto con l'interessato potrebbe anche far cascare i coglioni |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:31
mah.. se non ho capito male, vivi a Torino.. e' facile incontrare artisti.. Se lavori o frequenti gallerie, li incontri. E' naturale... ed ovvio. Certo devi essere disponibile al contatto. |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:32
Vi ripropongo un solito dogma: il progetto. È palese che certe immagini prendano senso solo se contestualizzate in una serie o "progetto", cioè idea di lavoro. Da lì, a far passare come dogma qualsiasi serie, ne passa per me. Può anche essere un "progetto" scadente, con poco senso o di m... . Sempre al netto di curatori o mostre che possano accompagnarci nell' idea di chi ha concepito il lavoro. |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:34
“ Certo devi essere disponibile al contatto „ No, non lo sono proprio di carattere...ne faccio volentieri a meno Di Torino conosco direttamente qualche musicista...ma gente che fotografa o altro, direi di no. |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:35
Sicuramente certe opere risultano incomprensibili se non conosci la produzione dell'autore. Rmbro.. purtroppo , quasi sempre gli autori sono poco disponibili al dialogo. O meglio, si sbottonano solo quando riesci a stabilire un contatto. |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 21:39
Mah sinceramente l'ultima volta che mi sono perso davanti ad un'opera d'arte era la Dea Sekhmet seduta, in basalto e l'ultima fotografia sempre a Venezia di Francesca Woodman. E poi vedere dal vivo Van Gogh o Klimt o Schiele è imprescindibile. Certo ho letto Klee, gli scritti di Baudelaire sui Salon e Tristan Tzara e li ho compresi. Poi ad un certo punto era come seguire la foce del Rio delle Amazzoni e una serie innumerevoli di rivoli che si specializzano in frammenti. Mi sembrano malati di clorosi, non è più l'essere umano l'unità di misura. Performah e il suo ex marito, li comprendo, ma non li "sento". A questo punto anche nei mei lavori il percorso è all'inverso. Sapevo fotografare meglio quando mi preoccupavo di non saper fotografare. Perché c'era una esigenza. E dopo una montagna analoga mi rendo conto che la preparazione necessaria è semplicemente mettere un piede dietro l'altro. Puoi vedere attraverso gli strati solo dopo o forse mai o come in certi test oculari che a volte la intravedi altre cerchi la soluzione all'ultima pagina. |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 22:06
"Performah e il suo ex marito" te la invidierebbe pure Lollus Dal mio punto di vista se viene a mancare l'esigenza, manca pure la motivazione. Ma dico questo perché non vivo la fotografia come un semplice hobby. Comunque, come dice Juan, è il "sentire" che deve spingere prima di tutto. L'intelletto poi ha sempre fame e le diramazioni da esplorare sono pressoché infinite. Non si è mai arrivati. Al massimo si è finiti quando si esauriscono energie e curiosità. E allora lì saranno falli da cacare |
| inviato il 22 Maggio 2025 ore 22:56
Si credo anche io che la curiosità sia il motore. Farsi sempre delle domande in generale, andare oltre. |
| inviato il 23 Maggio 2025 ore 8:03
vorrei chiarire un punto, il mi piace o mi interessa è sempre soggettivo. Però può capitare che qualcosa non piaccia o non si comprenda subito eppure è un lavoro importante o di valore e magari il gallerista o il critico lo espongono per questo. Si tende a mettersi al centro, non arriva a me quindi è probabile che è esposto perchè è amico di...ecc.. A volte si arriva al ridicolo, ho sentito frasi simili su Parr che è stato citato e che non è l'ultimo arrivato. Non tutto quello che ha fatto Parr è un capolavoro imprescindibile ovviamente, ma credo che il discorso sia chiaro. Io spesso critico però l'approccio: non mi piace, non mi arriva quindi il fotografo a fallito il suo intento comunicativo. Può essere che non hai un backgound che ti ha permesso di capire quel che vedi? O banalmente non ti piace,ma può essere che una cosa che non paiccia è comunque valida? |
| inviato il 23 Maggio 2025 ore 8:33
Matteo, ho citato Parr non a caso. È un autore molto divisivo, o si ama, o si odia. È indubbiamente uno degli autori contemporanei più importanti, ha sviluppato un linguaggio di rottura, "politicamente scorretto". Personalmente, credo che ci voglia una certa preparazione per capirlo, ad un profano potrebbe sembrare che fotografi a caso, anche tecnicamente, mentre invece trovo il suo stile molto ricercato ed anche molto tecnico, pur non sembrandolo in apparenza, soprattutto per quanto riguarda la gestione del flash. Ha un diploma in fotografia ed è stato anche docente in università. Premetto che si può anche essere d'accordo sul non apprezzarlo, ma se si va oltre l'estetica fotografica di per sé, si può capire la sua ricerca. PS: personalmente mi piace tantissimo... |
| inviato il 23 Maggio 2025 ore 8:44
membro di Magnum Photos dal 1994 e ne è stato presidente dal 2013 al 2017 |
| inviato il 23 Maggio 2025 ore 9:56
Oltre a quello ovviamente |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 15:18
Visto che posso vederlo aggratis, mi guardo per curiosità il film su Winogrand...anche se dalle foto non mi acchiappa granché... (Se interessa ve lo mando...). |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 16:05
Per me é stato un grandissimo che ha lasciato degli scatti eccezionali, poi da un certo punto anche per vicende personali la qualità é un po' calata, Animals é un libro esteticamente carino ma lontano da quello che aveva fatto in precedenza. É stata fatta anche una mostra postuma poco dopo la sua morte con gli ultimi suoi scatti, lessi diverse interviste rispettose ma che concordavano sul fatto che la qualità non era più quella dei tempi d'oro Resta il fatto che ha segnato un epoca e sicuramente é stato esempio per tantissimi |
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